La maggior parte della gente vive nell'inconsapevolezza, nell'automatismo e negli schemi mentali. Le persone tendono a re-agire in base a schemi comportamentali acquisiti tramite l'educazione-programmatica e ripetuti nel tempo all'infinito.
Succede però che, quando non si è coscienti dei propri comportamenti re-attivi, si tenderà a vivere da automi all'interno di un circolo vizioso che causerà parecchio stress all'interno della mente, prima e, di conseguenza, sulla fisiologia dell'organismo in un secondo tempo. Questo schema di pensiero stressante potrà portare, se tenuto negli anni, ad uno squilibrio energetico, comunemente definito "malattia" dalla medicina allopatica.
In quest'ottica cosciente, si capisce bene come la malattia non è un evento voluto da un'entità superiore allo scopo di punire un determinato individuo per i suoi peccati. Semmai, la malattia rappresenta l'ultimo tentativo, da parte del nostro organismo, di farci aprire gli occhi sulle cose che non vanno nella nostra situazione di Vita, ciò prima che possa essere troppo tardi.
Nel mio libro L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA, YOUCANPRINT EDIZIONI, paragono la nostra Vita ad un'automobile, la malattia al guard rail e la morte al precipizio che sta oltre il guard rail. Può capitare che, mentre si guida l'automobile, si possa sbandare, ciò a causa di una distrazione o di un colpo di sonno. In quel caso il guard rail impedirà all'automobile di cadere nel precipizio.
Proprio come il guard rail impedisce o, perlomeno, limita i danni alla nostra autovettura, anche la malattia arriva per comunicarci qualcosa che non va. In quest'ottica, la malattia va vista come l'ultimo tentativo da parte del nostro sistema psicofisico di salvarci dalla morte fisica. Ma molti non comprendono il significato simbolico racchiuso nella malattia e, lungi dall'ascoltare il suo messaggio, tenderanno a combatterla.
Combattere la malattia senza, per ciò stesso, comprenderne il significato è come uccidere una persona che viene a portarci un messaggio prima ancora di averlo ascoltato. Ciò, del resto, è quello che fa la medicina allopatica quando tenta in tutti i modi di reprimere i sintomi di tutte le malattie imbottendo di farmaci chimici il paziente-macchina facendo perdere a quest'ultimo la possibilità di lavorare su di Sé fino a cambiare Vita.
Si capisce bene come, in questo contesto, assuma una rilevanza fondamentale la figura del terapeuta, sia esso il medico di base o lo sciamano di turno. Compito del terapeuta dovrà essere quello di guidare il proprio paziente in un viaggio all'interno del proprio corpo, stabilendo con esso un rapporto comunicativo che gli consenta di esprimere le ragioni del disagio fisico e lo portino, attraverso la comprensione dei conflitti che hanno determinato la malattia, alla loro risoluzione e alla guarigione spontanea.
Quando una persona si affida ad un terapeuta, quest'ultimo si assume il ruolo di guida ed alchimista all'interno della Vita del proprio paziente-assistito. In questo contesto hanno rilevanza le parole e il loro corretto utilizzo. Il terapeuta deve aiutare il proprio paziente a capire che, al di là dell'importanza dello squilibrio energetico, egli può guarire se avrà il coraggio e la capacità di osservare il proprio mondo interiore e capire ciò che non va per poterlo poi trasformare alchemicamente dal piombo/malattia in oro/guarigione-comprensione di Sé.
Insomma, il paziente deve diventare l'alchimista della propria salute, trasformando la propria malattia in, utilizzando il neologismo del Dott. Francesco Oliviero, "Benattia". Il passaggio dal termine malattia a quello di benattia ha un significato esoterico-alchemico-magico. Chi, infatti, riesce a non avere più paura del proprio disagio psicofisico e lo utilizza, anzi, a proprio vantaggio decidendo, ad esempio, di cominciare un serio lavoro su di Sé, diventa Mago e Padrone della propria realtà.
La benattia, quindi, diventa la più grande maestra di Vita che ogni essere umano possa mai avere la fortuna d'incontrare lungo il suo cammino. Quando si smette di aver paura e si traducono i messaggi del proprio corpo cambiando, contemporaneamente, ciò che non va nei propri comportamenti, nelle relazioni e, in generale, nel proprio approccio alla Vita, ecco che il miracolo si realizza e la benattia non ha più ragione di esistere avendo trasmesso il suo messaggio ad una persona in grado d'interpretarlo e di trasformarlo in insegnamento evolutivo anziché in morte e dolore.
Vincenzo Bilotta