lunedì 29 settembre 2025

Vedere il mondo con gli occhi di un alieno

Immaginate di essere un alieno, fatelo per almeno una volta nella vostra Vita, se ne avete voglia. Nei panni di questo alieno siete stati inviati sul pianeta terra per cercare nuove forme di Vita intelligente, per fare un'esplorazione dei posti ed, infine, comunicare al vostro pianeta, quello dal quale provenite, i risultati della vostra missione esplorativa.

Gironzolando per il pianeta terra cominciate a vagare per i boschi, a vedere le prime forme di Vita animale: uccellini sui rami, caprioli, scoiattoli e altri animaletti. Ad un certo punto, uscendo dal bosco, vi avviate verso la costa e là vedete, con vostro stupore, per la prima volta il mare.

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A quel punto prendete una barca e vi fate un giretto e scoprite la fauna marina, anche lì stupore e gioia di scoprire la perfezione di quel pianeta, abitato da tanti animali intelligenti, ognuno con uno scopo e che sembrano vivere tutti in armonia. 

Poi, camminando, vi ritrovate in una strada trafficata. A quel punto incontrate il primo essere umano in auto e vi fate dare un passaggio fino alla prima città. Così cominciate ad avere i primi contatti con gli esseri umani e ne rimanete scioccati.

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Da subito cominciate a notare la differenza rispetto agli animaletti incontrati nel vostro cammino nei boschi, e vedete come questi esseri che si fanno chiamare "umani" siano tutti ben vestiti, elegantemente pettinati, pieni di strani profumi e che vanno tutti di fretta. A quel punto cominciate a dubitare di questi umani.

Qualcosa comincia a non quadrare, ciò perché, inevitabilmente, cominciate a fare il confronto con gli animaletti dei boschi o le creature degli abissi marini e notate come, mentre loro vivono in armonia e raramente si uccidono se non per cibarsi i più forti dei più deboli, gli umani uccidono per sport e lo chiamano "caccia" o per brama di potere, in questo caso la chiamano "guerra".

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Ma i paragoni non si fermano qui. Mentre gli animali rispettano il loro habitat, gli umani non rispettano né il loro habitat ma, non contenti, inquinano anche i boschi, i mari e tutto ciò che gli capita a tiro, senza minimamente curarsi dell'estinzione delle specie più a rischio o del fatto che abbattendo gli alberi "sfrattano" le povere creature del bosco.

E voi, che fin dal principio avevate preso nota di tutto nel vostro diario di bordo, cominciate ad osservare come questa specie umana sia fuori luogo e che proprio a causa sua, continuando di questo passo, il pianeta che state visitando potrebbe rimanere, in breve tempo, disabitato.

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Nelle annotazioni non potete fare a meno di evidenziare quanta crudeltà, violenza, mancanza di gratitudine e tendenza alla prevaricazione avete riscontrato in queste sottospecie di scimmie ben vestite che si fanno chiamare "esseri umani". La cosa vi allarma, ma non potete farci assolutamente nulla, anche perché siete solo in missione esplorativa e non potete interagire se non in maniera imparziale con gli abitanti del pianeta terra.

Siete impressionati, vi assale il disagio, cominciate a pensare quanto insensati siano questi umani, quanto poco rispetto abbiano per il pianeta nel quale vivono, poco rispetto verso ogni forma di Vita, risorsa ma, soprattutto, mancanza di rispetto verso se stessi e i propri simili.

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Non potete fare a meno di notare come questi umani, pur possedendo ricchezze naturali, risorse e benessere in generale, siano sempre più infelici, depressi, aggressivi, irrispettosi, cattivi e bramosi di potere e desiderio di sottomettere le popolazioni prendendoli in giro con delle forme repressive di potere che loro amano chiamare "governi".

Dopo tutto quello a cui avete assistito, non potendo più sopportare la visione folle di queste scimmie ammaestrate ed assetate di violenza, potere ed ingrate, risalite sulla vostra navicella e, tornati al vostro pianeta, ripensando alla terra direste ai vostri amici: "ho visitato un pianeta di pazzi"!

Vincenzo Bilotta


lunedì 15 settembre 2025

Meditare sulla morte

La nostra è una società dove l'apparire ha soppiantato, di gran lunga, l'ESSERE. Ogni cosa viene ostentata, nessuno sembra più curarsi dell'essenza di se stesso né delle cose. In pratica si rincorrono beni materiali, titoli accademici, auto e beni di lusso in generale, ma nessuno si ferma mai a riflettere riguardo alla limitatezza della Vita del corpo fisico.

