martedì 20 settembre 2022

Guarire dal proprio passato

Chi è nel cammino di autoconoscenza sa molto bene quanto questo percorso sia impegnativo. Di certo, il lavoro su di sé non è per tutti, ciò per diversi motivi: ci vuole costanza, pazienza, amore e dedizione. Mancando una o più di queste caratteristiche, si rischia di fare dei passi... all'indietro anziché in avanti.

Permesso ciò, bisogna sempre ricordare di sviluppare una capacità di OSSERVAZIONE superiore, la cosa che ci consentirà di far luce su ciò che prima non riuscivamo/volevamo vedere, in particolare eventi riguardanti il nostro passato. Sì, sempre lui, il passato, quel passato che sembra volerci perseguitare, proprio come fa uno stalker con le sue vittime.

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La tendenza di chi si avvicina al lavoro su di sé è quella di vivere nel presente, annullando il tempo. Questo è giustissimo ma, prima di vivere nel presente, non si deve mai rinnegare il passato... Chi prova a vivere nel presente senza aver, prima, ACCETTATO e GUARITO il proprio passato, non farà altro che creare un presente e un futuro che gli faranno rivivere le esperienze che non è ancora riuscito ad integrare e sanare dentro di sé.

Molti di noi, pur facendo molti progressi a livello spirituale, fisico, mentale, pur aprendo il loro cuore alla Vita, prima o poi dovranno fare i conti con alcuni vissuti congelati risalenti ad un passato più o meno prossimo. Ma perché alcuni vissuti vengono congelati dalla nostra mente? Il motivo è semplice: perché nel momento in cui facciamo quel determinato tipo di esperienze, non siamo ancora pronti a superarle con successo, così le mettiamo da parte, in attesa che arrivino "tempi migliori", leggasi anche "strumenti per elaborarli correttamente e superarli".

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Così, dopo aver fatto un lavoro importante su di noi, costellato di meditazioni, letture, seminari, pratiche nella Vita quotidiana, all'improvviso riemerge un vissuto, direttamente dal passato, con una nitidezza che non credevamo possibile. Questo evento passato congelato, quando riemerge ci coglie alla sprovvista, magari mentre stiamo bevendo la nostra tisana rilassante o stiamo passeggiando immersi nella natura e, inevitabilmente, in un primo tempo, tenderà a spiazzarci.

Ma niente paura né, tanto meno, seghe mentali. Se un determinato ricordo recante con sé una certa carica emotiva riemerge dal passato, ricordo del quale spesso avevamo rimosso ogni particolare, ciò significa che è giunto il momento di OSSERVARLO, SANARLO e poi LASCIARLO ANDARE.

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Molti ricordi potrebbero risalire all'infanzia, all'adolescenza, poco importa. Ciò che importa è che il ricordo torna. Se il ricordo torna, non commettiamo l'errore di pensare che ci voglia tormentare dopo tanto tempo, no, sicuramente non torna per questo. Se il ricordo riemerge, se viene da noi scongelato è per un solo motivo: esso vuole essere GUARDATO, GUARITO e, infine, INTEGRATO.

Ma come fare per guarire un ricordo che ha ancora carica emotiva praticamente intatta? Ci sono diversi strumenti che si possono provare per poi scegliere ed adattarli alle proprie esigenze personali, qui ne elenco alcuni che ritengo, a mio avviso, aventi efficacia quasi istantanea: E.F.T., Logosintesi, T.A.I., S.E.T.. Questi elencati sono sistemi facenti parte della cosiddetta psicologia energetica.

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Accanto ad essi esistono altri metodi quali: costellazioni familiari, ipnosi regressiva, visualizzazioni, meditazione, reiki, omeopatia, fiori di Bach. Spetterà alla singola persona la scelta del sistema di autoguarigione a lei più idoneo, ciò dopo aver provato e sperimentato uno o più di essi nello specifico.

Quello che importa è, specie se si vuole andare in profondità, farsi guidare da un operatore qualificato, il quale può aiutare soprattutto quando emergono emozioni molto forti e non si è nelle condizioni di poterle osservare e superare senza un aiuto esterno.

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Guarire dal proprio passato è fondamentale, ciò se si vuole vivere un presente sano per poi poter creare un futuro nuovo, quello che non pensavamo potesse realizzarsi, libero da ansie, un futuro che possa essere vissuto con gli occhi dell'avventura e non più con il timore che possano ripetersi esperienze già vissute nel passato in quello che sembrava essere un circolo vizioso.

