domenica 20 dicembre 2015

Fisiologia di un'emozione

Quando si soffre di un disturbo a livello fisico si tende a curarlo con farmaci e ad individuarlo per mezzo di analisi. La medicina di tipo allopatico, cura ogni sintomo come un nemico da sconfiggere proveniente dall'esterno. Essa cura ma, spesso, non guarisce determinate sintomatologie che poi definirà come croniche.

La pecca della medicina allopatica è proprio quella di scomporre il corpo in un insieme di organi e funzioni senza mai correlarli ma, al contrario, scindendoli e cercando, allo scopo di "guarire" il soggetto, virus, fattori genetici e quant'altro possa farla venire a capo dello stato di disagio lamentato da quella persona che ad essa si rivolge.
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La medicina cosiddetta alternativa, invece, considera l'individuo come un complesso formato da anima, mente e corpo. Per questo si parla sempre più spesso di medicina olistica proprio in riferimento al fatto che questo tipo di medicina, a differenza della medicina allopatica, cerca le cause che hanno originato il disturbo senza limitarsi a curare gli effetti e tenendo conto dell'unità Anima-mente-corpo del soggetto da curare.

Se la medicina allopatica è più superficiale, ciò è dovuto al fatto che essa considera il corpo alla stregua di una macchina e lo cura come tale, considerando l'influenza di fattori quali emozioni, ambiente e conflitti interiori come estranei ed irrilevanti quali possibili cause del sorgere dello stato di disagio.
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Se quindi la medicina allopatica si rivela indispensabile come medicina salvavita, di contro essa risulta poco efficace e superficiale nel caso di patologie legate a stati di disagio scaturenti da conflitti interiori. Proprio per compensare questa sua lacuna e per cercare d'imitare la medicina alternativa, è sorta la psiconeuroendocrinoimmunologia. Dietro questo nome così complesso ed ampolloso si nasconde una nuova ed evoluta branca della medicina allopatica classica avente lo scopo di studiare il rapporto esistente fra emozioni e stato di salute delle persone.

Già millenni fa la medicina cinese ed indiana avevano individuato fra le principali cause del disagio fisico dell'individuo le emozioni. Non a caso, sia la medicina indiana che quella cinese compresero presto che dietro un disturbo fisico localizzato in un organo stava un'emozione che determinava una modificazione di carattere fisiologico a carico del sistema anima-mente-corpo, comunemente chiamato essere umano.
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Ebbene sì, sono le nostre emozioni a condizionare il nostro stato di salute e non i virus, i geni o l'inquinamento. In parole semplici è ciò che pensiamo a determinare il nostro stato di salute. Ho già parlato dell'influenza delle emozioni sullo stato psicofisico del soggetto nel mio libro L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA- YOUCANPRINT EDIZIONI.

Ogni emozione ha un suo potere sul nostro stato fisiologico. Essa ha la capacità di mutare la nostra fisiologia e donarci la salute o, al contrario, farcela perdere. Diversi studi di psiconeuroendocrinoimmunologia hanno dimostrato come a seconda delle emozioni vissute il corpo umano è orientato a migliorare o, viceversa, peggiorare il proprio equilibrio omeostatico (stato di salute).
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Se una persona vive in un ambiente a lei ostile o in condizioni di forte stress, automaticamente sarà in uno stato emotivo cosiddetto di attacco o fuga. Questo stato di stress produrrà, a livello fisiologico, degli ormoni quali cortisolo ed adrenalina, gli ormoni dello stress aventi effetti negativi sul sistema psicofisico.

Quando, viceversa, una persona riesce a trovare un equilibrio all'interno della propria Vita, vivendo relazioni soddisfacenti, accettando gli accadimenti senza resistere allo stato di ciò che è, il suo organismo si stabilizzerà in uno stato di benessere e, a livello fisiologico, produrrà gli ormoni del benessere quali ossitocina ed endorfina. Questi ormoni hanno la caratteristica di agire a livello positivo sul sistema neurovegetativo, stabilizzando tutte le funzioni dell'organismo, aumentando la soglia di sopportazione della fatica e migliorando la risposta allo stress esterno.

Ecco quanto è importante pensare bene e risolvere i conflitti interiori! UN SOLO PENSIERO MUTA LA FISIOLOGIA DI CHI LO HA FATTO DETERMINANDO LO STATO DI BENESSERE O DI DISAGIO PSICOFISICO! 

D'altronde la medicina tradizionale cinese, già millenni fa ribadiva il collegamento fra organi ed emozioni. Ad esempio, essa collegava l'emozione rabbia al fegato, la tristezza al polmone, la paura al rene, la simpatia allo stomaco, l'amore al cuore. Per ulteriori approfondimenti in merito, rimando al mio libro.
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Ogni emozione ha il potere di mutare sia la fisiologia che la postura di una persona. Diversi atteggiamenti, modi di parlare più o meno veloci, più o meno rabbiosi, sono determinati dallo stato psicofisico della persona alla quale appartengono. 

Da ciò si può trarre una conclusione: tutte le somatizzazioni e i disagi psicofisici in generale comunemente ascritti al rango di patologie croniche dalla medicina ufficiale, sono guaribili. Certo, non è facile direte voi. Ciò richiederà un serio lavoro su di se volto ad individuare ciò che crea quel tipo di disagio. Per far ciò occorre effettuare un'attenta auto osservazione allo scopo d'individuare l'emozione base che crea poi il disagio a livello psicofisico.

La prossima volta che avete mal di testa o accusate altri disturbi simili, sappiate che sono solo somatizzazioni e che l'organo che accusa quel disagio è una semplice spia che vi avverte che è arrivato il momento di cambiare direzione alla vostra Vita. Voi solo potete farlo. Voi solo potete guarirvi, nessuno può farlo al posto vostro perchè nessuno HA INTERESSE A VEDERVI SANI, ALTRIMENTI LE MULTINAZIONALI DEL FARMACO E I MEDICI SI RITROVEREBBERO IMPROVVISAMENTE DISOCCUPATI.

Il sistema vuole individui inconsapevoli e manipolabili allo scopo di guadagnarci sopra. Imparate a mantenervi in salute da soli, documentatevi, ascoltate persone più esperte di voi in questo campo, leggete libri sull'argomento, frequentate seminari e, in generale, fate tutto ciò che ritenete opportuno per cambiare il vostro modo di vedere la Vita ricordando che la salute dista da voi solo un pensiero. Questo pensiero, se positivo produrrà salute attraverso emozioni positive, se negativo vi farà vivere disagi a livello psicofisico e, se reiterato nel tempo e non tenuto nel dovuto conto, potrà portare alla morte. 

