lunedì 18 marzo 2024

Mollare i pensieri

Il problema attuale di tutta la razza umana è lo stress e la sua gestione. Il fatto è che per produrre di più le persone sono costrette a sacrificare il loro tempo libero e a vivere sotto pressione, il che causa, ovviamente, stress.

Ma il poco tempo libero in sé o la frenesia di un lavoro che richiede un elevato impegno mentale, alla fin fine, non sono la causa principale dello stress. Infatti, l'epoca nella quale viviamo, tenderebbe a sottoporre tutti alla loro dose quotidiana di stress. Ma come mai alcuni non riescono a gestirlo e cominciano a soffrire di disturbi psicofisici, mentre altri sembrano, addirittura, approfittarne per avere nuovi stimoli ed essere più competitivi e produttivi?

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Qui, come sempre, entra in gioco il fattore mentale. La mente, coi suoi pensieri che galoppano nelle teste delle persone alla stregua di tanti cavalli selvaggi, va gestita, tenuta sotto controllo attraverso esercizi specifici di presenza mentale che consentano di prendere coscienza di quello che accade nella nostra testa e come tutto ciò influenzi in maniera preponderante la fisiologia del nostro corpo e le nostre azioni/reazioni nei confronti del mondo esterno.

Occorre vivere il giusto quantitativo di stress, ciò per avere nuovi stimoli, rimanere attivi e sulla cresta dell'onda. Ma lo stress va anche gestito, come? Partendo dalla nostra interiorità.

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Occorre smettere di far girare per troppo tempo un pensiero poco produttivo o che ci crei ansia, stress, paura, sia esso relativo al lavoro e ai suoi sviluppi futuri che alla nostra Vita in generale. Pensiamo quel tanto che basta per programmare il nostro lavoro, una gita fuori porta per il weekend, ma smettiamo di pensare al lavoro quando torniamo a casa ed evitiamo, in generale, inutili fantasie mentali negative che possano destabilizzarci, a lungo andare, sul piano emotivo, prima, e fisico in un secondo tempo.

Sì, in sostanza vi sto chiedendo di mollare i pensieri, lasciateli andare, non vi servono, fate prendere aria alla vostra mente, lasciatela riposare! Altrimenti saranno i pensieri a mollare voi... Da morti però!

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Già, perché da vivi la vostra mente continuerà sempre e comunque, nonostante la meditazione, pratiche di presenza mentale e ritiri a pane e acqua in stile Alcatraz, a pensare, e pensare, e pensare... Spesso, anzi, soprattutto, quando non servirebbe e vorreste un attimo di silenzio.

Ma quel silenzio, come ogni cosa, nessuno ve lo può dare, donare, vendere, dall'esterno, siete voi che dovete cercarlo, trovarlo ed espanderlo, come? Guardando dentro di voi, imparando a capire che la mente, a volte, può essere altamente destabilizzante e frenetica, dopotutto lei fa solo il suo lavoro, ma voi potete sempre mollarla smettendo di credere e dare energia a tutti i pensieri da lei processati.

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La vera libertà, infatti, non consiste nel non pensare, nel mollare tutto e rinchiudersi in un monastero o nel lottare contro la mente coi suoi processi di pensiero. Libero è colui il quale, ovunque si trovi, decide di mollare i pensieri e andare per la sua strada, QUI, ORA, senza ieri né domani, vivendo l'istante come un dono prezioso e smettendo di sentirsi in colpa per ciò che è stato o in ansia per ciò che potrebbe accadere fra un istante, tutto il resto sono seghe mentali.

Vincenzo Bilotta

martedì 5 marzo 2024

Guarisci la tua Vita

Molti di noi hanno vissuto delle Vite abbastanza complicate. Vite fatte di maltrattamenti, episodi luttuosi, familiari possessivi, delle Vite che non sono state, di certo, sane nel tempo in cui, essendo bambini, avrebbero voluto vivere in maniera diversa, spensierata, senza troppe, inutili preoccupazioni.

Ma nessuno di noi sa, quando s'incarna, perché la nostra anima abbia scelto di farlo e, tantomeno, ignora il tipo di famiglia nella quale nascerà. Molte persone nasceranno in famiglie con genitori violenti, insensibili, che si separeranno o, ancora, nelle quali uno dei due morirà, lasciando un vuoto dovuto al lutto che molti figli, allora bambini, si porteranno, molto probabilmente, dietro per il resto delle loro Vite.

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Eppure bisognerebbe ACCETTARE il proprio vissuto, la famiglia nella quale si nasce e tutte le dinamiche che sorgono al suo interno. Invece, la maggior parte delle persone cosa fa? Resiste a ciò che è, a ciò che è stato e a tutte le dinamiche relazionali che si vengono a creare all'interno della famiglia di appartenenza, dinamiche tenderanno ad influenzare per sempre i bambini che le vivono.

