domenica 30 agosto 2015

Dio esiste?

Avete letto il titolo? Bella domanda, vero? Quanti di voi non se lo sono mai chiesto? Questa domanda, tuttavia, è secondaria rispetto a: dov'è Dio quando ho bisogno di lui, quando la gente muore, quando si combatte l'ennesima, quanto inutile, guerra fra popoli per il dominio di una nazione su di un'altra?
(Immagine presa dal web)

Dio esiste, ma esiste anche il libero arbitrio che ci ha donato. Immaginate il mondo come una grande casa della quale siete gli inquilini. Mi seguite fin qui? Bene! Immaginate ora che Dio sia colui il quale ha costruito questa grande casa e vi consegni le chiavi all'atto dell'acquisto della stessa da parte vostra. Vi piacerebbe se il costruttore, dopo avervi venduto la casa, tenesse le doppie chiavi e venisse a tutte le ore senza avvisarvi, al solo scopo di controllarvi?

Penso proprio di no! Allo stesso modo Dio, quando le vostre Anime si sono incarnate nei vostri corpi, vi ha consegnato le chiavi del mondo-casa dove avreste abitato dopo la vostra nascita. Queste chiavi metaforiche non sono altro che il LIBERO ARBITRIO del quale ci ha dotati Dio stesso.

Attraverso il libero arbitrio, NOI E SOLTANTO NOI siamo in grado di decidere della nostra Vita. Sempre attraverso il libero arbitrio prenderemo le decisioni più importanti per noi e per la nostra evoluzione. Dio esiste proprio perché e nella misura in cui esiste il libero arbitrio. Non potrebbe essere altrimenti.

Perché poi vi lamentate e cercate l'esistenza di Dio o di un'entità superiore proprio quando vi trovate in difficoltà? Spesso tante persone si avvicinano a Dio dopo essersi messe in pensione o dopo aver vissuto eventi particolarmente drammatici nella propria esistenza. E prima? Chissà se almeno loro si erano mai poste domande relative all'esistenza di Dio.
(Immagine presa dal web)

Io credo che Dio esista nelle nostre azioni, nell'aria che respiriamo, nelle persone che incontriamo, nei minerali che riempiono le profondità del sottosuolo. Dio esiste in un raggio di sole, in una decisione presa, in un amore provato, in un amore perduto, nel fatto stesso di vivere ed agire. Dio esiste nell'azione come nell'inazione, nella paura come nell'amore.

Dio è e basta. Noi siamo stati creati a sua immagine e somiglianza e veniamo al mondo, in quanto Anime, per farne esperienza attraverso la condizione umana e "adottando" un corpo. Proprio perché umani ed in quanto tali, possiamo riconoscere Dio!

Se non ci fosse il buio, come potremmo apprezzare la Luce? Se non si avesse paura, come si potrebbe provare amore? Se non si conoscesse la morte e la sofferenza, come si potrebbe ringraziare la Vita per ogni singolo giorno in cui ci permette di viverLa?

Amatevi ogni giorno in quanto Dio vi ha creati a Sua immagine e somiglianza. Sorridete di ogni esperienza senza classificarla e senza richiedere l'aiuto di nessuno, semplicemente VIVETELA COSI' COM'E'. Questo è libero arbitrio, questo è segno che DIO ESISTE E VI AMA PROPRIO PERCHE' VI LASCIA LIBERI DI POTER COMPIERE IL VOSTRO PROGETTO ANIMICO SENZA INTERFERIRE IN ALCUN MODO.
(Immagine presa dal web)

Smettetela, quindi, di lamentarvi, perché Dio esiste! Se ogni vostra azione fosse pilotata dall'alto e non esistesse il libero arbitrio, allora sì che potreste affermare che Dio non esiste e al suo posto esiste un tiranno che vi costringe a compiere determinate azioni nel vivere quotidiano. Invece gioite del fatto che, attraverso il libero arbitrio, Dio vi consente ogni giorno di compiere le scelte giuste PER VOI e per l'evoluzione della vostra Anima su questo piano di esistenza.

Vincenzo Bilotta

sabato 15 agosto 2015

Ci vuole più amore

Ogni gesto quotidiano viene compiuto dalla maggior parte delle persone in maniera meccanica, ripetitiva, scontata. Vi è un senso del dovere, quasi come un obbligo in ogni movimento, in ogni dialogo, vuoto automatismo mentale nel quale, spesso, ci si perde ormai per abitudine.