Vincenzo Bilotta

domenica 6 dicembre 2015

Amare

Questa sera ho il piacere e l'onore di condividere con voi un altro capitolo del mio ultimo libro METAMORFOSI SPIRITUALE, YOUCANPRINT EDIZIONI.  Vi ricordo che sarà disponibile, così come L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA, YOUCANPRINT EDIZIONI, (mio primo libro), presso le vostre librerie di fiducia oppure online, fra gli altri canali, su: YOUCANPRINT, MACROLIBRARSI, IL GIARDINO DEI LIBRI, FELTRINELLI, MONDADORI, HOEPLI, AMAZON, IBS. Buona lettura e grazie!

L’amore è uno dei sentimenti più puri ed elevati che esistano. Quando si ama, spesso si riscoprono delle capacità ed attitudini che, magari, fino a quel momento non si pensava di possedere. Spesso, però, succede che si abbiano delle difficoltà ad esprimere  i propri sentimenti verso una persona nei confronti della quale si prova amore.
(La copertina del mio libro)

Quando ciò accade, spesso è dovuto a blocchi derivanti da paure legate a conflitti irrisolti del passato, ma non solo. Secondo me, al di là del fatto che occorre guardare sempre avanti quando una relazione si conclude per evitare di rimanervi bloccati dentro e non poter gestire nuovi rapporti, per amare gli altri occorre prima conoscere ed amare se stessi, altrimenti tutto sarà vano.

Bisogna volersi bene, essere amore, viversi da innamorati; solo così potremo avere la possibilità di trovare la nostra interiorità, amandoci così come siamo, per poi poterla condividere con il nostro futuro partner. PER POTER DARE AMORE BISOGNA ESSERE AMORE, NON SI PUO’ INVENTARE L’AMORE, LO SI PUO’ SOLO VIVERE QUANDO NASCE IN NOI.
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Occorre essere pieni d’amore per poter condividere questo prezioso sentimento con un’altra persona. Non bisognerebbe mai pretendere l’amore dagli altri, soltanto occorrerebbe donare quello che già si possiede, incondizionatamente!

Per poter amare, bisogna prima essere completi in se stessi. Solo dopo aver riscoperto noi stessi con la nostra interiorità, potremo donare tanto amore senza mai pretendere nulla dall’altro, tranne che non voglia donarlo spontaneamente come frutto da condividere. AMARE NON SIGNIFICA FAR DIPENDERE LA NOSTRA FELICITA’ DAL NOSTRO PARTNER; SIGNIFICA SOLO DECIDERE DI STARE CON ESSO ALLO SCOPO DI POTER CONDIVIDERE L’AMORE CHE NASCE DAL NOSTRO INTIMO E CI DONA EQUILIBRIO E QUIETE.
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Il vero amore nascerà una volta che saremo in equilibrio con le nostre emozioni ed avremo superato i conflitti derivanti dal passato. Non bisogna avere fretta di trovare il partner giusto. Esso arriverà sempre e solo se saremo in grado di accoglierlo, né prima né dopo. PRIMA DI PRETENDERE L’AMORE, DOBBIAMO ESSERE IN GRADO DI POTERLO DONARE INCONDIZIONATAMENTE. 

Quando saremo finalmente capaci di donare amore senza pretendere nulla in cambio, in quel preciso istante faremo da specchio al nostro partner, il quale non potrà che ricambiare le nostre attenzioni amorose o andare via se non in risonanza con i nostri sentimenti.

LA VERA FORZA IN UN RAPPORTO AMOROSO CONSISTE NEL DARE E NON NEL RICEVERE, ALTRIMENTI DIVENTA UN RAPPORTO DESTINATO A CESSARE. Non bisogna essere avari nel rapporto amoroso, occorre aprirsi, donarsi senza aspettative in quanto, sé è vero amore, riceveremo sempre qualcosa in cambio dall’altro.

Quando si ama bisogna rispettare gli spazi del partner così come i suoi tempi. Ognuno, infatti, ha un proprio tempo e un modo tutto suo di donare amore all’altro. Mai pretendere nulla perché dove nasce la pretesa, là non c’è amore, soltanto commercio. L’AMORE NON SI DONA, NON SI VENDE, NON SI PERMUTA, SEMPLICEMENTE SI VIVE SENZA ASPETTATIVE NEI CONFRONTI DELL’ALTRO.
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Vivere l’amore significa vivere l’altro come nostro riflesso. Nel rapporto amoroso il partner ci dona sempre l’opportunità di poter crescere attraverso il confronto in quanto ci fa da specchio, permettendoci di poter evolvere. Vivendo l’altro, viviamo noi stessi in quanto parte di tutto il creato. Una relazione duratura dev’essere improntata sull’elasticità di entrambi i partner. Ciò permetterà il consolidamento e l’evoluzione del rapporto amoroso.

Poiché l’amore è l’esatto contrario della paura, occorrerà vivere la relazione senza paure di sorta legate a storie passate o ad aspettative riguardanti l’evoluzione del rapporto stesso. Bisogna vivere la relazione amorosa al presente, perché solo così si potrà riuscire a far nascere qualcosa che non sia riciclato in quanto derivante dal passato. LA PAURA INQUINA L’AMORE, MANTENIAMO QUINDI LA RELAZIONE PULITA DA QUESTO SENTIMENTO CHE E’ L’ESATTO OPPOSTO DI CIO’ DI CUI UNA RELAZIONE HA BISOGNO PER POTER CRESCERE NEL TEMPO.

Amiamo il partner nella diversità caratteriale, ideologica, nei gusti diversi dai nostri. In una parola, amiamo l’altro, accettandolo così com’è, senza cercare di cambiarlo in quanto questo è vero amore. Tutto quello che è diverso dall’accettazione di sicuro non è amore!

In una relazione non occorrerebbe forzare mai la propria natura, bisognerebbe semplicemente essere se stessi senza imitare nessuno, senza cercare di fare cose contrarie ai nostri principi solo per piacere all’altro. La relazione si chiama così perché si interagisce con un’altra persona a scopi costruttivi. In questa ottica non va vista come una prestazione nella quale si può essere giudicati in quanto il rapporto amoroso non è un esame.
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Una relazione costituisce la libera espressione dei propri sentimenti nei confronti della persona amata, lasciando fluire ed evolvere il rapporto amoroso con naturalezza e senza forzature.

Solo permettendogli di esistere senza mai forzarlo, l’amore potrà mettere radici e fiorire nelle nostre Vite con estrema naturalezza e con la fragranza di un fiore appena sbocciato, dandoci la possibilità di un libero scambio evolutivo con la persona con la quale avremo deciso di condividere il nostro stato di felicità interiore.