Certo, mentre leggete mi ribatterete che la nostra anima è immortale, che siamo infiniti, che non abbiamo principio di nascita né finiremo, un giorno, con la morte, ma al di là di tutte queste affermazioni metafisiche una cosa è certa ed inevitabile: la morte fisica.
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Che vi piaccia o no, dal momento in cui si nasce, una cosa sola è certa: la morte. Tuttavia nessuno sembra curarsene, molti sprecano le loro Vite senza riuscire a dar loro un senso, senza riuscire a capire l'opportunità che si stanno lasciando sfuggire perdendo il loro tempo attaccandosi alle cose materiali, a sentimenti come odio o desiderio di vendetta, e intanto la Vita va oltre, per i cazzi suoi, niente sconti, per nessuno!

Si pensa troppo alla Vita sociale, ad avere, avere, avere, ad apparire, apparire, apparire... Nessuno pensa allo spirito, a ciò che sarà dopo, nessuno si prepara alla morte fisica. Sì, il mio articolo di oggi pone l'accento sulla morte, quella fisica, perché l'anima, quella no, non muore mai, è qui, tiene in piedi questo corpo fisico per fargli fare esperienze materiali per altri non si sa quanti anni, poi si cade a terra come dei palloncini quando si sgonfiano, e la festa è finita.
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Il fatto è che in occidente non c'è la cultura della morte, nessuno ci prepara alla morte, si evita il discorso in maniera scaramantica, quasi a volerla evitare, come se non parlandone si diventasse immortali. Ma così non è, poi capita che muoia una persona cara e si rimane stupiti, terrorizzati, addolorati, quasi non ci si ricordasse della transitorietà di tutte le cose, dal fiore di campo, passando per gli animali, fino ad arrivare a noi, esseri umani.

L'idea della morte la vogliamo tenere lontana, al contrario di quanto avviene in oriente. In oriente molti monaci buddhisti meditano nei cimiteri, vicino agli ossari. Direte voi, saranno mica necrofili? No, per nulla. I monaci meditano sulla morte e, per enfatizzare la cosa, lo fanno all'interno dei cimiteri, ma perché?
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No, non sono pazzi né necrofili e hanno anche loro da fare tutto il giorno. Tuttavia, ogni giorno, dedicano un pensiero alla morte e nei weekend, invece di andarsi a stordire di vodka in qualche pub a bordo di un SUV, vanno a meditare nei cimiteri, per ricordarsi quanto la Vita sia preziosa e il privilegio del quale stanno godendo proprio in questo ISTANTE di ogni respiro, di ogni raggio di sole, della Vita in se stessa.

Vi siete mai accorti di quanto poco pensiate al fatto di essere vivi, in salute, in un paese non in guerra? Secondo me, pochissimi lo hanno fatto, forse nemmeno lo hanno mai pensato. La Vita è un privilegio, ogni anno che passa invece di lamentarvi del fatto che state invecchiando, pensate piuttosto a godervi ogni singolo istante, smettete di disprezzare la Vita.
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Viviamo in delle autentiche necropoli, forse perché la gente nemmeno si accorge di essere VIVA e non pensa mai alla morte. La Vita scorre davanti ai loro occhi mentre sono impegnati a sprecare il loro tempo controllando i nuovi messaggi sugli smartphone, magari svolgendo dei lavori che odiano o praticando lo shopping compulsivo per compensare il senso di vuoto costante che provano.

Forse pensando un po' di più alla morte si apprezzerebbe il tempo che si ha a disposizione dal momento in cui si nasce fino al giorno, non si sa come e quando, avverrà il salto dimensionale, l'abbandono del corpo fisico.
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Impariamo a meditare sulla transitorietà dei nostri corpi, delle nostre Vite terrene, ma utilizziamo tutto ciò per realizzare ciò che, fino a questo momento, non abbiamo avuto mai il coraggio di fare ed abbiamo sempre rinviato con delle stupide scuse.

Non ci è dato sapere il giorno della nostra morte, il che è un gran vantaggio e, al contempo, uno stimolo a fare, a realizzare i propri sogni, a smettere di odiare, di attaccarsi alle cose materiali, di sentirsi inadeguati, in una parola: PRENDETE L'IDEA DELLA MORTE, MEDITATE SU DI ESSA COME STIMOLO PER VIVERE E CAVALCARE LE ONDE DELLA VITA, INVECE DI LASCIARVI TRASCINARE PASSIVAMENTE DALLA ROUTINE COME, INVECE, FA LA MAGGIOR PARTE DEGLI ZOMBIE MODERNI.

Vincenzo Bilotta

lunedì 1 settembre 2025

La Vita è flusso

Immaginate un fiume, il suo costante scorrere, a tratti più impetuoso, a tratti più rallentato perché c'è meno acqua, ma che va sempre e comunque avanti, fino a ricongiungersi con il mare. Nel suo andare verso il mare, il fiume è inarrestabile, deciso, pieno di energia.

