lunedì 24 giugno 2013

La differenza fra agire e reagire

Oggi vi parlerò della differenza fra agire e reagire. E devo dirvi che è proprio una gran bella differenza! La maggior parte delle persone tende a reagire, poche riescono ad agire. Ma come succede che alcuni sono orientati verso l'azione mentre altri tendono, invece, verso la reazione?

Per dare una risposta a questa domanda, occorre innanzitutto capire chi è la persona che agisce e chi quella che si limita a reagire. Ogni giorno nelle interazioni che si hanno con accadimenti e persone, ognuno di noi è portato a tenere un determinato comportamento. Questo comportamento sarà il frutto dell'educazione che questa persona ha ricevuto.
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L'ambito familiare, infatti, tende a dare un orientamento netto già al bambino in tenera età e, nella maggior parte dei casi, riuscirà a condizionare il comportamento di quel bambino anche quando avrà raggiunto l'età adulta. A parte rari casi, il bambino, una volta divenuto adulto, tenderà a recitare il copione educativo così come appreso nelle mura domestiche dai propri familiari.

In conseguenza di ciò, ogni evento, decisione, rapporto interpersonale che questa persona si troverà di fronte, sarà gestito sulla base degli schemi educativi acquisiti in precedenza. In questo caso si potrà parlare di reazione in quanto il comportamento tenuto, e le conseguenti decisioni prese, non saranno frutto di una riflessione accurata ed autonoma ma, viceversa, saranno frutto di uno schema automatico estrapolato dal background culturale educativo acquisito nei primi anni di vita.

La reazione è il comportamento dell'uomo-robot, l'uomo che si comporta sempre allo stesso modo di fronte allo stesso tipo di evento senza nemmeno chiedersi più se valga la pena o no di uscire fuori dagli schemi fino a quel momento adottati. Egli esegue e basta, dopotutto è un sonnambulo che esegue i comandi installati dai suoi educatori. In questo modo viene ad essere privato del libero arbitrio e della capacità di discernimento tipica dell'uomo libero.

All'opposto della reazione si trova l'azione. Colui il quale agisce è una persona libera da condizionamenti e schemi. Quando si agisce si ha la capacità di valutare, di volta in volta, il comportamento da tenere di fronte ad un accadimento dello stesso tipo. Si esce, insomma, dall'ordinario modo di pensare dell'uomo-robot e si inizia, al contempo, a pensare da uomo libero.
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Chi agisce è una persona altamente evoluta, che ha lavorato su di se smussando gli angoli e riuscendosi a lasciare alle spalle un'educazione inadeguata rispetto alle sue esigenze di sviluppo spirituale. Attraverso l'azione si riesce a  compiere delle scelte nel QUI E ORA. Reagendo, ciò non è quasi mai possibile in quanto si tende ad applicare comportamenti schematici derivanti dal passato che possono non trovare efficacia nel contesto attuale.

E' importante imparare ad AGIRE smettendo, al contempo, di REAGIRE. Lasciamoci alle spalle gli schemi e l'educazione limitanti, liberiamoci da questa prigione senza sbarre che ci ha tenuti, fino ad oggi, prigionieri delle nostre stesse paure. Iniziamo ad ascoltare il nostro cuore, uscendo dal processo di addomesticamento che ha prodotto tanti uomini-robot, tutti tarati allo stesso livello per avere comportamenti identici!

Cominciamo a ragionare con la mente e tutto il nostro Essere rivolti alla semplicità del QUI E ORA. Solo partendo dal QUI E ORA si vivrà ed agirà da persone libere. Il passato ormai è morto e, lungi dall'aiutarci, costituisce un ostacolo alla nostra libertà psicofisica. Voltiamo pagina e improvvisiamo. L'improvvisazione è creatività e azione, al contrario della schematicità che è comportamento da uomo-robot e, di conseguenza , reazione.

Vincenzo Bilotta

domenica 16 giugno 2013

Nessuno dev'essere perfetto

Ognuno di noi ha mirato da sempre, in maniera più o meno cosciente, alla perfezione. Generalmente ciò si tende a farlo per tutta la Vita. Ma vi siete mai chiesti il perché? Per contentare gli altri, non noi di certo. Il condizionamento ricevuto attraverso i metodi educativi stereotipanti e stereotipati ci ha imposto la perfezione.

