domenica 23 febbraio 2014

L'immaginazione creativa

Tutto ciò che esiste è frutto del potere immaginativo che crea. Ognuno di noi crea attraverso i propri pensieri e, quindi, attraverso la propria immaginazione. Per questo possiamo parlare di immaginazione creativa. Quando pensiamo a qualcosa, questo qualcosa, se continueremo a pensarci in maniera costante, prima o poi, si realizzerà nella nostra Vita.

Quello che pensiamo lo attraiamo a noi. Ciò che attraiamo entrerà a far parte della nostra Vita. Ecco perché ho intitolato l'articolo di oggi L'IMMAGINAZIONE CREATIVA. L'immaginazione crea. I ponti, le strade, i vestiti, tutto nasce da un'idea, dall'immaginazione creativa di un soggetto. In un secondo tempo, se questa immaginazione viene tenuta viva, accesa, diventerà realtà, realizzando ciò a cui si è più pensato.
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Va detto che non sempre quello che si realizza è voluto. A volte, la maggior parte delle persone, a causa della loro inconsapevolezza e della non conoscenza della Legge di Attrazione, tendono ad attirarsi situazioni non volute o, addirittura, temute.

Questo è un caso di immaginazione distruttiva. In realtà esistono due tipi d'immaginazione: costruttiva e distruttiva. Entrambe sono di tipo creativo in quanto realizzano nella Vita di ciascun individuo ciò a cui ha più pensato per un determinato periodo di tempo in maniera costante. Tutto ciò che entra a far parte della nostra Vita è stato da noi prima immaginato in maniera costante.
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Ecco perchè è importante divenire consapevoli di ciò a cui si pensa. La consapevolezza del pensiero porta alla modificazione della propria realtà in senso positivo. Se immaginate che possano verificarsi eventi non desiderati nella vostra Vita, diventando consapevoli della vostra immaginazione potete cambiare approccio alla realtà in maniera costruttiva, permettendovi di fare accadere solo cose belle.

Ma come si modifica la realtà esterna e, di conseguenza, il mondo? Tutto avviene per mezzo di UN ATTO DI VOLONTA' COSCIENTE, VOLTO ALLA TRASFORMAZIONE DI SE'. Quando riuscirete ad immaginare ciò che più desiderate realizzare nella vostra Vita, che sia una vincita alla lotteria o un progetto di lavoro, esso si realizzerà, SEMPRE.
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Questo è un esempio di realizzazione attraverso l'immaginazione di tipo costruttivo. Tutto parte da un pensiero cosciente e reiterato nel tempo. Il trucco per realizzare la Vita dei vostri sogni dista solo un pensiero. BISOGNA CREDERCI, CONTINUARE A VEDERLO E IMMAGINARLO COME SE SI FOSSE GIA' REALIZZATO.

Ci vuole atteggiamento mentale, cosa che pochi hanno. E' questione di allenamento, proprio come quando si pratica uno sport. SI DIVENTA BRAVI CON LA PRATICA. Oltre alla pratica costante bisogna avere fede ed immaginare l'evento come se si fosse già realizzato. Molti di voi potranno non credere nell'immaginazione creativa e nel suo potere.
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Ciò dipenderà dai loro schemi mentali. Occorre destrutturare la mente se si vuole DAVVERO realizzare ciò che si desidera senza più essere schiavi dei pensieri casuali e senza controllo che affollano di continuo le teste di gran parte della popolazione mondiale.

Da oggi esercitiamoci nell'arte della creazione cosciente. Costituiamo un'alleanza con la nostra mente, riprendiamoci le redini di questo calesse dalle infinite potenzialità. Con il connubio corpo-mente-anima non avremo più limiti. L'unico limite sarà costituito dalla nostra immaginazione.

Vincenzo Bilotta

domenica 16 febbraio 2014

Mr Nessuno

Tutti noi abbiamo un'identità. Questo è un dato di fatto. Abbiamo un nome, un cognome, una casa, una professione, un'identità che ci serve per farci conoscere dal mondo esterno, dalle persone con le quali ci relazioniamo. Assieme ad un'identità fatta di nomi, cognomi e numeri di telefono, ne esistono altre fatte di opinioni, giudizi e attaccamenti.

