mercoledì 24 agosto 2022

La psicoprigione

Noi nasciamo creature libere ed estremamente potenti, creative ed innamorate della Vita. Basta vedere i bambini mentre giocano. Ogni bambino ha una fantasia senza limiti, e nel gioco riesce a crearsi dei mondi immaginari dove, in pratica, può fare accadere tutto ciò che desidera in maniera istantanea. 

Se, crescendo, mantenesse intatta questa sua caratteristica che gli è naturale, potrebbe realizzare se stesso senza alcuno sforzo, ma così non è, almeno per la maggior parte delle persone.

(Immagine presa dal web)


Ognuno di noi crescendo, infatti, dovrà fare i conti con la programmazione che riceverà a scuola. Durante l'istruzione (ammaestramento da circo) ricevuta a scuola, ci installano dei programmi contenenti tutto ciò che dobbiamo, secondo chi ha deciso per noi, imparare per poter essere considerati, una volta diplomati, "istruiti".

Una volta programmati, o edu-programmati come amo dire io, tenderemo ad identificarci con questi programmi e, di conseguenza, rimarremo vittime dei nostri automatismi, automatismi appresi durante il periodo scolastico. Questi automatismi ci renderanno simili a dei robot.

(Immagine presa dal web)


Di conseguenza, ad ogni situazione che vivremo e ci si porrà dinanzi, tenderemo a reagire in base alla nostra edu-programmazione perdendo la possibilità di agire. Per agire, infatti, si dovrebbe essere liberi di prendere una decisione dopo aver valutato la situazione che ci si pone dinanzi, ma se si viene addestrati a pensare in un dato modo, come avviene nelle scuole di tutto il mondo, non si potrà scegliere, ciò perché si agirà in base agli schemi mentali acquisiti a scuola.

In questo modo ci costruiamo una prigione che sarà costituita dalle nostre convinzioni limitanti, dalle paure e, in generale, da tutto quello che ci hanno inculcato durante la nostra istruzione, sia fra le mura domestiche che negli ambienti scolastici, sportivi e sociali in generale. 

(Immagine presa dal web)


Di solito si vivrà in questa prigione mentale, o psicoprigione se più vi piace, per tutta la Vita, a meno che non ci si accorga di vivere una Vita non nostra, anche se più che una Vita è un programma, una gabbia costituita da idee, modi di vivere e vedere la Vita che altri hanno preconfezionato per noi.

Ma come fare ad uscire da questa psicoprigione per poter, poi, cominciare a vivere una Vita che non sia di seconda mano? Innanzitutto occorrerà effettuare un serio lavoro su di sé basato sull'autosservazione, il solo che possa consentirci, in un primo tempo, di accorgerci di essere prigionieri di idee non nostre, idee che ci spingono a vivere e comportarci in maniera automatica, non spontanea, da persone schiave, non libere insomma.

(Immagine presa dal web)


Dopo esserci accorti di vivere in una psicoprigione fatta di idee non nostre, se si vorrà tornare liberi ed entusiasti della Vita, proprio come quando eravamo bambini e giocavamo, occorrerà liberarsi da questi schemi di pensiero. Solo quando riusciremo a liberarci da tutte le sovrastrutture acquisite attraverso il processo educativo-programmatico potremo vivere e sperimentare la Vita in prima persona in maniera LIBERA ED INDIPENDENTE. 

Vincenzo Bilotta

lunedì 8 agosto 2022

Il vero nemico è dentro di noi

Ogni giorno, ognuno di noi sembra vivere una crociata continua contro il mondo esterno. Si litiga per le presunte continue ingiustizie subite. Basta che qualcuno ci rubi un parcheggio nel centro commerciale ed ecco che, nonostante le ore passate a meditare, la bestia repressa che alberga in noi salta fuori pronta a minacciare, insultare, picchiare.

