martedì 24 agosto 2021

Chi vuoi essere oggi?

 "Dimentica il tuo passato. Chi sei adesso? Chi hai deciso di essere davvero oggi? Non pensare a ciò che sei stato. Chi sei adesso? Chi hai deciso di diventare? Prendi questa decisione coscientemente. Mettici impegno". (Anthony Robbins)

Ciò che siamo oggi è frutto, nel bene o nel male, di ciò che ci hanno fatto credere nel passato e, in generale, durante il nostro processo di crescita ed educazione-programmatica. In pratica, quasi nessuno di noi è se stesso. Ogni persona è il frutto di ciò che ha vissuto, elaborato e creduto, fino a farne la propria identità, nel passato.

(Immagine presa dal web)


Ecco perché viviamo in una società formata da persone infelici, depresse, arrabbiate, indecise, che continuano a lamentarsi mentre la Vita passa loro davanti e va per i fatti suoi... La nostra è una società piena di persone che sono state castrate nelle loro potenzialità per poi essere modellate in maniera tale da poter servire al sistema come impiegati sottopagati, consumatori compulsivi e ingranaggi inconsapevoli di un meccanismo molto più grande delle singole parti e destinato a sfruttarle per pochi spiccioli fino alla pensione (morte?).

Occorre ricordare una cosa di fondamentale importanza: noi siamo il nostro passato, questo è vero, ma possiamo prenderne coscienza e, se non ci piace più continuare a recitare una parte che non fa per noi, possiamo cambiare, in ogni momento. Certo, ci vorrà una grande forza di volontà e un desiderio di cambiamento profondo, perché qui si tratta di cambiare radicalmente identità.

(Immagine presa dal web)


Ma se riflettiamo bene, scopriremo che questa identità che continuiamo a trascinarci dietro dall'epoca della nostra infanzia è, in realtà, una zavorra che ci impedisce di spiccare il volo verso lo sviluppo delle nostre reali potenzialità. Solo capendo questo saremo disposti, in seguito, a prendere la decisione di cambiare.

Allora, a questo punto, la domanda sorge spontanea: chi vogliamo essere oggi? Chi ci piacerebbe essere se potessimo avere l'opportunità di ripartire da zero? Quali erano i nostri sogni prima che i nostri educatori, preti, tutori, genitori, amici, allenatori, ragazzi che ci bullizzavano, ci castrassero?

(Immagine presa dal web)


Sì, perché noi non siamo, in realtà, più noi, scusate il gioco di parole... Noi siamo il frutto delle convinzioni limitanti che ci sono state inculcate durante il nostro processo di crescita. Di conseguenza, se le convinzioni che ci sono state trasmesse durante il processo educativo-programmatico riguardo la Vita, il lavoro e i rapporti sociali, coincidono con le nostre aspirazioni, allora tutto andrà secondo i progetti della nostra anima.

Chi nasce e cresce in un ambiente emotivamente sano, dove è incoraggiato a sviluppare la propria creatività e a credere in se stesso, sarà destinato a una Vita felice e piena di successi. Ma se si nasce in un ambiente dove ci viene imposto cosa studiare, quali compagnie frequentare o se si viene bullizzati... Beh... In questo caso la strada da percorrere sarà in salita e spesso si vivrà il resto della Vita nella mediocrità e nella meccanicità.

(Immagine presa dal web)


Chi ha vissuto un'infanzia traumatica o ha avuto dei genitori pieni di aspettative o chi, ancora, è stato educato all'interno di istituti religiosi, è destinato a vivere una Vita anonima, piena di problemi, paure e farà parte della massa senza avere mai la possibilità di emergere. A meno che...

A meno che non lavori su di sé, ciò dopo aver preso coscienza del fatto che la Vita che sta vivendo è una Vita di seconda mano mentre, in realtà, le sue aspirazioni sono ben altre... Da quel momento comincia il lavoro di destrutturazione da tutte quelle convinzioni limitanti che lo avevano destinato, almeno all'apparenza, ad una Vita mediocre, anonima, senza possibilità di successi.

(La copertina del mio nuovo libro)


Bisogna capire che non esiste nessun destino scritto... Solo convinzioni limitanti da sradicare per poi ripartire da zero. Sì, vi sto chiedendo di cambiare identità... Ma prima dovete smettere di essere chi eravate in passato: dovete smettere di essere il bambino che faceva sempre ciò che piaceva agli altri al solo scopo di farsi accettare, dovete smettere di continuare ad identificarvi col bambino bullizzato che non ha mai creduto in se stesso, men che meno da adulto... E la lista potrebbe continuare all'infinito.

In ogni caso, dovete chiudere definitivamente col passato. Non vi sto chiedendo di dimenticare i bei ricordi, quelli no. Ma, sicuramente, dovrete cancellare i ricordi che tenete ancora dentro e che vi hanno causato dei traumi che continuate a portarvi dietro ancora oggi, altrimenti non andrete da nessuna parte e continuerete a girare dentro la ruota della vostra Vita routinaria senza andare mai da nessuna parte, finché morte non vi separi!

(Immagine presa dal web)


Siete disposti a cambiare? O vi siete affezionati alla vostra identità di bambino modello, bullizzato, buono a nulla o disposto a studiare ciò che non sono riusciti a realizzare mamma e papà? Sì, perché di questo si tratta. Si tratta di mettersi in discussione, di smettere di trarre la propria identità da un passato traumatico che continuiamo a trascinarci dietro...