In un certo senso, quelli di noi che nascono in determinate famiglie problematiche, nelle quali si vivono i lutti dei propri familiari, malattie importanti e litigi continui dovuti a problemi legati a proprietà, famiglie dove c'è poco spazio per l'amore perché tutto il resto è occupato dall'attaccamento alle cose e dal mero opportunismo, sono chiamati dalla propria anima a nascerci dentro per sanarle!

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Lo so, per chi non crede nella reincarnazione ciò sembra un'assurdità, ma questo non importa a nessuno. Ciò che importa, in realtà, è riuscire ad uscirne vivi, da queste famiglie all'apparenza folli. Ma si può fare di più: oltre ad uscirne vivi, si può guarire la propria Vita da ciò che sembrava irreparabile, anche perché vissuto in un passato remoto.

Quante volte, da adulti, subiamo ancora i condizionamenti vissuti nell'infanzia? Così, nelle relazioni, siano esse di amicizia, lavorative, amorose, ci trasciniamo dietro i fantasmi dell'infanzia, che teniamo ancora racchiusi negli armadi della memoria, una memoria che sembra proprio difficile da cancellare.

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E in effetti, i ricordi d'infanzia, specie quelli traumatici, sono i più difficili da rimuovere, tuttavia possono essere sanati, togliendo loro la carica emotiva. Fra le diverse tecniche per rivivere in maniera sana i ricordi che ci legano ancora in maniera traumatica al passato, una fra le più efficaci in assoluto è l'E.F.T. (Emotional Freedom Techniques).

E.F.T. (per saperne di più puoi visitare il sito: https://www.eft-italia.it/) è una tecnica di rilascio emozionale che ha compiuto veri e propri miracoli nella rimozione di traumi spesso risalenti ad episodi dell'infanzia che sembravano, almeno all'apparenza, rimossi ma che, tuttavia, mantenevano ancora attiva la loro carica emotiva, bastava un fattore scatenante ed essi tornavano a farsi vivi.

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Ovviamente, oltre ad E.F.T. ci sono svariate tecniche che si possono utilizzare, ma ritengo che questa sia, fra le tante, una delle più veloci, dirette ed efficaci esistenti nel panorama mondiale della psicologia energetica.

Se si riesce ad ACCETTARE il proprio vissuto familiare, perdonando se stessi e i propri familiari, anche quando questo potrebbe risultare molto difficile in alcune circostanze, affiancando a questo lavoro di accettazione e perdono alcune sessioni di E.F.T., si potrà riuscire, in un periodo di tempo più o meno lungo (ciò dipende dalla capacità del singolo soggetto a lasciare andare) a guarire il proprio passato e, di conseguenza, la propria Vita.

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Una volta applicata una tecnica da voi scelta per sciogliere le emozioni congelate, ACCETTANDO ciò che è stato e perdonando, infine, voi stessi e i parenti stronzi, potrete tornare a ricordare gli eventi traumatici senza, tuttavia, provare le sensazioni di rabbia, ansia, angoscia, dolore che, invece, provavate prima quando ancora l'innesco emotivo era pronto ad esplodere.

In pratica, seguendo queste procedure, svuotate gli episodi dal loro contenuto emotivo e, quando vi torneranno in mente li osserverete come se fossero così distanti da appartenere a qualcun altro. In quel momento potrete considerare guarito anche il vostro albero genealogico e capirete perché proprio voi eravate destinati ad incarnarvi proprio in quella famiglia di pazzi, presuntuosi, arroganti e chi più ne ha più ne metta. I vostri figli ma, anche, i vostri antenati vi ringrazieranno per il lavoro da voi svolto.

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Vi starete chiedendo cosa c'entrano gli antenati? C'entrano, perché la guarigione vostra, comporta una guarigione retroattiva che raggiungerà, per poi sanare, sia la vostra infanzia con l'episodio specifico, che, di conseguenza, tutto l'albero genealogico indietro fino al capostipite (se vuoi approfondire l'argomento, ne parlo nel mio libro ALCHIMIA DELLA COSCIENZA, YOUCANPRINT EDIZIONI).

A volte molti vissuti, per quanto drammatici possano sembrare, preparano alcuni di noi ad un cammino di crescita personale, cammino di catarsi da quelle che sembrano delle maledizioni familiari e che, invece, una volta trovata la chiave di lettura idonea a sciogliere gli schemi familiari, diventeranno delle opportunità per sanare l'albero genealogico guarendo, così facendo, la nostra Vita e quella di tutto l'albero, perché tutto è uno e quello che facciamo a noi stessi in termini di crescita, perdono, amore, consapevolezza e COMPRENSIONE, lo avremo fatto, seppur in maniera apparentemente indiretta, a tutti i nostri familiari, compresi quelli con i quali non abbiamo più rapporti o non sono più in Vita.