Vincenzo Bilotta


domenica 22 novembre 2015

Osservarsi per cambiare

Oggi voglio parlarvi del fenomeno dell'osservatore, già ampiamente descritto dalla fisica quantistica nei termini che andrò fra poco a sintetizzare in maniera semplice. Prima, però, voglio porre in evidenza il fattore che mette in correlazione la fisica quantistica col buddismo.

Infatti, proprio come in fisica quantistica si parla del fenomeno dell'osservatore, anche nel buddismo, millenni prima della nascita della fisica dei quanti, si parlava dell'osservatore come dell'osservazione in se stessa, ciò in riferimento a specifiche tecniche che si utilizzano da sempre durante la meditazione. Dopotutto, non è solo in materia di osservazione che incontriamo dei punti d'incontro fra il buddismo classico e la fisica quantomeccanica.
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Anche il termine Maya, che nel buddismo sta ad indicare l'illusione dei sensi, viene ripreso dalla fisica quantistica, seppure in termini diversi, quando essa parla dell'illusione della materia, essendo quest'ultima solida solo in apparenza. In realtà, secondo la fisica quantistica anche il muro più duro è pura illusione, essendo questo costituito da particelle oscillanti ad altissima velocità che danno solo l'illusione della solidità, ciò a causa dell'altissima velocità di oscillazione stessa.

I primi a parlare dell'interazione tra oggetto osservato e soggetto osservante furono i fisici quantistici Werner Heisenberg, Niels Bohr e successivi. Essi descrissero questa interazione fra materia e individuo come il fenomeno dell'osservatore: in base a questo fenomeno, la semplice presenza di una persona durante un esperimento può portare a risultati diversi rispetto al caso in cui questa persona fosse assente.
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Certo, nel buddismo si parla di osservazione come metodo per distaccarsi dai propri pensieri allo scopo di trascenderli per potersene, infine, liberare per arrivare ad uno stato di "non mente", essenziale per espandere la coscienza durante la meditazione. Tuttavia, secondo me, il solo fatto di osservare i propri pensieri tendendo, per ciò stesso a farci uscire dal circolo vizioso che tenderebbe a farceli ripetere ossessivamente per un numero di volte pressoché infinito, ci permette, per ciò stesso, di cambiare.

A questo punto è facile trovare dei punti in comune fra la fisica quantistica e la meditazione buddista. In entrambi i casi, infatti, è facile scoprire come, attraverso la semplice interazione con un fenomeno (osservando il pensiero nel caso della meditazione o un determinato oggetto nel caso del fenomeno dell'osservatore rilevato in fisica quantistica), è possibile modificare il fenomeno stesso.
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Il solo osservare qualsiasi processo, sia esso un pensiero o un evento, ne modifica il finale. Ciò avviene ad opera del soggetto osservante e in base al suo stato d'animo. Se ad osservare un pensiero è una persona con un grado di consapevolezza basso, i risultati non saranno dei migliori. Mentre se, viceversa, ad osservare un pensiero, o un fenomeno, sarà una persona con una consapevolezza osservante esercitata ed una fede in qualcosa di più grande di lei, i risultati saranno pari alle aspettative dell'osservatore stesso.

In altre parole, si può osservare un fenomeno pensando a tutt'altro, oppure osservare un determinato accadimento pensando alla realizzazione di un suo possibile finale in base al proprio potere di osservazione esercitato. I risultati saranno diversi. In particolare, nel caso in cui il fenomeno sia osservato da un semplice passante, gli effetti dell'osservatore sul fenomeno osservato saranno diversi a seconda dell'umore dell'osservatore stesso, umore che determinerà ordini diversi di aspettative legate al fenomeno.
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Mentre, invece, nel caso in cui il fenomeno venga ad essere osservato da una persona che nutre aspettative fortemente positive ed orientate ad una felice evoluzione del fenomeno, i risultati saranno sempre positivi, ciò grazie anche al potere della fede.

Quanto detto vale anche per il lavoro su di se durante la meditazione. Quando si osservano i pensieri e per il fatto stesso della loro osservazione da parte nostra, in quel momento essi cambiamo. Questo cambiamento avviene grazie al fatto che, osservando il pensiero smettiamo d'identificarci con esso e ci eleviamo, per ciò stesso, ad un livello di coscienza superiore operando, per ciò stesso, un cambiamento duraturo e definitivo.

Ovviamente, per mantenere i risultati ottenuti attraverso l'osservazione di se come dei fenomeni che ci circondano, occorre esercitarsi nell'atto di creare la realtà in base alle proprie esigenze smettendo, al contempo, di continuare a credere che la Vita sia frutto del caso e che Dio sia lontano da noi.

Vincenzo Bilotta


domenica 8 novembre 2015

Il regno delle tenebre

Ognuno di noi arriva a percorrere il proprio cammino di crescita personale per svariati motivi. Si può essere, ad esempio, insoddisfatti della propria situazione di Vita, a seguito di un lutto, di un abbandono, di un lavoro perso o mai trovato... Diverse possono essere le vie che porteranno alla ricerca di quel "qualcosa di più" che sembra mancare nella Vita di certe persone e che, dopo certi accadimenti, esse cominceranno a ricercare.

Di questo cammino di ricerca ne parlo nel mio libro METAMORFOSI SPIRITUALE, YOUCANPRINT EDIZIONI, nel capitolo non a caso intitolato LE VIE DI ACCESSO ALL'ADESSO, al quale vi rimando per ulteriori approfondimenti (il capitolo puoi anche leggerlo direttamente qui digitando il titolo "Le vie di accesso all'adesso" nel motore di ricerca).
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Ovviamente, quando si deciderà, ad un certo punto della propria Vita, di intraprendere un determinato percorso di crescita personale allo scopo di dare un senso alla propria esistenza, si dovranno fare i conti con le proprie paure e convinzioni limitanti. Come ha avuto modo di leggere chi mi segue già da tempo nei precedenti articoli da me pubblicati, non basta volerlo, il cambiamento, perché si ottenga, occorre anche AGIRE ALLO SCOPO DI TRASFORMARE LA PROPRIA VITA.

Quando si comincia ad agire per trasformare la propria Vita, si dovrà prima attraversare quello che io chiamo il regno delle tenebre. Infatti, non è che un bel giorno ti alzi e cambi radicalmente o, meglio, pochi sono riusciti in questo, Eckhart Tolle, autore de IL POTERE DI ADESSO, uno fra i pochi. Ma anche Eckhart Tolle, prima del risveglio, ha dovuto attraversare il suo regno delle tenebre e sorbirsi la sua buona dose di paure irrisolte e convinzioni limitanti.
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Il fatto è che, quando decidi di intraprendere un determinato percorso di crescita dovrai inevitabilmente cominciare a fare "pulizia" al tuo interno, aprendo "stanze" che in precedenza, un pò per paura, un pò per pura indolenza spirituale, non hai mai aperto e delle quali, di conseguenza, non conosci le condizioni né il contenuto.