Il nostro corpo umano, come ormai tutti sanno, è formato in gran parte da acqua. Possiamo dire che l'acqua, e la conseguente idratazione del nostro corpo, sono fondamentali per la nostra esistenza. Chi ha letto il libro IL TUO CORPO IMPLORA ACQUA, DI FEREYDOON BATMANGHELIDJ, MACRO EDIZIONI, sa quanto sia enfatizzata l'idratazione in questo meraviglioso libro che andrebbe inserito quale materia di studio in tutte le scuole pubbliche, ciò allo scopo di educare le future generazioni al corretto utilizzo dell'acqua limitando, al contempo, l'assunzione di bevande frizzanti e piene di zuccheri, coloranti e conservanti.

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Nel nostro corpo tutte le funzioni sono rese possibili, come ho già accennato sopra, grazie ad una corretta idratazione. Poiché noi siamo fatti di energia, il nostro cuore batte grazie ad impulsi elettrici, i nostri muscoli si contraggono grazie all'energia che scorre nel nostro corpo e ci consente, fra le altre funzioni, di camminare, pensare, mangiare, allenarci, produrre sperma, rigenerare le cellule e, di conseguenza, tutti gli organi in soli tre mesi.

Questa energia in medicina tradizionale cinese viene definita QI (si pronuncia "ci"), e il suo corretto fluire lungo i meridiani di agopuntura determina il perfetto funzionamento del nostro sistema psicofisico mentre, viceversa, se qualche meridiano blocca questo fluire, ecco che nasce il disturbo che va corretto attraverso i diversi rimedi dei quali si avvale la medicina tradizionale cinese, due fra tanti: l'agopuntura e la riflessologia plantare.

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Possiamo paragonare il QI all'acqua, essa scorre allo stesso modo, e i meridiani energetici ai vari canali dove il fiume transita fino a giungere a destinazione. Un ristagno del QI può essere paragonato ad un canale fluviale intasato, se non lo si sblocca rapidamente, provocherà un'esondazione.

Lo stesso vale per il QI, occorre mantenere il suo flusso costante, lasciare che scorra liberamente, apportando nutrimento, trasformazione e salute a livello cellulare e, di conseguenza a livello psicofisico nella persona che mantiene il proprio corpo e la propria mente in sintonia con la propria anima.

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Fatta questa premessa, andremo ad analizzare quali sono le cause di arresto del QI in un determinato organo. Poiché la Vita è flusso, il cercare di arrestare o modificare il suo avanzare, rischia di travolgerci e trascinarci via con forza, questo con o senza il nostro consenso.

Le scelte sono due: ACCETTARE la Vita, così com'è, fluendo assieme ad essa senza sforzo, oppure non accettarla, opponendo resistenza al suo continuo, impetuoso, fluire. Se la Vita è flusso, ciò significa che essa è come un fiume e, di conseguenza, uguale al QI che scorre costantemente e finché siamo vivi, nel nostro corpo attraverso i meridiani energetici.

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Quali sono le conseguenze di quanto detto finora? Se noi decideremo di fluire con la Vita, imparando ad ACCETTARLA con tutto quello che ci offrirà e non opponendo la minima resistenza ma, lungi da tutto ciò, ci lasceremo condurre dalla sua corrente sfruttandone la potenza immane, ecco che ci manterremo in salute, utilizzando il QI a vantaggio del nostro benessere psicofisico ed impedendogli, col nostro atteggiamento positivo nei confronti degli accadimenti, di arrestarsi e far danni nel nostro corpo.

Ma se, come molti fanno, decideremo di resistere alla Vita, ecco che rischieremo di venirne travolti e trascinati via senza controllo. La non accettazione della Vita con le sue dinamiche, inoltre, comporterà una certa resistenza da parte nostra, con conseguente spreco di energia, perché remeremo contro la corrente della Vita rischiando di ammalarci a causa del blocco del QI in qualche meridiano dove tenderemo ad avere, proprio in quel momento uno squilibrio energetico.

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Alla luce di quanto detto sorge una domanda spontanea: perché resistere alla Vita? Se il fiume della Vita è in costante movimento, ci conviene, se vogliamo mantenerci in salute, non ostacolarlo andando, piuttosto, in direzione del suo naturale fluire, senza sforzo, né spreco di energie, così anche il nostro QI non incontrerà resistenza, perché noi non somatizzeremo gli eventi bloccando, in conseguenza di ciò, i canali energetici.

