"Se non potete parlare bene di una persona, non parlatene". (Rosa Falasca, madre di Giulio Andreotti)
In una società fondata sulla ricerca dell'altrui approvazione, è naturale giudicare chi, ai nostri occhi, non è perfetto. Che poi la perfezione non esista né, tantomeno, andrebbe ricercata, questo è un altro discorso. Il fatto è che, una volta inquadrati attraverso l'educazione-programmatica, entriamo a far parte del mansueto gregge delle pecorelle obbedienti.
Una delle regole tacite di chi fa parte del gregge sembrerebbe invogliare al giudizio, a parlare male degli altri. Di certo, ognuno di noi è fatto in maniera diversa rispetto ad ogni altro individuo, questo fa parte della personalità che ci si costruisce crescendo e facendo esperienza nella Vita di tutti i giorni attraverso le diverse interazioni con persone, situazioni lavorative, sentimentali ed eventi di vario genere.
Ogni persona andrebbe rispettata per quel che è. Ma nella nostra società, quella dei social, fondata sui "mi piace" e sul selfie perfetto degno di un divo di Hollywood, nessuno è, paradossalmente, perfetto. Si capisce bene come, in un clima di insicurezza come questo, i giovani di oggi tendano a crescere in una modalità che li porta ad apparire belli e forti per mascherare una profonda insicurezza e una mancanza di scopo nella Vita.
E' più facile apparire, piuttosto che essere. Per essere, infatti, bisogna prima riconoscersi perfetti, così come si è, a prescindere dai "mi piace" e dall'altrui approvazione nella Vita di tutti i giorni. Ma il sistema, così com'è strutturato, non lascia spazio all'essenza, optando, piuttosto e per ovvi motivi, per l'apparenza. Dopotutto, così facendo, si riesce a vendere di più, qui entrano in gioco, come risulterà evidente, esigenze di marketing.
Per poter vendere un determinato prodotto, infatti, i pubblicitari sanno benissimo che bisogna ingenerare nei potenziali acquirenti il desiderio di possederlo. Per far questo occorre indurre le persone a sentirsi incomplete. Se non hai la berlina reclamizzata in tv, l'ultima versione del più famoso degli smartphone o non vai in vacanza a Ibiza, allora non sei alla moda, ed ecco scattare il desiderio di sentirsi parte di un gruppo per non essere considerati diversi ed essere lasciati soli.
Insomma, la nostra è una società dove si vogliono salvare le apparenze, dove si cura di più l'abbigliamento rispetto alla conoscenza, dove tutto sembra dover essere perfetto ed impeccabile, altrimenti... Altrimenti si verrà criticati e, a nostra volta, si tenderà a criticare, a parlare male degli altri.
Chi parla male degli altri lo fa perché non accetta il prossimo così com'è, in altre parole lo vorrebbe diverso, ciò secondo i suoi personali ideali di perfezione. Poiché questo è impossibile, in quanto ogni persona vorrebbe il proprio simile perfetto secondo i propri ideali personali di perfezione, ecco che nessuno risulterà perfetto agli occhi degli altri.
Questo lascerà spazio alle critiche fatte alle spalle di amici, parenti, poco importa, basta che si parli male qualsiasi soggetto può essere tirato in ballo. Ma chi parla male degli altri, in realtà parla male di se stesso. In pratica proiettiamo sugli altri ciò che non ci piace, per un motivo o per un altro, di noi. Non ci sentiamo mai adeguati, spesso questi concetti ci vengono inculcati dai genitori, i quali ci vorrebbero vestiti e pettinati in una data maniera, studenti di una data facoltà e gli esempi potrebbero continuare all'infinito.
Quando nasce in noi la tendenza a parlare male degli altri, a lamentarci di determinati aspetti di una persona che frequentiamo o, spesso, nemmeno conosciamo se non in maniera superficiale, dovremmo girare questa forma di giudizio gratuito su di noi, sulle nostre Vite, ciò allo scopo di capire cosa non ci piace, in realtà, della nostra Vita.
Dobbiamo ricordare sempre che L'ALTRO CI FA DA SPECCHIO. Basandoci su questo principio, la prossima volta che ci verrà voglia di parlare alle spalle di qualcuno o di emettere dei giudizi in sua presenza, proviamo a capire cosa, in realtà, l'altro ci sta mostrando di noi, cosa non ci soddisfa delle nostre Vite.
Chi è soddisfatto della propria Vita, infatti, pensa solo a migliorarla passo dopo passo, giorno dopo giorno, senza giudicare ciò che ne fanno gli altri delle loro, di Vite. Dopotutto le Vite degli altri, come vestono, cosa fanno, non sono affari nostri. Ma se, al contrario, continuiamo a parlare male degli altri, a giudicarli, sprecheremo tempo ed energie che potremmo dedicare, invece, alla nostra crescita e miglioramento personali.
Smettiamo, almeno proviamo, di parlare male degli altri, siano essi governi, calciatori, attrici o il vicino di casa. Il giudizio fa parte del modo di vivere della maggior parte delle persone, lo si legge anche sulle bacheche dei social, dove tutti sono pronti a gettare fango sugli altri per darsi loro stessi un'aura di santità.
La verità è che NESSUNO DEV'ESSERE PERFETTO (se vuoi approfondire l'argomento, puoi cercare il mio articolo con lo stesso titolo), ognuno è come è, basta solo accettarlo o, se proprio non si trovano dei lati positivi da elogiarne, si può sempre tacere e lavorare su di sé per crescere ed evolvere più in fretta senza più impantanarsi in pettegolezzi degni da donnine di strada.
Vincenzo Bilotta