Un lavoro elaborato, insomma, che richiede tempo, dedizione e coraggio. Bisogna aprire il proprio cuore, infatti (cor-agere), per riuscire ad accogliere il cambiamento cominciando, nello stesso tempo, ad amarlo e desiderarlo al proprio interno. 
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Quando tutto è pronto accade spesso che gli ultimi a saperlo saremo noi... Sì, avete capito bene! Il più delle volte, infatti, non è che cambi perché lo vuoi, il cambiamento è obbligatorio a prescindere da ciò che ne potresti pensare in merito. Insomma, arrivato ad un certo punto della tua Vita, quando verranno a realizzarsi determinate condizioni affinché il cambiamento possa verificarsi, si hanno due scelte: cambiare o perdersi nelle tenebre.

Molti non scelgono perché o hanno troppa paura o sono troppo addormentati e intontiti dal continuo cicaleccio mentale. In questi casi, queste persone-zombie, non scegliendo scelgono di perdersi nelle tenebre. Perdersi nelle tenebre significa far finta che vada tutto bene aiutando il raggiungimento di questo stato di pseudoequilibrio attraverso l'assunzione di droghe, il sesso, l'alcool, gli sport estremi e, in generale, cercando tutto ciò che possa dare un refrigerio sia pur momentaneo dall'attività mentale disfunzionale e totalmente incontrollata.

Chi, invece, riesce ad andare oltre le proprie paure, dovrà, suo malgrado, attraversare il regno delle tenebre. Solo dopo aver attraversato e superato questo regno fatto di conflitti irrisolti, paure e schemi ereditati dal passato, ci si potrà considerare avanti nel percorso di crescita personale.

Molti sono stati per molto tempo nel regno delle tenebre ma non se ne sono mai accorti in quanto hanno sempre creduto che quella fosse la normalità. Del resto, se ci si limita a guardare in giro, si potrà notare che oltre il 90% della popolazione mondiale risiede in pianta stabile in questo regno dell'oscurità totale.
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Capita che ci si abitui al buio e così, di conseguenza, la luce sarà troppo fastidiosa per poter essere riconosciuta e desiderata dall'occhio che ha sempre vissuto nell'oscurità. Paradossalmente in questi casi, queste persone troveranno più confortevole il buio dell'inconsapevolezza e lo sceglieranno alla luce del risveglio dal sogno di materia.

Qualsiasi situazione di Vita stiate vivendo in questo preciso istante, per quanto pesante e senza via d'uscita possa apparire ai vostri occhi, sappiate che siete solo in un periodo di transizione, una sorta d'inferno dantesco (Dante illustra magnificamente gli stati mentali umani attraverso il percorso descritto ne LA DIVINA COMMEDIA) dal quale potrete uscire, non senza un serio lavoro su di sé, se lo vorrete davvero e AGIRETE DI CONSEGUENZA.
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Da oggi potrete, se DAVVERO lo vorrete, usare qualsiasi vostra situazione di Vita che non riuscite ad accettare (lutto, abbandono da parte del partner, lavoro perso, incomprensioni familiari) come spunto per evolvere capendo che quello che state attraversando in questo momento è un percorso iniziatico che vi sta portando a passare dal regno delle tenebre.

Se riuscite ad accettare la vostra situazione di Vita abbandonandovi ad essa e non opponendovi più resistenza, vedrete che presto questo stato di accettazione vi porterà a fare luce nella vostra situazione di Vita illuminando, finalmente, questo regno delle tenebre e facendovi scoprire che, quelli che credevate essere scheletri nel vostro armadio in realtà erano solo delle grucce abbandonate nell'oscurità.

Vincenzo Bilotta

lunedì 2 novembre 2015

Risvegliarsi

Mancano pochi giorni ormai all'uscita del mio nuovo libro METAMORFOSI SPIRITUALE, YOUCANPRINT EDIZIONI. Questa sera ho il piacere di condividere con voi nel mio blog uno dei suoi capitoli. Vi ricordo che sarà disponibile, così come L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA, YOUCANPRINT EDIZIONI, (mio primo libro), presso le vostre librerie di fiducia oppure online, fra gli altri canali, su: YOUCANPRINT, MACROLIBRARSI, IL GIARDINO DEI LIBRI, FELTRINELLI, MONDADORI, HOEPLI, AMAZON, IBS. Buona lettura e grazie!

Vi siete mai guardati attorno al mattino uscendo da casa? Riuscite a vedere ancora ciò che vi circonda o vi limitate a vivere nei vostri programmi mentali di Vita quotidiana? Beh, buona parte della gente vive una Vita programmata, in cui non c’è spazio per la contemplazione né, tantomeno, per la presenza consapevole necessaria a percepire e respirare l’odore di un fiore.

Quando esco, mi saltano all’occhio gli stati inconsapevoli in cui versa la maggior parte della gente. Essi corrono e si affannano, vivono fin troppo seriamente una Vita che scorre sotto i loro occhi senza che ne riescano a godere appieno, presi come sono dai problemi creati dalle loro menti iperattive.La gente non è mai presente a ciò che fa. 

Essa vive in una condizione mentale la quale, spesso, lungi dal far percepire la realtà esterna, costringe gran parte delle persone a vivere in un mondo che esiste solo nelle loro teste. La gente vive in uno stato di sogno, dove smette di esistere una percezione oggettiva degli accadimenti, così come delle persone, per lasciare spazio ad una visione soggettiva basata su processi automatici ed associativi all’interno dei quali viene a perdersi la realtà delle cose così come sono.

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Questo stato d’inconsapevolezza porta a diverse conseguenze. Prima fra tutte, l’inconsapevolezza porta allo svolgimento di lavori in cui spesso sono riscontrabili errori dovuti alla mancata presenza mentale totale (incidenti sul lavoro per distrazione). Essendo inconsapevoli, inoltre, si è più facilmente soggetti a cadere vittime dei messaggi subliminali con i quali ci bombardano costantemente i mass media allo scopo di indurci ad acquistare determinati prodotti o a votare un determinato partito politico.

Altra e non meno importante conseguenza di questo stato di sonno è il verificarsi della condizione di malattia e stress di cui quasi tutti soffrono a causa del distacco dalla realtà provocato dal vivere troppo nella mente. Occorre un risveglio collettivo affinché si possa uscire dallo stato di sonno ipnotico in cui versa la maggior parte della gente. 

