domenica 29 dicembre 2013

Quale lupo prospera in te?

Narra una leggenda indiana di un giovane pellerossa che stava vivendo un periodo abbastanza travagliato della sua Vita. Ad un certo punto, decide di andare dall'anziano del villaggio allo scopo di esporgli i suoi problemi ed ottenere consigli in proposito. Dopo essere entrato nella sua tenda ed avere cominciato a raccontare dei suoi disagi, vedendo che l'anziano lo fissava in silenzio, egli continua dicendogli: "Ci sono due lupi che lottano dentro di me e io non so e non riesco mai a sapere chi vincerà." Fu a quel punto che l'anziano, volgendo il suo sguardo lontano, rispose: "Vincerà quello a cui darai da mangiare."

Voi quale lupo alimentate? Quello della fiducia in voi stessi o, viceversa, quello del conflitto interiore e dell'illusione di essere distaccati da tutto il resto? Probabilmente non ve lo sarete mai chiesti. Alcuni di voi, magari, seguiranno i propri schemi automatici di comportamento senza nemmeno rendersi minimamente conto di dove stia il problema, dove sorga il conflitto e quali siano i fattori che lo alimentano.
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Ci vuole un lavoro di autosservazione molto profondo per capire quali sono le emozioni che ci hanno dominato e che continuano, tuttora, a dominarci. Bisogna fare un accurato lavoro di selezione dei pensieri, andare in profondità fino ad incontrare le paure più profonde, quelle con le quali non vorremmo mai fare i conti e che cerchiamo in tutti i modi di fuggire, stordendoci, spesso, con delle vie di fuga inutili quanto distruttive come le droghe, l'alcool o, ancora, gli psicofarmaci.

Ricordate però che, se deciderete di fuggire le vostre paure senza riuscire prima ad averle guardate negli occhi, non farete altro che alimentarle ed ingigantirle. Quasi sempre, ciò di cui abbiamo paura è irreale o molto meno minaccioso da come ce lo fa apparire, invece, la nostra mente. In questi casi, infatti, la mente è molto brava a fantasticare su determinati pensieri al solo scopo di angosciarci.

In realtà, però, basterebbe prendere coscienza del pensiero che si sta alimentando per interromperne, proprio in quel momento,  il nutrimento e PROVOCARNE LA FUGA E LA MORTE SIMBOLICA. I pensieri negativi si nutrono della nostra energia. Siamo noi ad alimentarli, continuando a fissare la nostra attenzione su di essi, continuandoli a giudicare e temere.

E' come se avessimo allevato sin da cucciolo un lupo che sin dall'inizio non ci ha mai obbedito. E' ovvio che prima o poi, una volta cresciuto, potrà avventarsi su di noi cercando di ucciderci. In questo caso, chiunque sa che è meglio dar via una bestia simile sempre che si tenga alla propria incolumità. Non per questo, però, si deve rinunciare ad allevarne un altro, di lupo.

I pensieri sono proprio come il lupo. Ma occorre allevare il lupo buono (pensieri buoni), quello che ci è fedele e ci protegge da tutti. Se nutriamo i pensieri buoni, dopo averli riconosciuti mentre si formano e sviluppano nella nostra mente, non possiamo che creare, dentro e intorno a noi, armonia, benessere e prosperità.
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Ma se, viceversa, continuiamo ad alimentare pensieri angoscianti, di giudizio, d'invidia e, in generale, quant'altro serva ad alimentare e mantenere in noi il conflitto sia interno, prima, che esterno, poi, ci costringeremo a vivere l'inferno in terra.

Impariamo ad essere sinceri con noi stessi, a conoscere ciò di cui abbiamo realmente paura, PORTANDOLO ALLA LUCE E SMETTENDO DI TEMERLO. DOPOTUTTO, LA TENEBRA NON HA SPERANZA DI SOPRAVVIVERE ALLA LUCE DELLA CONSAPEVOLEZZA RADIANTE.

NELLA CONSAPEVOLEZZA C'E' DIO. Smettiamo di alimentare il lupo sbagliato, il cibo ci costa energia e, alla lunga, ci fa mancare di progredire e realizzarci. Cacciamolo via, non lasciamo che continui a dettar regole per noi, terrorizzandoci coi suoi soliti, quanto stupidi ed irreali, fantasmi!

Non sentitevi stupidi quando scoprirete di essere stati governati dagli automatismi della mente. Ciò, probabilmente, sarà un processo che dura da quando è iniziato il vostro "addomesticamento" o, se più vi piace, la vostra programmazione. Quando scoprirete di essere stati programmati per vivere come vittime del processo di pensiero inconscio, proprio allora potrà avvenire il risveglio e smetterete di alimentare il lupo che, fino a quel momento, seppur in maniera inconsapevole, avevate ritenuto essere quello giusto per voi.

