lunedì 25 ottobre 2021

Il gregge

Essere dei leoni dovrebbe farci onore. Il leone, infatti, è simbolo di coraggio, forza, carisma. Ma non qui, non oggi, in un mondo in cui fa più moda essere uniformi, copie gli uni degli altri, senza personalità. In altre parole: meglio essere pecore, così pensa la massa, in modo da non dare nell'occhio, del resto "così fan tutti".

Ormai è quasi una moda, e lo sarà sempre più, visto l'andazzo, per le generazioni future, quelle dei cosiddetti "millenials", quelli che, per intenderci, non hanno conosciuto, né conosceranno mai, cosa vuol dire Vita reale, relazioni interpersonali dal vivo, perse come sono, la maggior parte di loro, per fortuna non tutti, nei loro mondi virtuali, fatti di tanta teoria, social e poca, pochissima, Vita reale.

(Immagine presa dal web)


Premesso questo, viene spontaneo chiedersi come mai la gente preferisce belare, in quanto gregge, invece di ruggire e mostrare la propria natura leonina? La risposta è semplice, facile, evidente: perché non hanno personalità o, pur possedendone una, almeno in embrione, mostrano timore nell'esprimerla, ciò per paura di essere giudicati diversi e, di conseguenza, isolati.

Al giorno d'oggi, del resto, in quest'epoca dominata dall'interconnessione di tutti con tutti tramite internet e social annessi, è maggiormente, quasi capillarmente, diffusa la paura di rimanere soli, di non essere accettati... Da chi? Dal gregge, ovviamente.

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Di conseguenza, molte persone, troppe, si contentano di uniformarsi, di reprimere la propria personalità, le proprie aspirazioni, piuttosto che rivendicare uno spazio di nicchia, in questa società di burattini dove il diverso, il creativo, lungi dall'essere visto come alternativa alla monotonia delle copie conformi viene, invece, ad essere etichettato come "ribelle", "disadattato", "filosofo", "con la testa fra le nuvole".

Ma dove sarebbe l'originalità, se tutti diventassimo uguali, dove la libertà, se ognuno di noi non esprimesse se stesso per quel che vale, ognuno in base alle proprie naturali inclinazioni? La risposta è il mondo di oggi, nello specifico qui, in Italia, dove tutti fanno come fanno gli altri, ognuno nel suo piccolo riquadro, pronto ad obbedire senza fare tante domande, magari svolgendo, fra un inchino e l'altro al sistema marcio e zerbino di chi sta ancora più in alto (vedi Europa), un lavoro che odia solo per riscuotere a fine mese uno stipendio che gli consenta di sopravvivere.

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Dove sta il bello di vivere, se per vivere si deve rinunciare ad esprimere la propria personalità, a realizzare se stessi attraverso la libera espressione dei propri talenti, della propria creatività? Ci si seppellisce ancora vivi all'interno di società di mummie automatizzate, schiavi delle altrui opinioni, dipendenti da abitudini nate per compensare il proprio disagio interiore.

Viviamo davvero, specie in questo strano, stranissimo, periodo storico, in cimiteri a cielo aperto, i cui cadaveri continuano a camminare credendosi vivi mentre, in realtà, sono già morti in attesa di essere definitivamente sepolti.

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Chi ha il coraggio di ruggire? Chi riesce ad uscire dal gregge, a scoprire l'inganno prima che sia troppo tardi, prima che sopraggiunga la morte, quella definitiva, non solo quella che ha già ucciso la libertà di parola, la verità e l'individualità.

Per ruggire occorre, prima, riconoscersi INDIVIDUI, ciò allo scopo di distinguersi dalla massa inerme dei non-pensanti che hanno come motto "così ha detto la tv", "che ci vuoi fare", "così fan tutti". Per distinguersi dalla massa occorre avere coraggio, ciò è davvero paradossale, se ci riflettete un attimo.

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Il leone, predatore e re della giungla, deve avere paura di ruggire perché un gregge di pecorelle, sue naturali prede, potrebbe criticarlo, deriderlo, perfino attaccarlo? Assurdo, vero? Eppure è così: per amore del "quieto vivere", molti rinunciano alla propria regalità, mischiandosi alle masse di gente dall'intelletto mediocre, allo scopo di "non dare fastidio"... Che Vita è questa?

Una Vita in cui non si può esprimere la propria libertà di pensiero, di parola, le proprie opinioni, il tutto nel rispetto degli altri, ovvio, non è Vita, io la chiamerei dittatura, non trovo altri termini più appropriati di questo.

