lunedì 14 luglio 2025

Le credenze

"Se pensi di poter fare una cosa o pensi di non poterla fare, avrai comunque ragione." (Henry Ford)

Ciò di cui siamo capaci, intendo quello che sappiamo fare così come quello che non sappiamo fare, è una questione mentale, di credenza. Nessuno, in realtà, sa fare meglio di un altro. In realtà, chi fa meglio è solo perché ha imparato una determinata specialità in un determinato settore attraverso la ripetizione, poi ci ha creduto e ha realizzato una determinata opera.

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Noi siamo capaci di realizzare ciò che pensiamo di saper fare, ciò in qualsiasi campo, non da ultimo quello della salute. Ad esempio, risulta evidente come per mantenere il fisico in perfetta efficienza si deve tener conto di diversi elementi: alimentazione, attività fisica, modo di pensare, gestione delle emozioni, capacità di superare i traumi legati ad eventi luttuosi.

In pratica, noi siamo ciò in cui crediamo. Sulla base di questa mia affermazione, la conseguenza diretta è che noi, in base alle nostre credenze, possiamo guarire o morire, avere successo o fallire, amare o essere incapaci di provare amore, tutto dipende dal nostro modo di vedere il mondo e, di conseguenza, la Vita.

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Noi vediamo ciò in cui crediamo. Ciò in cui crediamo diventa possibile una volta che lo consideriamo fattibile in base alle nostre credenze, diversamente non riusciremo a realizzarlo. Anche le credenze riguardo al tipo di medicina utilizzata per curarsi possono fare la differenza fra il guarire DEFINITIVAMENTE e il lasciare che perduri lo stato di squilibrio psicofisico, al secolo "malattia".

Più cose si conoscono, più possibilità di scelta si avranno, Questo vale in tutti i campi, sia della salute che del lavoro, nelle relazioni sociali, così come in quelle amorose. Noi portiamo all'interno di ogni nostra dinamica relazionale, lavorativa, di amicizia, ciò in cui crediamo e ne viviamo le conseguenze.

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Ecco che, in base a quanto detto, risulta fondamentale leggere, partecipare a seminari, informarsi su ciò che non si conosce, perché questo consente di ampliare le conoscenze e, quando necessario, integrare il sapere con nuove scoperte in qualsiasi campo, in modo da essere poi in grado di poterle applicare alla Vita di tutti i giorni.

Se una persona che soffre di lombosciatalgia crede che esista solo la medicina che utilizza molecole chimiche per curare il dolore e, nonostante il loro utilizzo, non riesce a far passare il suo disturbo, ecco che, oltre ad avere le credenze limitate, limiterà le sue possibilità di guarigione e, di conseguenza, il suo benessere psicofisico.

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Come molti ormai sanno, assieme alle molecole chimiche per i vari disturbi psicofisici, esistono metodologie dette alternative (alternative a dei metodi di cura dove la medicina allopatica fa da padrone, spalleggiata dalle multinazionali del farmaco) di pari o superiore efficacia quali la naturopatia, l'omeopatia, la ginnastica posturale, l'osteopatia e, non da ultima, l'agopuntura.

Ecco quanto sono importanti le credenze e quanto possano giovare o, al contrario, nuocere perfino alla salute delle persone che hanno delle credenze/conoscenze molto limitate. Allargare le conoscenze, uscire dalle credenze limitanti è come togliersi i paraocchi e spaziare a 360 gradi in qualsiasi campo si vogliano avere nuove competenze, risultati e, di conseguenza, nuove possibilità laddove prima si pensava esistesse solo una via.

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Impariamo a non abbracciare le nostre credenze, perché in un determinato momento della nostra Vita esse potrebbero risultare essere insufficienti o inefficaci per affrontare nuove e più complesse dinamiche. Cambiamo, quando necessario, anche diverse volte nella nostra Vita, perché cambiando credenza, spesso significherà cambiare RADICALMENTE Vita e, molto spesso, questo potrà fare la differenza fra il vivere la Vita godendosi appieno le infinite risorse delle quali si diventa consapevoli o, in caso contrario, limitare le proprie potenzialità in qualsiasi campo e, a volte, morire.