Impariamo a fluire, lasciamoci trasportare dalla Vita, lasciamo che il nostro cuore ci parli, rimaniamo in ascolto, perché il nostro cuore e la Vita sanno già ciò di cui abbiamo bisogno per crescere, evolvere fino a realizzare i nostri progetti. Smettiamo di resistere, perché così facendo perdiamo tempo, energie, salute e a volte rischiamo di morire quando il QI è bloccato.

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Rimaniamo allievi della Vita, prendiamo ogni cosa come un suo insegnamento, smettiamo di resistere, continuiamo a rimanere in una dimensione ludica, proprio come quando giocavamo con essa da bambini, mettiamo da parte ogni paura e lasciamoci condurre per mano verso la realizzazione dei nostri sogni e, alla fine del percorso, alla FONTE dalla quale tutti noi proveniamo.

Vincenzo Bilotta

lunedì 18 agosto 2025

Ogni accadimento svolge un ruolo nella tua Vita

Bisogna lavorare su di sé per comprendere fino in fondo la Vita, altrimenti si vivrà nel mondo di superficie, fatto di talk show, SUV superlusso, droghe, alcool, abiti eleganti e, in generale, apparenza, fumo negli occhi.

Certo, le cose belle si colgono al volo, non bisogna riconoscerle, stanno là fuori. Ma per capire certi accadimenti, certe dinamiche nelle nostre Vite, non basta conoscere le marche dei migliori abiti, del SUV ultimo modello o il nome del personaggio famoso che appare sempre in tv.

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Chi vive la Vita di superficie, in realtà, non conosce nulla delle dinamiche che governano il cosmo, e non capirà mai il perché di determinati accadimenti. Di conseguenza, sarà destinato ad essere trascinato a forza dalla Vita e sbattuto a destra e a manca dalle sue immancabili tempeste, tutto questo senza la possibilità di diventare, lui stesso, il capitano della propria nave.

In realtà, sappiamo bene che non si cresce con le cose possedute, con le amicizie giuste, con lo smartphone di ultima generazione o con la vacanza superlusso. Certo, queste sono cose che se si possiedono, senza esserne, tuttavia, schiavi, fanno parte dei piaceri della Vita, e noi abbiamo diritto di goderne, tranne che non decidiamo di farci monaci eremiti o sannyasi.

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Tuttavia, oltre alla Vita di superficie, sulla quale ognuno di noi può esercitare il controllo in maniera facile ed intuitiva, esiste una realtà, un aspetto della Vita più profondo, un aspetto che può mettere a dura prova l'esistenza di chiunque, costringendolo a tirare il freno a mano, smettere d'inseguire champagne e cocaina e fermarsi a riflettere.

Ma se questa persona, chiamata dalla Vita a riflettere, non lo ha mai fatto, beh, allora per lei sorgeranno grossi problemi, specie se non ha mai lavorato su di sé, cominciando ad indagare su ciò che significa, in realtà e oltre le apparenze, VIVERE.

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Come molti di voi ben sanno (lo spero), ogni accadimento nella Vita ha un suo ruolo. Ogni cosa necessita di una specifica chiave di lettura per essere compresa, e quella chiave di lettura è dentro di noi, nella mente limpida, quando siamo silenti e ci apriamo alla comprensione universale, che è già in noi ma non si manifesta mai, non possiamo vederla, perché le acque della nostra mente sono "normalmente" agitate dagli oltre 60000 pensieri che ogni giorno la nostra mente ci spara a raffica, confondendoci le idee.

Come ho accennato prima, ogni cosa non avviene mai per caso, e quando avviene svolge un ruolo determinante nella nostra Vita, diversamente non accadrebbe mai, sicuramente non nella nostra Vita.

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Così, quando ci si ammala, invece di imprecare contro la cosiddetta "malattia", termine prettamente allopatico fonte di guadagno per le multinazionali del farmaco, si dovrebbe riflettere sul fatto che, in realtà è una "benattia", termine omeopatico coniato dal Dott. Francesco Oliviero che sta a significare che tutto quello che accade è giusto e perfetto, quindi un bene, mai un male.

Così, sotto questa nuova ottica, la "malattia" arriva per guarire la persona dai suoi comportamenti sbagliati, invitandolo ad amarsi e a rispettarsi, come forse non aveva mai fatto fino a quel momento. Più che farci la guerra, quindi, fate amicizia col vostro squilibrio psicofisico e ci troverete un invito al cambiamento, un punto di svolta nella vostra Vita, ma in senso positivo, mai negativo, come invece continuano a blaterare i medici allopatici.

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Un altro accadimento traumatico è costituito dall'abbandono da parte del partner. Può accadere che, ad un certo punto della relazione, il nostro partner ci tradisca o voglia il cosiddetto "periodo di riflessione". Anziché vedersi crollare il mondo addosso, converrebbe chiedersi perché si reagisce in un determinato modo (generalmente rabbia, paura, ansia riguardo a cosa ne sarà del rapporto stesso).