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Nonostante vorrebbero farci tacere, noi parleremo; nonostante ci vorrebbero gregge, noi continueremo a ruggire; nonostante ci criticheranno, denigreranno, attaccheranno, noi continueremo col nostro incedere maestoso, regale, LIBERO, perché siamo nati LEONI, non pecore!

Vincenzo Bilotta

domenica 10 ottobre 2021

Essere portatori di luce

Questo periodo storico è davvero molto, molto strano. Io lo definisco un periodo oscuro, forse il più oscuro dopo il Medioevo. Viviamo in un'epoca in cui libertà e democrazia sono solo parole il cui significato, specie in Italia, sembra rimanere oscuro.

Per i fatti che stanno accadendo e dei quali, come già detto nei miei precedenti articoli, non voglio parlare né nominare, sia per non dare loro potere, sia per evitare inutili sprechi di energie, stiamo assistendo ad un regno dominato da forze oscure.

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Il popolo sembra essersi assoggettato supinamente a tutti i diktat emanati dai novelli "dittatorini" abusivi, i quali hanno come scopo quello di spargere terrore, caos allo scopo di restringere sempre più le libertà individuali con delle scuse ridicole che non sono in grado di dimostrare in altro modo se non seminando il panico attraverso i mass media e le loro fake news o, comunque, notizie manipolate e confutabili ma mantenute in Vita dal popolo stesso preda del terrore e vittima della sua stessa ignoranza.

In questo periodo oscuro ci sono anche, per fortuna direi, i portatori di luce. I portatori di luce sono coloro i quali non sono scesi a patti con le forze oscure, non hanno creduto alle loro bugie e, lungi da tutto ciò, continuano ad essere portatori di verità, amore, luce.

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Ovviamente, i portatori di luce sono ancora pochi e, come in ogni periodo oscuro della storia che si rispetti, sono perseguitati, denigrati, screditati e privati di ogni dignità dai rappresentanti delle forze oscure. In pratica, oggi, stiamo assistendo, nostro malgrado, ad uno scontro epico, decisivo, fra le forze del male e quelle del bene.

Purtroppo il popolino è ipnotizzato ed ammaestrato come un animale da circo dalla tv e da tutti i mezzi d'informazione di massa. In questo modo, la maggior parte delle persone è posta in una condizione di neutralità o, in alcuni casi, è favorevole alle forze oscure, quasi mai a chi, col suo messaggio di pace, amore e verità, vuole portare la luce.

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Del resto, più di 2000 anni fa, il Cristo è stato crocifisso proprio perché portava un messaggio di verità, pace, amore. In quell'epoca, quando al popolo fu chiesto chi volessero graziato dal supplizio della croce, fu scelto un bandito, Barabba, e fu sacrificato, al suo posto, un innocente portatore di luce, corrispondente al nome di Gesù.

Come si può notare, oggi come allora la storia tende a ripetersi, ciò a causa della complicità di un popolo che ama vivere nelle tenebre della paura, dell'ignoranza, della dipendenza dalle bugie messe in circolo dalle forze oscure per regnare attraverso il caos, e così il gioco è fatto.

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Eppure, nonostante tutti i rischi, nonostante il feroce accanimento di un popolino spaventato a morte dall'alto allo scopo di diventare servitore delle forze oscure, c'è chi continua a diffondere, a suo rischio e pericolo, ben inteso, luce, amore e verità, assumendosi la responsabilità delle conseguenze di questo suo atto di estremo coraggio.

Per fortuna i portatori di luce hanno seminato bene, favorendo l'avvicinamento di chi aveva abbracciato le tenebre per ignoranza o per partito preso. Così, pian piano, da una lampadina accesa nel bel mezzo della notte, si sta passando ai riflettori puntati sulle bugie, sul caos, sulla paura creati ad arte da chi, dal canto suo, vorrebbe mantenere lo status quo, fatto di incertezza, restrizioni delle libertà, cessazione graduale di ogni diritto umano e, con esso di ogni dignità.

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Chi ha la possibilità, la capacità e il coraggio di diffondere la luce, non tema le tenebre, la lasci splendere, oltre il caos, oltre la bugia, oltre l'ignoranza e la paura che ne deriva. Chi ama la libertà, continui a parlarne, a sentirsene degno, non ceda di un solo passo alle tenebre che avanzano, perché l'oscurità regna fintanto che la luce non illuminerà il mondo con il suo caldo abbraccio, un abbraccio che ci libererà dal laccio dell'usurpazione del potere, della privazione di ogni dignità portando verità e amore laddove ora regnano incontrastate la menzogna e la paura.

Vincenzo Bilotta