Vincenzo Bilotta


lunedì 30 giugno 2025

Sei chiamato a realizzare la tua missione

Se sei nato un motivo ci sarà. Non te lo insegneranno a scuola come trovarlo, né a casa, nemmeno i tuoi amici avranno dei suggerimenti da darti in merito, e sai perché? I motivi sono diversi, ma i due, quelli principali, quelli che fanno sì che il mondo viva nell'infelicità, sono perché non lo sanno nemmeno loro come fare, e poi perché molto probabilmente gli interessa di più bere birre al bar e vedere la partita allo stadio.

Ma questa non è esistenza. Tu non sei nato per essere addomesticato a scuola, dove t'insegnano ad obbedire, a leggere la storia dell'umanità edulcorata da chi non vuole che il popolo sappia la verità e, una volta che ti hanno fatto il lavaggio del cervello attraverso tutti gli anni di studio che perdi chiuso in una stanza assieme ai tuoi compagni da ammaestrare, ti ritrovi con un pezzo di carta che ti permette di andare a lavorare (forse, o forse no) per poi consumare tutte le stronzate che ti consigliano di acquistare in tv.

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Quando non gli servirai più, t'insegneranno che esiste la pensione, un po' come la famosa carota legata al bastone, che tu insegui come un asino, fino a raggiungerla per poi essere considerato "obsoleto", un po' come un computer di vecchia generazione, e allora ti convinceranno che i pensionati stanno al bar a bere birre e parlare male del governo, ad effettuare continui controlli medici o a fare da balia ai nipoti, tutto questo fino alla morte.

Ma ti sei mai chiesto se questa è Vita? Se tu hai mai davvero voluto fare il lavoro che hai svolto, se davvero la pensione è una chimera o, al contrario, una trappola mortale creata solo per ricordarti che sei giunto al capolinea della Vita?

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Sì, parlo proprio con te ma, al contempo, parlo anche con me stesso e con tutti coloro i quali hanno voglia di ascoltarmi, di leggermi, di riflettere. Il fatto è che tu non ti sei manco chiesto il motivo per il quale sei venuto al mondo, molto probabilmente perché non te ne è mai fregato nulla, oppure perché forse la consideravi una perdita di tempo.

Ma, credimi, sarebbe stato meglio per te chiederti il perché della tua esistenza su questo pianeta, perché avresti perso tempo, certo ma, molto probabilmente, saresti riuscito a trovare la tua missione di Vita, fino a realizzarla, ma tu hai preferito non perderlo, questo tempo, e non ti sei accorto di aver perso la tua intera Vita! GAME OVER, proprio come accade nei videogame quando perdi, ma qui non ci sono monetine da inserire che possano permetterti di riappropriarti della tua Vita.

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Smettila di perdere tempo, di farti bastare una Vita che ti sta stretta, di fare ciò per cui sei stato programmato, poi esci dal sistema e VIVI. Trova ciò per cui sei portato, fosse anche diventare un missionario, qualsiasi cosa, quello che sognavi di fare da bambino ma che nessuno ti ha incoraggiato a fare perché, parliamoci chiaro, tutti ti vogliono col posto fisso, nessuno ti spronerà a perseguire i tuoi sogni, a trasformarli in realtà, fino a realizzare la tua missione di Vita e, di conseguenza, te stesso.

Per esistere, per emergere dalla massa grigia, informe, chiamata gregge, occorre scoprire i propri talenti, che coincidono con la propria missione di Vita, e poi realizzarli, sfruttandoli al massimo, è per questo che siamo nati, non per imparare le poesie a memoria, per credere alle stronzate scritte sui libri di storia o per ubriacarci per dimenticare una giornata no.

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Noi siamo nati per essere felici, liberi, intuitivi, saggi, per seguire la luce, non i diplomi, la carriera e le notizie di quegli stupidi tg. E' il cuore che ci parla, che c'insegna, che ci guida, ma noi dobbiamo ascoltarlo, fidarci, seguirlo, lui sa dove portarci, conosce il posto dove stiamo bene, perché lui è sempre stato in contatto con la nostra anima e conosce i suoi progetti.