Cominciamo a desiderare una nuova identità, a lavorare sui nostri talenti, quelli che ci hanno vietato di sviluppare quando eravamo piccoli. Poi lasciamoci alle spalle le zavorre legate al passato, ciò per il semplice fatto che non esistono più se non nella nostra memoria sotto forma di convinzioni limitanti. Acquisiamo, piuttosto, maggiore saggezza se ci venisse ancora in mente di ricordarci episodi spiacevoli della nostra infanzia.

(Immagine presa dal web)


Poi... Cambiamo! Cambiamo amicizie, lavoro, città, auto e, in generale, tutto quello che non risuona più con la nostra identità e che ci tiene ancora legati al passato... Ma, soprattutto, cambiamo mente, usciamo fuori e andiamo a prenderci ciò che vogliamo, perché ce lo meritiamo! Buona Vita!

Vincenzo Bilotta

lunedì 9 agosto 2021

L'arte del lasciare andare

Quanto dolore alberga ancora in noi? Dolore per una storia finita, per una persona cara scomparsa troppo presto, per come sono andate le cose in generale nella nostra Vita? Sicuramente tanto, ognuno di noi ha il proprio vissuto e molti, moltissimi, gran parte di questo vissuto non lo hanno ancora elaborato correttamente ma, lungi da ciò, lo hanno semplicemente congelato.

Perché si congela il passato, invece di lasciarlo andare? La risposta è da ricercare nel fatto che, spesso, nel momento in cui accade un determinato evento nella nostra Vita, noi non siamo pronti ad affrontarlo e, proprio per questo, lo mettiamo da parte, cercando di non pensarci più di tanto, ci farebbe soffrire, insomma lo congeliamo.

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Ma non sappiamo che, congelando gli eventi, non permettiamo il libero fluire all'energia della Vita e, con essa, al nuovo che potrebbe entrare a far parte delle nostre esistenze, se solo smettessimo di trattenere il passato, continuando con tutte le nostre forze, in maniera più o meno cosciente, a mantenere in Vita qualcosa che è già morto e sepolto da anni, ma che noi continuiamo ad alimentare e mantenere vivo nella nostra mente.

Così facendo, continuando a pensare al passato e ai presunti errori da noi commessi, continueremo a perpetuare i sensi di colpa, il nostro senso di inadeguatezza, la nostra stessa difficoltà ad aprirci alla Vita, al nuovo. Ma come fare? Come possiamo riuscire a lasciare andare ciò che, di fatto, lungi dall'aiutarci a vivere meglio, all'opposto costituisce un freno alla nostra libertà, libertà di trasformarci, di voltare pagina, di guardare avanti smettendo di portarci addosso delle zavorre che non ci appartengono?

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Lasciare andare è un'arte, come ho già anticipato nel titolo di questo mio articolo di oggi. Per imparare a lasciare andare bisogna prendere, prima, coscienza del fatto che tutto quello che ci è accaduto in passato è PASSATO, cenere, non esiste più se non come idea contorta nelle nostre menti ipertrofiche ed ossessive.

Vi faccio una domanda: continuereste a trattenere con una corda un camion mentre sta per partire? Sicuramente mi risponderete di no! Altrimenti correreste il rischio di farvi male continuando a tirare la corda, sarebbe inutile e controproducente. Lo stesso vale per il nostro passato, per il dolore che abbiamo vissuto e che, nonostante siano passati anche parecchi anni, continuiamo a tenere dentro, ci lasciamo consumare da questo dolore, non capendo che ormai è inutile soffrire e bisognerebbe, piuttosto, tornare a fluire con la Vita dopo averlo lasciato andare.

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Cominciamo a prendere coscienza di ciò che, attualmente, ci fa soffrire, qualsiasi ricordo, sia esso legato al passato, più o meno recente, e che noi, nonostante tutto, avevamo continuato a trattenere al nostro interno, quasi ci fossimo ormai affezionati.

In effetti, molto spesso capita che ci si identifichi col proprio dolore, fino a diventarne dipendenti. Questo, però, è come nutrirsi di un veleno, ciò alla lunga potrebbe portare alla morte! Ecco quanto è importante lasciare andare, lasciamo andare il passato, permettiamo al nuovo di entrare nelle nostre Vite, noi meritiamo di essere felici, siamo nati per questo!

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Prendiamo coscienza del dolore che continuiamo a nutrire dentro di noi, sia esso dovuto a rabbia, sensi di colpa, paura, non importa, entriamoci dentro e stiamo ad ascoltarlo, sentiamo cosa ha da dirci smettendo, al contempo, di giudicarlo, di reprimerlo, di lottarci contro, facciamo semplicemente dei respiri profondi e lasciamoci guidare da esso indietro nel tempo fino a prendere contatto con le sue radici più profonde che possiamo trovare nel luogo spaziotemporale da dove si è originato.

Dopo averne preso coscienza, dopo averne contattato le radici e averne ascoltato il messaggio, LASCIAMOLO ANDARE, questo dolore, questo passato, smettiamo di nutrirlo, apriamoci al nuovo, ce lo meritiamo, siamo nati per sperimentare la gioia nella creatività fino ad essere felici. Ciò che ci separa dalla felicità è l'illusione di dolore tenuta in Vita dalla mente.

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La mente ci fa soffrire perché crea in noi delle aspettative, dei programmi da seguire. Ma la Vita, si sa, è una continua scoperta, non si può progettare la Vita, bisogna solo viverla e lasciarsi andare ad essa con fiducia, senza trattenere nulla, seguendo il flusso. Smettiamo di avere aspettative, lasciamo andare il passato e facciamoci guidare dalla Vita, essa è la più saggia delle maestre e sa, meglio di chiunque altro, ciò di cui abbiamo bisogno per crescere e realizzarci.

Vincenzo Bilotta