Quante volte, durante una discussione accesa, vogliamo fare valere a tutti i costi il nostro punto di vista, giusto o sbagliato che sia, poco importa? Dopotutto, chi se ne frega? Io ho ragione, tu hai torto! Conosco persone che vivono ancora in base alle esperienze fatte dai propri genitori, attaccandosi e difendendo, anche fino alla morte, punti di vista di altri mai sperimentati in prima persona.

Chi continua per tutta la Vita a difendere la propria opinione si dà un'identità statica e difficilmente se ne discosterà. Insomma: finché morte non li separi. Essere qualcuno è fin troppo facile, comodo e protettivo. Permette di vivere in una comoda bambagia dove si ha solo e sempre ragione, mai torto. Insomma, ci si crea una finta perfezione, un mondo artificiale dove gli altri devono cambiare, noi mai.

La tipica frase che si sente spesso ripetere nel corso di certi litigi è: "Lei non sa chi sono io!". Suona quasi come una minaccia perché, alla fine, una minaccia è. Questa minaccia, però, si ritorce contro chi la pronuncia, non contro il destinatario. Quando sappiamo o, meglio, crediamo di sapere chi siamo, ci cristallizziamo, moriamo di una morte non voluta, inconsapevole.
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Da questa morte, però, c'è possibilità di risorgere. Per rinascere da Se stessi, occorre diventare nessuno, anzi, Mr Nessuno. Il senso d'identità, il volere avere ragione sempre e comunque su tutto, il giudicare se stessi come gli altri, tutto ciò alimenta l'ego, il nostro falso Sé. Bisogna andare oltre, senza limiti di pensiero né di forma, uscire dalle abitudini cristallizzate e cristallizzanti, se davvero si vuole rinascere.

Bisogna diventare Mr Nessuno per poter vivere liberi e cominciare, finalmente, ad ascoltare smettendo di controbattere, ad accogliere smettendo di combattere, a vivere smettendo di tirare avanti. Essere nessuno comporta un dispendio minimo di energie, attrito quasi zero, un modo di vivere ecologico, naturale, in connessione con l'Universo e col proprio Centro.

Per diventare Mr Nessuno occorre avere coraggio. Il coraggio necessita per operare la trasformazione che ci permetterà di perdere la certezza, l'identità, facendoci navigare nei mari dell'ignoto. Ma, paradossalmente, è solo perdendosi che ci si può ritrovare, è solo smettendo di dare torto agli altri che si può avere ragione.

La prossima volta che avete una discussione, provate a diventare Mr Nessuno e vedete cosa succede. Non giudicatevi prima di aver provato, non abbiate sensi di colpa per non aver lottato allo scopo di mantenere la vostra posizione nella hit parade delle identità cristallizzate, semplicemente sperimentate un nuovo modo di essere, anzi, di non essere. 

Vincenzo Bilotta

domenica 9 febbraio 2014

Il luogo di quiete

Oggi voglio parlarvi del luogo di quiete. Esso è un luogo esistente all'interno di ciascuno di noi ma che solo chi sviluppa una capacità di auto osservazione e, al contempo, smette di giudicare, può scoprire. Perché bisogna avere queste due capacità prima di accedere a questo luogo di quiete? Prima di rispondere alle domande, voglio spiegarvi cos'è il luogo di quiete.

Immaginate la superficie del mare in tempesta, potete vedere la potenza delle onde, la turbolenza della corrente e la forza con la quale scaglia per aria tutto ciò che si trova sulla sua superficie in quel momento. Volendo fare un'analogia, possiamo paragonare la superficie del mare in tempesta alle nostre reazioni emotive nei confronti degli accadimenti di tutti i giorni. Si tende a reagire d'impulso, senza riflettere sui danni che si possono arrecare a se stessi come agli altri con le proprie reazioni.

Ora voglio parlarvi del luogo di quiete, continuando il paragone col mare in tempesta. Anche il mare in tempesta, infatti, possiede il suo luogo di quiete. Anche se non siete appassionati d'immersioni subacquee, sapete benissimo che, perfino sotto la superficie del mare più  agitato, si trova un luogo in cui le sue acque sono calme, il silenzio è ovattato e protettivo e nulla può turbare l'armonia di quel luogo....