Liberiamoci da ogni dubbio, paura, senso di colpa, usciamo dal programma, siamo ancora in tempo, non prendiamo come scusa il fatto di essere sposati, di non avere tempo, o altre banalità, fermiamoci un attimo, abbassiamo il volume esterno, esso è illusione, alziamo il volume del nostro cuore, esso è il suono della verità, poi lasciamoci guidare verso la luce fino a realizzare noi stessi, affinché un giorno potremo dire di aver vissuto DAVVERO.

Vincenzo Bilotta


martedì 17 giugno 2025

Accomodarsi nel momento

Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è essere QUI, ORA. Del resto, il MOMENTO PRESENTE è l'unica cosa che abbiamo a disposizione, ciò in quanto il passato non esiste più, mentre il futuro è solo ipotesi. Eppure ci sta così scomodo, questo momento, talmente scomodo che lo fuggiamo in tutti i modi possibili ed immaginabili.

In realtà non siamo noi a fuggire il momento, la nostra mente lo fugge, le sta troppo stretto, così essa si diverte ad altalenare in un tempo che esiste grazie alle sue fantasie, è una sua creazione, diversamente, rimanendo presenti, la mente se ne starebbe zitta e buona in un angolo.

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Accomodarsi nel momento è la cosa più semplice ed efficace da fare per tornare ad essere, a sentirsi vivi, pieni di energia, presenti a se stessi, ad ogni singolo gesto compiuto, alla Vita stessa! Eppure, un atto così semplice quale l'accomodarsi nel momento, diventa complicato, quasi impossibile alla maggior parte delle persone, troppo perse nella quotidianità, vittime dei loro automatismi, di "problemi" creati artificialmente ma che in realtà esistono solo nelle loro teste, persone schiave degli smartphone e di stupidi selfie.

Cosa ci vorrebbe per accomodarsi nel momento? Semplicemente fermarsi, scendere da quel treno in corsa che è diventata la mente dell'uomo moderno, uscendo dai suoi automatismi, facendo un respiro profondo, ancora di salvezza nel mare in tempesta dei pensieri compulsivi che, ormai da diverso tempo, sembrano tenere prigionieri quasi tutti gli esseri umani di questo mondo moderno ed ipertecnologico.

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Il momento presente è proprio come un bel divano, come quelli dove ci accomodiamo per guardare la tv, per rilassarci dopo una giornata di lavoro, dove a volta ci facciamo qualche ora di sonno nel pomeriggio prima di andare al lavoro. 

Però, questo divano, seppur così comodo, nessuno sembra volerlo utilizzare, nessuno sembra nemmeno accorgersi della sua esistenza, tutti sembrano correre all'impazzata, senza uno scopo, senza una meta, senza riposo, come dei pazzi!

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Forse la maggior parte delle persone non ha occhi per VEDERE, ciò in quanto è troppo impegnata a rincorrere le scadenze, i problemi, l'ultimo messaggio istantaneo sullo smartphone, gli impegni e tutte le altre fantasie mentali che essa stessa produce fino a rimanerne intrappolata.

Occorre solo decidere di fermarsi, QUI, ORA, guardandosi intorno, poi scegliere di RIMANERE PRESENTI, smettendo di rincorrere delle illusioni che esistono solo nelle nostre teste ma che, nonostante siano solo fantasie, hanno il potere di farci stare male a livello psicofisico fino a rendere la nostra Vita un vero e proprio inferno.

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Accomodarsi nel momento significa spegnere la mente, restare presenti e partecipi all'interno di qualsiasi gesto, parola, silenzio, è come scendere da un'auto in corsa e continuare a percorrere il cammino a piedi, allora tutto cambia. Ciò che in auto guardavamo di sfuggita a causa dell'alta velocità e del fatto che eravamo troppo impegnati nella guida, proseguendo a piedi possiamo, finalmente, VEDERLO in ogni suo dettaglio, senza fretta, come se spazio e tempo non esistessero più.

Concediamoci, di tanto in tanto, il lusso di accomodarci nel momento, senza guardare il cellulare, senza pensare a ciò che dobbiamo fare, senza crederlo una perdita di tempo perché se è vero che fermarsi e prendersi una pausa dagli impegni è una perdita di tempo nella tabella di marcia giornaliera, è pure vero che il rincorrere i propri pensieri dimenticandosi di sé e non vivendo nel QUI E ORA è una PERDITA DI VITA. 