Vincenzo Bilotta



domenica 22 dicembre 2013

Il dramma interiore

Siete soddisfatti della vostra Vita? Riuscite a sorridere alla vista di un bambino, a sentirvi vivi dentro, a gioire dopo una passeggiata nei boschi o, viceversa, vi sentite prigionieri in un mondo che sembra non appartenervi più? Bene, se avete risposto di sì alla domanda che apre questo mio nuovo articolo, siete fra i pochi che riescono ancora a vivere nel QUI E ORA.

Cosa significa vivere nel QUI E ORA? Significa essere se stessi, essere presenti in ogni cellula del proprio corpo, avere la PERCEZIONE TOTALE E SILENZIOSA DEL PROPRIO SE'. Chi vive nel QUI E ORA, non ascolta più la propria mente e va avanti limitandosi ad OSSERVARE i pensieri senza più crederci o identificarsi con essi in alcun modo. 
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Quando si esce dalla mente e si comincia a capire di aver vissuto un sogno lungo tutta una Vita, si comincia ad essere i padroni del proprio corpo, della propria mente e, di conseguenza, ci si unisce alla propria Anima, ascoltandone i bisogni e i progetti.

Ma perché, nel mondo, le persone sembrano così infelici nonostante i progressi attuati in tutti i campi? Perché nonostante le tecnologie delle quali oggi l'uomo dispone, i traguardi da lui raggiunti e i desideri appagati, molti si sentono vuoti, senza scopo e soli?
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Secondo me, questa sensazione è dovuta al senso di separazione che, sempre più di frequente ormai, le persone vivono. Ciò è causato dallo spostamento dell'attenzione dal QUI E ORA ad un momento passato o futuro e comunque diverso dal PRESENTE. Così nasce il dramma interiore, che ognuno vive a modo suo, in maniera personalizzata ed in base agli schemi mentali appresi.

Gli schemi mentali consistono in comportamenti appresi durante il processo educativo dalle persone a noi più vicine e che hanno come scopo quello di farci avere la meglio su determinate situazioni di Vita quotidiana. Essi entrano in funzione in maniera automatica ogni volta che si ripetono eventi simili a quelli per i quali si è appreso lo schema mentale.
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Lo schema mentale però, lungi dal risolvere un problema, non fa altro che portare una persona a reagire in automatico, proprio come un robot, a quel determinato evento. La reazione ad un evento, non porta mai a buoni risultati in quanto non è mai CONSAPEVOLE ma, al contrario, AUTOMATICA.

In pratica, si vivono gli eventi e si reagisce ad essi secondo uno schema tipo catena di montaggio. Succede un fatto simile a quello che abbiamo vissuto in passato e in base al quale abbiamo creato, il nostro cervello ha creato, tramite la nostra mente, uno schema mentale, ed ecco il ripetersi degli stessi risultati, molto spesso non desiderati.
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E' proprio in questo terreno che nasce e prospera il dramma interiore. Esso si nutre dell'energia prodotta dai nostri schemi reattivi, dai nostri automatismi mentali. Per smettere di vivere ed alimentare questo dramma interiore, occorre USCIRE DAL CIRCOLO VIZIOSO DATO DA SITUAZIONE SIMILE=REAZIONE SIMILE che porta a risultati distruttivi per noi e per chi ci sta attorno.

Per cambiare i risultati rispetto a situazioni potenzialmente svantaggiose occorre, innanzitutto, un accurato lavoro di autosservazione, volto ad interrompere sul nascere l'automatismo prodotto dallo schema di pensiero specifico. Bisogna svegliarsi e capire LA NOSTRA ASSENZA MENTALE DALLA QUALE DERIVA IL COMPORTAMENTO AUTOMATICO.
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Quando ci osserviamo mentre reagiamo ad una persona o situazione, è lì che usciamo dalla mente e ci svegliamo dal SOGNO AD OCCHI APERTI. Proprio lì finisce il dramma interiore. Quando ci scopriamo a ripetere lo stesso comportamento tenuto 20 anni prima in una situazione simile, solo a quel punto possiamo decidere DI COMINCIARE AD AGIRE, E NON PIU' REAGIRE, PER RAGGIUNGERE I RISULTATI DESIDERATI MA MAI SPERATI FINO A QUEL MOMENTO.

