domenica 21 agosto 2016

Avere nuove idee

"Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento". (Proverbio cinese)

Vi è mai capitato d'incontrare delle persone che difficilmente cambiano idea? Sto parlando di quelle persone "tutte d'un pezzo" che fanno delle loro idee ammuffite il loro cavallo di battaglia oltre che uno dei pregi che contraddistinguono (secondo loro) il loro carattere. Questo tipo di persone è destinato ad arroccarsi ed essiccarsi nella spiaggia chiamata ricordi distorti e lì morire.

Ciò che caratterizza la Vita è la DINAMICITA', il suo continuo fluire ed evolvere. Spesso succede che un'idea, che fino a poco tempo prima era valida ed efficace, risulta presto essere non solo inefficace ma, anche, superata rispetto all'evolvere dei tempi/situazioni.
(Immagine presa dal web)

Occorre possedere una certa flessibilità, un pò come quella che caratterizza i giunchi, per riuscire ad essere sempre al passo coi tempi e le situazioni che spesso si creano nelle nostre Vite. Per riuscire a vivere al meglio, però, occorre avere nuove idee da adattare alle svariate situazioni di Vita reale che si andranno vivendo.
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Essere flessibili significa non venerare un'idea fissa ma, al contrario, utilizzarla a proprio vantaggio fino a quando ci potrà tornare utile alla situazione che stiamo vivendo e cambiarla, invece, quando la sua utilità sarà cessata. Quando accadono dei cambiamenti nelle Vite di alcune persone, quelle che riescono ad utilizzare questi cambiamenti a proprio vantaggio sono sempre coloro i quali possiedono caratteristiche di flessibilità, apertura mentale e disponibilità a lasciare andare.

CHI NON FLUISCE CON LA VITA VIENE INEVITABILMENTE SPAZZATO VIA. Alla luce di quanto detto, quindi, risulta fondamentale non avere una sola idea ma tante idee quante sono le situazioni che si presentano nel corso della nostra Vita. CHI E' TROPPO AFFEZIONATO AD UNA PROPRIA IDEA E POCO DISPOSTO A CAMBIARLA NONOSTANTE LA SITUAZIONE LO RICHIEDA PER IL SUO BENE OLTRE CHE PER LA SUA EVOLUZIONE, NON E' UNA PERSONA COERENTE, E' UNA PERSONA GIA' MORTA.
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Chi non è flessibile non è destinato ad evolvere ma a stagnare ed ammuffire. La persona rigida e chiusa nei suoi schemi mentali è come un somaro abituato a vedere la strada attraverso i paraocchi. Percorrendola ogni giorno la conosce a memoria, ciò nonostante avrà una visuale limitata proprio dalla presenza dei paraocchi sul suo viso. Di conseguenza, se nel frattempo la strada sarà franata ai margini o, ad esempio, in un punto precluso al suo campo visivo limitato, il somaro la percorrerà ugualmente cadendovi dentro.

Ciò capita a chi è duro nelle proprie abitudini, a chi dice sempre che vuole cambiare in un giorno che, però, non è mai (guarda caso) oggi ma sempre domani, domani, domani. Un domani che non verrà mai! La flessibilità mentale, la disponibilità a far proprie nuove idee, sono dei requisiti che hanno fatto propri le persone di successo.
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Quando parlo di persone di successo non mi riferisco solamente ai manager o a chi è riuscito ad arricchirsi attraverso l'utilizzo di nuove idee ma, anche e semplicemente, a persone comuni che sono riuscite a ribaltare a proprio vantaggio situazioni che si sono presentate all'interno delle loro Vite in tutta la loro drammaticità e che hanno avuto la forza di trasformarle fino a farne un'opera d'arte.

Da oggi in poi quindi, se volete realmente cambiare per vedere trasformata la vostra Vita da routine a pura magia, imparate a sviluppare la flessibilità necessaria che possa consentirvi di avere nuove idee da utilizzare a vostro vantaggio per avere successo, sempre!

Vincenzo Bilotta

domenica 7 agosto 2016

Dalla coscienza alla conoscenza

Si narra nella bibbia che, quando Dio creò l'uomo e la donna, essi non provavano vergogna. In origine, infatti, essi non si coprivano ma erano nudi. In poche parole, l'uomo era in uno stato che, secondo le religioni orientali, poteva essere definito di COSCIENZA SUPERIORE. In termini esoterici esso viveva al di sopra del mondo polare, quello formato dalla dualità bene/male, onesto/disonesto, amico/nemico e così via.

Questo stato di coscienza superiore, però, non durò a lungo. Ad accorciarne la durata, intervenne il serpente tentatore, quello che propose ad Adamo ed Eva di mangiare la mela dell'albero della conoscenza. Tutti conosciamo come andò a finire: il serpente offrì loro la mela ed essi, dopo un seppur minimo attimo di titubanza, ne mangiarono acquisendo così la conoscenza del bene e del male.
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Questo atto del mangiare la mela, da parte di Adamo ed Eva, segna per loro (come per tutto il genere umano) il passaggio dallo stato di coscienza superiore alla semplice conoscenza delle cose del mondo. Ma lo stato di coscienza era quello che consentiva ad Adamo ed Eva di andare in giro nudi senza vergogna. Ciò era possibile in quanto essi non conoscevano il peccato ed erano, inoltre, in uno stato di unità col TUTTO e, quindi, con Dio.
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Dal momento in cui decidono di mangiare la mela, ecco che per loro si aprono le porte del mondo e della conoscenza. E' proprio questo il peccato originale, l'aver conosciuto il mondo della dualità attraverso l'ingresso in esso tramite il serpente tentatore. Il peccato originale consiste proprio nella separazione dal tutto e, di conseguenza, nell'allontanamento volontario dalla Luce di Dio e dalla sua grazia.
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Ma forse ciò non è dovuto al caso o, come si usa dire, al serpente tentatore. Secondo me, se ciò si è verificato, se l'uomo ha deciso di scendere dallo stato di coscienza alla mera conoscenza, questo è dovuto al fatto che egli aveva esigenza di sperimentare il mondo materiale attraverso la sua incarnazione in un corpo fisico, diversamente non avrebbe avuto ragione di fare esperienze terrene ma, al contrario, sarebbe potuto restare tranquillamente un'entità spirituale in eterna unità con Dio.
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E' forse proprio grazie al peccato originale che l'uomo si è spinto verso la ricerca della "redenzione" attraverso un lavoro su di Sé volto all'autoscoperta e all'autosuperamento della sua condizione umana attraverso l'accettazione della stessa. Ecco che, quindi, se per un verso si è discesi dall'UNO per sperimentare la separazione, tuttavia si è fatto ciò al solo scopo di conoscere le cose terrene in quanto creazione di Dio, sperimentarle allo scopo di evolvere attraverso la materia per poter ritornare poi, una volta realizzata l'illusorietà sia della materia che della separazione, nella GRAZIA DI DIO.

Vincenzo Bilotta