Questo è possibile attraverso diverse tecniche meditative, ma anche semplicemente prendendo consapevolezza del mondo esterno attraverso l’attenzione che si può prestare durante lo svolgimento delle azioni quotidiane. Basterà la nostra semplice presenza oltre che fisica anche mentale, per permetterci un graduale risveglio dallo stato sub-ipnotico ed un ritorno alla realtà che sempre ci ha circondato, ma che raramente abbiamo percepito.

Ma occorre precisare che, affinché il risveglio sia totale, occorrerà imparare a difendersi dai subdoli messaggi subliminali con i quali ogni giorno ci tartassano i mezzi di comunicazione di massa allo scopo di ottenere qualcosa da noi, spesso con l’inganno e approfittando del nostro scarso stato di presenza mentale. Bisogna imparare a scegliere indipendentemente da ciò che il sistema vorrebbe realizzassimo per alimentarlo; semplicemente dobbiamo imparare, attraverso il risveglio, a fare ciò che nasce dal nostro stato di consapevolezza più profonda.

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Solo attraverso il nostro risveglio totale potremo ottenere questi risultati e far sì che anche gli altri, chi è pronto a farlo, possano risvegliarsi assieme a noi. Il fatto di aver raggiunto lo stato di risvegliati, comporterà una responsabilità nei confronti delle altre persone ma non necessariamente un obbligo. Potremo aiutare le persone che ce lo chiederanno e avranno la volontà di ascoltare i nostri consigli, ma senza pretendere di “salvare” coloro i quali chiederanno per semplice curiosità senza poi fare nulla o quelli che mostreranno un disinteresse totale sull’argomento. 

Solo chi è davvero pronto può svegliarsi. Basta accendere la Tv o leggere i giornali per rendersi conto del clima in cui versa il mondo di oggi: violenze, omicidi, governi fallimentari e sfruttatori, sono ormai all’ordine del giorno e fanno parte del vivere quotidiano al quale si è adattata supinamente la maggior parte della gente. Ma vi siete mai chiesti il motivo per cui molte cose accadono senza che si possa avere su di esse un controllo apparente?

Secondo me, tutto ciò è dovuto proprio al fatto che la maggior parte delle persone non ha ancora capito che non esiste nessun obbligo per cui lo stato delle cose attuali debba rimanere così; esso, infatti, può essere cambiato in qualsiasi momento. Basterebbe cominciare a pensare con la propria testa, senza farsi più influenzare dai mezzi di comunicazione manipolatori e subdoli provenienti dai mass media.

Occorre comunque dire che dietro i mass media stanno spesso delle associazioni segrete delle quali fanno parte persone altamente evolute aventi lo scopo di manipolare e controllare il genere umano a proprio esclusivo vantaggio, condizionandone le scelte e i comportamenti attraverso i mezzi di diffusione di massa dei quali sono proprietari, arrivando, spesso, nelle case delle persone ed effettuando un vero e proprio brainwashing (lavaggio del cervello).

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Tutto ciò può essere evitato se si inizia ad avere una certa consapevolezza, specie se si guarda molta Tv. Durante la visione di determinati programmi, infatti, i suoni e i colori in essi contenuti inducono, nei soggetti che li seguono, uno stato sub-ipnotico, durante il quale essi diventano facilmente manipolabili. Ciò non significa che non si dovrà più guardare la Tv. 

Bisognerà solo essere vigili e consapevoli di ciò che si vede ed ascolta durante la trasmissione dei programmi, allo scopo di poter filtrare la spazzatura contenuta al loro interno al fine di poter preservare la nostra integrità mentale.Ma, perché si possano cambiare sistema economico, governi fallimentari e quant’altro non coincide con le aspettative della stragrande maggioranza delle persone, occorre un risveglio delle masse. 

Bisogna che la gente inizi ad essere educata ad avere una visione diversa da quella che ha avuto fino ad oggi di quelli che sono gli accadimenti quotidiani, allo scopo di permetterle di codificare in maniera vantaggiosa, per sé e i propri cari, ciò che si manifesta nel mondo esteriore.Solo così si otterrà un cambiamento in meglio di tutta l’economia, finanza, governi e una diminuzione della criminalità. 

Chi commette crimini, spesso lo fa perché l’ambiente in cui è cresciuto non gli ha lasciato altra scelta. La mancanza di consapevolezza non è dovuta a fattori ereditari, piuttosto essa deriva dal fatto che chi è preposto all’educazione dei giovani è anch’egli inconsapevole ed addormentato. Dopotutto, se una persona ha dentro di sé il caos, inevitabilmente non potrà che portarlo anche nel mondo circostante nel quale quotidianamente vive.

(Immagine presa dal web)
Il risveglio è già in atto. Molta gente si prodiga, attraverso seminari e libri, allo scopo di risvegliare nuovi stati di coscienza nelle persone comuni, per poterle liberare dai gioghi derivanti dalle convinzioni limitanti ereditate attraverso l’educazione ricevuta da bambini, da persone sicuramente anch’esse inconsapevoli.

Non commettiamo l’errore d’incolpare i nostri genitori della nostra inconsapevolezza perché non è quella la strada, in quanto anch’essi erano stati a loro volta educati da persone inconsapevoli. Occorre semplicemente chiudere col passato, senza cercare colpevoli da immolare come capri espiatori. PER RISVEGLIARSI BISOGNA RINASCERE NELL’ETERNO PRESENTE, CREANDO MOMENTO PER MOMENTO LA REALTA’ CHE PIU’ SI ADATTA ALLA REALIZZAZIONE DEI NOSTRI SCOPI.

(La copertina del mio libro)
A volte potrà accadere che, nonostante si frequentino seminari o si leggano libri, il risveglio non avvenga. Ciò sarà dovuto al fatto che, determinate persone, per risvegliarsi, necessitano di vivere delle esperienze caratterizzate da sofferenza per loro o per i propri familiari. Questo costituirà, spesso, l’occasione per liberarsi definitivamente dal dolore e raggiungere lo stato di pace interiore.


LO STATO DI RISVEGLIATO E’ CARATTERIZZATO PIU’ DAL SENTIRE CHE DAL CONOSCERE. Esso è uno stato profondo dell’essere che va al di là delle parole. Quando si aprono gli occhi alla realtà, la mente diventa un mezzo smettendo, al contempo, di essere un tiranno come, invece, era stata fino a quel momento.

Vincenzo Bilotta

domenica 25 ottobre 2015

Perle ai porci

"Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi". (Mt. 7,6)

Chi lavora seriamente su di sè sa già quanto sia complesso e quotidiano il lavoro che si dovrà compiere allo scopo di rimodellare la propria mente epurandola, al contempo, da tutta la spazzatura accumulata durante il processo di educazione programmatica. Dopo aver svolto un lavoro quotidiano, articolato in maniera diversa in base alle proprie attitudini e preferenze, si va salendo pian piano in consapevolezza e creatività.

