lunedì 27 novembre 2017

Lo stato di veglia

Se chiedete in giro a chi non lavora su di sé cosa sia lo stato di veglia, molto probabilmente vi sentirete rispondere che è quando la sveglia suona al mattino e scendi giù dal letto. In realtà, dopo essersi alzati dal letto si passa, secondo la definizione data da E.J. Gold, dal sonno orizzontale a quello verticale. In pratica, dal materasso ci si alza, sì, certo, ma solo per continuare a dormire in piedi, camminando come sonnambuli in preda ad uno stato di automatismo.

E poi, ovviamente, succede che ci si tagli mentre si fa la barba, ci si bruci la lingua bevendo il caffè troppo caldo.... Secondo voi perché? Perché si svolge la routine quotidiana in uno stato automatico, si muove la macchina biologica secondo schemi cristallizzati nel subconscio attraverso la ripetizione infinite volte di azioni quali il guidare la macchina, farsi la barba, mangiare, perfino fare l'amore quando non si è abbastanza concentrati e, così facendo, spesso si incontrano problemi relativi alle prestazioni.
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Cosa può portarci nello stato di veglia? Il primo passo per cominciare ad essere PRESENTI A SE' STESSI sarà quello di ACCORGERSI di essere addormentati nel sogno del pensiero. In pratica viviamo una realtà "a casaccio", che segue il flusso continuo ed inarrestabile dei pensieri che la nostra mente produce in maniera compulsiva. Di conseguenza si hanno sbalzi di umore, insoddisfazione di fondo, tendenze al pessimismo, ossessioni che, molto spesso, riescono a rovinarci la giornata.

Lo stato di veglia è un condizione che si realizza molto raramente in maniera spontanea. Le persone ordinarie, quelle che non lavorano su di sé, infatti, se vogliono tornare ad essere COSCIENTI DI SE' hanno bisogno di cominciare un lavoro costante, mirato e frutto di una volontà tenace. Bisogna essere decisi per cominciare a lavorare su di sé in maniera costante.
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Importanti saranno, specie all'inizio, le guide che incontreremo nel cammino. Esse potranno indicarci la strada e i metodi più adatti ad ACCORGERCI DI NOI e dello stato di sonno perpetuo nel quale viviamo in maniera quasi costante nell'arco della giornata. I guru, i maestri spirituali, i coach, i motivatori o come volete chiamarli, serviranno ad indicare la strada e, in un primo tempo, potranno anche accompagnarci per un pò, fino a quando non cominceremo ad orientarci.

Ma, il lavoro importante su di noi andrà svolto in solitudine. Il cammino che porta la coscienza in uno stato di veglia è un cammino solitario, frutto di un'autosservazione costante volta ad accorgersi dell'identificazione da parte dell'Anima con la macchina biologica (il corpo umano). 
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Una volta che ci si sarà accorti di essere dentro una macchina biologica che è poi, in sostanza, solo il mezzo per permettere ad Anima di fare esperienze in questa dimensione spaziotemporale, motivo per il quale si è incarnata in un corpo, ecco che si sarà spezzato parte dell'incantesimo che ci identificava, senza possibilità di salvezza apparente, con il nostro corpo fisico.

Dal momento in cui si realizza di essere un'ENTITA' VIBRANTE DI COSCIENZA OSSERVANTE, ecco che si comincerà a rimanere, per un periodo più o meno lungo di tempo, nello stato di veglia, ciò grazie anche alla disidentificazione dal corpo fisico e la reintegrazione con il corpo animico.
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Ovviamente ci sono degli esercizi per rimanere svegli e coscienti di sé quali il concentrarsi sul respiro, il ricordarsi di sé quando ci si veste/spoglia, quando si fa la barba, si lavano i piatti o si fa l'amore. Questi esercizi, all'apparenza semplici ma efficacissimi, vanno svolti con costanza quotidianamente ed hanno il vantaggio di poter essere svolti dovunque ci si trovi senza per forza dover essere in un ashram o doversi isolare.