Vincenzo Bilotta


martedì 20 febbraio 2024

Noi siamo responsabili di ciò che gli altri ci fanno

Quando subiamo dei torti, siano essi da parte di estranei che di parenti, tendiamo, in base al comune agire, a dare la totalità della colpa agli altri. Così facendo crediamo, erroneamente, di essere delle vittime passive dei comportamenti offensivi, aggressivi, denigratori che gli altri pongono in essere nei nostri confronti.

Ma, in realtà, le cose non stanno proprio così. Partiamo dal presupposto che tutto, nell'universo, terra compresa, è interconnesso. Anche gli umani, gli animali, i minerali, le piante etc. Entra qui in gioco l'effetto farfalla, in base al quale ogni singolo battito di ali di una farfalla può provocare uno tsunami dall'altra parte del mondo rispetto al luogo dove la farfalla si trova.

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Ma cosa significa tutto questo se lo rapportiamo alla Vita quotidiana, alle "ingiustizie" che subiamo? In pratica tutto! Ogni cosa è connessa con tutte le altre, ma non solo. Entra in gioco anche la legge dell'attrazione, per conoscere meglio questa legge vi rimando al capitolo OMAGGIO del mio libro che troverete in questo blog digitando sul motore di ricerca: LA LEGGE DELL'ATTRAZIONE.

Noi siamo connessi con ogni pianta, animale, minerale, vegetale, esistente sulla terra e, di conseguenza, ogni nostra emanazione è direttamente percepita da ogni altra cosa, pianta o persona nel mondo. Però, c'è sempre un però!

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Ogni persona possiede una vibrazione differente. C'è chi vive nella vibrazione del dolore, chi in quella della rabbia, chi in quella dell'amore, e ad ogni vibrazione emanata nell'universo, ne attireremo una simile a quella da noi trasmessa quanto ad intensità e tipologia.

In parole più semplici, se paragonassimo le vibrazioni a delle frequenze radio, ecco che, a seconda della frequenza ci sarebbe un canale corrispondente nel quale sono in ascolto tutti coloro i quali decidono di sintonizzarsi sulla medesima frequenza in quel preciso istante.

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Se, in un certo momento della nostra Vita, o nel corso della giornata, siamo sintonizzati sulla frequenza della rabbia, ecco che attireremo persone sintonizzate sulla stessa lunghezza d'onda, ciò anche se non saremo coscienti della nostra rabbia e, di conseguenza, non ci renderemo conto di essere arrabbiati pur non mostrandolo.

Ecco spiegato il motivo per cui in quel preciso istante attireremo persone che c'insulteranno senza motivo apparente. Il motivo, in realtà, c'è, ma noi non ne siamo coscienti. Proprio per il fatto di non essere coscienti di essere sintonizzati sulla frequenza della rabbia accadrà che daremo tutta la colpa alla persona che ci aggredisce.

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In verità la responsabilità, seppur non cosciente, è anche nostra, sempre. Noi riceviamo ciò che emaniamo e, se non ci piace, possiamo cambiarlo, ma non all'esterno, semmai al nostro interno, dopo averne, prima, preso coscienza, diversamente continueremo a lottare contro i mulini a vento senza venirne mai a capo.

Ecco perché è importante osservarsi, percepire ciò che proviamo in un dato istante. In questo modo riusciremo a sentire se c'è qualcosa in noi che non va e, così facendo, potremo trasformare la nostra rabbia, paura, ansia, in qualcosa di positivo che ci consenta di vivere ed attrarre una realtà in cui nessuno ci attacca ma, lungi da tutto ciò, tutti ci vengono incontro al solo scopo di interagire ed evolvere con noi in maniera costruttiva.

Vincenzo Bilotta

lunedì 5 febbraio 2024

Nessuno può renderti felice

Nessuno può renderti felice, solo tu puoi esserlo. La società odierna ci ha insegnato che la felicità è qualcosa che va ricercato al di fuori di noi. Ci hanno insegnato che per essere felici bisogna istruirsi, imparare le buone maniere, essere accettati e, di conseguenza, piacere a tutti, sposarsi, ricoprire dei ruoli importanti e possedere un numero infinito di beni materiali.

Così molti inseguono questo mito, frutto di un'idea avuta da qualcuno che, di certo, non vuole il bene dell'umanità, ma solo la sua schiavitù. Sì, perché fino a quando continueremo a credere che la felicità sia qualcosa di esterno a noi, prima o poi rimarremo delusi. Nessuno, infatti, può renderci felici, ciò per il semplice fatto che la felicità non consiste nel possedere qualcosa o qualcuno, la felicità consiste, semmai, nell'ESSERE, nel conoscere se stessi, facendo luce sulla propria interiorità.