I concetti acquisiti attraverso il duro lavoro vanno, però, custoditi con amore. Nessuno può regalarci la consapevolezza, ciò per il semplice fatto che la consapevolezza E' GIA' IN NOI. Chi è già consapevole può solo indicarci la strada da seguire, non può, tuttavia, percorrerla per noi.

Quando avremo acquisito un certo equilibrio nella nostra Vita, ciò attraverso la meditazione, l'informazione, la ricerca indipendente, sarà naturale voler condividere le nostre conoscenze allo scopo di migliorare la Vita anche dei nostri cari e, in generale, di coloro i quali si relazionano quotidianamente con noi, dando loro, al contempo, spunti di riflessione e visioni alternative di una realtà che, spesso, viene percepita come immodificabile quanto cristallizzata.
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Potrà accadere, però, in questi contesti, di venire criticati, derisi o considerati "strani" per le idee che si tentano di condividere e per il fatto stesso di averle sviluppate. Per le persone addormentate è più facile criticare e deridere ciò che non conoscono, piuttosto che cambiare se stesse. Il cambiamento, infatti, costa fatica e lavoro.

Come avrete avuto modo di leggere dal brano del vangelo in apertura di questo articolo, perfino Gesù avvertiva più di duemila anni fa del rischio che si corre dando le perle ai "porci". Si corre il rischio che "le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi".

Chi non è pronto o non vuole lavorare su di sé perché non gliene frega assolutamente nulla, non dev'essere in alcun modo introdotto in discussioni riguardanti l'evoluzione dell'essere umano e la crescita della sua consapevolezza. Imparate a comportarvi in base alle circostanze, ciò per evitare il rischio di sprecare tempo ed energia in maniera poco proficua sia per voi che per gli altri.

Se siete al bar e prendete un caffè con l'amico d'infanzia che però vuole parlare solo di calcio, auto, donne o musica, adattatevi al contesto, risparmierete un sacco di energia! Se, viceversa, scoprite che un vostro conoscente vi nomina determinati libri o vi annuncia di aver cominciato un percorso di consapevolezza, in quel caso sentitevi liberi di poter parlare la vostra lingua senza paura di sentirvi giudicati.
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Tutto dipende dalle circostanze. Bisogna sviluppare una personalità molto flessibile ed adattiva, allo scopo di potersi destreggiare in maniera brillante in qualsiasi situazione senza correre il rischio di risultare noiosa o "strana".

Ricordate che ci sono tre categorie di persone con le quali è meglio evitare di parlare di lavoro su di sé. La prima è costituita da coloro i quali stanno bene così e non cercano altro. Lasciateli in pace, perché infarcirli di nozioni delle quali non hanno assolutamente bisogno? Dopotutto OGNUNO RAGGIUNGE IL PROPRIO EQUILIBRIO IN MODI DIVERSI.

La seconda categoria è costituita da coloro i quali hanno bisogno d'aiuto ma non lo chiedono. In questo secondo caso sarebbe meglio far sapere loro che si è disponibili ad aiutarli facendogli presente, però, che spetta a loro CHIEDERE. Diversamente, lasciateli in pace, rischiereste di ergervi a salvatori del mondo (per approfondire l'argomento puoi leggere il mio articolo intitolato IL PERCORSO INIZIATICO).

La terza categoria, infine, è costituita da coloro i quali hanno bisogno d'aiuto, lo chiedono ma poi non hanno il coraggio di cambiare restando, per ciò stesso, al punto di partenza. Questa categoria di persone è costituita da coloro i quali leggono centinaia di libri, non si perdono un seminario, meditano tre ore al giorno ma, in sostanza, non hanno poi il coraggio di allontanare le persone con le quali non vanno più d'accordo, non smettono (tra una meditazione e l'altra) di giudicare se stessi e gli altri e, in generale, NON FANNO NULLA DI CONCRETO PER CAMBIARE SIA DENTRO CHE FUORI.

Imparate un pò di sano egosimo, decidete di lavorare su di voi, condividendo ciò che avete acquisito solo con chi può aiutarvi a migliorare le vostre conoscenze attraverso UNO SCAMBIO DI ENERGIE ALLA PARI, non inferiore al vostro. Frequentate seminari, leggete libri, condividete le vostre esperienze con chi è nel cammino come voi, gioite delle conoscenze acquisite badando bene, però, a non gettarle ai "porci". 

Vincenzo Bilotta 




domenica 11 ottobre 2015

Legge di azione-reazione

"Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti". (Mt. 7,12)

Oggi voglio parlarvi della legge di azione-reazione. Ognuno di noi compie delle azioni e, proprio nel momento in cui le compie, è come se caricasse una molla gigantesca. Quante più azioni si compiranno, tanto più questa molla si caricherà. Essa farà ciò, fino ad arrivare al limite estremo di compressione per il quale è stata tarata dall'universo stesso per poter compiere il suo lavoro.
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Qual'è il lavoro di questa molla, una volta caricata? RESTITUIRCI CON GLI INTERESSI CIO' CHE ABBIAMO DATO! Ecco che qui si apre lo spazio alle riflessioni. Ci si comincia a chiedere che tipo di azioni si sono compiute. Gesù stesso, come potete leggere dalla frase di apertura dell'articolo di quest'oggi, dice: "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti".

Cosa significa tutto questo, tradotto in termini di azione-reazione? Gesù, da grande fisico quantistico quale è stato, ci avvisa di caricare la molla delle azioni SOLO CON QUELLE CHE VORREMMO RICEVERE NOI STESSI DAGLI ALTRI. Ciò significa agire senza aspettative, con altruismo, disinteresse, gioia nell'aiutare il prossimo per il solo piacere di farlo. Del resto, anche se non pretendiamo nulla da colui il quale riceverà il nostro aiuto dalle nostre azioni, esso ci verrà restituito con gli interessi, SEMPRE.
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Magari ciò non avverrà nell'immediato, potranno passare mesi, anni, non c'è una data certa, dopotutto questa molla dev'essere prima caricata per poter poi scattare col contraccambio. Quindi, quando capita che si subiscono cattive azioni da parte di persone più o meno vicine, quelle persone, prima o poi, le riceveranno a loro volta con gli interessi.

