domenica 27 gennaio 2013

Lo scopo della nostra Vita

Perchè siamo nati? Bella domanda...... Molti di noi se lo saranno chiesto centinaia di volte senza avere mai trovato risposta! Il punto è che ognuno ha, in realtà, uno scopo in questa Vita. Purtroppo, però, pochi lo sanno e ancora meno riescono a raggiungerlo. Sì, perchè in agguato c'è sempre la mente, con i suoi meccanismi autosabotanti, pronta a fare la sua parte. Ma andiamo per ordine. Prima che la mente possa sabotare la realizzazione dei nostri progetti evolutivi di Vita, occorre avere un progetto......

Il fatto è che TUTI INDISTINTAMENTE hanno un progetto ed uno scopo nella propria Vita, ma finiscono col dimenticarlo. Sì, avete capito bene, lo dimenticano. Ma chi glielo fa dimenticare? L'EDUCAZIONE. Quando nasciamo abbiamo già uno scopo. La nascita è già, di per sè stessa, una missione compiuta, un bel traguardo raggiunto, non trovate? Il bambino è entusiasta, ride sempre, prende tutto come un gioco e si PONE TANTE DOMANDE.
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In realtà, il bambino di domande ne fa anche agli adulti e parecchie. Spesso, quando non viene risposto, o cerca la risposta da qualche altra parte (evoluzione) o si chiude in se stesso (blocco). Ma, col passare del tempo, succede che il bambino viene "inquadrato" nella massa attraverso l'educazione. L'educazione serve solo all'apparenza a dare un orientamento al bambino. In realtà, essa, assieme all'istruzione scolastica, costituisce un modo per "sedare" l'istinto selvaggio e indipendente che egli possiede fin dalla nascita. Badate bene, ho detto sedare, non eliminare. Quello, per fortuna direi io, non si può.

Attraverso l'educazione, la maggior parte di noi perde, man mano che va crescendo, la voglia e il tempo di porre e porsi tante domande. Il risultato? L'uomo sonnambulo. L'uomo sonnambulo compie il proprio lavoro senza chiedersi nemmeno il perchè (ecco a cosa servono le scuole per come sono strutturate attualmente!). Sa che deve farlo e basta.

Spesso lo fa perchè GLI ALTRI GLIELO HANNO CHIESTO. Capite bene che si trova a compiere un lavoro che la maggior parte delle volte, lungi dal gratificarlo, lo allontana dal vero scopo della sua Vita. Del resto, a molti fa comodo non avere uno scopo. In questo modo, infatti, si è liberi di lamentarsi con chicchessia. Ecco come nascono i divorzi, gli atti violenti, le guerre e le crisi globali. 

E' inevitabile che questi sentimenti di disagio e malcontento generino una massa di persone insoddisfatte, addormentate, congelate in una vita artificiale e meccanica. Vi starete chiedendo, dopo la descrizione apocalittica della "realtà" odierna, se c'è ancora una soluzione a tutto ciò, una via di fuga da questo mondo artificiale, fatto di luci, colori e suoni inesistenti.
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La soluzione in realtà c'è, sempre. Essa risiede in noi e dipende SOLO ED ESCLUSIVAMENTE da noi. In cosa consiste? Nel porsi le domande giuste al momento giusto. Per riuscire ad entrare in questo stato di Consapevolezza elevato, occorre prima riuscire a riconoscere la condizione di sonno nella quale ci si trova, solo allora ci si potrà muovere nella direzione voluta ed ottenere i risultati desiderati. Ricordate: LE DOMANDE SONO IL CARBURANTE DELLE NOSTRE DECISIONI. Senza di esse si viaggia a serbatoio vuoto e, prima o poi si rimarrà a piedi!

Ora voglio che non perdiate altro tempo, vi fermiate un attimo (potete finire il mio articolo dopo, ma finitelo, mi raccomando!) e vi chiediate: QUAL'E' LO SCOPO DELLA MIA VITA? Questa semplice ma potente domanda, se riuscirete a darvi una risposta sincera, costituirà la forza motrice in grado di orientarvi verso la direzione giusta, sempre.

