Ci sono due modi di vivere la Vita: il primo è considerando ogni accadimento e il fatto stesso di essere vivi e respirare un miracolo, mentre il secondo è prendendo l'esistenza come una lotta continua piena di problemi e nemici ad ogni angolo. Il primo modo rappresenta, per la maggior parte delle persone, un'utopia. Il secondo è il normale modo di vivere della maggior parte delle persone di oggi.
Si vive in una società in cui si da tutto per scontato, si è proiettati sempre e comunque verso il dopo, si vive tirando avanti e, spesso, senza uno scopo, si è costantemente alla ricerca di qualcosa che possa dare una gratificazione istantanea seppur transitoria.
La gente ha smesso, ormai da diverso tempo, di avere fiducia nel prossimo e, a dire il vero, non crede nemmeno in se stessa. Si vive in un clima di costante diffidenza, si sta sempre sulle difensive e, di conseguenza, si prova sempre meno amore, sia verso se stessi che verso gli altri.
Paradossalmente si vive sempre più connessi al resto del mondo, almeno in maniera virtuale grazie alle tecnologie moderne ma, al contempo, ci si è disconnessi dall'unica vera fonte che potrebbe donarci equilibrio e gioia incondizionata, il cuore. La diffidenza, la paura, la sensazione di disagio che vive la gente di quest'epoca sono imputabili ad una chiusura di cuore.
Chi non è nel cuore, chi non ha aperto il suo cuore alla Vita è una persona destinata a vivere nella paura e nell'attaccamento. Così ci si attacca a persone, circostanze, pensieri o al proprio lavoro, poco importa. Ciò, oltre a creare dipendenza, porterà ad un arresto nel continuo fluire con la Vita. In pratica, se non apriamo il cuore alla Vita succede che essa, prima o poi, ci chiuderà la porta in faccia!
Chi non vive nel cuore vive nella mente. La mente, si sa, mente non appena viene lasciata libera e non riusciamo ad osservarla. Da ciò nascerà l'attaccamento ai pensieri elaborati dalla mente stessa. Sì, perché solo se si è nel cuore si potrà sentire il battito della Vita, il suo continuo fluire senza sosta...
Se ci pensate un attimo, il cuore proprio a questo serve, a permettere la Vita. Esso, infatti, pompa continuamente il sangue in tutto il corpo, permettendo la circolazione e il nutrimento dei tessuti, altrimenti sopraggiungerebbe la morte! Il cuore rappresenta la Vita, la dinamicità, il divenire nel continuo fluire degli eventi.
La mente, viceversa, rappresenta la ripetizione, la stasi e, a volte, la morte. Essa tende a ripetere ciò che già conosce e a scartare/fuggire il nuovo. La mente odia il fluire, vuole sapere, controllare, di conseguenza tende ad attaccarsi e l'attaccamento, si sa, porta alla stasi e, di conseguenza, alla morte.
O sei nel cuore o sei nella mente, a te la scelta. O fluisci con la Vita o sei destinato a vegetare per poi morire. Non ci sono vie di mezzo, solo possibilità di scegliere, di cambiare, di andare oltre il conosciuto che, pur essendo un porto sicuro, tuttavia non è per nulla idoneo alla nostra evoluzione. Per poter evolvere, infatti, dovremo uscire da questo porto, navigare anche nei mari in tempesta fino a diventare dei capitani della nostra Vita.
Solo chi ha navigato nei mari in tempesta della propria mente, infatti, può diventare il capitano della propria Vita fino a raggiungere un equilibrio e un'apertura di cuore tali da rendere la propria esistenza una celebrazione vivendo, finalmente, attimo dopo attimo, nel QUI E ORA.
Vincenzo Bilotta