Ma perchè accade tutto ciò? Come mai si vive da automi e si muore prima ancora di aver vissuto? Secondo me, il motivo di tutto ciò risiede nel fatto che ogni persona, nel compiere le sue azioni quotidiane, non ci mette abbastanza AMORE. Ci vuole più amore per poter vivere appieno la Vita senza trascinarsi al suo interno come cadaveri.
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Il fatto è che pochi ormai esprimono la propria passione in ciò che fanno. I talenti, le passioni, la gioia di vivere e di condividere con il prossimo ci vengono tolti progressivamente attraverso il processo educativo-programmatico. Quando non si è più coscienti di ciò che si fa, non si è più PRESENTI A SE STESSI E SI MORTIFICA, PER CIO' STESSO, IL MOMENTO PRESENTE CON TUTTE LE OPPORTUNITA' CHE SOLO LUI SAPREBBE RISERVARCI.

La Vita vissuta in modo meccanico sa di stantio, di antiquato, è un ripetersi all'infinito di lezioni alle quali abbiamo già assistito ma dalle quali non abbiamo imparato nulla. Il vivere in automatico non porta nulla di nuovo all'orizzonte e ci allontana dall'ADESSO, proiettandoci lontano, non importa se in un futuro pieno di paure o in un passato pieno di dolore e sensi di colpa.
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Si potrebbe ovviare a tutto ciò se solo si riuscisse a vivere con più amore. L'amore solo, infatti, ci può permettere di VIVERE L'ATTIMO SENZA PIU' VENIRE RISUCCHIATI DAI VORTICI DEL TEMPO. Chi vive la Vita con amore compie ogni gesto in maniera spontanea, mai uguale o ripetitiva. Quando si prova amore, non importa se per se stessi o per gli altri, si vive nel presente, s'impara a godere di ogni singolo istante come se fosse l'ultimo giorno di Vita sulla terra.

Chi vive nell'amore gode, inoltre, del privilegio di poter essere felice a prescindere da ciò che gli accadrà intorno. Spesso, anzi, attraverso le vibrazioni di amore che avrà saputo diffondere intorno a Sè, potrà permettere anche agli altri di cambiare seguendo il suo esempio.
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Per vivere la Vita con più amore occorre smettere di fare ciò che non ci piace, ci vuole coraggio, determinazione, lavoro serio allo scopo di ottenere tutto ciò. Occorre sapere che, spesso, ai progressi subentreranno delle fasi di stallo o, a volte, si potrebbe tornare sui propri passi, tornando a soffrire come prima o forse più.

Tutto ciò fa parte del gioco, dopotutto ci hanno insegnato a congelare i sentimenti, a reprimere creatività e talenti, hanno fatto di noi degli automi. Lo scopo di tutto ciò? Evitarci la sofferenza! Che controsenso, non credete? In realtà, solo potendo esprimere le proprie potenzialità SENZA PROVARE PIU' PAURA, si potrà riuscire ad essere se stessi e ad esprimere tutto l'amore di cui ha bisogno il mondo di oggi, caratterizzato da sempre più tecnologia e sempre meno rapporti umani.
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Lavorate su di voi, esprimete tutto l'amore che, fino ad oggi, avete tenuto dentro per paura di essere giudicati. Smettete di aver paura di provare compassione o di commuovervi di fronte ad un tramonto. Tirate fuori il lato sensibile di voi perchè non è forte chi ha congelato i propri sentimenti, quello è solo uno zombie, un sonnambulo in un mondo basato sulla sopravvivenza. 

In realtà, E' FORTE CHI RIESCE AD ESPRIMERE SE STESSO E IL PROPRIO AMORE, FREGANDOSENE DEL GIUDIZIO ALTRUI. DOPOTUTTO, LA PERSONA CHE GIUDICA E' LA STESSA CHE, AVENDO TROPPA PAURA PER ANDARE AVANTI NEL LAVORO SU DI SE', PREFERISCE LA VIA PIU' BREVE CHE CONSISTE NEL PRENDERE IN GIRO, PER INVIDIA, CHI HA PROSEGUITO CON AMORE NEL PROPRIO PERCORSO DI CRESCITA PERSONALE APPORTANDO, PER CIO' STESSO, MAGGIOR PACE E RICCHEZZA NEL MONDO.