Ovviamente, qui entra in gioco la vostra mente con le sue obiezioni e paure perchè, sapete, ciò che fa paura alla maggior parte delle persone è il CAMBIAMENTO. A tal proposito ricordo un proverbio che dice: "Chi cambia la via vecchia per la nuova, male si trova". Ciò per far capire come la "saggezza popolare" (????), seppur in maniera inconsapevole, limiti il libero arbitrio di ciascun individuo attraverso le sue "perle di saggezza".

Mi sento di dover cambiare questo detto popolare per il bene di tutti in: CHI CAMBIA LA VIA VECCHIA PER LA NUOVA, QUELLA GIUSTA TROVA. Adesso, dopo aver fatto un respiro profondo ed aver chiuso gli occhi, ponetevi la seguente domanda: SONO SODDISFATTO DELLA MIA VITA? Dopo aver ascoltato senza resistenze la risposta, AGITE nella direzione che vi porterà alla realizzazione dei vostri sogni.

Vincenzo Bilotta

lunedì 21 gennaio 2013

Alla ricerca della luce

Ognuno di noi, prima o poi, nella propria Vita, deve confrontarsi con i propri demoni. Alcuni verranno sopraffatti e saranno destinati a continuare a vivere nelle tenebre, altri faranno esperienza della Luce Divina. Come mai non tutti riescono a vedere la luce e rimangono nelle tenebre? Sicuramente in tutto ciò non c'entra nulla la fortuna o il destino. La differenza è data dalla scelta che si fa nel momento in cui si verifica un determinato accadimento.

Sotto questa prospettiva, un lutto potrà causare un esaurimento nervoso ad una persona e farne risvegliare un'altra. Dipende. Da cosa dipende? Quale scelta si deve fare per evitare la sofferenza? In realtà nessuna! Il lutto, così come un evento non voluto, provocano sempre sofferenza. La differenza sta nel significato che la persona saprà dare a quel determinato evento. Ciò farà anche la differenza fra il creare una persona scontenta e stressata o, viceversa, una persona che realizza la Luce Divina.
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Il punto è sempre uno: chi lavora su di Sé SERIAMENTE, è destinato quantomeno a vedere spiragli di luce qualora non riesca addirittura a risvegliarsi (può succedere, basta avere FEDE e PERSEVERARE nel lavoro su di Sé). Chi affida la propria felicità alle circostanze esterne, invece, è destinato a vivere nelle tenebre, a meno che le cose non vadano sempre come vuole lui.

In questo caso nascono le aspettative e da esse la sofferenza. La sofferenza è figlia di un'aspettativa non soddisfatta. Chi si crea aspettative è destinato, prima o poi, a soffrire. Se vogliamo una cosa, dobbiamo anche capire che potremmo non ottenerla mai. Questo è vivere senza aspettative. Se, diversamente, crediamo di poter ottenere comunque l'oggetto dei nostri desideri, senza tener conto degli eventuali disguidi lungo il percorso, rischiamo di conoscere e sperimentare la sofferenza.
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Ciò accadrà perché, in questo caso, ci saremo creati delle aspettative. Bisogna capire che il cammino che può condurci verso la luce è basato sul vivere il MOMENTO PRESENTE, il QUI E ORA, senza crearsi troppe aspettative. Così facendo si ha modo di poter lavorare su di Sé e di ottenere quantomeno dei risultati in termini di crescita personale. Solo chi lavora su di Sé, infatti, riesce a dare un significato positivo a qualsiasi accadimento nella propria Vita a prescindere da come vadano le cose.