Prima di arrivare a percepire e scovare i propri comportamenti automatici, occorre rilassarsi. Per questo è FONDAMENTALE imparare a respirare. Il respiro ci consente di accedere al QUI E ORA, ci rende presenti a noi stessi. Quando siamo presenti, solo allora potremo prendere una decisione diversa riguardo a situazioni che sembrano ripetersi all'infinito ma che tendono a dare risultati sempre uguali.

Vincenzo Bilotta




domenica 15 dicembre 2013

Malati di passato

Normalmente, il passato dovrebbe costituire quel periodo di tempo precedente il QUI E ORA che abbiamo vissuto e nel quale abbiamo compiuto le nostre interazioni nella maniera più consona a quelle che erano le nostre esigenze di allora. Spesso, però, il nostro passato personale continua a tormentarci con i suoi conflitti irrisolti, le cose non dette, le cose non fatte e i sensi di colpa.

L'umanità, oggi, è malata di una malattia invisibile quanto letale: questa malattia si chiama passato. In realtà, il passato non potrebbe nuocerci in alcun modo SE SOLO RIUSCISSIMO AD ACCETTARLO PER POI LASCIARLO ANDARE. Purtroppo, però, il nostro desiderio di perfezionismo e la durezza eccessiva verso noi stessi, ci portano a vivere dei veri e propri sensi di colpa per come sono andate le cose 1 mese, 1 anno o perfino 20 anni prima!
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La maggior parte delle persone, insomma, è malata di passato. Di per se stesso, il passato è neutro, oggettivo, un pò come il mondo. La differenza la facciamo sempre noi, coi nostri pensieri riguardo ad esso. Il problema è che la maggior parte di noi, quando pensa al passato si sente in colpa per come sono andate le cose. Da ciò nascerà, in un secondo tempo, il conflitto derivante proprio dal senso di colpa che potrà sfociare, se non elaborato correttamente, nel disagio psicofisico vero e proprio.

Come guarire dal passato, impedendogli di continuare a tormentarci fino a farci ammalare? PERDONANDOCI. Il perdono è la cura alla malattia chiamata passato. Da dove cominciare? SEMPRE E SOLO DA NOI. Noi soli, infatti, siamo responsabili degli eventi e persone che, nel corso delle nostre esperienze, ci siamo attirati. Nessun altro ha colpa in merito.
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SMETTIAMO DI CERCARE NEMICI AL DI FUORI DI NOI QUANDO, INVECE, L'UNICO NEMICO DA SCONFIGGERE SIAMO NOI STESSI E, IN PARTICOLARE, IL NOSTRO VECCHIO MODO DI PENSARE E VEDERE RIGUARDO AL PASSATO.

Il passato che ci portiamo ancora dietro è come uno zaino pieno di pietre pesanti, ognuna delle quali porta scritti su di sé i nomi delle persone che, inconsapevolmente, ci hanno arrecato sofferenza o hanno, in qualche modo, deluso le nostre aspettative.
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IL PERDONO CI LIBERA DAL PASSATO TOGLIENDOGLI CARICA. Attraverso il perdono delle persone o degli eventi, rompiamo il cordone ombelicale con essi, smettendo di nutrirci del loro veleno e disintossicandoci da credenze, problematiche ed emozioni che non sono più adeguate al contesto spaziotemporale nel quale viviamo ed interagiamo.

Il perdono è la cura del nostro passato. La Presenza Mentale elimina ogni paura riguardo al nostro futuro. Occorre solo accedere al proprio potere personale. Possiamo farlo SOLAMENTE restando nel QUI E ORA. Cominciate col perdonare gli eventi meno importanti del vostro passato personale fino ad arrivare a perdonare, col tempo, la VOLONTA' E LA PRATICA, anche episodi che non avreste mai pensato di risolvere o superare.
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C'è solo una via d'uscita dal passato, essa è costituita dal perdono. Il perdono del quale parlo io, come altri autori, è UN PERDONO CHE VIENE DAL CUORE, NON DALLA MENTE. Perdonare col cuore significa liberarsi dal legame di dolore che ci tiene uniti all'altro. Lo si può fare senza stringere la mano a nessuno, nel silenzio del proprio respiro. Questo libera dall'ego e da tutto il male che ci siamo autoinflitti.

Anche se l'altra persona probabilmente non saprà mai che l'abbiamo perdonata, non per questo noi saremo meno felici o perderemo l'opportunità di riconciliarci col nostro passato e, di conseguenza, con noi stessi. L'importante è perdonare col cuore e DIMENTICARE. Chi perdona con la testa non dimentica, tende a scendere a compromessi con chi presume gli abbia fatto del male e HA L'ABITUDINE DI RINFACCIARE QUANTO ACCADUTO ANCHE DECENNI PRIMA.
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Quando siete pronti a perdonare col cuore e a dimenticare, fatelo. Diversamente, lavorate prima su di voi allo scopo di evitare di portare a galla inutili conflitti all'apparenza sepolti ma MAI dimenticati. 

