domenica 17 febbraio 2019

Vera natura ed identità anagrafica

Quando nasciamo, noi SIAMO. Nasciamo connessi con la nostra vera natura, che è al di là del nome, del sesso, della razza, della forma, dei possedimenti, SIAMO e basta. In quel momento siamo lavagne pulite, direttamente connessi col Divino che è in noi e, in quel momento e fino a quando non ci verrà da altri attribuita un'identità anagrafica, saremo in uno stato naturale di creatività.

Poi, come accade per tutti, subentra il processo educativo, la definizione maschio/femmina, bello/brutto, buono/cattivo e da quel momento tutto cambia. C'è un cambio di rotta radicale, si comincia ad essere definiti dall'esterno, dai nostri genitori, insegnanti, allenatori, amici, preti. Ci viene attribuito un nome, un domicilio, delle proprietà.
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Studiando acquisiremo dei titoli e con quelli saremo chiamati, dottore, onorevole, architetto, panettiere, operaio. Ma siamo veramente tutto ciò? No! Questo è solo un allontanamento dalla nostra vera natura, dalle nostre origini Divine, dal nostro stato creativo che, tuttavia e per fortuna, resta in noi allo stato dormiente.

Noi non siamo il nostro nome, il nostro titolo, le nostre proprietà, le nostre emozioni, il nostro conto in banca, la nostra relazione sentimentale, l'auto posteggiata sotto casa... Questi sono solo segni distintivi, identità esterne a noi. Noi SIAMO e basta!
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Quando cominceremo ad ESSERE senza nome, senza titolo, senza una precisa identità sociale, razziale o culturale che dir si voglia, allora e solo allora cominceremo ad avvicinarci alla nostra vera natura, al nostro vero stato, al nostro Dio interiore.

Chi riesce ad ESSERE torna, proprio per questo, ad attingere alle sue infinite potenzialità interiori sopite, sì, ma mai perdute. L'Anima torna a cantare melodie che prima il cuore non riusciva ad udire per il troppo caos mentale. Questa ristabilita comunione fra Anima e cuore determina uno stato di apertura di quest'ultimo.
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Chi riesce ad aprire il proprio cuore, comincerà a vivere uno stato d'innamoramento. Questo Amore sarà un Amore incondizionato verso tutto e tutti ma, soprattutto, verso se stesso. Chi si riconnette con la propria vera natura oltre la forma e la definizione può, finalmente, tornare ad amarsi come nessuno mai gli ha insegnato a fare, dopotutto nella nostra società ci viene insegnato un Amore verso le cose/persone a noi esterne, essendo visto l'Amore verso se stessi come egoistico e sbagliato, ciò per un retaggio religioso-culturale.

Ma quando la mente diventa silente tutto cambia, tutto si trasforma, tutto torna ad ESSERE ciò che, in realtà, è sempre stato. La differenza sarà data dal fatto che, una volta tornati alla propria vera natura, si riuscirà a percepire la gioia, l'entusiasmo, la gratitudine e l'Amore incondizionati propri dell'Anima, ciò perché si avranno OCCHI PER VEDERE E ORECCHIE PER ASCOLTARE la parola di Dio, quella che ognuno di noi ha portato sempre dentro di Sé e che è esprimibile con un solo verbo, un solo obiettivo, una sola azione: AMARE.
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La nostra vera natura, infatti, è Puro Amore Incondizionato che va oltre la forma, oltre il possesso, il nome e i titoli accademici, fino ad abbracciare l'infinito universo racchiuso in noi per farci tornare Coscienti delle nostre origini Divine e liberarci dal sogno di materia.

Vincenzo Bilotta

domenica 3 febbraio 2019

La Via verso la felicità

La felicità è una chimera per molti, frutto di sacrificio per altri, coronamento di un sogno prima di morire per la maggior parte. Per alcuni felicità significa auto di lusso, mobili antichi, super villa con piscina, successo, potere, elevarsi al di sopra della media, dominare le masse.

Spesso, però, nonostante si raggiungano questi traguardi, la felicità stenta ad arrivare, non arriva o, in alcuni casi, pur arrivando sparisce dopo poco tempo senza lasciare nessun senso di appagamento o crescita da parte di chi la sperimenta.
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La verità è che la Via verso la felicità è breve, dritta e senza ostacoli, se solo la si guardasse con gli occhi di un bambino. Perché, dovreste saperlo già, i bambini trovano le soluzioni a tutti i problemi, provano gioia nello sporcarsi in una pozzanghera di fango e, soprattutto, sono felici per il solo fatto di poter sperimentare la Vita, il gioco, il solo fatto di ESSERCI, di ESISTERE.

Succede, però, che accanto ai bambini felici ci siano altri bambini feriti, più comunemente chiamati adulti. Questi adulti, dopo aver avuto determinate esperienze poco piacevoli e aver vissuto con paura la Vita, hanno il compito di rovinare anche... volevo dire educare, i bambini.
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Così la felicità non è più raggiungibile tramite la Via maestra. Se si vuole essere felici si deve sudare, lavorare, faticare, ci si sacrifica, si rinuncia, diventa tutto un calvario insomma. Sì, gli adulti e il processo educativo-programmatico riescono, come sempre, a distorcere la realtà anche in questo caso, facendo deviare la maggior parte delle persone dalla Via diretta e senza ostacoli verso la Vera Felicità obbligandoli, piuttosto, a compiere dei giri tortuosi attraverso labirinti creati da menti che hanno sperimentato la paura e l'hanno trasmessa sotto forma di "esperienza" attraverso il processo educativo-programmatico ai loro successori nel percorso formativo sperimentale terrestre da parte dell'umanoide medio-mediocre.