Ciò vuol dire che va bene programmare ma fino ad un certo punto. Bisogna anche avere dei piani di riserva, delle energie di scorta da poter utilizzare in caso di imprevisti di percorso. Solo chi cammina (o ha camminato) nelle tenebre può sperimentare la Luce, così come solo chi ha vissuto il dolore può conoscere la gioia. Questo non significa che chi non ha vissuto un dolore non possa essere felice, sto solo dicendo che, spesso, chi possiede già tutto non lo apprezza. Solo dalla perdita, a volte, si può ricavare un guadagno.
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Una cosa è certa: QUANDO SI VEDE LA LUCE, LE TENEBRE SCOMPAIONO PER SEMPRE. Vale la pena, quindi, intraprendere un cammino di Consapevolezza volto alla Conoscenza di Sé al di là di ogni educazione, cultura o morale acquisita. Bisogna ritornare alla nostra natura primitiva per scoprire noi stessi e vedere la luce così come bisogna nascere per poter crescere e conoscere il mondo.
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Solo la crescita fisica, però, non basta a farci diventare persone complete. Se si vuole davvero diventare creature Onnipotenti e connesse con il Tutto, occorre trasformare noi stessi e per farlo occorre andare oltre le tenebre dell'educazione schematica e razionale. Solo dopo aver varcato questo confine illusorio si potrà scoprire la Luce che ci permetterà di ri-conoscere la nostra Divinità Interiore e realizzare la nostra missione Animica.

Vincenzo Bilotta

domenica 13 gennaio 2013

Ritrovarsi nell'Adesso

Viviamo in un mondo frenetico e stressante. In realtà è la nostra mente a farcelo apparire così. Ogni giorno ci perdiamo nei nostri problemi, nel nostro lavoro, nella nostra Vita artificiale. In realtà sono tutte creazioni della nostra mente. Si, perché la mente MENTE. E lo fa continuamente, in ogni occasione, senza sosta apparente. Da ciò si capisce bene come chi crede nei propri pensieri proietti all'esterno gli stati d'animo che ne derivano  e si crei una realtà distorta e sbilanciata.

Così facendo, la maggior parte delle persone si scorda di Sé ed inizia a vivere una Vita artificiale, imposta, che non gli è mai appartenuta ma che, ciononostante, riconosce come propria e vi si identifica totalmente. Chi decide di vivere in questo modo non è, certamente, Presente a Sé stesso. Solo onorando il momento presente si troverà la propria VERA identità libera da qualsiasi legame superfluo con il tempo e potrà, finalmente, vivere la VITA REALE.
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Ritrovarsi nell'Adesso è il titolo di questo mio nuovo articolo. Ritrovarsi nell'Adesso costituisce uno dei rari momenti in cui l'uomo si fonde con il proprio Dio interiore, riconoscendo la missione della propria Anima e liberandosi da tutte le zavorre emozionali che ha trascinato a fatica fino a quel momento. Non è cosa semplice ritrovarsi nell'Adesso. E' più facile perdersi nei propri pensieri, proiettarsi in tempi e luoghi passati, futuri o mai esistiti. Questo sì è più facile e sapete perché? Perché ci siamo ALLENATI fin da piccoli a farlo.

Tuttavia, nonostante l'apparente assuefazione a questo modo di pensare che sembrerebbe condurci ad una strada senza uscita, una soluzione c'è. Per uscire dagli schemi abituali di ripetizione automatica del nostro comportamento meccanico occorre ALLENARSI e CONDIZIONARE il proprio cervello. Ciò è possibile grazie alla neuroplasticità, fenomeno attraverso il quale il cervello espande il proprio volume e le relative reti sinaptiche in base ai nuovi schemi di comportamento (pensiero) acquisiti.
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La parola chiave è ALLENAMENTO e FEDE. Solo avendo FEDE nei risultati derivanti dal lavoro trasformazionale su di Sé, potremo ritrovarci e vivere nell'Adesso, l'unico momento al quale bisognerebbe rivolgere la propria energia attraverso l'ATTENZIONE COSTANTE. Impariamo ad esercitarci nella Presenza Mentale e ad Essere Attenti ad ogni nostro pensiero.

Quando arriva un pensiero che non gradiamo, NON RESISTIAMOGLI, LASCIAMOLO ANDARE. PANTA REI, TUTTO SCORRE, diceva Eraclito; lasciamo che sia così. Ritrovarsi nell'Adesso significa ritrovarsi con Sé stessi. Ritrovarsi con Sé stessi, significa ritrovare la propria VERA IDENTITA'. Ritrovare la propria VERA IDENTITA' vuol dire scoprire ed onorare, giorno per giorno, QUI E ORA, il Divino che è sempre stato in noi.

