domenica 26 agosto 2018

Siamo ciò che pensiamo

"Siamo ciò che pensiamo", a queste conclusioni giunse più di 2500 anni fa il Buddha. Egli, da illuminato qual era, intuì che sono i pensieri che creano la nostra realtà e plasmano la nostra personalità a loro immagine e somiglianza. Del resto Buddha, come Gesù, è stato uno dei primi fisici quantistici della storia, mettendo in evidenza il fatto fondamentale che verrà ribadito molto più avanti dagli scienziati, e cioè che IL PENSIERO CREA LA REALTA'.

I pensieri che attraversano la nostra mente determinano il nostro umore, le nostre scelte, le nostre posture, essi sono perfino in grado di mantenerci in salute o farci ammalare e morire! Non ci credete? Provate a pensare di perdere il lavoro o di non trovare a casa il vostro partner perché, magari, è fuggito con l'idraulico di turno!
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La mente, infatti, attraverso i circa 60000 pensieri che processa nel corso della giornata, è in grado d'influenzare sia la fisiologia del nostro corpo che i nostri stati d'animo, ciò grazie agli ormoni prodotti dal cervello, attraverso l'ipofisi, in base al pensiero corrispondente. Di conseguenza, se faremo pensieri o progetti felici, ecco che il cervello, in risposta a tutto ciò, produrrà gli ormoni della gioia, al secolo endorfine ed ossitocine.

Ma se, viceversa, saremo stressati dall'eccessivo pensare del quale non siamo ancora riusciti ad essere testimoni distaccati e non faremo che pensare a catastrofi continue che, secondo le nostre seghe mentali di turno, accadranno in un futuro nemmeno troppo lontano a noi o ai nostri cari, ecco che il cervello, anche in questo caso, si adopererà per farci vivere anche "fisicamente" questo tipo di esperienza producendo questa volta gli ormoni legati allo stress: adrenalina e cortisolo.
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Ecco spiegato anche in termini di fisiologia spiccia il detto del Buddha "Siamo ciò che pensiamo". Ma anche la postura subirà un'influenza a causa dei nostri pensieri. Di conseguenza, l'atteggiamento che porta una persona a camminare con le spalle ricurve denota un "appesantimento" eccessivo, un'eccessiva introversione nei suoi pensieri.

Viceversa, un muoversi camminando col petto in fuori denota un'apertura al mondo esterno e una rilassatezza interiore. Insomma, i pensieri possono e, in pratica, hanno il controllo su di noi e sul nostro corpo! Il problema è che NOI NON SIAMO COSCIENTI DI TUTTO CIO' E CI LASCIAMO GOVERNARE DALLA MENTE.
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In questo modo affidiamo il nostro benessere al caso: se la mente processerà dei pensieri positivi e felici, allora andrà tutto bene e passeremo dei momenti piacevoli con noi stessi e chi ci incontrerà, viceversa... Saremo portati a lamentarci e a tirarci addosso altre situazioni ancora più negative dei pensieri non troppo belli di turno.

Cosa fare? Importanza fondamentale, se davvero si desidera riprendere il controllo della propria Vita e diventare i veri artefici del proprio destino, sarà riuscire a capire che noi non pensiamo ma, semmai, veniamo pensati e in maniera piuttosto compulsiva direi!
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In altre parole, se paragonassimo il nostro corpo ad una nave e la nostra coscienza al pilota, ci accorgeremmo come la nave segue una rotta sì, ma ha il pilota automatico perché il pilota (coscienza) si è addormentato. Noi crediamo di stare seguendo una direzione ma, in realtà, la direzione è già decisa dal computer di bordo che programma la rotta (mente).

Di conseguenza, se davvero vogliamo "cambiare rotta" e cominciare ad andare nella direzione da noi voluta, dapprima dovremo svegliare il pilota (essere coscienti del fatto che non pensiamo ma veniamo pensati in automatico dalla mente), in un secondo tempo potremo affidare al pilota il comando della nave (corpo fisico e relativa fisiologia), dopo aver disinserito il pilota automatico (mente) che, fino a quel momento aveva deciso, in maniera arbitraria ed automatica, la rotta da seguire.
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Una volta divenuti COSCIENTI DI NOI E DEI NOSTRI PENSIERI, da quel momento saremo in grado di gestire e modificare i nostri pensieri e, di conseguenza, la nostra Vita, cominciando a pensare e smettendo, al contempo, di venire pensati in automatico. Così facendo passeremo dallo stato di vittime di un destino avverso a quello di padroni di una realtà da noi scelta e modificabile in base alle esigenze del momento, sempre e solo a nostro esclusivo vantaggio.

