lunedì 28 novembre 2022

Oggi è un nuovo giorno

Oggi è un nuovo giorno, ve ne siete accorti? O siete rimasti fermi al giorno precedente, con le impressioni ancora vive che ha lasciato in voi e che vi portate ancora inutilmente appresso? Ogni giorno è un giorno diverso dal precedente, a patto che si sia in grado di lasciarsi alle spalle il giorno precedente con tutti i suoi accadimenti relativi.

Diversamente sarà un copia/incolla del giorno precedente e non lascerà spazio al nuovo, alla Vita nel suo naturale, costante fluire. Accorgersi del nuovo giorno significa onorarlo, lasciarlo essere assieme a tutte le novità di cui è naturalmente portatore, godendone appieno e rimanendo a viverlo in piena presenza mentale, senza pensare a ieri, né a domani, semplicemente dimorando nell'adesso, QUI E ORA, lasciandolo essere.

(Immagine presa dal web)


Quando ci accorgiamo del nuovo giorno e lo lasciamo essere, non solo diamo spazio al nuovo e accogliamo la Vita nel suo naturale fluire, ma alleggeriamo questo giorno dal peso del giorno precedente e cominciamo a vivere nel QUI E ORA. In pratica torniamo in Vita, riemergiamo dal sepolcro dei ricordi chiudendo, in questo modo, con ciò che è stato.

Quando onoriamo il nuovo giorno, quando viviamo nel QUI E ORA, liberandoci dal giorno precedente, ci permettiamo di diventare una persona nuova, viva, libera dai pesi costituiti dai ricordi del passato. Vivere il nuovo giorno significa voltare pagina nel libro della Vita, facendo spazio al nuovo, lasciando emergere in noi la creatività, una nuova e limpida consapevolezza.

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Vivere il nuovo giorno ci permette di ricominciare tutto daccapo, con una rinnovata consapevolezza, alla ricerca di nuovi stimoli, fluendo con la Vita e con il suo continuo, naturale, a volte impetuoso, divenire.

Ogni giorno è un nuovo giorno, riconosciamolo perché, così facendo, anche noi diventiamo persone nuove, senza più i pesi derivanti dai sensi di colpa che ci legano ancora al passato o le incertezze che creano in noi ansia riguardo al futuro e a quello che potrebbe succedere.

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Liberiamoci dal tempo, dai ricordi, usciamo dalla mente con le sue trappole, al secolo pensieri, solo così saremo liberi di ascendere fino a cieli della consapevolezza che farà di noi esseri creativi, liberi, divini, potenti in quanto figli di Dio, creati a Sua immagine e somiglianza allo scopo di realizzare i progetti per i quali la nostra anima ha deciso di incarnarsi e sperimentare questa esistenza materiale.

Ogni giorno è un nuovo giorno, trasformiamo il passato in saggezza; ogni giorno è un nuovo giorno, lasciamoci alle spalle tutto ciò che abbiamo vissuto ieri e che non ci serve più oggi; noi siamo vivi, QUI, ORA, onoriamo l'ADESSO e, con esso, la Vita con i suoi doni che saprà farci se rimarremo presenti al miracolo della presenza mentale. Buona Vita a tutti!

Vincenzo Bilotta

lunedì 14 novembre 2022

Smettila di resistere alla Vita

La maggior parte delle persone non la vive, la Vita, ci lotta contro, opponendo una resistenza costante, logorante che, giorno dopo giorno, comporterà un dispendio inutile quanto esagerato di energie. Il fatto è che nessuno ci educa a vivere, ad essere felici, a riconoscere il bello sia dentro che fuori di noi. La nostra è un'educazione che si avvicina più ad un corso di sopravvivenza che non ad una preparazione alla Vita.

C'insegnano che la Vita è una "giungla", un "inferno", una "lotta continua", "sacrificio", "dolore", "dispiacere" e chi più ne ha, più ne metta, ciascuno col suo bel bagaglio zavorrante ricevuto, durante il processo di edu-programmazione, a casa, a scuola, nei luoghi di ritrovo, nelle palestre, ovunque.