Vincenzo Bilotta

domenica 6 gennaio 2013

Il lavoro su di Sé

Evoluzione. Ecco la parola chiave del ventunesimo secolo. In senso tecnologico si ha ben poco da imparare, quanto a rapporti umani e Consapevolezza invece.... Ne abbiamo di strada! E allora giù con seminari, corsi di meditazione, libri ispiratori e quant'altro possa disincrostarci di dosso tutte le illusioni che ci siamo portati dietro fino ad oggi, fino al momento in cui non decideremo di iniziare il lavoro su noi stessi.

Cosa significa lavorare su di Sé e a cosa dovrebbe portare tendenzialmente questo lavoro? Lavorare su di Sé comporta, innanzitutto, l'aver preso coscienza dello stato di sonno nel quale ognuno di noi versa e che gli fa perdere le redini del proprio Sé disconnettendolo dal Tutto. Quando si è persi nei propri pensieri è come se si vivesse in un sogno ad occhi aperti dal quale sembra non esserci apparente possibilità di Risvegliarsi. Questo stato di sogno ci fa percepire il mondo esterno a noi come diviso e minaccioso.
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Dallo stato mentale nasce la dualità e la necessità di mio e tuo, buono e cattivo, bello e brutto. Insomma, tutto si separa, ma, per fortuna aggiungerei, solo all'apparenza. La persona che vive nella propria mente è destinata a ripetere gli stessi comportamenti senza mai poterne trarre un insegnamento che le possa consentire di evolvere fino ad interagire con nuovi modelli comportamentali. Il lavoro su di Sé è volto ad aiutare la persona a vivere LA VITA REALE, uscendo finalmente dal mondo illusorio proiettato dalla mente attraverso i suoi pensieri.

Cosa è necessario per far si che il lavoro su di Sé possa compiersi? Innanzitutto la VOLONTA' DI CAMBIARE schema di pensiero ed approccio con persone ed eventi nella Vita quotidiana. Dopo si potranno leggere libri e frequentare seminari, guru, coach, fermo restando che tutto ciò costituisce il LAVORO TEORICO corrispondente al 10% del lavoro su di Sé. Importanza fondamentale ha il LAVORO PRATICO ai fini dell'evoluzione verso piani più alti di esistenza.
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Esso, infatti, costituisce il 90% di quello che è il lavoro su di Sé. Se frequentare seminari e leggere libri, infatti, consente di acquisire nuove conoscenze sul piano teorico ed a livello intellettuale, IL METTERLI IN PRATICA fa parte dell'opera evolutiva dell'Essere Umano e permette la sua trasformazione a livello psicofisico partendo dalle singole cellule. Solo attraverso un lavoro di pratica costante, infatti, si potrà stabilire un nuovo approccio alla Vita che ci consenta di accettare le parti di noi in ombra ed illumini, al contempo, il nostro percorso verso la realizzazione del SE' UNIFICATO.

Lavorare su di Sé comporta Essere Presenti a Se Stessi in ogni occasione della propria Vita. Solo così un avvenimento come il semplice lavare i piatti o lo svolgere il proprio lavoro, potrà trasformarsi da semplice RIPETIZIONE MECCANICA a CELEBRAZIONE DEL PROPRIO SE' LIBERO DA OGNI FORMA PENSIERO LIMITANTE. Per questo è di fondamentale importanza la pratica e non solo l'acquisizione teorica di concetti. Vivere la Vita Reale comporta l'essere aperti a tutti gli eventi allo scopo di trarne un significato ai fini evolutivi. Ogni accadimento nella nostra Vita è un insegnamento del quale fare tesoro.

Niente è sbagliato o inutile, tutto è necessario quando accade. Basta rimanere attenti e svegli ed anche una semplice conversazione con un passante può trasformarsi in una lezione di Vita da mettere in pratica. Iniziate il lavoro su di voi partendo dall'Osservazione di ogni vostro gesto, parola, azione, cominciate ad accorgervi della meccanicità nella quale siete immersi "normalmente". Osservate senza giudicare, semplicemente lasciate accadere senza opporre resistenza. Ciò vi darà le basi per poter poi approfondire, se lo vorrete, il lavoro d'introspezione.