Va detto che, chi agisce a fin di bene, lo fa con l'Anima e il cuore. Il suo comportamento deriva da una ritrovata connessione fra Anima e cuore, le sue sono AZIONI compiute nel QUI E ORA senza gli schemi ripetitivi legati al passato o eventuali ansie dovute ad un futuro incerto. Chi è nell'Anima, infatti, agisce nell'ETERNO PRESENTE, uscendo, per ciò stesso dallo spazio-tempo, tipico regno del mentale.
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Viceversa, chi agisce con intenti egoici e allo scopo di arrecare danno agli altri per trarne profitti esclusivamente personali, lo fa con la mente e i suoi vissuti. Questo tipo di persona ha quasi sempre agito in questo modo attraverso schemi ripetitivi legati allo spazio-tempo (passato, futuro, MAI presente). Egli non conosce il QUI E ORA, lo ignora totalmente in quanto non ha ricontattato la sua Anima e, per ciò stesso, è incapace di ascoltare il suo cuore.

Sia chi AGISCE (Anima e cuore) che chi RE-AGISCE (mente coi suoi vissuti), caricano una molla regolata dalla legge dell'attrazione (se vuoi conoscere di più in merito, leggi l'articolo intitolato LA LEGGE DELL'ATTRAZIONE). E' attraverso la legge dell'attrazione, infatti, che viene caricata questa molla. In tal modo, quando la molla è carica, l'universo ci restituirà ciò che avremo caricato in essa coi relativi interessi.
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I risultati, come potete ben capire, saranno profondamente diversi. E' molto importante agire con fini positivi ed evolutivi per l'intero genere umano. Ciò non significa diventare delle persone destinate a subire torti o a soccombere per amore di non ricevere, a nostra volta, i torti che abbiamo fatto. Significa, semmai, agire in unione col Tutto, preservandosi, ovviamente dalle eventuali furberie di chi, non conoscendo questi processi, potrebbe scambiare il nostro modo di agire per dabbenaggine.

Vincenzo Bilotta

domenica 27 settembre 2015

Discesa agli inferi

Il lavoro su di sé comporta una scelta di Vita che porterà, se seguita, ad una trasformazione prima interiore e poi, di conseguenza, esteriore. Tutto ciò che noi facciamo per crescere interiormente avrà effetti in automatico anche nel nostro mondo quotidiano.

Ma prima di poterci evolvere occorrerà fare i conti coi nostri demoni e, per far ciò, bisognerà discendere agli inferi allo scopo di affrontarli faccia a faccia in uno scontro senza esclusione di colpi. Ognuno di noi viene tormentato da uno o più demoni. Per demoni, qui, intendo non solo quelli che si vedono nei film horror ma, in generale, tutte le nostre paure che ci zavorrano e non ci consentono di arrivare dove vorremmo.
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Come dicevo prima, bisogna affrontare i propri demoni se davvero si vuole evolvere, altrimenti sarà un lavoro di presa in giro di se più che un lavoro su di sé! Perché discendere agli inferi? A che scopo discendere invece di ascendere? Se vi siete posti queste domande, la risposta risiede nel fatto che PRIMA DI POTER ASCENDERE BISOGNA DISCENDERE.

Solo discendendo e affrontando i propri demoni, infatti, potremo liberarci da tutti quei pesi che, fino ad oggi, non ci hanno consentito di salire un granché verso l'alto. I demoni, infatti, ci zavorrano, ci trattengono nel nostro lavoro di ascesa. Proprio come in un girone dantesco (nessuno meglio di Dante ha mai rappresentato il percorso iniziatico), i demoni ci tratterranno per le caviglie per farci rimanere con loro per l'eternità.

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Dopotutto i demoni fanno il loro lavoro che è quello di mantenerci fermi dove siamo o, al massimo, farci andare indietro, MAI avanti, non ne hanno nessun interesse perché perderebbero il nutrimento.

I demoni si nutrono delle nostre emozioni negative e le alimentano per crescere dentro di noi e rinchiuderci per sempre con loro nei gironi infernali della nostra mente. Più proviamo paura, rabbia, odio, risentimento, desiderio di vendetta, gelosia, invidia, più i nostri demoni ci tengono in pugno.
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Il lavoro di discesa agli inferi, si sa, non è gradito a nessuno per il dispendio energetico che comporta e per le sorti incerte della battaglia. SOLO CHI E' PRONTO AD ASCENDERE PUO' DISCENDERE. Molte persone sono perse negli inferi delle loro paure e, possibilmente, ci rimarranno fino alla loro morte fisica.

Non è semplice guardare in faccia le proprie paure ed, in generale, i propri demoni interiori, senza correre il rischio di perdersi per sempre. A quel punto nessuna ascesa sarebbe più possibile! Con ciò non bisogna lasciarsi bloccare dalle paure, altrimenti la partita sarà persa ancor prima di cominciare!
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Solo discendendo agli inferi, ed entrando nelle fiamme dei gironi infernali, potremo purificare la nostra mente, ciò grazie alle fiamme della consapevolezza che altro scopo non hanno se non quello di farci ascendere verso i cieli di una consapevolezza più profonda, una volta che saremo risorti dalle ceneri delle nostre paure come una sorta di Araba Fenice. 

Vincenzo Bilotta

domenica 13 settembre 2015

Cos'è la libertà?

     "Un'idea può rendere schiavo l'uomo libero, un'altra idea, invece, può rendere libero l'uomo schiavo". (Vincenzo Bilotta, L'arte della consapevolezza)

Quella di libertà è un idea soggettiva e relativa. Essa, infatti varia da paese a paese e dipende dalle culture, usi, costumi nonché dai sistemi politici in atto. Spesso, quando si parla di libertà, mi viene chiesto: "Ma se viviamo in una democrazia, c'è libertà di stampa, di culto e di libera iniziativa, perché parlare di libertà se essa è implicita nel sistema?".

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Questo tipo di domanda apre spazio ad argomentazioni delle quali si potrebbe parlare per giorni, ognuno col suo punto di vista personalissimo, ognuno con le sue argomentazioni. Intanto, in una società come la nostra, con un sistema mediatico manipolato dall'alto dove l'iniziativa del singolo è disincentivata da un sistema di tassazione repressivo, non parlerei di democrazia. Ad ogni modo, non spetta a me parlare di politica, io mi occupo soltanto di lavoro su di sé ed evoluzione spirituale.

Premesso ciò, vorrei esprimere a proposito della libertà, la mia opinione personale. Essendo un'opinione personale, sarà diversa dalle opinioni comuni della massa abituata ormai a pensare con un unico cervello collettivo da pecora. Ciò lo trovo giusto e naturale. Il bello, del resto, sta proprio nella diversità! Anzi, se ci fosse più gente che non si adeguerebbe alle opinioni della massa, si vivrebbe da UOMINI e non da pecore.
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Non basta vivere in un sistema democratico per essere liberi. La vera libertà nasce da noi, è dentro di noi, ciò fin dalla nostra nascita. Quando parlo di libertà mi riferisco non alle libertà che si danno per scontate in un sistema democratico. Non è con la libertà di parola o di stampa che un uomo può definirsi libero e completo.