Ci si potrebbe chiedere se, in realtà, dietro la reazione all'abbandono del partner non ci siamo degli schemi di dipendenza creati per bypassare la paura di restare soli. Ecco che, in questo contesto, si potrà avere una diversa chiave di lettura e vedere l'abbandono da parte del partner come un'opportunità per guarire dalla dipendenza dalle persone o dalla paura di restare soli.

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Ogni persona non arriva da noi per caso, così come ogni evento non avviene fortuitamente ma, lungi da ciò, essi accadono ed entrano nelle nostre Vite per portarci un messaggio, arrivano per darci l'opportunità di evolvere, di cambiare Vita, di migliorare.

Così, quando accade qualcosa che, secondo l'opinione comune, risulta essere brutta o, quanto meno, sgradevole, ciò non significa che si è stati, secondo il comune modo di ragionare delle pecore metropolitane, "sfortunati", semmai significa che è arrivato, per noi, il momento di cambiare Vita e, di conseguenza, di evolvere verso piani più alti di consapevolezza, elevandosi al di sopra del gregge globalizzato dei non-pensanti.

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Col tempo, e con l'esercizio d'introspezione, riusciremo a leggere il significato che si cela dietro ogni accadimento, fino a guarire il nostro sistema psicofisico e, di conseguenza, la nostra Vita. In questo modo raggiungeremo, e porteremo a compimento, il progetto della nostra anima, quello per il quale ci siamo incarnati in questo corpo.

Vincenzo Bilotta


lunedì 28 luglio 2025

La Vita è improvvisazione

Ogni persona tende a fare progetti per la propria Vita, ed è giusto e, per certi versi, normale. Dico per certi versi perché, in qualsiasi momento, questi progetti, in realtà, possono essere stravolti da qualsiasi avvenimento non previsto in precedenza e questo, dopotutto, fa parte della Vita e va messo in conto.

Il fatto è che, molto spesso, quando un progetto viene stravolto, ecco che la persona non accetta questo stato di cose. E' tipico, infatti, lamentarsi per come vanno le cose rispetto ai progetti originari, per il fatto che adesso non si sa cosa fare e via dicendo.

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In tutto questo, nella lamentela insita nelle frasi precedenti, si può notare una certa resistenza al cambiamento che la Vita, a volte, ci pone davanti senza nessun preavviso, un po' come un fulmine a ciel sereno. Di fronte al cambiamento si hanno due opzioni: o si resiste ad esso, arrabbiandosi per ciò che la Vita non ci ha permesso di realizzare a causa del mutamento delle condizioni che, mentre prima erano favorevoli alla realizzazione dei nostri progetti, adesso risultano essere contrarie, ostacolandone, di fatto la loro realizzazione, oppure si smette di opporre resistenza.

Nel caso in cui si smette di opporre resistenza si è già sulla buona strada in direzione del cambiamento e del successivo adattamento alle nuove condizioni che la Vita ci pone davanti. Questo non opporre resistenza, come sapete bene, consentirà un risparmio energetico che ci servirà per affrontare i cambiamenti sopraggiunti rispetto ai progetti iniziali.

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Una volta accettato ciò che è accaduto, quello che la Vita, mischiando le carte, ci ha messo sul piatto, occorrerà improvvisare, perché vivere la Vita significa, anche e soprattutto, improvvisare, uscire fuori dal copione che si era scritto e recitare a braccio, un po' come fanno gli attori più bravi nelle diverse opere teatrali.

La Vita, infatti, è improvvisazione. Certo, progettare fa parte del modus vivendi di tante persone, ma ci sta pure il mettere in conto la possibilità di dovere improvvisare laddove ciò si renda necessario. Dopotutto, questo può essere preso come una sorta di stimolo creativo ad inventarsi nuove soluzioni alle sorprese che la Vita, a volte, riserva.

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Impariamo a non essere schematici, a non dare nulla per scontato, rimaniamo sempre pronti a riscrivere il copione della nostra Vita, perché non sappiamo mai se il nostro partner ci lascerà, se la nostra azienda fallirà o se il posto dove viviamo attualmente non ci andrà più a genio. Dobbiamo essere pronti, in ogni momento, ad improvvisare, a reinventarci la Vita per adattarla ai nuovi cambiamenti nel frattempo avvenuti.

Se riusciremo ad improvvisare, in questo modo costruiremo ponti sulle macerie dei progetti in precedenza disintegrati, accelerando, invece di arrestare, il nostro processo di crescita, evoluzione, realizzazione e, non da ultimo, il successo in tutti i campi della nostra Vita.