Vincenzo Bilotta




domenica 8 dicembre 2013

Conosci te stesso

Oggi voglio parlarvi di un viaggio. Questo viaggio è volto alla scoperta di Sè. Già nell'antichità si hanno notizie della frase che ho voluto utilizzare come titolo per questo mio nuovo articolo: CONOSCI TE STESSO. In particolare l'iscrizione NOSCE TE IPSUM la si ritrova iscritta sul tempio dell'Oracolo di Delfi. 

Se chiediamo a qualcuno se conosce bene se stesso, magari ci risponderà di sì. Quanto di vero ci sarà in quest'affermazione è tutt'altro affare. Nessuno, o pochissimi, conoscono realmente se stessi. Per conoscersi bene, ci si dovrebbe trovare di fronte a determinate situazioni anche potenzialmente rischiose per la propria incolumità psicofisica. E nonostante ciò, si potrebbe conoscere una percentuale più elevata delle proprie potenzialità, mai tutte per intero.

Per conoscere se stessi occorre VIVERSI ED ACCETTARSI SENZA GIUDICARSI. Troppi di noi sono impegnati a dar credito ai giudizi che, pur non essendo stati richiesti da nessuno, ci elargiscono gratuitamente e, spesso, ignorantemente, genitori, insegnanti, preparatori atletici, preti e chi più ne ha, più ne metta.

La nostra è una società basata sul giudizio. Da ciò nasce come conseguenza naturale il conoscersi tramite l'altrui parere o giudizio che dir si voglia. Chiediamo consigli per come ci sta un abito, per la palestra che vogliamo frequentare, per sapere che tipo è il ragazzo/a che vorremmo conoscere e praticare etc. Non sappiamo che, così facendo, deleghiamo agli altri il potere su di noi e, al contempo, ci perdiamo l'opportunità di decidere da noi e, attraverso l'esperienza che ne conseguirebbe, di conoscerci COSI' COME SIAMO.

Il processo di autoconoscenza è, sicuramente, un processo lungo che richiede un attento lavoro su di Sè. Altra fase che porterà alla migliore conoscenza di Sè è costituita dall'ELIMINAZIONE DEL GIUDIZIO VERSO SE STESSI COSI' COME VERSO GLI ALTRI.
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Per conoscerci, insomma, dobbiamo eliminare tutti i filtri derivanti dai giudizi ricevuti nel corso della nostra crescita dalle persone che, paradossalmente, avrebbero dovuto aiutarci, attraverso il processo educativo, a sviluppare appieno le nostre potenzialità.

Nonostante il processo educativo, o di addomesticamento come dice Don Miguel Ruiz, siamo liberi di cambiare. Il problema è ricordarsi di essere nati liberi. Noi siamo come i canarini cresciuti in cattività, ci adattiamo ad una situazione di prigionia senza mai pensare di liberarci. Non sappiamo cosa sia la libertà perchè nessuno ce lo ha mai insegnato.

Siamo cresciuti inquadrati nella massa, privati delle nostre aspirazioni, uniformati al branco di pecore servili ed automatizzate al solo scopo di accrescere il potere di pochi individui in grado di sfruttare le nostre capacità a loro esclusivo vantaggio.

Chi ci ha educato, ci ha trasmesso le sue conoscenze senza curarsi di aiutarci a sviluppare le nostre capacità di autoconoscenza. In pratica, non ci hanno insegnato la via per conoscere noi stessi. Ovviamente, spesso nemmeno chi ci ha educato sapeva dell'esistenza delle potenzialità nascoste in ogni essere umano. Nemmeno i cosiddetti "maestri" conoscono realmente Sè stessi.

Siamo come animali rinchiusi in una gabbia senza sbarre. Conosciamo solo questa realtà, l'abbiamo appresa attraverso il processo educativo e la maggior parte di noi se la farà bastare per il resto della sua vita, rimanendo in questa prigione virtuale.

Per uscire dai limiti imposti occorre accorgersene, autosservandosi. Bisogna capire di essere ingabbiati in un programma, proprio come nel film MATRIX. Quando si scopre di essere prigionieri di un programma, occorre la VOLONTA' di uscirne allo scopo di liberarsi da questa gabbia invisibile.

