giovedì 28 dicembre 2023

Il vero significato del Natale

Oggi voglio parlare del Natale, del suo significato. Ogni anno si festeggia il Natale. Di anno in anno, però, il suo significato, quello vero, è sempre meno sentito, sempre meno cercato. Di tutto si parla, tranne che del vero significato del Natale.

Si parla di regali, sotto questo aspetto i mass media ci bombardano, di essere più buoni (come se esistesse solo questo giorno per esserlo, mentre il resto dell'anno lo si potrebbe tranquillamente vivere da serial killer!), ma non del vero motivo, dello scopo, di questa festività.

(Immagine presa dal web)


Ormai si prende tutto alla leggera, si è come anestetizzati al sentire, complici questi smartphone, i quali non fanno altro che bombardarci di stimoli, e ci bombardano talmente tanto da farci perdere quella sensibilità necessaria a sentire, a sentire col cuore, come quando eravamo bambini, lo stesso sentire che le generazioni di adesso hanno quasi perso, represso sotto tonnellate e tonnellate di stupidaggini di una inutilità ed idiozia estreme assorbite attraverso social, canali video e tutto il pattume che viene trasmesso a raffica dall'idiota di turno.

Si vive nel vuoto mentale più assoluto, ma non il vuoto creato durante una sessione di meditazione o come quando qualcuno raggiunge il risveglio, niente di tutto ciò. Questo tipo di vuoto, della maggior parte della generazione social, è un vuoto pieno di sentimenti narcotizzati, di mancanza d'iniziativa, di scarsissima risposta a stimoli che non siano via via crescenti fino a portare chi li riceve ad una condizione di refrattarietà...

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Mica come una volta, quando si avvicinava il Natale... Ricordate? Ci si preparava psicologicamente, si era eccitati da tutto quello che lo caratterizzava: l'arrivo delle vacanze, il potersi alzare tardi la mattina, i regali sotto l'albero, le luci che addobbavano l'albero, la preparazione del presepe, il poter giocare con gli amici senza dover fare i compiti...

Bastava poco per essere felici. Ma, soprattutto, bastava poco per essere euforici, felici della novità che caratterizzava il Natale, una festa che spezzava la routine quotidiana e ci permetteva di riunirci tutti insieme, a casa, al caldo.

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Si parlava, si giocava, tutti insieme, nessuna distrazione tecnologica/social, nessuno escluso. Il Natale, quindi, era innanzitutto un ritrovarsi con amici e parenti che non vedevamo, magari, dall'anno prima. Poi, il Natale era riposarsi dalla routine per dedicarsi alla socialità (in presenza, non virtuale, quella è social) con i parenti, con gli amici, riunendosi fino a notte fonda per giocare a carte, per parlare, per raccontarsi cosa si era fatto durante tutto quell'anno in cui non ci si era più visti.

Ma il Natale era anche andare ad assistere alla messa di mezzanotte, oppure l'indomani, il sentire, come si usa da noi qui in Sicilia, le cornamuse suonare a festa di fronte alle immagini sacre preparate in delle vetrine esposte fuori dalle case. In pratica ci si immergeva nella festa del Natale, lo si sentiva dentro, era una sorta di emozione scaturente dal cuore, che eccitava gli animi, che dava gioia, nell'attesa della nascita di Gesù.

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Oggi il Natale è sentito poco, essendo la gente come addormentata in maniera pressoché costante dall'immancabile smartphone tra le mani che rimbambisce grandi e piccini e non dà tempo nemmeno per sentire l'arrivo della festa, ciò in quanto distrae ciascuno di noi dal ricontattare la propria interiorità.

Diciamoci la verità: ormai viene dato tutto per scontato, ci si stanca facilmente di tutto, siano esse relazioni di amicizia, sentimentali, del lavoro, del nuovo televisore che non si fa in tempo a comprare che già è obsoleto. In una parola, attraverso il bombardamento multimediale ci hanno resi simili a degli zombie senza anima.

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Nelle riunioni di famiglia ognuno si apparta in un angolo della casa con l'immancabile smartphone munito di caricabatterie per evitare che si scarichi e si perda il suo effetto narcotico, si parla quasi niente, si gioco pochissimo coi giochi di società (sostituiti dai social) e, soprattutto, ci si lascia scappare il vero significato del Natale: la nascita dell'amore di Gesù nei nostri cuori (per chi non crede: la nascita dell'amore universale nel proprio cuore).

Ma se non si ha nemmeno il tempo per accogliere l'amore di Gesù (amore universale) nel proprio cuore, tuttavia il tempo per leggere i continui messaggi o lasciarsi rimbambire dallo smartphone sembrano trovarlo tutti, grandi e piccini.

E' proprio a causa di questa distrazione causata dagli smartphone che molte persone si sono desensibilizzate al sentimento dell'amore. In pratica, si vivono dei rapporti usa e getta. Nessuno vuole chiarire nulla, sia esso un litigio amoroso o un'amicizia ormai in crisi da tempo. Si cerca solo uno stimolo nuovo e più forte, senza fine, senza mai contentarsi, fino ad arrivare ad una condizione di completa insensibilità.

