domenica 18 novembre 2018

Perché ci ammaliamo?

Ognuno di noi, nell'arco della propria Vita, ha sperimentato lo stato di squilibrio energetico, comunemente definito dalla medicina ufficiale materialista-newtoniana "malattia". La medicina naturale, che va dai differenti tipi di sciamanesimo appartenenti a diverse regioni del mondo, passando attraverso i rituali magici delle varie culture fino ad approdare all'omeopatia, ha un'idea ben diversa del corpo fisico, ossia dell'involucro che contiene CIO' CHE SIAMO VERAMENTE.

Secondo la medicina naturale, noi siamo un sistema energetico, pura energia condensata in un corpo fisico, questa è la nostra NATURA ESSENZIALE AL DI LA' DELLA FORMA. La medicina allopatica, di contro, fa riferimento al corpo umano come ad un lungo e tedioso insieme di organi, muscoli e ossa messi insieme, certo, ma da curare separatamente in base ai sintomi, ossia gli effetti noti di una causa ignota, ignota per la medicina ufficiale, la quale non ha tempo, voglia né interesse per indagare sulle origini che hanno portato alla manifestazione dello squilibrio energetico.
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Di base noi siamo nati per vivere felici, per seguire le nostre naturali attitudini e procedere nel corso della Vita seguendone il naturale flusso, la via di minor resistenza, quella che, da sola, può consentirci la realizzazione dei progetti della nostra Anima, quelli che ci rendono felici e mutano la nostra fisiologia al solo pensarci.

In questo periodo storico molto particolare e in questo contesto occidentale, caratterizzato da un consumismo ed un arrivismo incontrollati accade, però, che molte persone si perdano lungo la strada verso il conseguimento della felicità personale e la realizzazione dei propri progetti di Vita. 
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Due sono gli ostacoli principali alla naturale evoluzione dell'essere umano: il primo è costituito dall'educazione-programmatica alla quale si è sottoposti durante il processo di crescita; il secondo e non meno importante ostacolo all'evoluzione di ciascuno di noi è costituito dal bombardamento mediatico, attraverso il quale vengono fatti sorgere, nel soggetto appartenente al "gregge", dei bisogni artificiali dei quali, diversamente, egli non sentirebbe minimamente lo stimolo a soddisfare.

Si è costretti a vivere, insomma, all'interno di una struttura sociale, al secolo sistema, MATRIX o psicoprigione, dove si perde, spesso, di vista la nostra vera natura e lo scopo per il quale ci troviamo all'interno di un corpo e in un determinato contesto socio-culturale.
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In pratica, chi ci pilota dall'alto come delle marionette induce in noi dei bisogni l'appagamento dei quali soddisferà i suoi, non certo i nostri, interessi economici distogliendoci, al contempo, da quelli che sono i nostri veri obiettivi, quelli che fanno parte dei programmi della nostra Anima, i soli che potrebbero renderci felici, se solo li perseguissimo fino al loro raggiungimento.

In altre parole, il sistema cerca e ottiene, almeno per la maggior parte delle pecore non pensanti che colorano la nostra società, una società di psicoschiavi la quale, lungi dal perseguire l'autorealizzazione personale, s'immola per il "bene" superiore del sistema, divenendo suo nutrimento.
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Si capisce bene come, in conseguenza di quanto premesso, le persone vivano in uno stato di costante disagio, derivante da un'errata gestione delle emozioni (o repressione in molti casi), un mancato fluire con la Vita e un costante stato di sonno, all'interno del quale si vivono diversi sogni che spostano l'attenzione dalle cose essenziali a quelle futili, tutto creato apposta da chi sta sopra di noi (non di certo Dio!).

E' naturale che questi stati di costante disagio, repressione delle emozioni, mancata realizzazione dei propri progetti di Vita associato ad una scarsa Consapevolezza di Sé, porteranno, col tempo e se non si riuscirà a renderli palesi per poi lavorarci, allo stato di squilibrio energetico.
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CI SI AMMALA IN CONSEGUENZA DI UN BLOCCO EMOTIVO CHE DIVENTA, SE TENUTO COSTANTE NEL TEMPO E NON VIENE "OSSERVATO", DISTURBO PSICOFISICO FINO A SFOCIARE NELLA "MALATTIA" VERA E PROPRIA. NON CI SI AMMALA PER UN DESTINO GENETICO O PER UN DIO PUNITORE. SEMMAI, CI SI AMMALA PERCHE' NON SI HA IL CORAGGIO, I MEZZI, LA FORZA, PER GUARDARSI DENTRO, PER RIPULIRSI DALLA SPAZZATURA EMOZIONALE PER POI TORNARE A FLUIRE CON LA VITA.

