domenica 21 luglio 2019

Utilizzare le pressioni esterne come mezzo di crescita

"Scritta in cinese la parola crisi è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l'altro rappresenta l'opportunità". (John Fitzgerald Kennedy)

Siamo tutti forti e centrati, almeno così sembra. Andiamo a praticare yoga 3-4 volte la settimana, meditiamo ogni giorno anche per mezz'ora o più, pensiamo positivo, ci sentiamo centrati e motivati, in pratica padroni del mondo... Fino a quando questo stesso mondo che ci sembrava così amico, un giorno ci crolla addosso...
(Immagine presa dal web)

Succede all'improvviso, proprio quando tutto sembra andare per il meglio... Ad un tratto arriva un sms del partner con il quale dichiara di lasciarci perché non se la sente di voler continuare la storia con noi, il datore di lavoro ci chiama in ufficio per dirci che sta ridimensionando il personale e che noi, beh, possiamo anche fare a meno di tornare l'indomani e per i giorni a seguire...

Questi sono solo alcuni esempi di come all'improvviso la Vita possa cambiare, senza nessun preavviso, del resto così è. Nessuno ci ha mai garantito niente e nulla ci è dovuto, da nessuno... Solo noi possiamo acquisire qualcosa, sviluppando le potenzialità e i mezzi adeguati per crescere in mezzo a quelle che sembrerebbero essere delle difficoltà insormontabili...
(Immagine presa dal web)

In pratica vi sto dicendo di utilizzare le situazioni definite comunemente "di merda" per concimare ed accelerare la crescita dell'albero della vostra saggezza interiore. Di solito, invece, le persone utilizzano determinati accadimenti che arrivano come fulmini a ciel sereno per rendersi vittime del destino e cercare compatimento dagli altri attraverso la lamentela ripetuta all'infinito.

Queste persone non sanno, però, che così facendo, lungi dal risolvere la situazione, si ritrovano in una fase di stallo. Sì, perché la lamentela non risolve un bel nulla! Ci vuole azione, muoversi in direzione della trasformazione, prima interiore e, di conseguenza, esteriore. Ma come fare?
(Immagine presa dal web)

Innanzitutto smettendo di remare contro gli eventi. Occorre smettere di RESISTERE A CIO' CHE ESISTE. Questa è la prima mossa strategica da adottare per poter trasformare la realtà, creando i presupposti necessari affinché le cose possano funzionare a nostro vantaggio smettendo, per ciò stesso, di lottarci contro e cominciando a trasformarle in esperienze necessarie alla nostra crescita.

Ciò che ci ha resi persone migliori, più forti, più determinate, più equilibrate se vogliamo, è stato proprio l'aver vissuto, nel corso della nostra Vita, eventi che hanno messo sotto pressione il nostro sistema psicofisico. Ciò ha consentito la nostra crescita interiore, magari in principio abbiamo sofferto, abbiamo vissuto per un bel pò nelle tenebre, ma poi abbiamo cominciato a vedere la luce...
(Immagine presa dal web)

E luce fu! Solo dopo aver attraversato le tenebre si può apprezzare la luce che, peraltro, ci ha da sempre circondati ma che noi non avevamo mai avuto occhi per vedere... Quel che accade, l'evento all'apparenza doloroso ed angosciante, contiene in embrione un'opportunità di crescita tanto maggiore quanto più devastante sembra essere la situazione che andremo a vivere in seguito all'accadimento.

Quando muore una persona a noi cara, il partner ci lascia, perdiamo il lavoro o un amico che sembrava fidato ci tradisce, la prima reazione che abbiamo è incontrollata, automatica (infatti parlo di re-azione, non di azione), e ci porta a rattristarci, piangere, renderci vittime, in pratica dei tristi lamentosi vittimisti.
(Immagine presa dal web)

Ma, se ci riflettessimo un attimo, solo allora capiremmo che anche gli eventi meno piacevoli fanno parte della Vita, di questo mondo duale, formato da luce/buio, bene/male, piacere/dolore, amore/paura. Certo, ognuno di noi può rimanere equilibrato anche quando è nel bel mezzo della tempesta, ma per far ciò dovrà prima riconoscere le sue eventuali resistenze alla Vita ed eliminarle assieme all'abitudine a giudicare e lamentarsi del mondo esterno, radicata un pò in tutti oggi.

Quando si smetterà di lamentarsi, da quel momento si potranno recuperare energie preziose per la crescita personale. Smettendo di resistere e di giudicare, invece, ci permetterà di fluire con la Vita, lasciando scorrere gli eventi senza lottarci contro, limitandosi solamente ad OSSERVARLI senza nulla trattenere, un pò come quando si assiste ad una lezione interessante e si evita di commentare o giudicare ma ci si limita ad IMPARARE.
(Immagine presa dal web)

Impariamo dagli eventi, smettiamo di resistere, di giudicare, di lamentarci, di vittimizzarci. Lasciamo che la Vita c'insegni, lasciamola ESSERE! Così ogni esperienza, perfino la più drammatica, potrà trasformarsi in un'opportunità di crescita in ogni settore della nostra Vita che nemmeno 20 anni di yoga e 200 libri spirituali avrebbero mai potuto fornirci.

Vincenzo Bilotta