Vincenzo Bilotta


mercoledì 4 giugno 2025

Avere il coraggio di ruggire in un mondo di pecore

Viviamo in un mondo in cui ci vogliono tutti uguali, non come pensate voi, però, cioè tutti con pari diritti, pari risorse economiche e posizioni sociali elevate, quello potete scordarvelo, a meno che non ce la facciate da soli. 

Già, perché chi ci governa (abusivamente direi) da anni e sceglie (senza che nessuno glielo abbia mai chiesto) per noi ciò che, secondo loro, è "giusto" o "sbagliato" fare, ci vuole tutti uguali come livello intellettivo, educativo e produttivo, in pratica dei mediocri.

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E' attraverso la mediocrità, infatti, che un popolo, a livello mondiale, può essere facilmente governato. Si diffondono le mode dei social, dei selfie, dell'essere vestiti tutti allo stesso modo, dell'ascoltare la stessa inutile quanto vuota musica cantata da altrettanto vuoti artisti, del mangiare gli stessi cibi spazzatura eleggendo il fast food di moda quale luogo di ritrovo allo scopo di condividere ovvietà (e mediocrità).

Chi ci governa vuole una sorta di automi che producano, obbediscano e, quando non servono più vengono accantonati (vedi pensione) per essere sostituiti da altri automi più recenti. Questo è il mondo di oggi, dove le persone hanno relazioni sociali/sentimentali usa e getta, il pensiero è uniforme, nessuno si chiede il perché delle cose e chi è creativo viene additato come "folle".

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Per dirla tutta, in alto, chi dispone del potere in maniera del tutto arbitraria ormai, ci vuole tutti pecore radiocomandate pronte solo ad obbedire ed eseguire gli ordini, in tutto questo lui/loro fanno i pastori e ci guidano (ci provano, almeno) verso... il baratro!

Chi ha personalità, chi si pone delle domande lecite, chi riesce a pensare ancora con la propria testa, chi non è più disposto ad ascoltare le bugie dei mass media, beh, questo tipo di persona diventa davvero scomoda, specie in un mondo di pecore addomesticate, dove il pastore è anche un lupo e, in quanto tale, teme chi può costituire per lui una minaccia in quanto RAGIONA ancora con la propria testa e non è stato possibile plasmarlo, renderlo mediocre, inoffensivo.

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Ci hanno provato, con i vari esperimenti sia sociali che atmosferici ai quali stiamo assistendo negli ultimi anni. Oggi, più che mai, il processo volto al tentativo di creare un'entità globale avente come scopo il controllo totale della popolazione mondiale, sta subendo un'accelerazione incredibile, come se queste entità sataniche avessero fretta di portare a termine il loro progetto.

Ma non tutti sono pecore e qualcuno, per fortuna, ha ancora il coraggio di affermare la propria natura leonina e di RUGGIRE IN UN MONDO DI PECORE! Oggi, più che mai, è necessario diventare individui, ciascuno dotato di un proprio pensiero diverso dal pensiero unico globalista, con delle IDEE PROPRIE ED ORIGINALI da portare avanti, nonostante tutto e tutti.

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Molte pecore sono, in realtà, dei leoni addomesticati (cerca nel blog il mio articolo IL LEONE CHE SI CREDEVA UNA PECORA per maggiori approfondimenti in merito) che non ricordano più le loro origini REGALI, DOMINANTI, DI FORZA ED INDIPENDENZA. Molti, pur sapendo di essere dei leoni hanno, tuttavia, paura di ruggire perché temono di suscitare troppo clamore e venire isolati.

Ma l'isolamento in un mondo di burattini senza personalità, è il male minore. La più grande mortificazione che un essere umano possa subire è legata alla negazione dei propri diritti fondamentali, quali quelli legati alla sicurezza, alla libertà e alla salute, cosa che loro vorrebbero togliere a tutti gli esseri umani, perché cercano di trasformare il mondo in una sorta di laboratorio e gli esseri umani in cavie.

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Chi ruggisce, nonostante il rischio di venire isolato, deriso, perseguitato, è colui il quale non ha mai, e per nessuna ragione, rinnegato la propria origine regale, la propria potenza e supremazia, nemmeno quando lo hanno addomesticato attraverso i "programmi scolastici". Egli, infatti, anche durante il processo di addomesticamento, è stato capace di conservare quella curiosità, quello spirito critico, quella capacità di porre/porsi domande che gli hanno permesso di mantenersi al di sopra della massa, in pratica un ribelle (in senso positivo, ovviamente!).