Nessuno ci dice queste cose, spesso dobbiamo sperimentarle prima sulla nostra pelle o su quella delle persone che più amiamo. Inizialmente ci si dispera, si vive nella paura, si perde la fede. E' proprio in questi momenti che ci si stabilizza nello stato di squilibrio energetico (il termine malattia non lo userò più nel corso del seguente articolo, essendo fermamente convinto che siamo governati dal libero scorrere delle energie lungo i meridiani del nostro corpo e non siamo, come tende a crederci, invece, la medicina ufficiale, simili a delle macchine con pezzi di ricambio soggette ad usura).
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La paura, la delusione, il senso di fallimento, l'angoscia reiterata nel tempo, il non perdono, l'eccessivo stress non correttamente gestito, queste sono le cause degli squilibri energetici, i motivi per i quali ci si "ammala", non i virus, i batteri o il DNA!

Certo, è importante alimentarsi bene, fare attività fisica per tenere sotto controllo il peso e funzionale il corpo fisico, ma se non si è ancora in grado di perdonare, di guardarsi dentro, di mandare al diavolo chi ci ostacola nella realizzazione dei nostri progetti, state certi che, prima o poi, ci si "ammalerà"!
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Noi siamo degli esseri perfetti, nati per godere della Vita, incarnati per realizzare gli scopi della nostra Anima in connessione col nostro cuore. Quando riusciremo a sostituire l'Amore alla paura, il perdono all'odio, l'equilibrio allo stress, solo allora potremo scoprirci delle creature Divine e immortali, complete in se stesse e non necessitanti di alcun farmaco.

Il farmaco, l'elisir di eterna giovinezza, è composto da: PERDONO, ACCETTAZIONE, AMORE, LASCIARE ANDARE. Bisogna perdonare le offese, accettare la Vita per ciò che saprà donarci perché ciò che riceviamo in quel momento sarà ciò che ci servirà per la nostra evoluzione personale. Dopo aver perdonato ed accettato la Vita e le persone che incontreremo lungo il nostro cammino, potremo finalmente Amare. 
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Solo amando, noi stessi e gli altri come nostro riflesso, potremo vivere nello stato di salute psicofisica totale e realizzarci. Assieme al perdono, all'accettazione e all'Amore e, non meno importante anche se elencato per ultimo, abbiamo il LASCIARE ANDARE. Siamo capaci di lasciare andare il dolore che ci ha causato la morte della persona amata o l'automobilista che ci taglia la strada o, ancora, la persona che ci supera nella fila alla posta?

Solo lasciando andare smetteremo di remare contro la Vita e i suoi accadimenti e torneremo conformi alla nostra natura Divina. Solo da quel momento in poi saremo capaci di vivere in uno stato di perfetto equilibrio psicofisico smettendo, al contempo, di vivere in una condizione di sopravvivenza e in un costante stato di allerta che ci causa stress e disagio oltremisura e senza ragione alcuna.
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Per concludere, impariamo a lasciare andare i pensieri ossessivi, quelli di mancato perdono, quelli che ci causano continua ansia, che ci stringono lo stomaco, che ci fanno sudare le mani, che ci accorciano il respiro. Ricordate bene: IL PENSIERO CREA LA MATERIA, COME IN ALTO, COSI' IN BASSO.

Risulta di fondamentale importanza cambiare pensiero, cambiarne polarità, questa è alchimia. Dopotutto, i pensieri negativi sono pari al piombo. Di conseguenza, quando saremo in grado di trasformare il piombo contenuto in stati mentali quali depressione, ansia, dolore, rabbia, paura nell'oro dei rispettivi opposti entusiasmo, equilibrio, gioia, perdono, Amore ecco che avremo compiuto un'opera alchemica, quella della trasmutazione del "vil metallo in oro".
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Acquisire la padronanza di Sé e dei propri stati mentali comporta, certo, un serio lavoro volto, dapprima, ad accorgersi dei sentimenti che ci governano in maniera automatica e, in un secondo tempo, alla presa di coscienza di ciò, la trasformazione degli stessi tramite il processo dell'OSSERVAZIONE SENZA GIUDIZIO. Da quel momento in poi, torneremo ad essere sovrani del nostro regno e non più servi della nostra mente con i suoi automatismi.