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La difficoltà maggiore nel raggiungere la propria felicità sta proprio nell'inseguire qualcosa al nostro esterno, ciò perché questo correre dietro alle illusioni, ci allontana da noi stessi, dalla nostra interiorità, dalla riscoperta di noi quali creature complete in noi stesse. Solo lo smettere d'inseguire le illusioni esterne fino a centrarsi in sé, ci permetterà di essere felici.

Felicità è fare pace con se stessi, dopo aver preso coscienza del fatto che tutti i tesori che inseguivamo in giro per il mondo li avevamo già nascosti dentro, ma nessuno, tranne noi, aveva interesse a che li trovassimo, sia perché nemmeno i nostri educatori, genitori, insegnanti, spesso riescono a giungere ad una completa conoscenza di se stessi da tramandare, poi, agli altri, sia perché, nel caso di chi ci governa, non ha nessun interesse a vedere delle persone che raggiungono la felicità in maniera autonoma.

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Molti fanno di tutto per apparire felici. Lo notiamo ogni sera, se usciamo in giro per i locali: tutti sorridono, sembrano divertirsi a bordo delle loro auto lussuose, coi visi abbronzati dalle lampade e i denti sbiancati, vestiti alla moda, con l'ultimo taglio di capelli come i divi di Hollywood. 

Ma questi sono solo atteggiamenti di facciata, e molte di queste persone oltre all'estetica conoscono ben poco rispetto a ciò che risulta essere la vera felicità. Si vive in funzione del giudizio degli altri, per piacere, per essere accettati ed avere, di conseguenza, tante persone che ci seguono sui social, così almeno l'apparenza è salvata.

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Ma riguardo all'essenza, al ritrovare se stessi fino ad ESSERE, beh, c'è sempre tempo! In realtà sono solo scuse per procrastinare il lavoro di crescita personale, il solo che potrebbe portare, se seguito con volontà e dedizione, alla liberazione dalle convenzioni sociali e dalla dipendenza dall'approvazione degli altri per sentirsi felici ed accettati.

Molte persone che conosco mi dicono che a volte meditano, quando hanno tempo, ma quasi subito smettono, perché si addormentano! Questi sono solo meccanismi di autosabotaggio della mente. La mente, infatti, vorrebbe rimanere al controllo della nostra Vita. Essa, infatti, non vuole essere addomesticata o trascesa, altrimenti finirebbe di dominarci facendoci vivere come automi sotto l'incantesimo dei suoi pensieri.

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Quasi tutte le persone che cominciano a meditare, quindi, lo fanno saltuariamente, poi smettono. In effetti le capisco, non è un percorso per tutti, ci vuole volontà per ESSERE, mentre per apparire basta avere e mostrare per ottenere subito l'approvazione da parte del popolo. La scelta, in ogni caso, è nostra, nessuno può renderci felici, solo noi possiamo.

Quando riusciremo ad essere senza avere più bisogno di mostrare nulla né, tanto meno, di volere a tutti i costi piacere agli altri e cominceremo, al contempo, a guardare, accettare, fare luce su ciò che già possediamo al nostro interno, allora il primo passo verso la liberazione sarà compiuto e noi potremo, finalmente, definirci delle persone complete e felici!

Vincenzo Bilotta

lunedì 15 gennaio 2024

Perché non sei felice?

Molti di noi ricercano la felicità, ma quasi nessuno la trova. Ma perché la gente non riesce ad essere felice? Eppure, oggi come oggi, con tutta la tecnologia, le interazioni, il benessere e le comodità delle quali l'uomo moderno dispone, sembrerebbero sussistere tutti i presupposti affinché ogni uomo, su questa terra, possa avere la sua fetta di felicità, ma non è così.

Come ho spiegato sia nei miei libri che in diversi articoli che trovate in questo mio blog, non si riesce ad essere felici perché si guarda nella direzione sbagliata, e cioè fuori. Il fuori non potrà darci mai una felicità duratura, ma soltanto effimera, io la chiamerei più dipendenza che felicità, considerando il fatto che l'aggrapparsi a qualcuno o qualcosa che è a noi esterno crea in noi in automatico una forma di dipendenza.

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Ma, a parte il volgere lo sguardo dalla parte giusta, perché sempre meno persone riescono ad essere felici? Molti parlano di trovare la felicità dopo averla cercata, ma la felicità non è un oggetto che va cercato, non è un qualcosa di materiale. 