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Natale è, per la maggior parte degli zombie che popolano il mondo moderno: fare la fila per acquistare lo smartphone di nuova generazione, ubriacarsi fino a scoppiare (con eventuale rissa o violenza in genere), aspettare chi fa gli auguri per primo eliminando o vendicandosi delle persone che, magari per dimenticanza, non li inviano per primi, e con questo mi pare di aver elencato tutti gli elementi che caratterizzano il Natale 2.0.

Ma non ci dimentichiamo qualcosa? Ah già, la nascita di Gesù. Ma tanto Gesù nasce lo stesso, no? Ma in questo modo, però, Egli nasce in chiesa, e non è questo lo scopo della Sua venuta sulla terra. Se si rimane insensibili, se si trasforma pure il Natale in una routine smettendo di celebrarlo, allora non avrà senso pregare, andare a messa a mezzanotte, riunirsi in famiglia e scambiarsi i regali.

Il Natale, quello vero, deve consentire a ciascuno di noi di sentire l'amore di Gesù nascere nel proprio cuore per poi espandersi al di fuori di noi. Per chi non crede in niente, invece, può rappresentare l'occasione per sentire nascere nel proprio cuore l'amore universale per poi espanderlo al di fuori di sé.

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Se si smette di sentire, se si continua di questo passo, ogni anno che verrà contribuirà all'estinzione definitiva del vero significato del Natale e, di conseguenza, porterà la morte nei nostri cuori, altro che amore!

Ma non illudetevi: non è con il solo giorno di Natale che si risolve tutto. Natale e, con esso, la nascita dell'amore di Gesù (universale per chi non crede) nei nostri cuori deve avvenire OGNI GIORNO della nostra Vita, altrimenti non cambierà mai nulla.

Non è solo a Natale che si deve essere più buoni, gentili, altruisti o si deve pensare a fare qualcosa come ad esempio il mobilitarsi contro le guerre nel mondo. Natale è ogni giorno o mai, altrimenti diventa meccanicità, una meccanicità dove al suo interno si vive senza sapere quello che si fa, eseguendo un programma automatico che si attiva ogni anno nello stesso periodo e porta le persone a scambiarsi i regali, a parlare di amore e a mangiare fino a scoppiare.

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Ma parlare di amore senza aprire il proprio cuore come una culla per accogliere, poi, Gesù al Suo arrivo non ha alcun senso. Natale significa sentire nascere l'amore di Gesù dentro di sé, prepararsi all'arrivo di Gesù sintonizzandosi nella frequenza del Suo amore. Che poi giochiate oppure no a carte, andiate in chiesa a mezzanotte oppure no, ciò non cambia molto se non vi preparate, prima, ad accogliere l'amore di Dio (universale) nei vostri cuori.

Aprire il proprio cuore all'amore di Gesù (universale) significa tornare bambini, sentire quell'emozione, quell'eccitazione che si provava nei giorni che precedevano le vacanze di Natale, con la stessa innocenza, purezza, senso di rapimento mistico che solo i bambini riescono a provare. 

Impariamo ad accogliere l'amore di Dio nei nostri cuori, spegniamo lo smartphone, rimaniamo in ascolto della Vita, apriamo il nostro cuore alla gioia, all'amore di Gesù, poi espandiamolo al di fuori di noi. Natale significa amore centrato, indipendenza dagli stimoli esterni, risveglio della propria energia d'amore. Natale significa, anche, ricordare la propria natura, che è AMORE PURO, diffondendo questa energia, non a parole ma con la presenza amorevole, stando accanto a chi ha bisogno di noi.

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In queste festività, proviamo a mettere da parte lo smartphone e avviciniamoci all'amore, perdoniamo e saniamo i rapporti attraverso il dialogo in presenza e non con dei freddi messaggi, torniamo bambini, innocenti, innamorati della Vita, con quel senso di meraviglia e quella voglia di scoprire il mondo che solo un bambino può ancora insegnarci.

In una parola: APRIAMOCI ALL'AMORE DIVINO, ACCOGLIENDOLO NEL NOSTRO CUORE, LASCIANDOLO GERMOGLIARE. POI, QUANDO QUESTO AMORE SARA' MATURATO, DIFFONDIAMONE I FRUTTI ALL'ESTERNO, NON SOLO A NATALE, MA TUTTO L'ANNO!

Vincenzo Bilotta

lunedì 11 dicembre 2023

Creazione vs proiezione

Come ormai molti di noi sanno, la realtà a noi esterna non è oggettiva, essa è una realtà di tipo soggettivo. Questo spiega perché quando si osserva un paesaggio, si ascolta della musica o si guarda un film, ogni persona reagirà in modo diverso divertendosi, sentendosi triste, nostalgico e via dicendo, a seconda delle sensazioni che il paesaggio, il brano musicale o il film che danno in tv gli trasmetteranno.

