La Vita è. Di questo, quasi nessuno se ne ricorda. Da qui cominciano le differenti definizioni che ogni persona tende a darle. Chi è nella mente, si sa, è nel duale e tende a descrivere la Vita come bella/brutta, giusta/ingiusta, giungla, crudele, senza senso e chi più ne ha, più ne metta...
Così facendo, però, ci si predispone alla lamentela, emergono delle aspettative nei confronti della Vita, aspettative che, la maggior parte delle volte, andranno deluse. È chiaro, da quanto detto finora, come le persone raramente vivano la Vita o, quanto meno, si accorgano perfino di essere vivi, ciò perché la maggior parte di esse sarà troppo impegnata a lamentarsi di Essa.
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Quasi nessuno è soddisfatto di come vanno le cose all'interno della sua Vita e tende, per questo, a lamentarsi. Ci si lamenta per come si vorrebbe che andassero le cose, per come dovrebbero comportarsi le persone, per ciò che non si è ancora ottenuto...
Si capisce bene come, più che vivere la Vita, la maggior parte delle persone si lamenta di Essa. Così facendo si creano delle aspettative e, proprio per questo, si vive in una condizione di resistenza, di opposizione a "ciò che è".
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In pratica, ci si dimentica di vivere e fluire con la vita e da quel momento comincia la lotta, il sacrificio, la sofferenza, condizione che, ormai, sembra accomunare la maggior parte degli esseri umani... Ma quale può essere la soluzione alla sofferenza e, in generale, allo stato di perenne insoddisfazione nel quale sembrano versare la maggior parte delle persone?
Innanzitutto bisognerebbe smettere di vedere i lati negativi o, quanto meno, smettere di alimentare i sentimenti di negatività legati alle aspettative deluse, alla mancanza di quel qualcosa, all'interno della nostra Vita, che secondo noi potrebbe renderci felici e completi.
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Dopo aver smesso di vedere i lati negativi e quale naturale conseguenza di ciò, occorrerà smettere di lamentarsi e cominciare, all'opposto, a ringraziare per ciò che si ha già ma che non si è mai tenuto nella minima considerazione in quanto gli esseri umani in generale, tendono ad accumulare cose per poi inseguirne altre senza, tuttavia, mai riuscire a gioire o a godere di ciò che si possiede già.
Dopo aver cambiato questa visione della Vita, occorrerà fare il passo finale, quello che ci farà cominciare a vivere. Questo passo consisterà nell'uscire definitivamente dalla mente per poter entrare, invece, nel naturale ed armonioso flusso della Vita, senza più resisterLe, senza sperare, semplicemente affidandosi ad essa.
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La Vita, si sa, è più saggia di noi. Essa saprà riservarci tanti doni se noi rimarremo in uno stato di costante gratitudine senza più lamentarci di come dovrebbero andare le cose e cominciando, piuttosto, a gioire di ciò che possediamo già smettendo, al contempo, di inseguire altre cose, situazioni, persone le quali non farebbero altro che farci allontanare dal nostro vero scopo, quello per il quale le nostre anime si sono incarnate nei nostri corpi: ESSERE FELICI PER IL SOLO FATTO DI ESSERE VIVI, CIÒ A PRESCINDERE DALLE CIRCOSTANZE, I LUOGHI, LE PERSONE, LE SITUAZIONI A NOI ESTERNE.
Vincenzo Bilotta