La felicità è uno stato d'animo, qualcosa che è già in noi, fa parte del nostro essere umani, quindi non è materiale né, tanto meno, va cercata. La felicità va riconosciuta, dopo averla ricontattata. Essa è sempre stata in noi, ma va scelta. Il fatto è che nessuno, né in famiglia né, tanto meno, altrove, ci ha mai insegnato a ricontattarla, a riconoscerla e, soprattutto, nessuno ci ha mai detto che essa risiede già al nostro interno e non è un oggetto che va acquistato dall'esterno che servirà, poi, a completarci, a renderci felici. 

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La ricerca eterna della felicità al nostro esterno è consumismo, non completamento. I mass media faranno insorgere in noi, attraverso il bombardamento pubblicitario, dei nuovi bisogni, ciò allo scopo di farci sentire incompleti e indurci a comprare quel determinato prodotto da loro sponsorizzato facendoci illudere sul fatto che, solo dopo averlo acquistato, saremo alla moda, completi, addirittura felici! Niente di più falso!

Ma il solo ricontattare la nostra interiorità, il solo riconoscerci già completi, basta, da solo, a renderci felici? La risposta è no! Prima occorrerà liberarsi, da soli, dei condizionamenti subiti per anni, decenni, dalle persone che nutrivano, nei nostri confronti, delle aspettative, altrimenti sarà una ricerca vana che non porterà a nulla.

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Sì, vi sto dicendo che non siete felici perché non riuscite ad essere voi stessi, spontanei, puri, senza le sovrastrutture che vi hanno costruito addosso, assieme alla vostra personalità attuale, attraverso il processo di addomesticamento, al secolo educazione.

E vi garantisco che continuerete ad essere infelici, tristi, ansiosi, arrabbiati, depressi, a sentirvi incompleti, fino a quando non deciderete di smettere di contentare gli altri per cominciare a VIVERE e realizzare voi stessi, i vostri sogni, le vostre aspirazioni attraverso l'utilizzo dei vostri talenti naturali.

Se siete impiegati in un ufficio anonimo perché i vostri genitori vi hanno inculcato l'idea che avere il posto fisso vi permette di vivere bene ma voi volevate fare i d.j., è naturale che adesso non si sentite realizzati e rendete pure poco nel vostro attuale lavoro impiegatizio.

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Il fatto è che noi ci rendiamo infelici per far felici gli altri, siano essi genitori, partner, amici e lo facciamo per non deluderli. Ma, così facendo, non ci rendiamo conto che noi rimarremo sempre scontenti, incompleti, infelici e gli altri, lungi dall'essere soddisfatti da quello che è un vero e proprio sacrificio umano, pretenderanno sempre di più.

Il fatto è che quando facciamo felici gli altri, noi restiamo a mani vuote, col solo merito di aver fatto qualcosa di buono per qualcuno. Fare felici gli altri è sicuramente una bella cosa, ma a patto di non rendersi infelici, sacrificando la propria realizzazione o, peggio, annullando ogni progetto di crescita e realizzazione personali.

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Noi siamo nati per essere felici, non schiavi delle aspettative altrui, diversamente la nostra anima non avrebbe preso in prestito il corpo che attualmente abitiamo. Impariamo ad amarci di più, a liberarci dai condizionamenti, dai sensi di colpa, dal senso del dovere, poi realizziamo la nostra felicità, perché se non ci pensiamo noi a realizzarla, troveremo sempre qualcuno che ci manipolerà a proprio vantaggio per realizzare le sue, non le nostre aspettative.

Siamo nati liberi, non sottomettiamoci alle aspettative di nessuno; ci siamo incarnati allo scopo di realizzare i progetti della nostra anima, non quelli dei nostri genitori, amici, preti, partner vari; siamo destinati alla felicità, basta ricontattarla dentro dopo essersi destrutturati dagli schemi educativi che ci vogliono rendere schiavi del mondo esterno; siamo nati per sviluppare e mettere a disposizione del mondo i nostri talenti, non sprechiamoli, mai e per nessuna ragione.

Vincenzo Bilotta

giovedì 28 dicembre 2023

Il vero significato del Natale

Oggi voglio parlare del Natale, del suo significato. Ogni anno si festeggia il Natale. Di anno in anno, però, il suo significato, quello vero, è sempre meno sentito, sempre meno cercato. Di tutto si parla, tranne che del vero significato del Natale.

Si parla di regali, sotto questo aspetto i mass media ci bombardano, di essere più buoni (come se esistesse solo questo giorno per esserlo, mentre il resto dell'anno lo si potrebbe tranquillamente vivere da serial killer!), ma non del vero motivo, dello scopo, di questa festività.

