domenica 26 maggio 2013

Come la pioggia


Oggi, come anticipato la settimana scorsa, ho deciso di pubblicare un capitolo gratis del mio libro intitolato L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA di prossima pubblicazione. Il suo titolo, "Come la pioggia", invita di per sè a riflettere, a meditare sul significato della Vita e su come a volte ci si comporti in una maniera poco idonea a consentire il suo quieto fluire. Prima di lasciarvi alla sua lettura, vi ricordo che, qualora foste interessati al suo acquisto potrete farlo presso i seguenti siti di vendita online: YOUCANPRINT, AMAZON, IBS LIBRI, LA FELTRINELLI, MACROLIBRARSI (A questo sito potete accedere direttamente cliccando sulla copertina del mio libro che trovate alla vostra destra), IL GIARDINO DEI LIBRI, HOEPLI, INMONDADORI, oppure ordinandolo presso le vostre librerie di fiducia.

Avete mai osservato la pioggia quando cade? Forse pochi lo hanno fatto, in quanto la maggior parte delle persone è troppo impegnata con i suoi conflitti interiori derivanti dagli schemi mentali. Io amo osservare la pioggia quando cade, il suo battere regolare quando si posa sugli oggetti, l’odore di terra bagnata che lascia, specie quando cade dopo una giornata afosa. Trovo tutto ciò molto suggestivo.

Ma c’è una caratteristica, in particolare, che mi colpisce ed affascina al contempo della pioggia e possiede un significato analogico che voglio adesso, in questo capitolo, condividere con voi. Ho deciso di scrivere questo capitolo una mattina quando, appena alzato, ho udito la pioggia battente scrosciare sui tetti delle case ed ho avuto un lampo d’illuminazione su quello che può essere il suo significato per tutti noi se applicato alla vita di tutti i giorni.

La pioggia, quando cade, ha una caratteristica peculiare che la contraddistingue ad es. dal fulmine. Essa, a differenza del fulmine che cade in un determinato punto, scende indistintamente ed omogeneamente su tutti gli oggetti e le persone, senza operare in ciò una selezione né una discriminazione e, quindi, nessun giudizio. La pioggia, infatti, cade ugualmente sul criminale come sul magistrato, sulla Porsche come sulla Panda. 

In generale cade omogenea e regolare su tutto ciò che sta sotto di essa, senza distinzioni né giudizi: cade e basta. A differenza dell’acqua piovana, il fulmine, invece, cade e centra qualcosa (albero, parafulmine o persona) con una precisione millimetrica, quasi selezionando il suo bersaglio dopo aver operato una scelta che sembrerebbe essere basata sul giudizio. Voi in cosa trovate maggiore affinità quando, tutti i giorni, vi trovate ad interagire con cose e persone? A voi la scelta obiettiva: Fulmine o pioggia?

Il mio consiglio è che possiate passare dallo stato selettivo e pieno di giudizio, tipico peraltro del fulmine, a quello imparziale e che tutto compenetra, che è caratteristico, invece, della pioggia. Infatti, solo smettendo di operare un giudizio ed essendo imparziali potremo vedere cambiare il mondo, raggiungendo così una condizione di armonia assoluta con tutto ciò che ci circonda. 

Da oggi, quindi, cadiamo come la pioggia su tutto, senza frenarci (dubbio) ma fluendo (accettazione) e permeando ogni cosa. Solo dopo aver conosciuto a fondo una persona, per esempio, si potrà stabilire di che pasta è fatta e non esprimendo giudizi sommari e superficiali che, spesso, ci portano a non accettare niente e nessuno. Lasciamo cadere ogni pregiudizio o barriera, facendolo scorrere come la pioggia battente e permettiamo che, attraverso questo temporale, la nostra coscienza possa purificarsi e ritrovare quell’equilibrio che esula dagli schemi mentali preimpostati attraverso i condizionamenti subiti, quando abbiamo ricevuto la nostra “educazione” dagli altri.