In famiglia ci viene insegnato che per essere felici bisogna fare, fare, fare per poi avere e poter, infine ESSERE. Ci viene detto dai nostri genitori, educatori, amici, partner e allenatori, che la felicità è raramente raggiungibile, di breve durata ed ottenibile solo dopo intensi sacrifici, sofferenze, lavoro.
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Nessuno ci ha mai detto che il raggiungimento della felicità ha un percorso inverso rispetto a quello indicatoci da chi ci ha educati e cresciuti. Invece di dover fare, fare, fare per avere ed, infine ESSERE, bisognerebbe avere Coscienza di Sé, della propria natura Divina, del fatto che la Vita è un gioco per poter, così, ESSERE ed ottenere senza fare, fare, fare...

Anche la Via verso la felicità, dopotutto, se ci riflettiamo, è fatta di cose semplici. L'abbraccio da parte di una persona cara, l'aiutare un amico che ha bisogno di noi perché sta attraversando un momento particolare della sua Vita, sedersi ad ammirare un tramonto, stare ad occhi chiusi in spiaggia, respirando la brezza marina e lasciandosi cullare dal suono delle onde del mare... Questa è la Via verso la felicità, questa è la strada che ci porta a Dio.
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Il sistema, purtroppo, è strutturato in maniera tale da farci cercare la verità fuori di noi. Così come ci viene insegnato che la realtà dimora al nostro esterno nelle cose materiali e negli attaccamenti, ciò allo scopo di creare dipendenza per poter servire da nutrimento al sistema stesso, anche per quanto riguarda la felicità le cose non stanno diversamente.

Ci viene insegnato che per essere felici bisogna avere il SUV, fare le ferie in località dai nomi impronunciabili, avere tante donne/uomini, vivere al di sopra della media in una modalità usa e getta e avanti la prossima moda/subcultura da troglodita tecnologico.
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La felicità, in realtà, dimora IN NOI, noi siamo la felicità senza far nulla, rimanendo in ascolto del respiro, rilassando ogni muscolo, sorridendo senza motivo, passando dallo stato di competitività a quello di collaborazione con il nostro prossimo. Questa è la vera Via verso la felicità.

Le cose esterne a noi, siano esse relazioni sociali, lavorative, sentimentali, beni di nostra appartenenza, raramente sono stabili, nessuno ci garantisce la loro durata all'infinito, noi stessi siamo come auto prese in leasing, i nostri corpi li consegneremo al momento della morte, non li porteremo con noi di certo.
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In un modo o nell'altro, tutto ciò che è esterno a noi è passeggero, non comporta una vera felicità e, se può essere motivo di felicità, avrà una durata limitata. Prima o poi ci si stanca dei "giocattoli nuovi" siano essi la donna/uomo di turno, il lavoro prestigioso, l'auto supersportiva. Per questo si vive di arrivismo, si cercano prestazioni da primato, è una compensazione di un vuoto incolmabile, perché questo vuoto non può, in realtà, essere riempito di esteriorità.

Il vuoto è interno a noi e l'unico modo per colmarlo è guardarci dentro, al costo di perdercisi, di provare terrore puro. Dentro questo vuoto sta tutto il nostro malcontento, tutta la nostra illusione di essere soli al mondo, tutti i desideri di beni superflui, droghe imposte dal sistema per renderci suoi schiavi e privarci del nostro potere Divino originario.
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Alla luce di quanto sopra esposto, quale potrebbe essere la soluzione? Secondo me bisogna tornare ad essere come dei bambini, non inteso come infantili ma, semmai, come persone dal CUORE PURO E APERTO. Dopo essere tornati puri di cuore si potrà tornare a giocare con la Vita, a meravigliarsi di un tramonto, ad esserci mentre si sta lavorando, si sta facendo l'Amore, si sta passeggiando, respirando o bevendo una tazza di caffè.

Perché la felicità dimora nelle piccole cose che ci lasciamo sfuggire ogni giorno per la troppa fretta, per le troppe elucubrazioni mentali causa di ansie e sofferenze irreali. Viviamo in uno stato di sogno, di ricerca del piacere compensativo, allo scopo di risolvere problemi spesso frutto di fantasie e, di conseguenza irreali.
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BASTA SVEGLIARSI, BASTA FARE CIO' CHE SI E' SEMPRE FATTO MA CON COSCIENZA DI SE'. ALLORA, E SOLTANTO ALLORA, LA VITA POTRA' TORNARE AD ESSERE CELEBRAZIONE, GIOIA INCONDIZIONATA, VIA DI ACCESSO DIRETTO A QUELLA FELICITA' CHE E' SEMPRE ESISTITA IN QUANTO PARTE DI NOI, MA CHE NON AVEVAMO MAI TROVATA PERCHE' PERSI NELL'ILLUSIONE MENTALE DI DOVERLA CERCARE AL NOSTRO ESTERNO

Vincenzo Bilotta