domenica 26 giugno 2016

Il sano egoismo

Oggi voglio parlarvi di egoismo, quello sano però. La nostra società, basata sulla religione, i sensi di colpa e il peccato, ci ha insegnato che il pensare a se stessi sia direttamente riconducibile ad una forma di egoismo. Di conseguenza, guai a guardarsi allo specchio, subito si sarà accusati di narcisismo. A volersi bene poi.... Molti ti diranno che, magari, non hai altro di meglio da fare.

Del resto, dopo anni di manipolazioni e torture psicofisiche inflitte dai ministri di culto dei differenti credo religiosi, non c'è da meravigliarsi se è venuta fuori un'umanità che ha rinnegato le proprie origini divine per cercare fuori ciò che non potrà mai avere: LA LIBERTA'.
(Immagine presa dal web)

Fintanto che si tenderà a guardare fuori, a pensare al bene della collettività e mai a se stessi, sarà normale vivere con quel senso di mancanza proprio di chi non si dedica a se stesso prima che agli altri. Con ciò non dico che è sbagliato aiutare gli altri o fare volontariato, non sono contro ciò e me ne guarderei bene!

Vi sto solo invitando a dedicarvi a voi stessi, alla vostra salute, a coltivare i vostri interessi, praticare sport, alimentarvi bene, vivere delle relazioni sociali e sentimentali sane... In una parola, vi sto invitando ad AMARVI. Solo amando se stessi, infatti, si potranno amare tutte le altre creature esistenti, piante, animali e minerali compresi, NON PRIMA.
(Immagine presa dal web)

Chi ci ha insegnato a non amarci lo ha fatto perchè, a mio avviso, non ha mai imparato ad amare se stesso e, facendo ciò, ha rinunciato a vivere da persona felice e realizzata, condannando a vivere in questo modo tutte le persone che lo hanno seguito. I ministri di culto di diverse religioni effettuano spesso delle castrazioni psichiche, basta vedere le donne costrette, in certi contesti caratterizzati da forme di estremismo religioso, ad indossare il burka.

Certamente Gesù non ci ha insegnato che la Vita è sofferenza o peccato, gli uomini lo hanno fatto! Nessuno ha il diritto di rendere infelice un'altra persona, tuttavia le religioni hanno oppresso e represso per millenni il genere umano, torturando, denigrando, bruciando, umiliando, uccidendo tutti coloro i quali erano contrari a professare una religione piuttosto che un'altra.
(Immagine presa dal web)

Bisogna praticare un pò di sano egoismo ogni giorno. Esso servirà da esempio per chi ci sta intorno perchè non mancherà di notare il nostro aspetto rilassato e ben curato, il nostro modo di essere, muoverci e vestire, in una parola, vedrà dei cambiamenti in noi e ne rimarrà colpito positivamente. Solo se ci si ama SINCERAMENTE si potrà, in un secondo tempo, MAI prima, amare gli altri, estendendo questo amore prima verso i propri familiari e poi verso il creato intero.

Non sentitevi in colpa se dedicate 3 o più giorni la settimana all'attività fisica, se vi alimentate in maniera naturale e avete ridotto il consumo di alimenti di origine animale e prodotti conservati. Piuttosto siate fieri di voi stessi, dite a tutti quando andate alla SPA per rilassarvi, insegnate agli altri come fare ad amare se stessi, queste cose il prete non ve le dirà e forse nemmeno i vostri familiari, in quanto nessuno le ha insegnate loro.
(Immagine presa dal web)

Superate i vostri limiti e convinzioni, imparate a guardarvi allo specchio ed essere felici di ciò che rifletterà, AMATEVI INCONDIZIONATAMENTE fregandovene, al contempo, di quello che gli altri potranno pensare di voi. Dopotutto LA VITA E' VOSTRA, NON DEGLI ALTRI, IL CORPO E' VOSTRO, NON DEI VOSTRI EDUCATORI, PRETI, GENITORI, AMICI, quindi custoditelo ed amatelo se fino ad oggi non lo avete fatto, nessun altro, del resto, può farlo per voi.

Da oggi, quindi, smettete di sentirvi in colpa solo perchè vi amate. Insegnate agli altri l'amore per se stessi. Questa è, a mio avviso, la forma più grande di amore verso il prossimo che si possa trasmettere dopo il dare amore: INSEGNARE AGLI ALTRI AD AMARE SE STESSI. 

Vincenzo Bilotta

domenica 12 giugno 2016

Dalla malattia alla benattia

La maggior parte della gente vive nell'inconsapevolezza, nell'automatismo e negli schemi mentali. Le persone tendono a re-agire in base a schemi comportamentali acquisiti tramite l'educazione-programmatica e ripetuti nel tempo all'infinito.