(La copertina del mio libro)

Applichiamo questi concetti, specie nei momenti più difficili della nostra vita, quando ci verrà istintivo giudicare ed etichettare la situazione che staremo vivendo in quel preciso istante. Solo così potremo trovare la nostra libertà e permetteremo agli eventi di poter scorrere senza più trattenerli, perché, se un fiume è in piena (pensieri ossessivi), si deve lasciare sfociare senza mai bloccarlo (non fissarsi sul pensiero); altrimenti si rischierà il suo straripamento (malattia).

Da oggi, quindi, applichiamo quanto appreso attraverso questa analogia per poter tornare alle nostre origini rappresentate dall’Unità con la natura e la connessione con il Tutto. Solo imitando la natura potremo trovare pace, libertà e guarigione e non inseguendo, invece, il progresso tecnologico, il quale, lungi dal donarci equilibrio e armonia, porterà solo stress, sofferenza e divisione nella nostra vita perché, come afferma il cantautore Franco Battiato nella famosa canzone intitolata “Bandiera Bianca”: “SIAMO FIGLI DELLE STELLE E PRONIPOTI DI SUA MAESTA’ IL DENARO”.

Vincenzo Bilotta

domenica 19 maggio 2013

L'età non ha età

L'invecchiamento è una questione di testa, non di anni. In occidente la questione è ribaltata, da sempre, per ovvie ragioni di marketing. Si punta tutto sul lato estetico, sulle prestazioni, sulla forma fisica trascurando o, spesso, dimenticando il lavoro su di Se. Il risultato sarà un terrore diffuso d'invecchiare e una conseguente mancanza di controllo sugli anni che passano.

La conseguenza di questo modo di vivere basato sull'aspetto esteriore sarà che fin quando si è giovani e in forma andrà tutto bene mentre, quando s'invecchierà, ci si sentirà inutili. Il passare degli anni è, come ho già detto all'inizio, una questione meramente mentale, non reale. Certo, il tempo passa per tutti, ma si può sempre scegliere di goderselo invece di temerlo. Come? VIVENDO MOMENTO PER MOMENTO, IMPARANDO AD APPREZZARE CIO' CHE LA VITA CI OFFRE.
(Immagine presa dal web)

Molti non praticano alcuna attività fisica, mangiano male e, quel che è peggio, PENSANO MALE e, per ciò stesso, invecchiano più velocemente. Perché avviene ciò? Cosa c'entra il pensiero con l'invecchiamento, vi starete chiedendo? C'entra eccome, in una maniera che pochi riescono perfino ad immaginare!

Se è vero che praticare del movimento fisico, per almeno mezz'ora al giorno tutti i giorni, fa bene, è pure vero che è altrettanto importante alimentarsi ma, soprattutto, IMPARARE A PENSARE BENE. Con il termine pensare bene non mi riferisco al pensiero positivo o al ridere senza motivi validi. Pensare bene significa imparare a gestire correttamente il flusso di pensieri attraverso l'osservazione senza giudizio.
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In altre parole, bisogna imparare a ridurre al minimo i pensieri superflui che ci creerebbero solo conflitti e disagi di varia natura (da quelli mentali a quelli fisici veri e propri). Quando si pensa bene, si lasciano scorrere via i pensieri senza giudicarli. Semplicemente li si osserva e, così facendo, si riesce a mantenere il corpo e la mente giovani. Il pensiero, infatti, è collegato a filo diretto con la fisiologia del nostro corpo.