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Ormai si prende tutto alla leggera, si è come anestetizzati al sentire, complici questi smartphone, i quali non fanno altro che bombardarci di stimoli, e ci bombardano talmente tanto da farci perdere quella sensibilità necessaria a sentire, a sentire col cuore, come quando eravamo bambini, lo stesso sentire che le generazioni di adesso hanno quasi perso, represso sotto tonnellate e tonnellate di stupidaggini di una inutilità ed idiozia estreme assorbite attraverso social, canali video e tutto il pattume che viene trasmesso a raffica dall'idiota di turno.

Si vive nel vuoto mentale più assoluto, ma non il vuoto creato durante una sessione di meditazione o come quando qualcuno raggiunge il risveglio, niente di tutto ciò. Questo tipo di vuoto, della maggior parte della generazione social, è un vuoto pieno di sentimenti narcotizzati, di mancanza d'iniziativa, di scarsissima risposta a stimoli che non siano via via crescenti fino a portare chi li riceve ad una condizione di refrattarietà...

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Mica come una volta, quando si avvicinava il Natale... Ricordate? Ci si preparava psicologicamente, si era eccitati da tutto quello che lo caratterizzava: l'arrivo delle vacanze, il potersi alzare tardi la mattina, i regali sotto l'albero, le luci che addobbavano l'albero, la preparazione del presepe, il poter giocare con gli amici senza dover fare i compiti...

Bastava poco per essere felici. Ma, soprattutto, bastava poco per essere euforici, felici della novità che caratterizzava il Natale, una festa che spezzava la routine quotidiana e ci permetteva di riunirci tutti insieme, a casa, al caldo.

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Si parlava, si giocava, tutti insieme, nessuna distrazione tecnologica/social, nessuno escluso. Il Natale, quindi, era innanzitutto un ritrovarsi con amici e parenti che non vedevamo, magari, dall'anno prima. Poi, il Natale era riposarsi dalla routine per dedicarsi alla socialità (in presenza, non virtuale, quella è social) con i parenti, con gli amici, riunendosi fino a notte fonda per giocare a carte, per parlare, per raccontarsi cosa si era fatto durante tutto quell'anno in cui non ci si era più visti.

Ma il Natale era anche andare ad assistere alla messa di mezzanotte, oppure l'indomani, il sentire, come si usa da noi qui in Sicilia, le cornamuse suonare a festa di fronte alle immagini sacre preparate in delle vetrine esposte fuori dalle case. In pratica ci si immergeva nella festa del Natale, lo si sentiva dentro, era una sorta di emozione scaturente dal cuore, che eccitava gli animi, che dava gioia, nell'attesa della nascita di Gesù.

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Oggi il Natale è sentito poco, essendo la gente come addormentata in maniera pressoché costante dall'immancabile smartphone tra le mani che rimbambisce grandi e piccini e non dà tempo nemmeno per sentire l'arrivo della festa, ciò in quanto distrae ciascuno di noi dal ricontattare la propria interiorità.

Diciamoci la verità: ormai viene dato tutto per scontato, ci si stanca facilmente di tutto, siano esse relazioni di amicizia, sentimentali, del lavoro, del nuovo televisore che non si fa in tempo a comprare che già è obsoleto. In una parola, attraverso il bombardamento multimediale ci hanno resi simili a degli zombie senza anima.

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Nelle riunioni di famiglia ognuno si apparta in un angolo della casa con l'immancabile smartphone munito di caricabatterie per evitare che si scarichi e si perda il suo effetto narcotico, si parla quasi niente, si gioco pochissimo coi giochi di società (sostituiti dai social) e, soprattutto, ci si lascia scappare il vero significato del Natale: la nascita dell'amore di Gesù nei nostri cuori (per chi non crede: la nascita dell'amore universale nel proprio cuore).

Ma se non si ha nemmeno il tempo per accogliere l'amore di Gesù (amore universale) nel proprio cuore, tuttavia il tempo per leggere i continui messaggi o lasciarsi rimbambire dallo smartphone sembrano trovarlo tutti, grandi e piccini.

E' proprio a causa di questa distrazione causata dagli smartphone che molte persone si sono desensibilizzate al sentimento dell'amore. In pratica, si vivono dei rapporti usa e getta. Nessuno vuole chiarire nulla, sia esso un litigio amoroso o un'amicizia ormai in crisi da tempo. Si cerca solo uno stimolo nuovo e più forte, senza fine, senza mai contentarsi, fino ad arrivare ad una condizione di completa insensibilità.

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Natale è, per la maggior parte degli zombie che popolano il mondo moderno: fare la fila per acquistare lo smartphone di nuova generazione, ubriacarsi fino a scoppiare (con eventuale rissa o violenza in genere), aspettare chi fa gli auguri per primo eliminando o vendicandosi delle persone che, magari per dimenticanza, non li inviano per primi, e con questo mi pare di aver elencato tutti gli elementi che caratterizzano il Natale 2.0.