Vincenzo Bilotta

domenica 30 dicembre 2012

Trattenere i pensieri

Oggi voglio parlarvi dei pensieri e di ciò che comporta il trattenerli non permettendo loro di fluire. I pensieri sono frutto dell'elaborazione automatica, da parte della mente, dei dati da noi acquisiti attraverso le nostre esperienze interattive col mondo esterno. Noi elaboriamo decine di migliaia di pensieri ogni giorno. Essi fluiscono per lasciare spazio ad altri. Cosa fa, però, la maggior parte delle persone? Li trattiene.

Trattenere un pensiero significa bloccare energia vitale rendendola stagnante, soffocando l'ossigeno della creatività Divina che è in noi. E' di Eraclito l'aforisma "PANTA REI", che significa tutto scorre. A tal proposito, secoli fa, egli affermava che la vita è come un fiume che scorre; non ci si può bagnare mai due volte nello stesso fiume perchè l'acqua scorre e si rinnova. Trattenere i pensieri è il titolo dell'articolo di quest'oggi. Ma cosa comporta il trattenere un pensiero? UNO SPRECO ENERGETICO INUTILE!
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Immaginate che il pensiero sia un cane. Immaginate, ora, che questo cane sia selvatico e voglia allontanarsi ma voi decidiate invece di trattenerlo per la coda. Sapete cosa potrebbe succedere? Prima o poi il cane, per reazione istintiva, cercherà di mordervi nel tentativo di farvi MOLLARE LA PRESA sulla sua coda. Rischiereste di tirare la coda ad un cane solo per correre il pericolo di farvi mordere?

Eppure scommetto che molti di voi lo fanno ripetutamente coi loro pensieri, reiterandoli senza sosta e non permettendo loro di lasciarli andare per i fatti propri. Il problema è che molti di noi non pensano più, SONO PENSATI DALLA PROPRIA MENTE. Ecco come nasce l'uomo meccanico, quello che compie ogni gesto senza più ricordarsi di Sé e della propria libertà individuale. Pensare è normale, umano; trattenere è contro la vita stessa e fa parte della meccanicità dell'uomo sonnambulo.
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Esercitando la Presenza mentale attraverso l'Osservazione senza giudizio del pensiero stesso, si permetterà il suo fluire senza più trattenerlo. Alla luce della Presenza mentale, i pensieri scorrono via veloci come auto da corsa in pista e ci permettono di mantenere il controllo sulla nostra vita. Quando parlo di controllo, mi riferisco alla Presenza cosciente esercitata sui pensieri.

Le cose sono due: o si Osservano i pensieri o ci si identifica. Nel primo caso, dopo averli osservati, li si lascerà fluire via senza identificarsi con essi; nel secondo caso si rischia di diventare dei sonnambuli. Trattenendo il pensiero, si bloccano energia e creatività. La nostra vita rischia di spegnersi e perdere di interesse ai nostri occhi. Perfino l'espressione del viso cambia, il modo di parlare, di muoversi. Tutto è influenzato dal nostro stato d'animo rivolto ad un pensiero.
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LIBERIAMOCI DA QUESTA GABBIA SENZA SBARRE! Quando pensate troppo ad una cosa, ripetetevi che non è reale. Non appena un pensiero tarda ad andarsene, accoglietelo con Amore, ringraziatelo e poi lasciatelo volare via come quando si libera un uccello dalla gabbia che lo ha tenuto prigioniero da una vita.
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La vita è energia in movimento; lasciatela essere senza trattenerla. Il pensiero è solo una bolla di sapone che si può scoppiare attraverso lo spillo della consapevolezza. Osserviamo, quindi, i pensieri nel loro naturale fluire senza mai identificarci con essi. Solo così riusciremo a bagnarci in acque sempre fresche e limpide: le acque della consapevolezza risvegliata.