Divenuti padroni di noi, solo allora potremo vivere in una condizione di equilibrio psicofisico e di apertura alla Vita. Questo stato di gioia naturale ci consentirà di ricongiungerci col Divino che è sempre stato in noi e di realizzare i progetti per i quali siamo venuti al mondo.

Vincenzo Bilotta


domenica 4 novembre 2018

La paura di fallire

"Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire". (Paulo Coelho)

Fra le tante paure con le quali l'essere umano si trova, prima o poi, a doversi confrontare, vi è, certamente, la paura di fallire. Quella del fallimento è, sicuramente, una delle paure più importanti e difficili da superare. Da cosa deriva la paura di fallire? La paura di fallire è una paura appresa nel corso della Vita da parte della persona che la vive, ciò attraverso fallimenti vissuti da persone che sono state a lui/lei vicine durante il suo processo di crescita ed educazione.
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Sì, perché di educazione si tratta. Noi veniamo educati alla paura, seppur in maniera inconsapevole, da coloro i quali si occupano della nostra educazione-programmatica nel corso del nostro processo di crescita. E' proprio durante la nostra crescita che ci vengono instillate le paure più importanti, quelle che, per intenderci, avranno il potere di condizionarci per il resto della nostra Vita a meno che... A meno che non riusciamo a prenderne coscienza e a superarle attraverso la loro accettazione.

Da piccoli veniamo già esposti alle prime paure: paura di non piacere ai nostri parenti per come vestiamo, paura di non essere in grado di rispondere durante le interrogazioni a scuola ed essere poi messi alla gogna dai compagni di classe e dagli stessi professori i quali, molto spesso, lungi dall'incoraggiarci a fare meglio, non mancheranno di marchiarci coi loro implacabili giudizi in merito alle nostre scarse qualità in termini di rendimento.
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Insomma, capite bene come, dietro la paura di fallire ci siano altre e ben più radicate paure che sono alla base di tutto il resto. La paura di fallire è direttamente collegata alla paura di essere giudicati. Chi vorrebbe intraprendere una determinata azione (invitare a cena un/una potenziale partner, aprire un'attività in proprio, cambiare città, cambiare lavoro...) che potrebbe, potenzialmente, cambiare in maniera radicale la propria Vita, si trova a fare i conti con la paura di fallire, in maniera più o meno importante.

Alla paura di fallire sono collegate le aspettative. La paura di fallire è direttamente proporzionale alle aspettative relative a determinati risultati che si vogliono ottenere tramite l'azione che si sta per intraprendere. Di conseguenza, se vogliamo cambiare lavoro o chiedere ad un potenziale partner di uscire con noi, potremo farlo in maniera più semplice e rapida se avremo poche o nessuna aspettativa riguardo ai risultati.
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In altre parole, PER USCIRE DAL BLOCCO DERIVANTE DALLE ASPETTATIVE CHE SONO POI DIRETTAMENTE COLLEGATE ALLA PAURA DI FALLIRE, BISOGNEREBBE FARE PER IL PIACERE DI AGIRE SECONDO LE VIE DEL CUORE SENZA, TUTTAVIA, TEMERE EVENTUALI RIFIUTI O, IN GENERALE, RISULTATI DIVERSI DA QUELLI VOLUTI ED IN FUNZIONE DEI QUALI SI AGIRA'.

E' sempre la paura di essere giudicati, la paura del rifiuto, la paura di non essere all'altezza, la paura di non essere in grado di gestire un'eventuale delusione a precluderci la possibilità di percorrere la strada verso la nostra evoluzione/successo personale.
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Sono tutte seghe mentali, ereditate da chi ci ha educato, basta solo accorgersene, accoglierle, osservarle e poi, non appena si sarà abbastanza pronti per fare il salto quantico, quello che ci trasformerà la Vita per sempre, LASCIARLE ANDARE PERCHE' NON CI SERVONO, NON CI SONO MAI SERVITE PER IL SEMPLICE FATTO CHE NON SONO MAI APPARTENUTE A NOI E, A DIRE IL VERO, NEMMENO ALLE PERSONE CHE CE LE HANNO TRASMESSE.

Vincenzo Bilotta