Ti hanno insegnato a competere, sin da piccolo. I tuoi genitori, insegnanti, allenatori, datori di lavoro, hanno nutrito aspettative su di te, spesso molto alte, esercitando su di te pressioni eccessive. A causa di queste pressioni, lungi dal farti raggiungere dei risultati concreti ti hanno sabotato, impedendoti di eccellere.
Il fatto è che col "mors tua Vita mea" non si arriva da nessuna parte, non nel mondo del lavoro, sicuramente non se si segue un cammino di crescita personale volto a valorizzare i propri talenti. Al contrario, così facendo, si rischia di rimanere isolati, di andare fuori strada, si deraglia dai binari che potrebbero portare, se seguiti, fino alla stazione finale, quella della realizzazione di sé.
Se si vuole eccellere, se si vogliono davvero approfondire, conoscere e sviluppare i propri talenti fino ad esprimerli si deve, in primo luogo, uscire dagli schemi mentali acquisiti durante il processo educativo-programmatico. Bisognerà riuscire a lasciarsi alle spalle tutto quello che non serve più alla crescita personale e che non farebbe altro che zavorrare il percorso evolutivo.
Ma il passo fondamentale che si dovrà compiere se davvero si vorrà crescere fino a sviluppare i propri talenti e raggiungere l'eccellenza, sarà costituito dal passaggio dallo stato competitivo caratterizzato dal motto "mors tua Vita mea", a quello collaborativo che ha come slogan il "Vita tua Vita mea". Il significato è profondamente diverso... I risultati opposti!
Per realizzare quanto da me descritto, dovrete smettere di vivere nella modalità "sopravvivenza", di stampo darwiniano, caratterizzata dalla legge della giungla, in cui vince il più forte e per gli altri resta solo terra bruciata, senza alcuna chance. Ormai la nostra civiltà non necessita più, da diverso tempo, di predatori e prede, semmai, se si vuole davvero crescere, occorre la collaborazione.
Alla luce di quanto detto finora, occorrerà passare dalla modalità sopravvivenza, in cui vige la legge del più forte e ognuno fa per sé in maniera puramente utilitaristica, a quella basata sull'olismo, dove tutto è uno e fondata sul principio di cooperazione fra gli esseri umani. In questo contesto viene accantonata ogni forma di concorrenza, più o meno sleale, poco importa, per abbracciare la cooperazione disinteressata fra persone della stessa comunità, prima, fino ad arrivare alla collaborazione fra vari popoli appartenenti alle diverse etnie.
In questo modo ognuno avrà la possibilità di esprimere i propri talenti e crescere senza danneggiare chi gli sta accanto ma, lungi da tutto ciò, insegnando all'altro ciò che potrà arricchire il suo bagaglio culturale per poter poi avanzare tutti assieme, per costruire un mondo migliore.
(Immagine presa dal web) |
In questo modo ognuno avrà la possibilità di esprimere i propri talenti e crescere senza danneggiare chi gli sta accanto ma, lungi da tutto ciò, insegnando all'altro ciò che potrà arricchire il suo bagaglio culturale per poter poi avanzare tutti assieme, per costruire un mondo migliore.
Quella da me prospettata non è una visione utopistica ma l'unica alternativa alla decadenza culturale e alla distruzione dilagante che si sta verificando nel mondo, in generale, e nel mondo occidentale in particolare. Quando si smette di competere si ha la possibilità di poter conservare quelle energie che risulteranno preziose allo scopo della crescita individuale e del lavoro che potrà essere compiuto su di sé.
Quando si collabora ognuno apporta, per il bene comune, il proprio contributo, mettendo a disposizione i propri talenti fino a raggiungere l'eccellenza, ciò grazie anche al fatto che le energie che prima venivano spese per sabotare o combattere il lavoro dei concorrenti, adesso vengono risparmiate in quanto si è raggiunto un clima di collaborazione e crescita globali.
Provate ad applicare questi principi in qualunque campo della vostra Vita, dallo sport alla pratica spirituale, dalla Vita di coppia al lavoro che svolgete, i risultati non si faranno attendere e voi stessi sarete meno stressati, ciò grazie alla nuova visione che avrete del mondo, non più visto come una giungla popolata da predatori mortali ma, semmai, come un luogo di crescita reciproca dove ognuno può esprimere se stesso senza limiti fino ad eccellere nel proprio campo attraverso il contributo personale.
Vincenzo Bilotta