Si parla ormai fin troppo spesso di presenza mentale, ma sono pochi a viverla all'atto pratico. Si medita, ci si osserva, poi arriva una telefonata, qualcuno ci dice qualcosa che non ci fa piacere sentire, magari un giudizio, una critica, poco importa, e noi ci perdiamo subito, non siamo più in grado di essere presenti, vigili.
Oggi voglio parlarvi di una pratica che, se mantenuta costante nel tempo, può farvi ancorare al presente, fra poco vi spiegherò come. Tutti sappiamo, per averlo vissuto in prima persona, che la mente tende ad essere irrequieta, iperattiva, a spostarsi da un argomento all'altro senza che ci sia, spesso, un nesso logico.
Questa iperattività della mente ci porta a vivere come degli zombie, persi nei nostri sogni ad occhi aperti, senza un centro, fra passato e futuro, con i loro rispettivi sensi di colpa per ciò che è successo e non siamo stati in grado di fronteggiare in maniera adeguata rispetto a quelle che erano le nostre aspettative e gli stati d'ansia per ciò che potrebbe accaderci in un futuro imprecisato.
In pratica la nostra mente non è mai QUI E ORA, si sposta sempre, gioca una sorta di partita a ping pong fra passato e futuro, saltando il presente come la rete che separa i due lati del tavolo di questo gioco. Quando tutto sembrerebbe remare contro ogni possibilità di mantenersi svegli o, quantomeno, coscienti dello stato di sonno, ci viene incontro la nostra ancora di salvezza: il corpo fisico, quello che abitiamo ed usiamo per muoverci, lavorare, fare sport.
Sì, perché, se ci riflettete bene, il corpo, a differenza della mente, è l'unico che rimane nel presente, ciò perché è fisico e non può spostarsi nello spazio e nel tempo, almeno fino ad oggi, salvo in futuro se inventeranno una macchina del tempo o il teletrasporto...
Di conseguenza, l'utilizzo del corpo mediante esercizi quali hatha yoga, tai chi, respirazione, pilates o una semplice passeggiata fatti in maniera cosciente, possono aiutarci a rimanere presenti e ad ancorarci nel QUI E ORA grazie alla percezione del nostro corpo.
Accorgersi del proprio corpo non è facile, ovvio, altrimenti il nostro pianeta sarebbe popolato da Buddha anziché da zombie! La difficoltà maggiore che s'incontra nel sentire il proprio corpo sta nella meccanicità nella quale si versa, la quale porta, come conseguenza, ad un suo utilizzo in una condizione automatica, a volte del tutto incosciente.
Così, se non si riesce a sentire il proprio corpo, se non ci si esercita a risvegliare almeno il corpo fisico, si rischia di perdere l'ultima possibilità di svegliarsi, di accorgersi della Vita che altrimenti, nello stato di zombie nel quale la maggior parte della gente ancora versa, rischia di passare INOSSERVATA e cessare senza la possibilità di essere stata, prima, VISSUTA IN MANIERA COSCIENTE.
Impariamo, quindi, ad ancorarci al presente, cominciamo a sentire il nostro corpo, le sensazioni che ci trasmette, siano esse tattili, olfattive, poco importa, cerchiamo di ACCORGERCI del fatto che possediamo un corpo. Col tempo potremo uscire dallo stato di meccanicità che in questo momento consideriamo normale e attraverso il quale compiamo gesti quali scrivere, parlare, leggere, fare l'amore senza, peraltro, accorgerci di esistere!
Come ho detto sopra, potete cominciare a praticare delle attività fisiche che possono aiutarvi ad accelerare il processo di ancoraggio al presente. Potete praticare, ad esempio, lo yoga nelle sue diverse varianti, il tai chi, il pilates o, semplicemente, camminare o respirare in maniera cosciente. Tutte quelle elencate prima sono solo alcune delle attività che vi consentono di sentire il vostro corpo per poter tornare, attraverso di esso, al presente anche con la mente.
Scegliete quella che fa per voi, cominciate con l'esercitarvi in maniera COSCIENTE, OSSERVATE cosa succede all'interno del vostro corpo. Potere sentire il respiro che accelera mentre aumentate l'intensità degli esercizi o i muscoli che si tendono per poi rilassarsi mentre vi esercitate. Ponete la massima attenzione a questi momenti, perché proprio allora state ponendo le basi per ancorarvi al presente facendo smettere, di conseguenza, alla mente di viaggiare nello spazio tempo consentendole di tornare nella sua vera casa: IL QUI E ORA.
Vincenzo Bilotta