Ma non ci dimentichiamo qualcosa? Ah già, la nascita di Gesù. Ma tanto Gesù nasce lo stesso, no? Ma in questo modo, però, Egli nasce in chiesa, e non è questo lo scopo della Sua venuta sulla terra. Se si rimane insensibili, se si trasforma pure il Natale in una routine smettendo di celebrarlo, allora non avrà senso pregare, andare a messa a mezzanotte, riunirsi in famiglia e scambiarsi i regali.

Il Natale, quello vero, deve consentire a ciascuno di noi di sentire l'amore di Gesù nascere nel proprio cuore per poi espandersi al di fuori di noi. Per chi non crede in niente, invece, può rappresentare l'occasione per sentire nascere nel proprio cuore l'amore universale per poi espanderlo al di fuori di sé.

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Se si smette di sentire, se si continua di questo passo, ogni anno che verrà contribuirà all'estinzione definitiva del vero significato del Natale e, di conseguenza, porterà la morte nei nostri cuori, altro che amore!

Ma non illudetevi: non è con il solo giorno di Natale che si risolve tutto. Natale e, con esso, la nascita dell'amore di Gesù (universale per chi non crede) nei nostri cuori deve avvenire OGNI GIORNO della nostra Vita, altrimenti non cambierà mai nulla.

Non è solo a Natale che si deve essere più buoni, gentili, altruisti o si deve pensare a fare qualcosa come ad esempio il mobilitarsi contro le guerre nel mondo. Natale è ogni giorno o mai, altrimenti diventa meccanicità, una meccanicità dove al suo interno si vive senza sapere quello che si fa, eseguendo un programma automatico che si attiva ogni anno nello stesso periodo e porta le persone a scambiarsi i regali, a parlare di amore e a mangiare fino a scoppiare.

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Ma parlare di amore senza aprire il proprio cuore come una culla per accogliere, poi, Gesù al Suo arrivo non ha alcun senso. Natale significa sentire nascere l'amore di Gesù dentro di sé, prepararsi all'arrivo di Gesù sintonizzandosi nella frequenza del Suo amore. Che poi giochiate oppure no a carte, andiate in chiesa a mezzanotte oppure no, ciò non cambia molto se non vi preparate, prima, ad accogliere l'amore di Dio (universale) nei vostri cuori.

Aprire il proprio cuore all'amore di Gesù (universale) significa tornare bambini, sentire quell'emozione, quell'eccitazione che si provava nei giorni che precedevano le vacanze di Natale, con la stessa innocenza, purezza, senso di rapimento mistico che solo i bambini riescono a provare. 

Impariamo ad accogliere l'amore di Dio nei nostri cuori, spegniamo lo smartphone, rimaniamo in ascolto della Vita, apriamo il nostro cuore alla gioia, all'amore di Gesù, poi espandiamolo al di fuori di noi. Natale significa amore centrato, indipendenza dagli stimoli esterni, risveglio della propria energia d'amore. Natale significa, anche, ricordare la propria natura, che è AMORE PURO, diffondendo questa energia, non a parole ma con la presenza amorevole, stando accanto a chi ha bisogno di noi.

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In queste festività, proviamo a mettere da parte lo smartphone e avviciniamoci all'amore, perdoniamo e saniamo i rapporti attraverso il dialogo in presenza e non con dei freddi messaggi, torniamo bambini, innocenti, innamorati della Vita, con quel senso di meraviglia e quella voglia di scoprire il mondo che solo un bambino può ancora insegnarci.

In una parola: APRIAMOCI ALL'AMORE DIVINO, ACCOGLIENDOLO NEL NOSTRO CUORE, LASCIANDOLO GERMOGLIARE. POI, QUANDO QUESTO AMORE SARA' MATURATO, DIFFONDIAMONE I FRUTTI ALL'ESTERNO, NON SOLO A NATALE, MA TUTTO L'ANNO!

Vincenzo Bilotta

lunedì 11 dicembre 2023

Creazione vs proiezione

Come ormai molti di noi sanno, la realtà a noi esterna non è oggettiva, essa è una realtà di tipo soggettivo. Questo spiega perché quando si osserva un paesaggio, si ascolta della musica o si guarda un film, ogni persona reagirà in modo diverso divertendosi, sentendosi triste, nostalgico e via dicendo, a seconda delle sensazioni che il paesaggio, il brano musicale o il film che danno in tv gli trasmetteranno.

Eppure il film è sempre quello, vi starete chiedendo! Certo, ma ognuno ha un suo vissuto che gli permette di vedere attraverso i filtri che il vissuto stesso gli crea, non può vedere altro, è come se fosse programmato a fare, vedere, dire determinate cose.