Almeno non un uomo che lavori su di sé. Chi è nel cammino di ricerca, infatti, sa bene che non bastano le libertà garantite da uno stato democratico per definirsi persone libere. Ciò perché queste sono libertà esterne, legate a situazioni che non dipendono dal singolo individuo ma da eventi frutto di decisioni legate a contingenze politiche e a decisioni prese dall'alto.
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Chi lavora su di sé sa benissimo che, per essere una persona libera, per diventare una persona DAVVERO libera, dovrà eliminare tutti gli strati, costituiti da convinzioni limitanti, accumulati attraverso il processo educativo-programmatico.

La libertà è già dentro di noi. Questa libertà, NESSUNO potrà portarcela MAI via. Basta riscoprirla, riconoscerla, RICORDARSI di essere nati liberi. Ormai la maggior parte delle persone vive in una prigione senza sbarre, formata dalle proprie convinzioni limitanti sulla Vita, sulle persone, su di sé e sulle proprie potenzialità. In altre parole, viviamo credendo di essere ciò che ci hanno insegnato a credere da piccoli attraverso un'educazione volta a creare degli zombie destinati ad alimentare il sistema.
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Ricordo che molto tempo fa possedevo un canarino. Egli era nato e cresciuto in cattività. Di conseguenza lo tenevo in una gabbia, pur avendolo abituato ad uscirne con una certa frequenza. Un giorno, stanco di vederlo rinchiuso, decisi di liberarlo. Feci ciò aprendo la gabbia e posando il canarino sul pavimento del balcone. L'indomani mattina lo trovai per come lo avevo lasciato! Esso era vicino la gabbia e non aveva nemmeno accennato a volar via!

Noi siamo così. Se ci facessero notare che siamo creature libere, probabilmente molti di noi cercherebbero subito altri tipi di dipendenza simili alla scienza, religione o, in generale, a qualcosa che possa dar loro un punto di riferimento. CI HANNO INSEGNATO A VIVERE DA SCHIAVI MA NOI SIAMO, FIN DALLA NASCITA, PERSONE LIBERE E MOLTO, MOLTO POTENTI.

Non abbiate paura, quindi, a sperimentare la vostra libertà personale, liberandovi dalle zavorre ereditate dal passato e, in generale, da un processo educativo-programmatico. Non dimenticate in ogni caso che, una volta aperta la gabbia, dovrete cominciare ad esercitarvi nel volo, essendo le vostre ali da troppo tempo fuori esercizio, a causa del vostro permanere all'interno delle sbarre delle vostre stesse convinzioni limitanti.

Vincenzo Bilotta

domenica 30 agosto 2015

Dio esiste?

Avete letto il titolo? Bella domanda, vero? Quanti di voi non se lo sono mai chiesto? Questa domanda, tuttavia, è secondaria rispetto a: dov'è Dio quando ho bisogno di lui, quando la gente muore, quando si combatte l'ennesima, quanto inutile, guerra fra popoli per il dominio di una nazione su di un'altra?
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Dio esiste, ma esiste anche il libero arbitrio che ci ha donato. Immaginate il mondo come una grande casa della quale siete gli inquilini. Mi seguite fin qui? Bene! Immaginate ora che Dio sia colui il quale ha costruito questa grande casa e vi consegni le chiavi all'atto dell'acquisto della stessa da parte vostra. Vi piacerebbe se il costruttore, dopo avervi venduto la casa, tenesse le doppie chiavi e venisse a tutte le ore senza avvisarvi, al solo scopo di controllarvi?

Penso proprio di no! Allo stesso modo Dio, quando le vostre Anime si sono incarnate nei vostri corpi, vi ha consegnato le chiavi del mondo-casa dove avreste abitato dopo la vostra nascita. Queste chiavi metaforiche non sono altro che il LIBERO ARBITRIO del quale ci ha dotati Dio stesso.

Attraverso il libero arbitrio, NOI E SOLTANTO NOI siamo in grado di decidere della nostra Vita. Sempre attraverso il libero arbitrio prenderemo le decisioni più importanti per noi e per la nostra evoluzione. Dio esiste proprio perché e nella misura in cui esiste il libero arbitrio. Non potrebbe essere altrimenti.

Perché poi vi lamentate e cercate l'esistenza di Dio o di un'entità superiore proprio quando vi trovate in difficoltà? Spesso tante persone si avvicinano a Dio dopo essersi messe in pensione o dopo aver vissuto eventi particolarmente drammatici nella propria esistenza. E prima? Chissà se almeno loro si erano mai poste domande relative all'esistenza di Dio.
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Io credo che Dio esista nelle nostre azioni, nell'aria che respiriamo, nelle persone che incontriamo, nei minerali che riempiono le profondità del sottosuolo. Dio esiste in un raggio di sole, in una decisione presa, in un amore provato, in un amore perduto, nel fatto stesso di vivere ed agire. Dio esiste nell'azione come nell'inazione, nella paura come nell'amore.

Dio è e basta. Noi siamo stati creati a sua immagine e somiglianza e veniamo al mondo, in quanto Anime, per farne esperienza attraverso la condizione umana e "adottando" un corpo. Proprio perché umani ed in quanto tali, possiamo riconoscere Dio!

Se non ci fosse il buio, come potremmo apprezzare la Luce? Se non si avesse paura, come si potrebbe provare amore? Se non si conoscesse la morte e la sofferenza, come si potrebbe ringraziare la Vita per ogni singolo giorno in cui ci permette di viverLa?

Amatevi ogni giorno in quanto Dio vi ha creati a Sua immagine e somiglianza. Sorridete di ogni esperienza senza classificarla e senza richiedere l'aiuto di nessuno, semplicemente VIVETELA COSI' COM'E'. Questo è libero arbitrio, questo è segno che DIO ESISTE E VI AMA PROPRIO PERCHE' VI LASCIA LIBERI DI POTER COMPIERE IL VOSTRO PROGETTO ANIMICO SENZA INTERFERIRE IN ALCUN MODO.
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Smettetela, quindi, di lamentarvi, perché Dio esiste! Se ogni vostra azione fosse pilotata dall'alto e non esistesse il libero arbitrio, allora sì che potreste affermare che Dio non esiste e al suo posto esiste un tiranno che vi costringe a compiere determinate azioni nel vivere quotidiano. Invece gioite del fatto che, attraverso il libero arbitrio, Dio vi consente ogni giorno di compiere le scelte giuste PER VOI e per l'evoluzione della vostra Anima su questo piano di esistenza.

Vincenzo Bilotta