Noi nasciamo tutti con delle potenzialità e abbiamo il diritto di svilupparle, ognuno in base alle proprie attitudini e NESSUNO, PER NESSUNA RAGIONE, ha alcun diritto a volerci tutti uguali, obbedienti, in pratica lobotomizzati virtualmente.

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Ci stanno provando in tutti i modi, tramite emergenze sanitarie, climatiche, cercando, con scuse idiote, di privarci dei nostri diritti fondamentali in nome di un organismo sovrastatale che nessuno di noi ha mai richiesto e le cui ingerenze, tuttavia, sono palesi ed altamente invasive, complice il silenzio assenso dei governi che ad esso hanno aderito.

Ma noi siamo esseri umani, non cavie, schiavi o robot da produzione più simili a bestie da soma che ad uomini, altro che androidi! Prendiamo coscienza della nostra individualità, rimaniamo umani, uniti, svegli, perché ora più che mai, il mondo ha bisogno di leoni che ruggiscano i propri diritti e non di pecore che stiano zitte e subiscano a capo chino belando al comando dei loro stessi pastori-carnefici.

Vincenzo Bilotta

lunedì 19 maggio 2025

Sei responsabile di ciò che dici, non di ciò che gli altri capiscono

Esprimere un proprio pensiero, frutto del lavoro svolto su di sé e, di conseguenza, della propria esperienza personale, è diritto di tutti. Ovviamente, quando si esprime un pensiero, si deve aver cura di parlare in maniera chiara e responsabile, perché si è responsabili di ciò che si dice.

Capita molto spesso che le persone diano un'interpretazione personale a ciò che gli altri dicono, specie nell'era social, dove ognuno legge la qualunque e si prende la briga di commentare. Il fatto è che ognuno di noi è libero, come detto sopra, di dire ciò che vuole senza, tuttavia, offendere nessuno né, tanto meno, avere avere la presunzione di possedere la verità assoluta.

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Ma se, nonostante tutte queste precauzioni, il "saggio" di turno, pur non capendoci nulla, esprime un parere che nulla ha a che fare con l'argomento ma è il frutto dei suoi filtri mentali, sviluppati dopo aver vissuto una realtà distorta che lo porta a vedere fuori i demoni che non ha il coraggio/mezzi per affrontare dentro di sé, di certo non è responsabilità nostra, perché ognuno è libero di scambiare un cane per un rinoceronte, sono affari suoi.

Tuttavia, va precisato che, se noi ci sentiamo attaccati da qualcuno che non ha capito un cavolo di ciò che abbiamo scritto e, nonostante ciò, si atteggia a superguru interstellare, allora abbiamo qualcosa in noi che risuona e questa è una sorta di spia, come quella della riserva del carburante sulle automobili, che ci indica dove dobbiamo lavorare ancora per renderci invulnerabili ai giudizi, peraltro ignoranti, dati da persone che non hanno ancora capito nemmeno se sono vive o già morte pur essendo ancora in piedi.

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La verità è che ognuno di noi, nel corso della propria Vita, incontrerà tanti specchi quanti sono necessari alla sua crescita personale. Questi specchi potranno arrivare attraverso le parole lette in un social, in un libro, oppure attraverso il messaggio verbale ascoltato da un relatore ad una conferenza o da una persona qualsiasi incontrata "per caso" in un bar (nulla avviene MAI per caso, l'universo e la Vita la sanno lunga...).

Il fatto è che la gente non riesce a guardarsi allo specchio senza romperlo se vede qualcosa in esso riflessa che non gli va a genio. Questa è ignoranza allo stato puro, tipica di chi non lavora su di sé né, tanto meno, gliene frega un cavolo farlo. A tal proposito io spesso pongo una domanda: "se, guardandoti allo specchio, noti un brufolo sul tuo viso, cosa fai, rompi lo specchio o togli il brufolo dal tuo viso?" e la maggior parte delle persone mi risponde "tolgo il brufolo".