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Così, la stessa canzone che in una persona allieta la giornata, nella persona che le sta accanto e che la sta ascoltando assieme a lei, la giornata gliela rattrista. Tutto questo accade perché noi vediamo la Vita non per come essa dovrebbe essere vista e cioè in maniera oggettiva ed uguale per tutti ma, al contrario, in maniera soggettiva.

Ciò accade perché ognuno di noi, dopo aver fatto determinate esperienze, vede le cose che accadono dopo queste esperienze e che tendono ad essere, peraltro, simili a queste ultime, con i filtri acquisiti in passato. Ma perché ho detto tutto questo e con tale giro di parole, dove voglio arrivare? Ve lo spiego subito!

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In questo articolo di oggi ho fatto questa premessa importante perché voglio chiarire il concetto di creazione e quello di proiezione, in particolar modo relativamente all'esperienza che ognuno di noi fa interagendo con la realtà. Fare questa distinzione fra creazione e proiezione è di fondamentale importanza, specie per chi è nel cammino e vuole dare una svolta definitiva alla propria Vita.

La maggior parte delle persone pensa che la Vita accada per caso, e tutti gli eventi che si vivono arrivano ma non si ha controllo su di essi, semplicemente accadono e vanno vissuti perché "doveva andare proprio così". 

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Con questo modo di vedere le cose, risulta evidente come la gente viva alla maniera delle bestie, vittima degli accadimenti sui quali pensa, e in maniera errata, di non poter aver il controllo o, addirittura, di non poterli modificare quando sono ancora "in embrione", cioè quando non sono ancora accaduti.

Il problema sorge quando la gente non prende coscienza del fatto che la Vita contro la quale lotta, della quale non accetta le sue dinamiche, altro non è se non una sua proiezione. La conseguenza di ciò è che risulterà totalmente inutile e controproducente lottarci contro, ciò per il semplice fatto che è solo il prodotto, il riflesso, di ciò che ci portiamo dentro.

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Quello che noi viviamo è la diretta conseguenza di quello che abbiamo prima pensato, caricato energeticamente con le emozioni, fino a farlo realizzare. Sì, avete capito benissimo, potete anche non crederci ma la cosa non cambia assolutamente quanto a risultati: VOI SIETE I CREATORI DELLA VOSTRA VITA, PRIMA A LIVELLO MENTALE, QUINDI NELLA VIRTUALITA' E, IN UN SECONDO TEMPO, CIO' CHE AVETE PENSATO, ALIMENTATO ATTRAVERSO LE SENSAZIONI SCATURITE DAL CONTINUARE A PENSARE AL FATTO CHE UN DETERMINATO ACCADIMENTO POSSA VERIFICARSI, DETERMINERETE LA PROIEZIONE DELL'EVENTO STESSO NELLA REALTA'.

In pratica voi siete i creatori e la Vita è una vostra proiezione interiore. Di conseguenza, la Vita e tutte le sue dinamiche interne, sono una specie di illusione ottica, una sorta di sogno oggettivato, il vostro sogno, che assume le forme materiali per consentirvi di fare esperienza di quello a cui pensate maggiormente nel corso della giornata.

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E allora? Tutti gli sforzi fatti per cercare di modificare "la realtà" non servono? Sì, servono, ma solo se diretti al nostro interno. Ciò che va fatto è modificare la creazione, agendo al nostro interno, senza sforzo, con un dispendio minimo di energie rispetto a quelle che sprechiamo nelle nostre crociate quotidiane combattute contro il mondo esterno.

Solo dopo aver agito al nostro interno, mutando cioè pensiero, modo di vedere la Vita ed eliminando determinate convinzioni che ci sabotano da sempre, solo allora potremo vedere cambiare la nostra Vita "là fuori" in quanto nostra proiezione.

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Riassumendo, quindi, non dobbiamo toccare nulla della nostra Vita, in quanto essa è solo una proiezione delle nostre forme pensiero, la materializzazione dei nostri pensieri più ricorrenti. Quello che possiamo modificare è il nostro modo di pensare, facendo cadere le convinzioni limitanti coi relativi filtri che ci impedivano di vedere le cose in maniera diversa, coi diversi possibili finali e le infinite possibilità.

Cambiare la creazione significa trasformare la proiezione, lottare contro la proiezione è come tentare di distruggere lo schermo di un cinema se non ci piace il film che proiettano mentre, invece, occorre cambiare la pellicola andando a sostituirla con quella che più ci piace direttamente alla fonte delle immagini e cioè il proiettore.

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Noi siamo i creatori della nostra realtà. Attraverso il giusto pensiero, le emozioni che ci fanno stare bene, le visualizzazioni e la parola GRAZIE, possiamo, se davvero lo vogliamo, fare la differenza che ci porterà a vivere, molto presto, la Vita dei nostri sogni. Buona pratica!

Vincenzo Bilotta