Si può decidere di dedicare pochi minuti al giorno a questi esercizi basati sul cosiddetto ricordo di sé, creati apposta da G.I. Gurdjieff per i suoi discepoli e facenti parti degli esercizi della cosiddetta "quarta via". L'ideale sarebbe decidere di ricordarsi di sé mentre si lavano i piatti. Ogni volta che lavate i piatti potete provare questo esercizio. I piatti li dovete lavare lo stesso ma, in questo caso, invece di lamentarvi dei lavori di casa da svolgere potrete trasformarli in una meravigliosa forma di meditazione in totale presenza mentale.
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Provate a farlo per diversi giorni fino a farlo diventare un rito, un pò come quando andate nel centro yoga a praticare, avendo cura, pian piano, di espandere questa presenza in ogni gesto da voi compiuto, anche il semplice scendere un solo gradino del portone di casa vostra o il pedalare in bici. Così facendo voi stessi potrete accorgervi come ciò che prima vi sembrava scontato e lo facevate in maniera automatica in uno stato di sonno verticale, si trasformerà in una celebrazione, la celebrazione del vostro risveglio al momento presente. QUI E ORA, cos'altro può esistere?

Vincenzo Bilotta


lunedì 13 novembre 2017

L'amore esiste?

Tutti conosciamo la parola amore. Essa ci collega automaticamente a stati emotivi superiori, la cosiddetta alchimia superior, che si può ottenere attraverso un'apertura di cuore. Ma, come in ogni cosa, c'è anche il rovescio della medaglia, ciò è inevitabile. In quest'altra faccia della medaglia troviamo, antitetico all'amore, la paura che consegue ad una chiusura di cuore.

Il perché avvenga una chiusura di cuore, ammesso che prima lo si abbia avuto aperto, cosa non comune, è semplice, quasi scontato. Ci si chiude all'amore dopo aver sofferto per una relazione che non è andata secondo le nostre aspettative, se i nostri figli non si comportano come noi vorremmo, se i nostri amici, conoscenti, datori di lavoro, clienti non fanno ciò fa più comodo a noi...
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E allora, subito a lamentarci con frasi fatte del tipo: "l'amore non esiste", "il mondo è pieno di odio", "le persone mi hanno deluso", "gli uomini sono tutti falsi", "mi aspettavo un comportamento diverso da te", "non sei la persona che pensavo di conoscere" e così via all'infinito, ognuno può colorare ciascuna frase con i pennarelli della propria, intima esperienza vissuta nel campo delle relazioni affettive.

Al che sorge spontanea una domanda, che poi è pure il titolo di questo mio nuovo articolo: l'amore esiste? La mia risposta personale è: dipende da dove lo si cerca! Di sicuro l'amore non risiede in qualche luogo, involucro, rituale, persona, rapporto lavorativo, niente di tutto ciò. Al contrario, è proprio il concentrarsi su persone, eventi, rapporti lavorativi che ci fa andare fuori strada e ci fa perdere nel mare delle illusioni o delle delusioni se vogliamo.
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La domanda che sorge spontanea è: ma allora dove lo trovo questo tanto agognato amore? Lo so, ci hanno insegnato che solo se avremo qualcuno che ci ama potremo vivere l'amore, la classica storia d'amore con i due fidanzati/sposi che si tengono per mano e camminano verso il sole che sorge... Questo è tutto falso, costruito da persone che non hanno capito nulla di amore e vogliono anzi, insegnano, agli altri che questo è l'amore vero e cioè avere un partner, uno o più figli, uno o più amici fidati che ci amano, diversamente ce lo possiamo scordare, l'amore...