Vincenzo Bilotta


lunedì 14 luglio 2025

Le credenze

"Se pensi di poter fare una cosa o pensi di non poterla fare, avrai comunque ragione." (Henry Ford)

Ciò di cui siamo capaci, intendo quello che sappiamo fare così come quello che non sappiamo fare, è una questione mentale, di credenza. Nessuno, in realtà, sa fare meglio di un altro. In realtà, chi fa meglio è solo perché ha imparato una determinata specialità in un determinato settore attraverso la ripetizione, poi ci ha creduto e ha realizzato una determinata opera.

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Noi siamo capaci di realizzare ciò che pensiamo di saper fare, ciò in qualsiasi campo, non da ultimo quello della salute. Ad esempio, risulta evidente come per mantenere il fisico in perfetta efficienza si deve tener conto di diversi elementi: alimentazione, attività fisica, modo di pensare, gestione delle emozioni, capacità di superare i traumi legati ad eventi luttuosi.

In pratica, noi siamo ciò in cui crediamo. Sulla base di questa mia affermazione, la conseguenza diretta è che noi, in base alle nostre credenze, possiamo guarire o morire, avere successo o fallire, amare o essere incapaci di provare amore, tutto dipende dal nostro modo di vedere il mondo e, di conseguenza, la Vita.

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Noi vediamo ciò in cui crediamo. Ciò in cui crediamo diventa possibile una volta che lo consideriamo fattibile in base alle nostre credenze, diversamente non riusciremo a realizzarlo. Anche le credenze riguardo al tipo di medicina utilizzata per curarsi possono fare la differenza fra il guarire DEFINITIVAMENTE e il lasciare che perduri lo stato di squilibrio psicofisico, al secolo "malattia".

Più cose si conoscono, più possibilità di scelta si avranno, Questo vale in tutti i campi, sia della salute che del lavoro, nelle relazioni sociali, così come in quelle amorose. Noi portiamo all'interno di ogni nostra dinamica relazionale, lavorativa, di amicizia, ciò in cui crediamo e ne viviamo le conseguenze.

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Ecco che, in base a quanto detto, risulta fondamentale leggere, partecipare a seminari, informarsi su ciò che non si conosce, perché questo consente di ampliare le conoscenze e, quando necessario, integrare il sapere con nuove scoperte in qualsiasi campo, in modo da essere poi in grado di poterle applicare alla Vita di tutti i giorni.

Se una persona che soffre di lombosciatalgia crede che esista solo la medicina che utilizza molecole chimiche per curare il dolore e, nonostante il loro utilizzo, non riesce a far passare il suo disturbo, ecco che, oltre ad avere le credenze limitate, limiterà le sue possibilità di guarigione e, di conseguenza, il suo benessere psicofisico.

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Come molti ormai sanno, assieme alle molecole chimiche per i vari disturbi psicofisici, esistono metodologie dette alternative (alternative a dei metodi di cura dove la medicina allopatica fa da padrone, spalleggiata dalle multinazionali del farmaco) di pari o superiore efficacia quali la naturopatia, l'omeopatia, la ginnastica posturale, l'osteopatia e, non da ultima, l'agopuntura.

Ecco quanto sono importanti le credenze e quanto possano giovare o, al contrario, nuocere perfino alla salute delle persone che hanno delle credenze/conoscenze molto limitate. Allargare le conoscenze, uscire dalle credenze limitanti è come togliersi i paraocchi e spaziare a 360 gradi in qualsiasi campo si vogliano avere nuove competenze, risultati e, di conseguenza, nuove possibilità laddove prima si pensava esistesse solo una via.

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Impariamo a non abbracciare le nostre credenze, perché in un determinato momento della nostra Vita esse potrebbero risultare essere insufficienti o inefficaci per affrontare nuove e più complesse dinamiche. Cambiamo, quando necessario, anche diverse volte nella nostra Vita, perché cambiando credenza, spesso significherà cambiare RADICALMENTE Vita e, molto spesso, questo potrà fare la differenza fra il vivere la Vita godendosi appieno le infinite risorse delle quali si diventa consapevoli o, in caso contrario, limitare le proprie potenzialità in qualsiasi campo e, a volte, morire.

Vincenzo Bilotta


lunedì 30 giugno 2025

Sei chiamato a realizzare la tua missione

Se sei nato un motivo ci sarà. Non te lo insegneranno a scuola come trovarlo, né a casa, nemmeno i tuoi amici avranno dei suggerimenti da darti in merito, e sai perché? I motivi sono diversi, ma i due, quelli principali, quelli che fanno sì che il mondo viva nell'infelicità, sono perché non lo sanno nemmeno loro come fare, e poi perché molto probabilmente gli interessa di più bere birre al bar e vedere la partita allo stadio.