Succede però che, quando non si è coscienti dei propri comportamenti re-attivi, si tenderà a vivere da automi all'interno di un circolo vizioso che causerà parecchio stress all'interno della mente, prima e, di conseguenza, sulla fisiologia dell'organismo in un secondo tempo. Questo schema di pensiero stressante potrà portare, se tenuto negli anni, ad uno squilibrio energetico, comunemente definito "malattia" dalla medicina allopatica.
(La copertina del mio libro)

In quest'ottica cosciente, si capisce bene come la malattia non è un evento voluto da un'entità superiore allo scopo di punire un determinato individuo per i suoi peccati. Semmai, la malattia rappresenta l'ultimo tentativo, da parte del nostro organismo, di farci aprire gli occhi sulle cose che non vanno nella nostra situazione di Vita, ciò prima che possa essere troppo tardi.

Nel mio libro L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA, YOUCANPRINT EDIZIONI, paragono la nostra Vita ad un'automobile, la malattia al guard rail e la morte al precipizio che sta oltre il guard rail. Può capitare che, mentre si guida l'automobile, si possa sbandare, ciò a causa di una distrazione o di un colpo di sonno. In quel caso il guard rail impedirà all'automobile di cadere nel precipizio. 
(Immagine presa dal web)

Proprio come il guard rail impedisce o, perlomeno, limita i danni alla nostra autovettura, anche la malattia arriva per comunicarci qualcosa che non va. In quest'ottica, la malattia va vista come l'ultimo tentativo da parte del nostro sistema psicofisico di salvarci dalla morte fisica. Ma molti non comprendono il significato simbolico racchiuso nella malattia e, lungi dall'ascoltare il suo messaggio, tenderanno a combatterla.

Combattere la malattia senza, per ciò stesso, comprenderne il significato è come uccidere una persona che viene a portarci un messaggio prima ancora di averlo ascoltato. Ciò, del resto, è quello che fa la medicina allopatica quando tenta in tutti i modi di reprimere i sintomi di tutte le malattie imbottendo di farmaci chimici il paziente-macchina facendo perdere a quest'ultimo la possibilità di lavorare su di Sé fino a cambiare Vita.
(Immagine presa dal web)

Si capisce bene come, in questo contesto, assuma una rilevanza fondamentale la figura del terapeuta, sia esso il medico di base o lo sciamano di turno. Compito del terapeuta dovrà essere quello di guidare il proprio paziente in un viaggio all'interno del proprio corpo, stabilendo con esso un rapporto comunicativo che gli consenta di esprimere le ragioni del disagio fisico e lo portino, attraverso la comprensione dei conflitti che hanno determinato la malattia, alla loro risoluzione e alla guarigione spontanea.

Quando una persona si affida ad un terapeuta, quest'ultimo si assume il ruolo di guida ed alchimista all'interno della Vita del proprio paziente-assistito. In questo contesto hanno rilevanza le parole e il loro corretto utilizzo. Il terapeuta deve aiutare il proprio paziente a capire che, al di là dell'importanza dello squilibrio energetico, egli può guarire se avrà il coraggio e la capacità di osservare il proprio mondo interiore e capire ciò che non va per poterlo poi trasformare alchemicamente dal piombo/malattia in oro/guarigione-comprensione di Sé.
(Immagine presa dal web)

Insomma, il paziente deve diventare l'alchimista della propria salute, trasformando la propria malattia in, utilizzando il neologismo del Dott. Francesco Oliviero, "Benattia". Il passaggio dal termine malattia a quello di benattia ha un significato esoterico-alchemico-magico. Chi, infatti, riesce a non avere più paura del proprio disagio psicofisico e lo utilizza, anzi, a proprio vantaggio decidendo, ad esempio, di cominciare un serio lavoro su di Sé, diventa Mago e Padrone della propria realtà.

La benattia, quindi, diventa la più grande maestra di Vita che ogni essere umano possa mai avere la fortuna d'incontrare lungo il suo cammino. Quando si smette di aver paura e si traducono i messaggi del proprio corpo cambiando, contemporaneamente, ciò che non va nei propri comportamenti, nelle relazioni e, in generale, nel proprio approccio alla Vita, ecco che il miracolo si realizza e la benattia non ha più ragione di esistere avendo trasmesso il suo messaggio ad una persona in grado d'interpretarlo e di trasformarlo in insegnamento evolutivo anziché in morte e dolore.

Vincenzo Bilotta