Cercare la perfezione significa non accettare la propria natura, la propria identità. Si cerca di essere meglio di ciò che si è già. Se, per un verso, questo non è assolutamente errato, in realtà, quando si eccede nel pretendere la perfezione, vuoi da te stesso, vuoi dagli altri, si rischia di diventare dei paranoici incontentabili. Del resto, gran parte dell'umanità spreca molto tempo della propria vita alla ricerca del miglioramento continuo senza mai contentarsi di CIO' CHE GIA' POSSIEDE.
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Proprio così, come dicevo poc'anzi, la ricerca della perfezione in sé, volta al miglioramento delle proprie capacità fisiche, psichiche, relazionali ed economiche, va bene e funge da stimolo. Ciò che non va bene è il non essere mai contenti degli obiettivi che si è già raggiunti. In altre parole, bisogna cercare la perfezione ma non essere perfetti. Stimolarsi al miglioramento senza mai degenerare negli eccessi.

Purtroppo gli spot pubblicitari, e i mass media in generale, ci propinano a tutte le ore degli ideali di perfezione che noi, di certo, non crediamo di possedere e, in effetti non possediamo né potremo mai possedere. E allora tutti vogliono avere gli addominali come il tale attore, il seno come tale attrice, la comunicativa del tale coach.
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Ricordate: gli esempi vanno presi come stimolo al miglioramento e non, come tanti fanno, come via da seguire senza porsi domande. Come potete leggere dal titolo, NESSUNO DEV'ESSERE PERFETTO! Ognuno di noi, se è così com'è, c'è una ragione, altrimenti non sarebbe mai nato, non avrebbe mai abitato un corpo né, tanto meno, si sarebbe messo in gioco!
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LA VERA PERFEZIONE STA NELL'ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA DI SE' SENZA VOLER CAMBIARE NULLA! Solo quando ci saremo accettati per come siamo, smetteremo di inseguire inutili chimere e di voler contentare sempre gli altri. Non piacete al vostro partner? SMETTETELA DI CREARVI COMPLESSI, DI PIANGERE E MOLLATELO! La Vita è cambiamento, mai adeguamento agli altri. L'adeguamento porta alla stasi e alla morte!
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Quando ci saremo accettati nella nostra magica unicità, solo allora potremo seguire la via per migliorare noi stessi senza per questo dover cercare la perfezione. La perfezione è sinonimo di paranoia, di ossessione, maschera insicurezza, paura di non piacere agli altri COSI' COME SI E'. Smettiamo di crederci imperfetti perché, se ci riflettete un attimo, sono stati gli altri a farci credere così, non noi di certo.

Impariamo la DIS-EDUCAZIONE, torniamo al piacere primordiale dell'accettazione di sé senza dubbi né paure. Se non piaceremo agli altri, vorrà dire che le nostre strade dovevano dividersi. MEGLIO PIACERE A POCHI ED ESSERE SE STESSI VIVENDO FELICI, CHE PIACERE A TUTTI RIMANENDO INTRAPPOLATI NELLA GABBIA DELLE ALTRUI ASPETTATIVE!

Vincenzo Bilotta


domenica 9 giugno 2013

Chi comanda la nave?

Con l'articolo di oggi voglio parlare di noi, della nostra mente e di come, spesso, veniamo pensati anzichè pensare in maniera autonoma e volontaria. Il titolo di oggi è: chi comanda la nave? Cosa voglio dire con ciò? Semplicemente voglio richiamare alla presenza mentale. La mente è come il capitano e il corpo, di riflesso, la sua nave.

Se la mente è lucida, vigile, presente, allora la nave andrà dritta per la sua rotta senza problemi nè inconvenienti di sorta. Ma cosa succede se il capitano lascia il comando della nave e va a farsi i fatti suoi, lasciandola ingovernata? In quel caso la nave andrà alla deriva, senza nè direzione nè punto di arrivo.
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Noi siamo i capitani del nostro corpo. Almeno possiamo provarci. Ma come si fa? Attraverso la PRESENZA VIGILE sui pensieri e sulle azioni compiute nel corso della giornata. Quando si vigila su di Se, è normale riuscire a governare in maniera corretta il corpo con le sue reazioni riflesse ai pensieri. Quando l'attenzione cala (come succede alla maggior parte delle persone che si vedono in giro, somiglianti a dei robot a batteria), anche il corpo resta in balia di se stesso.

I disagi fisici, originano sempre da disagi psicologici e ne sono il riflesso. Il corpo viene condizionato dallo stato d'animo della persona. A seconda dell'umore ci sarà una corrispondente condizione fisica. TUTTO E' UNO. TUTTO E' CORRELATO, SEMPRE! Ecco quanto è importante la presenza mentale e l'entusiasmo nella vita di tutti i giorni.
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Il Buddha stesso, non a caso, ebbe a dire più di 2000 anni fa: "Siamo ciò che pensiamo". Voi cosa state pensando in questo preciso istante? Siete giù di umore o prendete la vita per come viene e ringraziate sempre Dio per le opportunità di crescita che vi offre ogni giorno attraverso le esperienze che vivete?