Ma questa non è esistenza. Tu non sei nato per essere addomesticato a scuola, dove t'insegnano ad obbedire, a leggere la storia dell'umanità edulcorata da chi non vuole che il popolo sappia la verità e, una volta che ti hanno fatto il lavaggio del cervello attraverso tutti gli anni di studio che perdi chiuso in una stanza assieme ai tuoi compagni da ammaestrare, ti ritrovi con un pezzo di carta che ti permette di andare a lavorare (forse, o forse no) per poi consumare tutte le stronzate che ti consigliano di acquistare in tv.

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Quando non gli servirai più, t'insegneranno che esiste la pensione, un po' come la famosa carota legata al bastone, che tu insegui come un asino, fino a raggiungerla per poi essere considerato "obsoleto", un po' come un computer di vecchia generazione, e allora ti convinceranno che i pensionati stanno al bar a bere birre e parlare male del governo, ad effettuare continui controlli medici o a fare da balia ai nipoti, tutto questo fino alla morte.

Ma ti sei mai chiesto se questa è Vita? Se tu hai mai davvero voluto fare il lavoro che hai svolto, se davvero la pensione è una chimera o, al contrario, una trappola mortale creata solo per ricordarti che sei giunto al capolinea della Vita?

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Sì, parlo proprio con te ma, al contempo, parlo anche con me stesso e con tutti coloro i quali hanno voglia di ascoltarmi, di leggermi, di riflettere. Il fatto è che tu non ti sei manco chiesto il motivo per il quale sei venuto al mondo, molto probabilmente perché non te ne è mai fregato nulla, oppure perché forse la consideravi una perdita di tempo.

Ma, credimi, sarebbe stato meglio per te chiederti il perché della tua esistenza su questo pianeta, perché avresti perso tempo, certo ma, molto probabilmente, saresti riuscito a trovare la tua missione di Vita, fino a realizzarla, ma tu hai preferito non perderlo, questo tempo, e non ti sei accorto di aver perso la tua intera Vita! GAME OVER, proprio come accade nei videogame quando perdi, ma qui non ci sono monetine da inserire che possano permetterti di riappropriarti della tua Vita.

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Smettila di perdere tempo, di farti bastare una Vita che ti sta stretta, di fare ciò per cui sei stato programmato, poi esci dal sistema e VIVI. Trova ciò per cui sei portato, fosse anche diventare un missionario, qualsiasi cosa, quello che sognavi di fare da bambino ma che nessuno ti ha incoraggiato a fare perché, parliamoci chiaro, tutti ti vogliono col posto fisso, nessuno ti spronerà a perseguire i tuoi sogni, a trasformarli in realtà, fino a realizzare la tua missione di Vita e, di conseguenza, te stesso.

Per esistere, per emergere dalla massa grigia, informe, chiamata gregge, occorre scoprire i propri talenti, che coincidono con la propria missione di Vita, e poi realizzarli, sfruttandoli al massimo, è per questo che siamo nati, non per imparare le poesie a memoria, per credere alle stronzate scritte sui libri di storia o per ubriacarci per dimenticare una giornata no.

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Noi siamo nati per essere felici, liberi, intuitivi, saggi, per seguire la luce, non i diplomi, la carriera e le notizie di quegli stupidi tg. E' il cuore che ci parla, che c'insegna, che ci guida, ma noi dobbiamo ascoltarlo, fidarci, seguirlo, lui sa dove portarci, conosce il posto dove stiamo bene, perché lui è sempre stato in contatto con la nostra anima e conosce i suoi progetti.

Liberiamoci da ogni dubbio, paura, senso di colpa, usciamo dal programma, siamo ancora in tempo, non prendiamo come scusa il fatto di essere sposati, di non avere tempo, o altre banalità, fermiamoci un attimo, abbassiamo il volume esterno, esso è illusione, alziamo il volume del nostro cuore, esso è il suono della verità, poi lasciamoci guidare verso la luce fino a realizzare noi stessi, affinché un giorno potremo dire di aver vissuto DAVVERO.

Vincenzo Bilotta


martedì 17 giugno 2025

Accomodarsi nel momento

Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è essere QUI, ORA. Del resto, il MOMENTO PRESENTE è l'unica cosa che abbiamo a disposizione, ciò in quanto il passato non esiste più, mentre il futuro è solo ipotesi. Eppure ci sta così scomodo, questo momento, talmente scomodo che lo fuggiamo in tutti i modi possibili ed immaginabili.

In realtà non siamo noi a fuggire il momento, la nostra mente lo fugge, le sta troppo stretto, così essa si diverte ad altalenare in un tempo che esiste grazie alle sue fantasie, è una sua creazione, diversamente, rimanendo presenti, la mente se ne starebbe zitta e buona in un angolo.