Va detto inoltre che, il nostro corpo, ogni giorno, trasforma le sostanze nutritive da noi ingerite in materiale che serve a ricostruire i tessuti danneggiati, le cellule dei vari organi e, in generale a creare un "nuovo corpo". In generale, il nostro corpo si "rinnova" completamente in tre mesi circa. Durante i processi di ricostruzione delle cellule mediante l'assimilazione e la trasformazione delle sostanze nutritive, il nostro corpo produce dei materiali di scarto detti radicali liberi.
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I radicali liberi sono i diretti responsabili dei processi d'invecchiamento dell'organismo. Tuttavia una dieta che preveda l'utilizzo di frutta e verdura in quantità elevate ed una contemporanea riduzione delle proteine animali, accoppiata ad una corretta integrazione di determinate sostanze minerali quali magnesio e potassio, può aiutare a mantenere il corpo giovane.

L'alimentazione da sola, però, non basta a garantire la longevità e l'efficienza necessarie fino a tarda età. Essa dev'essere affiancata ad una piacevole attività fisica di tipo aerobico (nuoto, corsa, passeggiata, ciclismo) che andrebbe praticata quotidianamente per almeno mezz'ora. Ciò per ossigenare le cellule e favorire la circolazione sanguigna e i processi metabolici del nostro organismo.
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Ma l'alimentazione e l'attività fisica costituiscono, assieme, solo il 30% della ricetta per il conseguimento del benessere psicofisico. Il restante 70%, ovvero la parte più importante della formula volta ad ottenere l'elisir di lunga vita, è costituito dal corretto utilizzo delle facoltà mentali. Per rimanere giovani, infatti, occorre esercitare la mente razionale attraverso esercizi che la tengano in forma quali: calcoli matematici, parole crociate e quant'altro possa stimolarla a mantenersi efficiente.

Oltre ad esercitare la mente, in riferimento al lato psichico di questo 70% che ci permetterà di rimanere giovani ed invertire il processo d'invecchiamento, occorre esercitare la "non mente". In poche parole bisogna imparare a staccare la mente quando non serve. Ciò può essere fatto attraverso attività quali la meditazione, la pittura e, in generale, tutto ciò che ci consente di utilizzare l'emisfero destro del nostro cervello, quello creativo, staccando, al contempo, quello sinistro, il razionale.
(Immagine presa dal web)

Si è visto, attraverso diversi studi e ricerche, come la meditazione faccia bene per diversi motivi. Chi pratica regolarmente la meditazione, infatti, riesce a concentrarsi più a lungo e meglio in qualsiasi attività svolta. Ciò in quanto la mente sarà sgombra dai pensieri. Anche il fisico ne gioverà. Il battito cardiaco tenderà a scendere come anche la temperatura della pelle.

Tutto ciò andrà a vantaggio della forma mentale e fisica di chi pratica la meditazione. Questa è, a mio avviso, la base per vivere bene, il 70% della ricetta per vivere sani e più a lungo. Se a questo si aggiungono l'attività fisica regolare e una dieta a base di cibi vegetali ricchi di fibre e con elevato indice alcalino, si avrà il restante 30% di quello che costituirà il quadro completo per vivere più sani e più a lungo senza più temere il passare degli anni.

Non perdetevi l'articolo della prossima settimana dedicato ad un intero capitolo, offerto gratuitamente, del mio libro di prossima pubblicazione.

Vincenzo Bilotta

domenica 12 maggio 2013

Da individui a comunità globale

Ognuno di noi possiede una propria individualità e, al contempo, fa parte di una comunità globale. Bisogna avere una coscienza elevata di Se per potersi integrare e dare qualcosa anche alla comunità della quale si fa parte. Da qui nascono gli atteggiamenti che favoriscono l'individualità nella cooperazione globale.