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Diverso è, purtroppo, il caso in cui gli specchi non siano costituiti da lastre di vetro riflettenti la nostra immagine ma vengano sostituiti da persone, parole, eventi che riflettono, invece, la nostra IMMAGINE INTERIORE, allora tutto cambia. In questo caso, infatti, bisogna possedere l'umiltà di capire che noi abbiamo il potere di crescere attraverso ciò che ci accade, oppure di lottarci contro. Nel primo caso diventeremo dei saggi, nel secondo diventeremo degli idioti che lottano contro l'esterno sperando, in questo modo, di poter sconfiggere i demoni che si portano dentro, un lavoro impossibile, dispendioso quanto inutile! 

Impariamo a porci delle domande sul reale significato delle parole che leggiamo in giro per i social, in particolare quando hanno un certo effetto destabilizzante sul nostro sistema psicofisico. In pratica, quando qualcuno ci dice qualcosa che ci fa arrabbiare, chiediamoci quale parte di noi è ancora arrabbiata e vuole essere guardata e guarita?

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In questo modo avanzeremo in maniera più che spedita nel nostro percorso di crescita personale, crescendo in saggezza e smettendo, al contempo, di dare importanza a ciò che non c'interessa quando lo leggiamo, evitando di commentare ciò che prima non capivamo.

La comprensione, infatti, avviene solo se e solo quando riusciremo a ricondurre ad unità i vari frammenti all'interno del nostro sé più profondo. Dal momento in cui riusciremo ad avere la forza e il coraggio di specchiarci nelle situazioni, parole, cose esterne senza sentirci più attaccati, traditi, feriti, arrabbiati o spaventati e smettendo, al contempo, di reagire, allora saremo LIBERI E GUARITI.

Vincenzo Bilotta

lunedì 28 aprile 2025

Permettiti di fiorire

Ogni seme va piantato in un terreno fertile, altrimenti non produrrà nessuna pianta né, tanto meno, potrà mai fiorire. Noi siamo come tanti semi sparsi nel mondo, ognuno ha, in embrione un fiore diverso, così come diverso sarà il suo colore, ciascuno avrà una sua fragranza diversa, a patto che... fiorisca!

Se è vero che siamo tanti semi e che possediamo in embrione un fiore meraviglioso, il nostro talento, è altrettanto vero, tuttavia, che questo fiore solo rare volte potrà vedere la luce del sole e germogliare aprendosi, al contempo, alla Vita.
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Già, perché la maggior parte delle persone rimarrà seme, ossia mera potenzialità, ma raramente riuscirà a fiorire? Perché nessuno, tranne lui stesso, avrà interesse a fiorire e, se non ne prende coscienza, allora rimarrà uno dei tanti semi sparsi nel mondo, destinati a rimanere tali senza avere la possibilità di dischiudersi.

Ma perché molte persone non riescono a trasformare i semi delle proprie potenzialità in fiori della realizzazione di chi realmente sono? Perché molto spesso essi vivono in terreni non fertili, terreni che non permettono loro di trarre il nutrimento necessario a sviluppare la propria vera natura fino a realizzare appieno le proprie potenzialità.
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Quando parlo di terreno non fertile mi riferisco all'ambiente nel quale si vive, alle situazioni che si sperimentano ed, infine, alle persone delle quali ci si circonda le quali, molto spesso, ci tolgono la voglia, la motivazione e la volontà necessarie a realizzare noi stessi, come?

Instillando in noi paure, convinzioni limitanti e, in generale, scaricando su di noi le loro aspettative deluse, mettendoci in guardia sul fatto che, se non seguiremo i loro "consigli", "falliremo". Ma, in realtà, col loro modo di ragionare, di essere e, soprattutto, col loro cattivo esempio, ci stanno togliendo il terreno fertile nel quale avremmo potuto far germogliare il fiore che è già in noi e che necessita di nutrimento, attenzioni e AMORE costanti.
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Non è certamente con la paura che noi possiamo fiorire né, tanto meno, ascoltando gli altri, ciò in quanto ognuno di noi è un fiore diverso da tutti gli altri e, se davvero vuole fiorire, deve essere nutrito con sentimenti quali autostima, amore per se stesso, centratura, presenza mentale e fiducia nella Vita.