VIVIAMO ATTIMO PER ATTIMO. COSTRUIAMO TUTTO PARTENDO DAL "QUI E ORA". Non esiste altro tempo al di fuori dell'ADESSO. Non esiste niente di più efficace di una persona COMPLETAMENTE PRESENTE CHE VIGILA SU DI SE. Nessuno può avere più salute di lei, nessuno più vitalità.

Da oggi, quando pensate troppo e vi sentite trascinati dentro ad un turbine di pensieri dal quale pensate di non poter uscire, chiedetevi: Chi comanda la nave? Forse, in quel momento, riuscirete a richiamare la vostra mente al presente, facendola diventare il capitano di una "nave" disciplinata ed efficiente e non più un mezzo galleggiante pieno di pirati ammutinati.

Vincenzo Bilotta

domenica 2 giugno 2013

Siamo creature divine

Siamo creature divine, discese in questo pianeta e in questa dimensione spazio-temporale per fare esperienze fisiche attraverso il corpo nel quale ci siamo incarnati. Il problema è che ce lo siamo scordati e siamo portati a credere il contrario, ossia che siamo esseri umani, comuni mortali, che cercano di vivere esperienze di realtà superiori.

Tutto ciò accade perché è avvenuta una divisione, caratteristica attribuibile alla mente. La mente, infatti, deve sempre capire, calcolare, sapere in anticipo, controllare tutto. Proprio dalla mente nasce la divisione fra bene e male, buono e cattivo, giusto e sbagliato, bello e brutto. 
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In altre parole, siamo stati allontanati dalla nostra divinità dal diavolo (da diaballon, colui che divide). La mente è il diavolo perchè, proprio come lui, divide e giudica. Dal momento in cui iniziamo a giudicare, criticare e catalogare ogni evento, cosa o persona che sia, perdiamo i nostri poteri divini e discendiamo negli inferi.

Dovremmo capire, invece, che ogni nostra esperienza è necessaria e fa parte di ciò che abbiamo scelto di vivere da Anime dal momento in cui ci siamo incarnati nel corpo che attualmente abitiamo. Tutto ha uno scopo nella vita, NOI SIAMO IMPORTANTI E, SE SIAMO NATI, VUOL DIRE CHE ABBIAMO UNA MISSIONE DA COMPIERE.
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Basta trovare la nostra strada, quella giusta. Ciò si può fare solo ascoltando il proprio cuore e mettendo, al contempo, a tacere la mente. La vita è breve, non si sa mai quando ognuno di noi dovrà morire. Possiamo solo sapere che ciò avverrà secondo i desideri della nostra Anima. Nella brevità di questa vita su questo pianeta, tuttavia, è necessario, se non si vuole vivere un'esistenza vuota, capire qual'è la propria missione.

Solo compiendo la propria missione, ciascuno in base ai propri desideri e potenzialità, si potrà dire di avere vissuto una vita degna di questo nome. Diversamente si rischia di vegetare e di trasformarsi in zombie che si trascinano di giorno in giorno non facendo altro che lamentarsi, dando agli altri la colpa della propria infelicità.
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Bisogna capire che il nostro corpo è stato preso in prestito dalla nostra Anima ed è solo un involucro esterno, come lo è uno scafandro per il palombaro. Ciò che noi siamo realmente va al di là del corpo. Il corpo è solo un mezzo per raggiungere un fine. Certo è importante curare il proprio corpo al pari della propria Anima. Prendiamoci cura del nostro corpo senza scordarci, però, che siamo Anime, creature divine che albergano al suo interno.
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Solo così non perderemo altro tempo continuando a lamentarci e a vivere una vita senza scopo. Riconosciamo le nostre origini divine, riprendiamo possesso della nostra vita. Smettiamo di separare tutto. Ciò si potrà ottenere solo uscendo dalla mente, dal diaballon. L'unità è già in noi, dobbiamo solo smettere di pensare troppo fermando, al contempo, la mente.

Da oggi viviamo ogni giorno come se fosse l'ultimo e realizziamo il più in fretta possibile gli scopi della nostra Anima. Solo nel Presente risiede la possibilità di cambiare se stessi e il mondo. Nessun altro tempo è reale quanto il QUI E ORA. Quando volete realizzare qualcosa, affrontate le vostre paure e realizzatela adesso. Domani potrebbe essere troppo tardi!

Vincenzo Bilotta