Anche l'idea che abbiamo del mondo non ci aiuta, di certo, a migliorare la situazione. Le definizioni più comuni sul mondo lo descrivono come: marcio, non sicuro, un brutto posto, un covo di assassini, un manicomio a cielo aperto.. Queste sono solo alcune delle tante definizioni colorite che ognuno di noi, nel corso della propria Vita ha sentito dire in giro o ha, lui stesso, dato al mondo... Ma la realtà è davvero così?

(Immagine presa dal web)


No, la realtà è ben diversa. Il mondo esterno non esiste, ciò lo ha ampiamente dimostrato la fisica quantistica. Ma cosa significa tutto ciò? Il mondo è ciò che pensiamo di lui, ma non solo. Noi abbiamo il mondo dentro e tendiamo a proiettarlo fuori. In altre parole, noi viviamo là fuori, nel mondo, ciò che sentiamo dentro a livello di emozioni.

Tutto ciò si ricollega al fenomeno dell'osservatore. In fisica quantistica è stato ampiamente dimostrato come qualsiasi esperimento possa subire delle variazioni consistenti a seconda degli stati d'animo dei soggetti che vi assistono e, quando viene ripetuto in presenza delle stesse persone, esso potrà dare risultati diversi a seconda degli stati d'animo, convinzioni, livello di coscienza posseduti dai soggetti partecipanti.

L' Arcangelo Michele abbatte i demoni del male. (Incisione su specchio di Lorenzo Ostuni)


IN PRATICA, IL MONDO SIAMO NOI. È AL NOSTRO INTERNO CHE CREIAMO LA REALTÀ CHE ANDREMO A VIVERE, IN UN SECONDO TEMPO, "LÀ FUORI".

Dopo quanto detto sopra, vi sarete fatti un'idea sul motivo per cui c'è tanta violenza nel mondo. Se la gente ha la mente immersa nel caos più totale, medita poco o per nulla, segue programmi violenti, interagisce anche fra le mura domestiche in maniera violenta con i propri familiari, come pensate che saranno le proiezioni di questi individui? Beh, se ve lo state ancora chiedendo, provate a are un'occhiata là fuori, nel mondo.

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Ogni giorno vengono uccise migliaia di persone per rapine, litigi, guerre, ma perché tutto questo? Il problema fondamentale sta nel fatto che ciascun individuo non riesce a vedere il nemico dentro di sé, diversamente lo sconfiggerebbe, ma, lungi da ciò, dopo averlo proiettato in maniera inconsapevole all'esterno, ci lotta contro.

Ecco perché, oggi più che mai, sarebbe fondamentale un lavoro introspettivo, volto all'osservazione delle proprie dinamiche mentali, cercando di respirarci dentro senza, tuttavia, farsi coinvolgere in maniera eccessiva, capendo una cosa fondamentale: NOI NON SIAMO I NOSTRI PENSIERI, NOI SIAMO COLUI IL QUALE LI OSSERVA.

(Immagine presa dal web)


Se l'osservazione viene fatta senza giudizio, ecco che a quel punto il pensiero verrà controllato e privato della carica violenta, negativa, potenzialmente distruttiva che, diversamente e in condizioni di inconsapevolezza, sarebbe stata proiettata all'esterno con risultati disastrosi per sé stessi come per gli altri.

Noi siamo responsabili dell'ecologia della nostra mente. Mantenendo una mente chiara, pulita, libera da pensieri ossessivi, potremo realmente fare la differenza nel mondo esterno perché cominceremo a proiettare pensieri di gentilezza, centratura, equilibrio, non violenza.

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Non aspettiamo che siano gli altri a cambiare, smettiamo oggi stesso di dare la colpa agli altri e prendiamoci la responsabilità di cambiare noi per primi. Gli altri se vorranno potranno cambiare, ognuno coi propri tempi e solo quando sarà pronto. Ma, nel frattempo, proviamo a fare da esempio attraverso il nostro modo di vivere, pensare, agire, essere, perché il mondo, ricordatelo sempre, siamo noi.

Vincenzo Bilotta