Conoscere se stessi significa andare oltre le apparenze, entrando nel regno buio dell'inesplorato. Questo è l'Inferno descritto in maniera allegorica da Dante Alighieri ne La Divina Commedia. Molti si fermeranno non appena la luce calerà e cominceranno a sentire le prime voci della notte. Solo chi avrà la VOLONTA' di proseguire oltre le illusioni scoprirà finalmente chi si celava dietro un'educazione ed una serie di giudizi raccolti nel corso della sua Vita.

Vincenzo Bilotta


domenica 1 dicembre 2013

Pensieri che inquinano

Il nostro bel mondo, oggi, conosce diversi tipi d'inquinamento. Si può spaziare dall'inquinamento acustico a quello elettromagnetico, passando per quello dei mari, dei cieli e via dicendo. Pochi, però, parlano di una delle forme più diffuse e sottili d'inquinamento: L'INQUINAMENTO MENTALE DA PENSIERI.

Esso è la forma più pericolosa e contagiosa d'inquinamento. E' facile farsi contagiare da pensieri di stress, rabbia, fretta, paura e chi più ne ha, più ne metta. Ovviamente, si è più predisposti ad essere contagiati e ad inquinare, a nostra volta, l'ambiente circostante, persone comprese, solo se non si è fatto un corretto lavoro su di sé allo scopo di ottenere una centratura.
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Vi starete chiedendo come possono dei pensieri inquinare il nostro bel mondo, visto e considerato che, in fin dei conti, sono inconsistenti e non contengono ottani né mercurio? Vi risponderò dicendovi che i pensieri negativi, sono la forma più pericolosa d'inquinamento esistente! Per fortuna, al giorno d'oggi, ci sono anche tante persone bilanciate che lavorano su di sé e aiutano gli altri ad evolvere. Ciò, sicuramente, aiuta a minimizzare i danni e a migliorare la qualità della Vita in generale.

Ma cosa fare quando s'incontra una persona negativa? In fondo, non è nemmeno consapevole del danno che arreca, a chi interagirà con lei, col suo comportamento. Occorre NON DARLE LA NOSTRA ATTENZIONE, ALTRIMENTI CEDEREMO ANCHE LA NOSTRA ENERGIA. Quando incontriamo persone lamentose, non cerchiamo di consolarle. Sì, vi sto dicendo di andar via e in fretta!
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Il lamentoso vuole solo la nostra energia, non il nostro compatimento. Se possiamo, diamo dei consigli ma ciò SOLO SE SIAMO ABBASTANZA FORTI DA NON LASCIARCI TRASCINARE DENTRO LE SUE DINAMICHE. Altrimenti rischiamo di venire "inquinati" dalle sue energie negative.

Poniamo il caso in cui s'incontrino due persone con energie diverse. Una possiede uno stato di equilibrio tale da renderla gioiosa e positiva mentre l'altra è triste e lamentosa perché "le cose non vanno come vorrebbe". In tal caso, la persona in equilibrio può anche fermarsi a parlare con chi, invece, in equilibrio proprio non è. Occorre, però, che stia attenta a non entrare nelle dinamiche negative-distruttive del lamentoso, altrimenti rischierà di colare a picco con lui, nonostante lo stato di equilibrio.
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Insomma, se abbiamo tanta energia per noi, sprechiamola solo se veramente riteniamo di poter aiutare l'altra persona sacrificando SOLO LA PARTE DI ENERGIA CHE, ANCHE SE USATA, NON ARRECA DANNI AL NOSTRO SISTEMA ENERGETICO. DIVERSAMENTE, CAMBIAMO STRADA O EVITIAMO DI INTRATTENERCI A LUNGO CON QUESTA PERSONA.

Come ripulire il mondo dall'inquinamento da pensieri? Dedicandoci a ripulire, ognuno per conto suo e col suo piccolo seppur importante contributo, la nostra mente dai pensieri negativi, stressanti o ossessivi. Si potrà scegliere di meditare, praticare tai-chi, ballare e, in generale, praticare quelle attività che ci fanno stare bene e ci possono far tornare nel QUI E ORA.

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Facciamo sì che queste attività possano entrare a far parte del nostro modo di vivere per completare al meglio la nostra giornata. Ricordate: IL CONTRIBUTO DEL SINGOLO, VOLTO A RIPULIRE IL MONDO DALL'INQUINAMENTO DA PENSIERI, PUR COSTITUENDO UNA GOCCIA NELL'OCEANO, TUTTAVIA POTRA' SERVIRE DA ESEMPIO PER CHI E' GIA' PRONTO A CAMBIARE MA HA ANCORA BISOGNO DI UNA SPINTA. Buon lavoro e.... buona pulizia!

Vincenzo Bilotta