Chiunque può dare qualcosa alla propria comunità attraverso una singola azione compiuta nel totale anonimato. Quante volte troviamo dei rifiuti nella strada davanti casa nostra? L'atto del raccoglierli allo scopo di tenere pulito il davanzale di casa nostra avrà un duplice effetto: il primo andrà a vantaggio dell'immagine di casa nostra; il secondo, invece, restituirà immagine e decoro alla collettività in quanto l'esterno di casa nostra, e la strada in particolare, fanno parte del comune nel quale viviamo.
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Analogicamente, lo stesso avviene quando ci prendiamo cura di noi attraverso l'attività fisica e la meditazione. Quando siamo interessati al nostro benessere in quanto individui, così facendo riusciamo ad essere d'esempio a chi verrà ad interagire con noi. Le nostre sane abitudini in quanto individui vanno a vantaggio della comunità nella quale viviamo, la quale potrà trarne spunto ed ispirazione per potersi migliorare.

Spesso, però, il fare delle scelte in quanto individui richiederà coraggio. Il fatto stesso di diventare vegetariani o vegani, spesso comporterà il dover superare la paura di non essere accettati dagli altri o di essere guardati come persone con ideali troppo alti per poter essere capiti. Spesso accade che, una volta diventati vegetariani, si riesce, attraverso la propria convinzione, a trasmettere un messaggio positivo prima alla famiglia di appartenenza, poi nell'ambito lavorativo e relazionale in generale.

In poche parole, è mia profonda convinzione che la comunità globale della quale ciascuno di noi fa parte in quanto individuo, tragga ispirazione e si formi in base alle tendenze ed abitudini di coloro i quali ne fanno parte. Immaginiamo di essere come dei tasselli di un mosaico da inserire su di una tavola allo scopo di portare a compimento il disegno finale. Ogni tassello (individuo) ha la sua utilità ai fini del completamento del disegno finale (comunità globale).

Ecco quanto siamo importanti! Il lavoro di crescita su di noi si riflette sul lavoro di crescita della comunità! Ogni singolo gesto, contributo, sforzo, riesce ad influenzare i comportamenti di migliaia, se non milioni, di altre persone, anche a diverse migliaia di chilometri di distanza. Questo effetto è stato descritto dal matematico statunitense Edward Norton Lorenz sotto il nome di EFFETTO FARFALLA.
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Io sono fermamente convinto che l'uomo, in quanto microcosmo, influenza il mondo (o comunità globale che dir si voglia) in quanto macrocosmo. In realtà l'uno influenza l'altro in maniera a volte impercettibile. Ciò è sicuramente dovuto al fatto che TUTTO E' CONNESSO, NULLA E' SEPARATO DA TUTTO IL RESTO. L'IDEA STESSA DI SEPARAZIONE NASCE DALLA MENTE E, COME ESSA, COSTITUISCE IL FRUTTO DI UN'ILLUSIONE.

La più grande responsabilità che ciascuno di noi ha oggi, nel ventunesimo secolo, è quella di RENDERE FELICE SE STESSO ALLO SCOPO DI RENDERE FELICE IL MONDO. Se noi riusciremo ad essere felici, anche il mondo sarà migliore. IL MONDO SIAMO NOI. INDIVIDUO E' IL NOME DI UN FRAMMENTO DI QUELLA CHE, PRESA NEL SUO COMPLESSO DI ANIMALI, MINERALI, PIANTE, PERSONE, DIVENTA COMUNITA' GLOBALE.

Prendiamoci la responsabilità di conoscere e cambiare noi stessi allo scopo di conoscere e cambiare il mondo. Il fatto stesso di spingersi verso il miglioramento di Se, ci permette di trasformare la società nella quale viviamo in maniera indiretta ma decisa. IL MIGLIORE ESEMPIO E' QUELLO DATO DAI FATTI, DALLE AZIONI, NON DALLE TEORIE O DALLE BELLE PAROLE.

Se davvero vogliamo migliorare la comunità globale nella quale viviamo, bisogna che smettiamo di lamentarci e iniziamo ad AGIRE. Solo AGENDO potremo cambiare. Iniziamo a mettere in pratica i buoni propositi che abbiamo rinviato fino ad oggi.

