lunedì 14 maggio 2012

Un fiume chiamato vita

Avete mai osservato il corso di un fiume? Esso fluisce dalle montagne a valle in maniera armoniosa senza sosta nè ostacoli, trasportandosi dietro tutto ciò che incontra lungo il suo corso: detriti, animali morti, tronchi d'albero.... Il fiume, essendo formato da acqua, ha due caratteristiche: la fluidità e il fatto che non si arresta di fronte a nulla.

L'acqua, infatti, pur essendo un elemento liquido, riesce a scavare anche la solida roccia, è solo questione di tempo. La vita può essere paragonata ad un fiume. Essa, infatti, al pari del fiume fluisce dal suo inizio lungo la linea che la condurrà alla foce che è identificabile con la fine dell'esistenza materiale e l'abbandono del corpo da parte dell'anima. Anche la vita, così come visto per il fiume, si porta dietro i suoi "detriti". Essi sono costituiti dai lutti, dalle delusioni, dalle relazioni sbagliate, e così via.
(Immagine presa dal web)

Occorre sapere che la vita, in condizioni normali, scorre e, pian piano, deposita i materiali di scarto che le farebbero da peso lungo la strada. Ciò avviene in condizioni di equilibrio mentale però. Qualora un soggetto, dopo aver vissuto un particolare evento, non riesce a lasciarlo andare, ecco che arresta, suo malgrado, il fluire del fiume chiamato vita.

Così come quando si blocca il corso di un fiume esso tracima e inonda i terreni circostanti causando danni, anche la vita, se bloccata, provocherà situazioni di blocchi energetici che porteranno, se non eliminati, alla malattia. Di conseguenza, se vogliamo mantenerci in salute, dobbiamo permettere alla vita "di accadere" senza soffermarci troppo sui singoli eventi ma, invece, lasciando che scorrano secondo i loro ritmi naturali.

Dopotutto, come diceva il filosofo Eraclito: "Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume". Ciò sta proprio ad indicare che le cose cambiano ma solo, aggiungerei io, se le si lasciano cambiare.

Vincenzo Bilotta