Proprio come ad una certa profondità nelle acque del mare in tempesta si trova un punto in cui esse sono calme, anche dentro di noi, pur nelle agitazioni quotidiane, si trova un luogo in cui regna la pace e tutto è silenzio ed armonia. Quello è il luogo di quiete, dove nessuna emozione ha il potere di spostare il nostro equilibrio né di turbare la nostra gioia di vivere.
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Si può accedere al luogo di quiete solo lavorando su di noi attraverso l'auto osservazione senza giudizio. Solo auto osservandosi, infatti, è possibile interrompere i nostri schemi mentali che ci portano a re-agire quotidianamente in maniera automatica agli accadimenti della nostra Vita. Quando si sarà riusciti a spezzare l'incantesimo che ci porta a re-agire sempre allo stesso modo, ripetendo gli stessi schemi mentali quasi all'infinito, solo allora si comincerà ad avere le chiavi di accesso al luogo di quiete.

Pur avendo le chiavi per accedere al luogo di quiete, tuttavia, l'auto osservazione, da sola, non basta. Occorre smetterla di giudicare se stessi e le cose/persone che hanno a che fare con la nostra Vita. Solo smettendola di giudicare ogni cosa, persona, evento e, non da ultimi, noi stessi, infatti, avremo la possibilità di poter trovare la porta che ci darà la possibilità di accedere al luogo di quiete.

Come si può sviluppare la capacità d'introspezione fintanto che si resta nel giudizio? Il giudicare significa NON ACCETTARE, e porta, come conseguenza diretta, a schemi reattivi, a polemiche inutili, ad attirare nella propria Vita sempre gli stessi eventi negativi allontanando, al contempo, sia gli oggetti dei nostri sogni che il raggiungimento della quiete interiore.

"Non giudicate e non sarete giudicati" (Luca 6,37). Anche uno dei più grandi maestri dell'umanità che risponde al nome di Gesù, aveva intuito l'importanza del non giudicare allo scopo di liberarsi dalla non accettazione per accedere al luogo di quiete interiore.
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Quando avrete lavorato sull'auto osservazione e sull'astensione dal giudizio in maniera tale da liberarvi dall'atteggiamento di facciata, quello che vi porta a re-agire ripetendo all'infinito i vostri schemi mentali acquisiti e memorizzati attraverso la ripetizione, sarete finalmente liberi dagli automatismi distruttivi della vostra mente, diventando, al contempo, padroni della vostra Vita quanto dei vostri pensieri.

Esiste un luogo in cui i rumori della quotidianità cessano per lasciare spazio al silenzio creativo dell'Anima. In questo luogo si può ascoltare il proprio cuore, realizzando, infine, che tutto è frutto di un pensiero e che, cambiando quel pensiero sul nascere, potremo liberare dalle tempeste della mente le nostre Vite e quelle di chi con noi avrà a che fare.

Vincenzo Bilotta

domenica 2 febbraio 2014

Incontro con Dio

Avete mai incontrato Dio? Forse no perchè la maggior parte di noi è sempre impegnata a correre dietro ai propri progetti, alle proprie scadenze, alle proprie proiezioni mentali. Pochi, in realtà, credono sia possibile un incontro con Dio, non in questa Vita sicuramente. Per chi ci crede, forse Dio, pensa, potrà incontrarlo nell'al di là, chissà....

In effetti, la chiesa di appartenenza di ciascuna religione di certo non ci insegna come incontrare Dio per conto nostro, come cercare e trovarlo al di fuori della sua struttura. I ministri del culto da noi professato si limitano a dire che Dio è in chiesa e che, per incontrarlo no, quello proprio non è possibile. Al massimo possiamo fare i bravi andando ogni domenica a messa e anche in quel caso, forse, Dio ci perdonerà per le colpe che ci trasciniamo dietro fin dalla nascita.
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E se volessimo incontrare Dio per conto nostro e senza intermediari di sorta? Si può riuscire? Dove sta Dio? Quanti di noi vorrebbero parlarGli direttamente senza filtri nè tabù... Per i ministri di culto, Dio è in cielo ed è sempre pronto a giudicare e punire il nostro operato. Di conseguenza, noi siamo in terra e, se continueremo ad autodistruggerci come abbiamo fatto fino ad oggi, prima o poi finiremo da Lui schiacciati come scarafaggi. O no?