Vincenzo Bilotta

domenica 23 dicembre 2012

Mantenetevi svegli

"Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa". (Luca 12,35)

Oggi voglio parlarvi della Presenza Mentale. A tal proposito, ho voluto riportare un passo del vangelo secondo Luca che, a mio avviso, è molto chiaro al riguardo. Quando l'apostolo Luca dice "siate pronti", non fa altro che richiamare la  gente alla Presenza Mentale, un invito implicito allo sforzo, effettuato attraverso il lavoro su di Sé, per raggiungere la condizione di Risvegliato.

Di seguito poi parla di "lucerne accese": qui pone l'accento sull'Osservazione di Sé che ognuno di noi DEVE effettuare QUOTIDIANAMENTE sui propri pensieri e comportamenti, al fine di fare luce (lucerne) sul proprio buio (inconsapevolezza), per poter uscire dallo stato di sonnambulismo nel quale versa. Infine dice: "siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa".

Cosa vuol dire tutto ciò? Questo passo del vangelo è molto chiaro e costituisce un incoraggiamento, dato dall'apostolo Luca alle persone, affinché esse possano lavorare su di Sé attraverso l'esercizio della Presenza Mentale. Quando parla dei servi che aspettano il padrone, parla della liberazione dalla schiavitù mentale (molti sono schiavi della propria mente e dei pensieri connessi da lei prodotti). Ma chi è il padrone? Il nostro Vero Sé, libero da pensieri ed elementi di disturbo.
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In poche parole, quello che l'apostolo Luca vuole dire in questo prezioso passo del vangelo da lui scritto costituisce un invito a rimanere sempre aperti ed attenti in ogni momento, ponendo la nostra attenzione sui nostri pensieri ma, anche, su ciò che facciamo e sugli eventi e le persone con le quali interagiamo quotidianamente. Solo rimanendo Presenti, infatti, si può avere modo di cogliere quelle sottili sfumature che si nascondono ai più (sonnambuli) nel vivere e nell'agire quotidiani.

Quando si è Presenti, tutta la realtà cambia. Ogni cosa ha la possibilità di essere osservata sotto un'altra luce: la luce della Presenza Consapevole. Quando si è Presenti, ogni film visto, persona incontrata, libro letto, acquisiscono un significato iniziatico, diverso, magico. La cosa strana è che, quando siamo svegli, riusciamo a dare un significato diverso anche a libri e film che avevamo già visti nella condizione di sonnambuli.

Ma come si raggiunge tutto ciò? Come si fa a dare un'interpretazione della vita diversa? Lavorando su di Sé, giorno per giorno, cercando di vivere nel QUI E ORA senza identificarsi con il passato né col futuro. Il lavoro su di Sé comporta uno sforzo volto ad uscire dallo stato meccanico nel quale la maggior parte delle persone si è ormai abituata a vivere.

Osserviamoci nelle attività quotidiane, VIVIAMO IL MOMENTO senza lasciarci trascinare dai pensieri. Diventiamo PADRONI dei nostri pensieri, mai più servi! Quando riusciremo ad uscire dallo stato di sonnambulismo, attraverso l'Osservazione della meccanicità dei nostri gesti, ecco che tutto acquisterà colori nuovi ed accesi: I COLORI DELLA VITA REALE AL DI FUORI DAL SOGNO.

Vincenzo Bilotta

domenica 16 dicembre 2012

Il depotenziamento

"Se non credi in te stesso, chi ci crederà?". (Kobe Bryant)

Ognuno di noi è una creatura potente, molto potente. Pochi lo sanno, ancora meno ci credono, raramente c'è chi rimane potente. Nel corso della Vita, coloro che sono preposti alla nostra "educazione", ci abituano solo all'obbedienza incondizionata e alla sottomissione al potere di pochi: stato, scienza e chiesa sono i principali manipolatori. Essi, attraverso la paura e la coercizione, impongono le loro strategie di controllo alle masse inconsapevoli di persone abituate fin dalla nascita a riconoscere il potere ad altri e ad obbedirvi.
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Quante volte vivete dei conflitti che si traducono in disagi psicofisici e cercate subito aiuto all'esterno quando, spesso, basterebbe un semplice lavoro su di Sé volto alla semplice Osservazione del disagio stesso allo scopo di lasciarlo fluire via? Quanti di noi hanno disperso inutilmente il loro potere pressochè infinito, rincorrendo medici, preti, storie d'amore e datori di lavoro e cercando in essi un'ancora di salvezza? Siamo stati abituati a non credere in noi e a chiedere sempre aiuto agli altri.