Vincenzo Bilotta

lunedì 3 agosto 2015

Differenza fra lo sperimentare e il conoscere

Una storia illuminante parla di un uomo che muore e va in paradiso. Ha vissuto a lungo e, dopo la morte, si ritrova a camminare verso questi grandi cancelli ornati di perle, di fronte al paradiso. All'ingresso vede numerose persone che rappresentano lo spirito: Buddha, Cristo, la Vergine Maria, San Pietro, Maometto, Krishna, Mosè ed altri, che stanno in piedi davanti al cancello e fanno entrare la gente. Mentre si avvicina al cancello, nota che ci sono due file per entrare in paradiso. Si accorge che in una fila ci sono tre o quattro persone, mentra l'altra sembra essere lunga chilometri. L'uomo ne rimane stupito. Si chiede: "Perchè ci sono due file?". Così si avvicina a San Pietro e domanda: "Mi puoi aiutare? Ho visto che una coda è molto breve, l'altra è lunghissima; non so in quale delle due andare. Perchè alcuni sono nella coda breve e altri in quella lunga?". San Pietro risponde:"Allora, quelli della fila breve vorrebbero sperimentare il paradiso e stanno attendendo di entrare". L'uomo chiede: " E quelle della fila lunga?". San Pietro dice: "Oh, a quelle interessa studiare il paradiso. Vogliono imparare cose che riguardano il paradiso. Vogliono prendere appunti". (Robert McDonald, PNL per lo Spirito)

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Ho voluto cominciare oggi il mio nuovo articolo con questa storiella divertente, nella quale è, tuttavia, racchiuso un significato molto profondo che vi spiegherò dopo aver finito di riderci sopra con voi. In realtà, c'è una differenza profonda, insondabile, fra lo sperimentare le cose e il semplice conoscerle.

Com'è ovvio, la via della sperimentazione porterà a risultati ben diversi da quella volta alla semplice conoscenza dei fenomeni. La sperimentazione è fatta SEMPRE E SOLO IN PRIMA PERSONA ed ha effetti molto profondi sul sistema psicofisico dell'individuo. Quando si vivono determinate esperienze, si esce trasformati, diversi, con un approccio diverso nei confronti della Vita e le sue dinamiche.

Il conoscere, viceversa, sortisce degli effetti che, il più delle volte, restano a livello superficiale in quanto si tratta di EVENTI NON VISSUTI IN PRIMA PERSONA ma conosciuti attraverso le parole o gli scritti di chi, invece, ha avuto modo di sperimentarle in prima persona. Al giorno d'oggi c'è tanta gente che lavora su di Sè e cerca quel qualcosa in più in grado di affrancarla da quella condizione di isolamento dal Tutto.

Accade però che, il più delle volte, si sia disposti a seguire più corsi, leggere migliaia di libri, cambiare tanti guru quanti sono i nostri calzini senza, peraltro, venire a capo di nulla. Mi spiego meglio: non è che non s'impara nulla e, di conseguenza, non si viene a capo di nulla. La cosa è diversa: si è disposti ad imparare tanto ma non si applica nulla e, di conseguenza è come se non si fosse seguito nessun corso, guru o letto alcun libro.
(Immagine presa dal web)

Proprio per distinguere chi sperimenta da chi, semplicemente, conosce, ho coniato il termine di pratici applicatori in riferimento a chi ha la forza di sperimentare e teorici conoscitori riferendomi, invece, a chi ha solo conoscenze teoriche ed ostenta erudizione. Di ciò, però, ne ho già parlato nel mio libro L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA, dedicandogli un capitolo intero.

In ogni caso, il semplice conoscere non porta da nessuna parte se non ad un arido nozionismo. Solo lo sperimentare permette di EVOLVERE IN MANIERA DEFINITIVA E CONCRETA. Il resto rischia di rimanere solo un mucchio di belle parole con le quali incantare un pubblico di uditori.

La sperimentazione è collegata all'AMORE. La conoscenza, invece, alla PAURA. Solo chi prova amore, infatti, è in grado di trasformare le sue conoscenze in applicazioni pratiche e, quindi, sperimentarne gli effetti. Chi si limita a conoscere, di solito lo fa perchè ha paura di andare oltre le proprie conoscenze, probabilmente perchè non è sicuro che possano sortire gli effetti desiderati.

Tutto ciò che ci separa dall'applicare ciò che GIA' CONOSCIAMO è la paura di fallire. Se riusciremo a superare questa paura, trasformandola in amore per la sperimentazione, solo allora potremo far sorgere le nostre vere potenzialità per poter usufruire della fila breve come via di accesso rapido al paradiso delle nostre infinite potenzialità.

Vincenzo Bilotta