Molti di noi si sono chiesti cosa vorrà da noi Dio per amarci, per donarci ciò di cui abbiamo più bisogno? Io credo che Dio non stia solo in cielo. Dio, infatti, risiede in ogni cosa, sia essa animata o no. Non dimentichiamoci che anche noi siamo Sue creature. Egli, infatti, ci ha creati a Sua immagine e somiglianza! Di questo però, spesso, la maggior parte di noi si dimentica.
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Poichè secondo me Dio è in ognuno di noi, la conseguenza è che, per incontrarlo, dobbiamo semplicemente porci in ascolto. Per sentire Dio, occorre SPEGNERE LA MENTE. La mente, col continuo brusio prodotto dai suoi pensieri, è il muro che ci separa dal Divino CHE E' GIA' IN NOI. Di conseguenza, Dio lo possiamo incontrare nello spazio fra un pensiero e l'altro oppure nei silenzi prodotti dall'incanto che suscita in noi un tramonto.

Scordate l'idea che il voler incontrare Dio sia di per sè blasfemo perchè, in questo caso, siete solo vittime delle vostre convinzioni limitanti. Dio, spesso, non lo s'incontra in chiesa. Dio è una questione di ascolto, di rispetto per se stessi e per gli altri in quanto Creature Divine. Solo capendo che GLI ALTRI SIAMO NOI potremo cominciare a metterci in contatto con Dio.
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Succede spesso che chi va in chiesa non conosca il divino che è in ciascuno di noi e si limiti ad andare a messa e prendere la comunione senza conoscere però il PERDONO E LA COMPASSIONE. Queste persone, una volta uscite dalla chiesa e, spesso, dopo o prima della messa, non fanno altro che parlare male degli altri, criticare e giudicare senza conoscere realmente le persone e fermandosi alle apparenze.

Chi vuole incontrare Dio può farlo dovunque. Dio, infatti, è in ogni luogo oppure in nessuno. Ciò dipende dal riconoscere o meno la natura Divina che è in ognuno di noi. Dio è nei minerali, nelle piante, negli animali, negli uomini, nel cielo come sottoterra. Dio è in tutto perchè DIO E' IL TUTTO.
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Abbiamo perso Dio perchè ci hanno fatto allontanare da lui. Santi come San Francesco d'Assisi (fratello sole, sorella luna) già conoscevano la comunione con Dio attraverso l'Unità con il Tutto. Tutti sappiamo come San Francesco avesse il dono di parlare con gli animali. Nessuno, oltre a noi, può garantirci l'incontro con Dio.

Bisogna liberarsi da tutte le convinzioni limitanti che ci hanno inculcato durante il processo educativo e cominciare a dare una nuova dimensione al sacro, smettendo di circoscriverla alle mura di una chiesa o di qualsiasi altro luogo sacro. Bisognerebbe che la sacralità fosse portata al di fuori della propria chiesa di appartenenza. 
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Immaginate di vivere nelle strade, in casa come in ufficio, come se foste sempre in chiesa. Riuscireste ancora a bestemmiare, uccidere o lanciare bombe sul vostro prossimo? Io credo proprio di no! Bisogna trasportare la dimensione del sacro fuori dai luoghi di culto. Solo riconoscendo Dio in ogni nostro simile, in ogni pianta come in ogni minerale, solo allora riusciremo ad incontrarlo senza più separarcene.

Usciamo fuori dal rumore della mente, cambiamo filtri di percezione nei confronti della realtà, proviamo ad imparare tutto daccapo. Là troveremo Dio ad aspettarci per un dialogo che durerà ben più dello spazio fra due pensieri. Questa volta sarà un dialogo lungo un'eternità.

Vincenzo Bilotta