Sanare il proprio passato significa voltarsi indietro a guardarlo con gli occhi della saggezza, smettendo di sentirsi in colpa, inadeguati, integrando tutti i vissuti fino a crescere sia a livello di consapevolezza che emotivo, fino a diventare persone integre e complete perché, ricordiamolo sempre, noi siamo ciò che siamo grazie al nostro passato.

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Alla luce di quanto detto finora, risulta chiaro come non esista nessuna colpa, nessun peccato, ma soltanto amore, giustizia e saggezza, acquisite attraverso l'esperienza e interagendo con eventi che, spesso, nel momento in cui ci accadono, ci fanno soffrire ma che sono la base per la trasformazione del nostro apparato psicofisico e, se sono accaduti erano indispensabili per far maturare in noi il seme della consapevolezza che ci avrebbe rese QUI E ORA, le splendide persone che siamo diventate.

Vincenzo Bilotta


domenica 4 settembre 2022

La differenza fra l'essere soli e il sentirsi soli

Oggi voglio parlarvi di una sostanziale differenza, quella che intercorre fra l'essere soli e il sentirsi soli. È una differenza molto importante che influisce sullo stato d'animo, la qualità della Vita, dei rapporti sociali e, non da ultimo, sulla qualità della salute.

Noi nasciamo soli. Siamo soli, al buio e nel silenzio quando siamo nel grembo materno (salvo i casi in cui ci siano dei fratelli gemelli), in seguito siamo soli nella Vita. La solitudine è una condizione naturale dell'essere umano, il socializzare, il relazionarsi con gli altri è, sì, necessario, ciò nei rapporti di lavoro, nelle relazioni sentimentali o quando capita di uscire a condividere una tazza di caffè. 

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Tuttavia, rimane di fondamentale, VITALE importanza, la solitudine, quella sana, quella ricercata allo scopo di raggiungere il silenzio interiore, la centratura, quella VERA. È nel silenzio, infatti, che ci si evolve, non nel caos delle vuote parole scambiate con chi interagiamo quotidianamente. Molte persone, lungi dall'arricchirci attraverso i loro discorsi, ci riempiono la testa del caos che hanno essi stessi, e lo fanno attraverso le parole.

Ecco perché è di VITALE importanza, torno a ripeterlo, imparare a stare da soli, centrarsi. Solo così sarà possibile, poi, selezionare le persone con le quali conversare, uscire, condividere i propri modi di vedere la Vita, il tutto uscendone arricchiti e non confusi o svuotati di energie.

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Essere soli è, quindi, lo stato naturale, Divino, all'interno del quale si vivrà nella centratura, nella completezza, nel silenzio creativo attraverso l'introspezione e il riconoscimento delle proprie capacità interiori.

Molte persone, però, fanno della solitudine non un'opportunità di crescita ed evoluzione personale ma, lungi da tutto ciò, un problema. Questo avviene perché le persone, lungi dal considerare la solitudine come una condizione naturale dell'essere umano, la trasformano in un'imposizione. Così, molte persone si sentono sole.

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Quando ci si sente soli si trasforma la solitudine da stato naturale dell'essere a psicoprigione. Sì, perché in realtà non siamo MAI soli, ci crediamo soli, ma è solo frutto di fantasie mentali e modi di vedere la Vita ereditati dal processo educativo-programmatico e, in generale, dalla massa, una massa fatta di persone che hanno paura di restare una sola sera da sole a casa senza vedere nessuno, in compagnia di sé stesse e dei silenzi della propria anima.

La solitudine è essenziale se ci si vuole centrare e crescere a livello evolutivo, ma se si teme, ecco che diventa un problema, un demone da sconfiggere a tutti i costi. Dovremmo imparare ad ascoltarci, a rimanere più tempo in compagnia di noi stessi, del silenzio sacro che scaturisce dal nostro esserci allontanati dalle folli parole pronunciate dalle masse incoscienti. 

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Stando da soli saremo liberi di cominciare a selezionare le compagnie con le quali uscire e quando uscirci, senza più paura di stare un giorno a casa da soli, senza più temere l'abbandono ma, lungi da tutto ciò, entrando dentro questi sogni ad occhi aperti fino a capire che il potere di renderci infelici glielo avevamo dato noi credendoli reali.

Vincenzo Bilotta