Nessuno alla fin fine può colpevolizzarci per questo atteggiamento in quanto esso è il frutto dell'educazione ricevuta da persone anch'esse inconsapevoli della loro potenza creativa. Il depotenziamento nasce e cresce con l'educazione che riceviamo fin da piccoli. Da bambini dobbiamo SEMPRE  chiedere il permesso per qualsiasi cosa. Da qui nasce il sistema del divieto e dell'obbedienza. Se si trasgredisce si viene puniti. Tutto ciò costituisce la base del lavoro di sottrazione di potere che, man mano che andremo crescendo, sfocerà nella nostra impotenza pressochè totale.
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Ovviamente questo depotenziamento non è mai definitivo, ci mancherebbe! Si può divenire nuovamente potenti attraverso il lavoro su di Sé associato allo sviluppo di nuove strategie personali per superare le diverse esperienze che la Vita ci pone dinnanzi  senza ricorrere all'aiuto o ai consigli esterni. Quando siamo indecisi riguardo a qualcosa tendiamo a chiedere pareri o consigli ad altri. Ciò nasce da una fondamentale insicurezza nelle proprie potenzialità e capacità creative. Questa insicurezza, come dicevo prima, è acquisita attraverso l'educazione.

Da piccoli, infatti, tendiamo a guardare ed imitare i comportamenti dei nostri genitori. Quando un bimbo agisce, cerca sempre il consenso degli adulti che si trovano vicino a lui in quel momento e lo fa osservando le loro reazioni nei suoi riguardi. Tutto questo in età adulta si traduce in un bisogno di approvazione; ma questa non è la strada giusta verso l'ottenimento della libertà personale! Quando noi chiediamo il parere degli altri, contemporaneamente cediamo a loro il nostro potere e, per ciò stesso, perdiamo, seppur provvisoriamente, la nostra capacità creativa e il nostro intuito.
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NOI SIAMO CAPACI DI TUTTO. Per accorgerci di ciò dobbiamo iniziare a chiedere meno pareri, assumendo il controllo definitivo della nostra Vita. Siamo ESSERI COMPLETI ED ONNIPOTENTI. Tutte le dipendenze nascono dalla sensazione di incompletezza ed inadeguatezza nei confronti del mondo in generale e degli eventi in particolare. Se tante persone sapessero di essere capaci DI  CREARE DA SOLE, SEMPRE, non perderebbero il loro tempo in relazioni amorose fallimentari o in rapporti di lavoro schiavizzanti.

Ricordate: NON ESISTONO PERSONE PIU' FORTI DI NOI, ESISTONO SOLO PERSONE ALLE QUALI NOI CEDIAMO IL NOSTRO POTERE E PER CIO' STESSO DIVENTERANNO FORTI AI NOSTRI OCCHI. Quante volte avete sognato di vivere felici e in salute? Perchè spesso non ci riuscite? Semplicemente perchè delegate ad altri il compito di rendervi felici e sani! Finchè non capirete questo meccanismo, ne rimarrete invischiati dentro come una mosca nella carta moschicida.
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Nessuno, TRANNE VOI STESSI, può liberarvi dalle vostre dipendenze e rendervi nuovamente potenti. SOLO VOI POTETE. Basta una decisione, un atto di Volontà Consapevole, orientato al Risveglio attraverso l'Osservazione Silenziosa degli eventi e di Sé stessi rapportati alla realtà. In quel momento ci sarà  la reale possibilità di cambiare la propria Vita e di riappropriarsi, al contempo, delle proprie potenzialità sopite ma mai perse!

Vincenzo Bilotta