In realtà l'amore non ce lo porta nessuno a casa, non lo viviamo, lo stato di innamoramento, perché qualcuno ce lo dona, ce lo fa conoscere... Lo stato d'innamoramento è uno stato d'animo, una percezione interiore, una trasmutazione alchemica, un qualcosa che fa parte della nostra fisiologia, un qualcosa che nasce da una nuova e migliorata percezione della realtà. In tutto questo processo le dinamiche a noi esterne quali partner, amici, figli o eventi andati a buon fine hanno il solo scopo di farci entrare nello stato di innamoramento.
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In altre parole, l'amore è interno a noi, mai e poi mai esterno. Se ci riflettete bene, quando vivete una storia d'amore, o vi nasce un figlio o realizzate il lavoro dei vostri sogni, c'è forse qualcuno che dall'esterno vi da qualcosa di fisico tipo pillola o altro tipo di sostanza affinché possiate innamorarvi? La risposta è NO! Siete voi, per vostra libera scelta, a decidere d'innamorarvi, certo, la causa scatenante è esterna a voi, nulla da obiettare, ma il processo che vi permette di vivere lo stato di apertura del cuore è squisitamente interno a voi, ha a che fare con la chimica cerebrale prima e corporea di conseguenza.

L'amore esiste e risiede in noi, nelle nostre reazioni alchemiche, nei nostri mutati stati d'animo, quando diciamo sì alla Vita, quando cominciamo ad accettare ed integrare le nostre parti in ombra, quando accettiamo il mondo esterno quale riflesso del nostro mondo interno, quando smettiamo di resistere al fluire della Vita...
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Di conseguenza, noi possiamo, in ogni momento ed in maniera totalmente indipendente dall'esterno, decidere di essere innamorati, non per forza di una persona, di un lavoro o del nostro animale domestico... Noi possiamo decidere di essere innamorati di noi stessi e della nostra Vita, come? Accettandoci così come siamo ed accettando la Vita, così com'è, senza più opporre resistenza, senza più giudicare.

Certo, ciò non significa che non possiamo più vivere, in base a quanto da me detto fino ad ora, una nuova relazione amorosa o non dovremo amare i nostri figli o i nostri amici, nulla di più sbagliato. Riuscire a scoprire che l'amore esiste ed è dentro di noi significa, semmai, VIVERE L'ESISTENZA DA ETERNI INNAMORATI, DA ETERNI AMANTI PRIMA DI TUTTO DI NOI STESSI ED, IN UN SECONDO TEMPO, DELLE PERSONE CHE CI SONO VICINE, CIO' A PRESCINDERE DALLA DURATA DELLA RELAZIONE CHE RIUSCIREMO AD INSTAURARE CON ESSE.
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Quando scopriremo l'amore per noi stessi, l'amore a noi interno, riusciremo a modificare, di conseguenza, la chimica corporea riuscendo, finalmente, a vivere da innamorati anche non avendo a disposizione figli, partner, anche quando non ci sarebbe nulla di esterno a noi da indurci a vivere questo meraviglioso stato d'animo. Scoprire l'amore interno ci rende degli alchimisti a tutti gli effetti, ci trasforma in maghi della nostra Vita permettendoci di vivere il rapporto amoroso con chi è esterno a noi in una condizione (finalmente!) di condivisione e non più di elemosina.

Chi riesce a produrre autonomamente stati di apertura del cuore, stati di gioia incondizionata, stati di amore beato, diventa sovrano del proprio regno interiore e, di conseguenza, anche del regno a lui esterno in quanto ciò che è fuori, come sapete bene, è solo un riflesso di ciò che è dentro. 
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Da quel momento potremo aspettarci dei miracoli nelle relazioni lavorative, affettive e in tutti quei rapporti che terremo con il mondo esterno. Chi ci sta vicino, infatti, non mancherà di venire influenzato positivamente dalla nostra trasformazione, dalla nostra apertura di cuore e non potrà fare a meno di ammirarci, proprio come in un campo di erbacce si ammirerebbe il nascere di una bella orchidea.

Vincenzo Bilotta