Eppure il film è sempre quello, vi starete chiedendo! Certo, ma ognuno ha un suo vissuto che gli permette di vedere attraverso i filtri che il vissuto stesso gli crea, non può vedere altro, è come se fosse programmato a fare, vedere, dire determinate cose.

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Così, la stessa canzone che in una persona allieta la giornata, nella persona che le sta accanto e che la sta ascoltando assieme a lei, la giornata gliela rattrista. Tutto questo accade perché noi vediamo la Vita non per come essa dovrebbe essere vista e cioè in maniera oggettiva ed uguale per tutti ma, al contrario, in maniera soggettiva.

Ciò accade perché ognuno di noi, dopo aver fatto determinate esperienze, vede le cose che accadono dopo queste esperienze e che tendono ad essere, peraltro, simili a queste ultime, con i filtri acquisiti in passato. Ma perché ho detto tutto questo e con tale giro di parole, dove voglio arrivare? Ve lo spiego subito!

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In questo articolo di oggi ho fatto questa premessa importante perché voglio chiarire il concetto di creazione e quello di proiezione, in particolar modo relativamente all'esperienza che ognuno di noi fa interagendo con la realtà. Fare questa distinzione fra creazione e proiezione è di fondamentale importanza, specie per chi è nel cammino e vuole dare una svolta definitiva alla propria Vita.

La maggior parte delle persone pensa che la Vita accada per caso, e tutti gli eventi che si vivono arrivano ma non si ha controllo su di essi, semplicemente accadono e vanno vissuti perché "doveva andare proprio così". 

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Con questo modo di vedere le cose, risulta evidente come la gente viva alla maniera delle bestie, vittima degli accadimenti sui quali pensa, e in maniera errata, di non poter aver il controllo o, addirittura, di non poterli modificare quando sono ancora "in embrione", cioè quando non sono ancora accaduti.

Il problema sorge quando la gente non prende coscienza del fatto che la Vita contro la quale lotta, della quale non accetta le sue dinamiche, altro non è se non una sua proiezione. La conseguenza di ciò è che risulterà totalmente inutile e controproducente lottarci contro, ciò per il semplice fatto che è solo il prodotto, il riflesso, di ciò che ci portiamo dentro.

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Quello che noi viviamo è la diretta conseguenza di quello che abbiamo prima pensato, caricato energeticamente con le emozioni, fino a farlo realizzare. Sì, avete capito benissimo, potete anche non crederci ma la cosa non cambia assolutamente quanto a risultati: VOI SIETE I CREATORI DELLA VOSTRA VITA, PRIMA A LIVELLO MENTALE, QUINDI NELLA VIRTUALITA' E, IN UN SECONDO TEMPO, CIO' CHE AVETE PENSATO, ALIMENTATO ATTRAVERSO LE SENSAZIONI SCATURITE DAL CONTINUARE A PENSARE AL FATTO CHE UN DETERMINATO ACCADIMENTO POSSA VERIFICARSI, DETERMINERETE LA PROIEZIONE DELL'EVENTO STESSO NELLA REALTA'.

In pratica voi siete i creatori e la Vita è una vostra proiezione interiore. Di conseguenza, la Vita e tutte le sue dinamiche interne, sono una specie di illusione ottica, una sorta di sogno oggettivato, il vostro sogno, che assume le forme materiali per consentirvi di fare esperienza di quello a cui pensate maggiormente nel corso della giornata.

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E allora? Tutti gli sforzi fatti per cercare di modificare "la realtà" non servono? Sì, servono, ma solo se diretti al nostro interno. Ciò che va fatto è modificare la creazione, agendo al nostro interno, senza sforzo, con un dispendio minimo di energie rispetto a quelle che sprechiamo nelle nostre crociate quotidiane combattute contro il mondo esterno.

Solo dopo aver agito al nostro interno, mutando cioè pensiero, modo di vedere la Vita ed eliminando determinate convinzioni che ci sabotano da sempre, solo allora potremo vedere cambiare la nostra Vita "là fuori" in quanto nostra proiezione.

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Riassumendo, quindi, non dobbiamo toccare nulla della nostra Vita, in quanto essa è solo una proiezione delle nostre forme pensiero, la materializzazione dei nostri pensieri più ricorrenti. Quello che possiamo modificare è il nostro modo di pensare, facendo cadere le convinzioni limitanti coi relativi filtri che ci impedivano di vedere le cose in maniera diversa, coi diversi possibili finali e le infinite possibilità.

Cambiare la creazione significa trasformare la proiezione, lottare contro la proiezione è come tentare di distruggere lo schermo di un cinema se non ci piace il film che proiettano mentre, invece, occorre cambiare la pellicola andando a sostituirla con quella che più ci piace direttamente alla fonte delle immagini e cioè il proiettore.

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Noi siamo i creatori della nostra realtà. Attraverso il giusto pensiero, le emozioni che ci fanno stare bene, le visualizzazioni e la parola GRAZIE, possiamo, se davvero lo vogliamo, fare la differenza che ci porterà a vivere, molto presto, la Vita dei nostri sogni. Buona pratica!

Vincenzo Bilotta