Vincenzo Bilotta


domenica 12 agosto 2018

La roulette russa

Per riuscire ad osservare i propri pensieri è necessario, prima, rendersi conto del fatto che non si pensa ma, al contrario, si viene pensati. La nostra mente, coi suoi circa 60000 pensieri sparati a raffica ogni giorno, somiglia tanto ad un mitra, ciò anche per la velocità con la quale processa ed elabora ogni singolo pensiero.

Fintanto che non riusciremo a renderci conto del fatto che la mente ha potere sulla nostra Vita ed è diventata un tiranno, non potremo mai cambiare le cose. La mente nasce come un mezzo attraverso il quale poter interagire con l'ambiente a noi esterno, raccogliere dati, elaborare progetti, integrarci nella società.
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Se la mente della maggior parte delle persone è diventata tiranno e non più mezzo, questo è dovuto al fatto che le persone, gli umanoidi medi per intenderci, NON SONO COSCIENTI DEL FATTO CHE, DOPO ESSERSI ALZATE DAL LETTO, CONTINUANO A SOGNARE E DORMIRE ANCHE IN PIEDI, ANCHE DOPO IL CAFFE'.

Nel processo educativo-programmatico ci insegnano a produrre, ad inserirci nella società, ad avere delle competenze e specializzazioni a seconda del lavoro che decideremo di svolgere. Quello che non ci insegnano è l'OSSERVAZIONE DEI PENSIERI, elemento fondamentale se, davvero, vogliamo diventare creatori/modificatori, della nostra realtà.
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E così, non avendo alcun controllo sui pensieri, la Vita diventa un'incognita, non sappiamo mai ciò che ci potrà accadere in qualsiasi settore della nostra esistenza meccanica. Ci hanno installato un programma e, a partire da quel momento, siamo andati avanti in automatico senza nemmeno chiederci dove tutto questo ci avrebbe portato o, men che meno, se fosse stato in grado di soddisfare le nostre aspettative.

Quando non si ha coscienza di Sé e dei propri pensieri, è un po' come quando si gioca alla roulette russa. Si prende un revolver, lo si carica con un solo proiettile e si fa girare il tamburo, non sapendo mai se e quando il proiettile inserito si andrà a conficcare nella tempia del malcapitato di turno.
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Nulla di nuovo all'orizzonte, se ci fate caso, anche i pensieri incontrollati giocano con noi alla roulette russa. Basta andare in giro per accorgersene: persone che cambiano di colpo umore, gente che va fuori di testa senza un motivo apparente, gente che ha, infine, perso il contatto con la Vita reale, ammesso che un minimo contatto abbia mai avuto la fortuna di sperimentarlo.

La scelta è sempre nostra, possiamo decidere di cominciare ad osservarci, a conoscerci, a capirci, a scoprire le dinamiche meccaniche che, fino a questo momento, hanno avuto il totale controllo della nostra Vita. Possiamo smettere di andare avanti in automatico fino alla morte finale, perché già, in realtà, la mente incontrollata coi suoi pensieri ha ridotto la maggior parte di noi in condizioni degne di uno zombie che si rispetti!
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Quando cominceremo ad osservarci, ci accorgeremo che la scelta, in realtà, l'abbiamo sempre avuta, ma nessuno ce lo ha mai spiegato, dopotutto anche i nostri educatori, per la maggior parte della loro Vita, hanno anch'essi dormito profondamente. Quando capiremo il gioco, saremo liberi di giocare con le sue regole, oppure di SMETTERE E SVEGLIARCI.

Nessuno ci obbliga a premere il grilletto, semplicemente non sapevamo, non conoscevamo gli effetti, i rischi e il nostro stato di sonno. Quando cominceremo a capire, saremo liberi di posare la pistola sul tavolo, alzarci e scegliere un altro gioco meno pericoloso.

Vincenzo Bilotta