Ma se si ascoltano gli altri, ecco che il nostro fiore non nascerà mai, ciò perché esso verrà avvelenato dalle paure, dallo sconforto, dalla mancanza di fede/fiducia in Dio e nella Vita, dalla rabbia, dalla frustrazione con le quali gli altri annaffieranno il nostro seme.
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Ma cosa fare se il terreno, nel quale siamo stati piantati come semi, è arido? Beh, bisogna togliere il seme per poi piantarlo in un terreno fertile, che ci consenta di poter fiorire al massimo delle potenzialità che Dio, tramite la Vita, ci ha donato.

Cosa significa "cambiare terreno"? Può significare tante cose come cambiare lavoro trovandone uno che ci gratifichi, cambiare partner perché quello col quale ci relazioniamo non fa per noi ma, soprattutto, ELIMINARE SISTEMATICAMENTE tutte le persone che tendono a sminuirci, sono invidiose del nostro successo, della nostra voglia di fare/realizzarci, che sono buone solo ad instillarci paure e a giudicarci in maniera negativa.
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Dopo aver ripulito il nostro terreno, dopo aver estirpato le "erbacce", ecco che potremo piantare i nostri semi, coltivarli, concimarli e permettere loro di fiorire, senza forzare, lasciando loro il tempo che necessitano per crescere. 

Permettiamoci di fiorire, ce lo meritiamo; concimiamo i semi dei nostri talenti con amore, fiducia, autostima, gioia di vivere, gratitudine, annaffiamoli con la passione, la volontà e la costanza e lasciamo che il profumo del nostro successo si espanda e riempia le Vite di coloro i quali saranno toccati dal nostro esempio di Vita.

Vincenzo Bilotta

lunedì 7 aprile 2025

Tutto è in prestito

Nasciamo senza portare nulla, moriamo senza portare via nulla. Ed in mezzo litighiamo per possedere qualcosa. (Norandino)

Ci crediamo eterni, che ci sia sempre tempo per perdonare, per mostrare coi fatti il nostro amore alle persone alle quali teniamo, per realizzare i nostri sogni, per VIVERE, ma ci sbagliamo, almeno per quanto riguarda il nostro corpo fisico.

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Se è vero, infatti, che la nostra anima è eterna, il nostro corpo è soggetto alla morte, dopo un periodo più o meno lungo di tempo. Anche le cose che possediamo sono soggette ad usura e distruzione e, cosa principale, non ci appartengono, sono solo prese in prestito.

Non ci credete? Beh, quante persone morte conoscete che hanno portato con se l'auto per fare un giro nell'aldilà? Niente ci appartiene, tutto è in prestito. La verità è questa, noi nasciamo nudi e a mani vuote e così ce ne andremo il giorno della nostra morte, senza se e senza ma. Questo è un dato di fatto, ma potete sempre fare come facevano i faraoni, costruendo una piramide e parcheggiando dentro il vostro SUV di lusso.

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Con questo non vi sto invitando a sedervi in un angolo ad attendere la morte perché ogni cosa che farete o avrete, dovrete lasciarla in questo piano dimensionale, sarebbe da stupidi il solo pensarlo! Abbiamo un corpo ed è nostro dovere mantenerlo al massimo della forma fisica, la nostra mente va gestita in maniera ottimale per evitare che un eccesso di pensieri possa mandare in tilt il nostro sistema psicofisico, così come dobbiamo prenderci cura della nostra casa, della nostra auto, godendoci la Vita e tutto quello che ci offre.

Ma dobbiamo ricordarci che tutto, perfino il nostro corpo fisico, ci è stato concesso da Dio in prestito, dobbiamo custodirlo, sapendo che un giorno dovremo restituirlo. In quest'ottica non dobbiamo pensare in negativo, ma tenere in conto la morte come fine del nostro percorso di Vita, godendoci e VIVENDO AL MASSIMO DELLE NOSTRE POTENZIALITA' CIO' CHE POSSEDIAMO E, IN PRIMO LUOGO, LA VITA.

Tutto è in prestito, godiamocelo; niente è per sempre, impariamo a trovare in ogni istante l'eternità; impariamo ad abbracciare forte le persone che amiamo, prendiamocene cura; VIVIAMO, QUI, ORA, MOMENTO PER MOMENTO, PERCHE' NESSUNO CI HA MAI GARANTITO UN DOMANI. 

Vincenzo Bilotta