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Nessuno c'insegna a fluire con la Vita, a realizzare, una volta entrati nel flusso, noi stessi, le nostre passioni, i nostri obiettivi. Se vi state chiedendo il perché, vi rispondo subito dicendovi che nemmeno loro, ossia le persone che si sono occupate della nostra edu-programmazione, sapevano come viverla, la Vita.

Tutte le persone vivono, in condizioni "normali" in modalità sopravvivenza. Da ciò si capisce bene come questo modus vivendi comporti, in primis, un dispendio sovrumano di energie che potrebbero essere, invece, utilizzate per sviluppare i propri talenti e, in secondo luogo, continuando a sopravvivere, la persona sottopone, inevitabilmente, il suo apparato psicofisico ad uno stress eccessivo che, a lungo andare, potrebbe determinare degli squilibri energetici fino a portare la macchina biologica alla morte.

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La causa di questo dispendio energetico è riconducibile, fondamentalmente, alla resistenza che opponiamo alla Vita stessa. Sì, perché oltre a vivere in modalità sopravvivenza, continuiamo a lottare, a resistere e, non da ultimo, a non accettare ciò che è.

L'essere umano tende, infatti, a progettare e volere che le cose vadano in un certo modo, ma la Vita può mandare tutto per aria in ogni istante. Ognuno vorrebbe una relazione stabile con un unico partner per sempre, un lavoro a tempo indeterminato, nessun ostacolo al successo e alla realizzazione dei propri sogni.

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Ma la Vita, nel suo continuo fluire, spesso ci impone delle fermate, dei cambi improvvisi di programma, cambi ai quali possiamo prontamente adattarci solo dopo aver smesso di resistere alla Vita stessa per entrare nel suo naturale fluire.

L'unica via per vivere e realizzare se stessi è quella della non resistenza, dell'accettazione incondizionata di ciò che è. Com'è ovvio, accettare non significa arrendersi, semmai significa accogliere il momento, onorandolo, con quello che offre, questo in un primo tempo. In seguito, dopo essersi arresi a ciò che è, si potrà sempre cambiare lo stato delle cose, se ciò risulta possibile.

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Faccio alcuni esempi: se il partner tradisce, invece di lottare contro o abbandonarsi alla disperazione, si può sempre accettare, non opporre resistenza. Ma ciò non significa che si deve rimanere con il partner, si può sempre cambiarlo o, comunque, lasciarlo.

Lo stesso vale per molti altri casi, sia nel lavoro che nella Vita sociale. Se un lavoro non ci piace, invece di lamentarci opponendo, in questo modo, una resistenza superflua, possiamo accettarlo e continuare quel tipo di lavoro fino a quando non troveremo di meglio; se un amico ci tradisce, invece di serbare rancore, desiderio di vendetta o lamentarci, possiamo perdonarlo e lasciarlo andare.

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Quando, infine, le cose non si possono cambiare, possiamo praticare l'arte dell'abbandonarci all'ADESSO. Questo è consigliabile quando una persona cara muore, in questo caso, infatti, non possiamo certamente cambiare le condizioni esterne, tuttavia possiamo sempre cambiare il nostro stato emotivo interiore, sentendo se c'è qualche forma di resistenza e se, dopo aver ascoltato il nostro corpo, la incontriamo, dobbiamo praticare l'abbandono, mollare la presa.

In questo modo, in tutti i casi elencati, smetteremo di consumare energia vitale per il nostro sistema psicofisico, manterremo il suo naturale equilibrio omeostatico e svilupperemo, al contempo, una condizione di resilienza nei confronti della Vita, imparando, come ha scritto il Mahatma Gandhi, a ballare sotto la pioggia invece di aspettare che cessi la tempesta...

Vincenzo Bilotta