Vincenzo Bilotta 


domenica 5 maggio 2013

Perdersi nel futuro

    "Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?" (Mt 6,25-34)

Oggi ho cominciato volutamente il mio consueto articolo settimanale prendendo spunto da un passo del Vangelo secondo Matteo. Esso è molto significativo ed indica che allora, come oggi, la gente tendeva a preoccuparsi fin troppo per il proprio futuro.

Con ciò non intendo essere frainteso. Non vi sto invitando a stare tutto il giorno in giro fregandovene per il vostro futuro non programmando più la vostra Vita. Voglio solo farvi capire come, a volte, le cose non vadano programmate eccessivamente, specie se si tratta di accadimenti che possono sfuggire al nostro controllo, come nel caso in cui cerchiamo di prevedere se saremo vivi domani o se il nostro partner ci sarà fedele o se, ancora, conserveremo il nostro posto di lavoro.
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Bisogna centrarsi nel QUI E ORA, SEMPRE! Altrimenti si corre il rischio, come potete leggere dal titolo emblematico, di perdersi nel futuro. Se la gente, oggi più che mai, sembra essere inseguita dal tempo e sempre più ansiosa, lo si deve al fatto che è sempre meno presente a se stessa. La maggior parte delle persone, infatti, tende a perdersi o nel passato, sentendosi in colpa per ciò che non è riuscita a fare o ad ottenere, o nel futuro, creando un divario di ansia nella propria Vita.

Occorre vivere la Vita momento per momento, smettendo di volere per forza controllare cose, persone, eventi, economia e politica. Per effettuare questo distacco c'è solo un modo: vivere SOLO QUI E SOLO ORA, SMETTENDOLA DI PERDERSI NEL SOGNO.
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Sì, perchè di sogno si tratta. Infatti, tutto ciò che non è QUI E ORA, fa parte delle fantasie create dalla nostra mente e quindi ESISTE SOLO NELLA NOSTRA TESTA! Ma come uscire da questo incubo ad occhi aperti che ci fa fuggire dalla realtà, proiettandoci in un mondo dominato da ansie ed incertezze? Cercando di ESSERE PRESENTI A SE STESSI IN OGNI SINGOLA AZIONE, GESTO, PAROLA.

Essere Presenti a se stessi, proprio come fanno gli uccelli. Proprio nel passo di apertura del mio articolo, in merito a ciò viene detto: " Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre". Ma cosa significa tutto ciò? Ogni animale vive seguendo i propri istinti, non curandosi di altro se non di vivere nel QUI E ORA. Gli uccelli non lavorano, ci mancherebbe! Ma cosa vuol dire? Qui l'enfasi è posta sul fatto che, malgrado gli uccelli non lavorino né programmino la loro Vita, Dio provvede per loro.
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Sicuramente ciò non significa vivere istintivamente mettendo da parte la ragione, non è questa la corretta interpretazione da dare. Semmai, la strada da seguire è quella che predilige una maggiore rilassatezza nei confronti della Vita e di ogni gesto o azione compiuti al suo interno. In poche parole, bisogna vivere AGENDO PER IL PIACERE DI FARLO QUI E ORA, SENZA PER QUESTO CURARSI TROPPO DEI RISULTATI FUTURI NE' SPRECANDO PIU' ENERGIE DEL NECESSARIO.

Ricordate che il futuro, come il passato, non esistono. Esiste solo un tempo, esso è il PRESENTE. Ogni passato e futuro non sono altro che frammenti di un presente che già è stato (passato) o che sarà (futuro). Vivere oggi da persone rilassate permetterà, sicuramente, di crearsi un futuro senza troppe aspettative e, di conseguenza, senza ansie.
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Viviamo passo dopo passo, godendoci il cammino. Fissiamo un punto nell'orizzonte per darci una direzione senza, per ciò stesso, dimenticare di goderci il panorama che ci condurrà alla meta. Smettiamo di chiederci se arriveremo mai alla meta. Semplicemente iniziamo a camminare.

Vincenzo Bilotta