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Accomodarsi nel momento è la cosa più semplice ed efficace da fare per tornare ad essere, a sentirsi vivi, pieni di energia, presenti a se stessi, ad ogni singolo gesto compiuto, alla Vita stessa! Eppure, un atto così semplice quale l'accomodarsi nel momento, diventa complicato, quasi impossibile alla maggior parte delle persone, troppo perse nella quotidianità, vittime dei loro automatismi, di "problemi" creati artificialmente ma che in realtà esistono solo nelle loro teste, persone schiave degli smartphone e di stupidi selfie.

Cosa ci vorrebbe per accomodarsi nel momento? Semplicemente fermarsi, scendere da quel treno in corsa che è diventata la mente dell'uomo moderno, uscendo dai suoi automatismi, facendo un respiro profondo, ancora di salvezza nel mare in tempesta dei pensieri compulsivi che, ormai da diverso tempo, sembrano tenere prigionieri quasi tutti gli esseri umani di questo mondo moderno ed ipertecnologico.

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Il momento presente è proprio come un bel divano, come quelli dove ci accomodiamo per guardare la tv, per rilassarci dopo una giornata di lavoro, dove a volta ci facciamo qualche ora di sonno nel pomeriggio prima di andare al lavoro. 

Però, questo divano, seppur così comodo, nessuno sembra volerlo utilizzare, nessuno sembra nemmeno accorgersi della sua esistenza, tutti sembrano correre all'impazzata, senza uno scopo, senza una meta, senza riposo, come dei pazzi!

(Immagine presa dal web)


Forse la maggior parte delle persone non ha occhi per VEDERE, ciò in quanto è troppo impegnata a rincorrere le scadenze, i problemi, l'ultimo messaggio istantaneo sullo smartphone, gli impegni e tutte le altre fantasie mentali che essa stessa produce fino a rimanerne intrappolata.

Occorre solo decidere di fermarsi, QUI, ORA, guardandosi intorno, poi scegliere di RIMANERE PRESENTI, smettendo di rincorrere delle illusioni che esistono solo nelle nostre teste ma che, nonostante siano solo fantasie, hanno il potere di farci stare male a livello psicofisico fino a rendere la nostra Vita un vero e proprio inferno.

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Accomodarsi nel momento significa spegnere la mente, restare presenti e partecipi all'interno di qualsiasi gesto, parola, silenzio, è come scendere da un'auto in corsa e continuare a percorrere il cammino a piedi, allora tutto cambia. Ciò che in auto guardavamo di sfuggita a causa dell'alta velocità e del fatto che eravamo troppo impegnati nella guida, proseguendo a piedi possiamo, finalmente, VEDERLO in ogni suo dettaglio, senza fretta, come se spazio e tempo non esistessero più.

Concediamoci, di tanto in tanto, il lusso di accomodarci nel momento, senza guardare il cellulare, senza pensare a ciò che dobbiamo fare, senza crederlo una perdita di tempo perché se è vero che fermarsi e prendersi una pausa dagli impegni è una perdita di tempo nella tabella di marcia giornaliera, è pure vero che il rincorrere i propri pensieri dimenticandosi di sé e non vivendo nel QUI E ORA è una PERDITA DI VITA. 

Vincenzo Bilotta


mercoledì 4 giugno 2025

Avere il coraggio di ruggire in un mondo di pecore

Viviamo in un mondo in cui ci vogliono tutti uguali, non come pensate voi, però, cioè tutti con pari diritti, pari risorse economiche e posizioni sociali elevate, quello potete scordarvelo, a meno che non ce la facciate da soli. 

Già, perché chi ci governa (abusivamente direi) da anni e sceglie (senza che nessuno glielo abbia mai chiesto) per noi ciò che, secondo loro, è "giusto" o "sbagliato" fare, ci vuole tutti uguali come livello intellettivo, educativo e produttivo, in pratica dei mediocri.

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E' attraverso la mediocrità, infatti, che un popolo, a livello mondiale, può essere facilmente governato. Si diffondono le mode dei social, dei selfie, dell'essere vestiti tutti allo stesso modo, dell'ascoltare la stessa inutile quanto vuota musica cantata da altrettanto vuoti artisti, del mangiare gli stessi cibi spazzatura eleggendo il fast food di moda quale luogo di ritrovo allo scopo di condividere ovvietà (e mediocrità).

Chi ci governa vuole una sorta di automi che producano, obbediscano e, quando non servono più vengono accantonati (vedi pensione) per essere sostituiti da altri automi più recenti. Questo è il mondo di oggi, dove le persone hanno relazioni sociali/sentimentali usa e getta, il pensiero è uniforme, nessuno si chiede il perché delle cose e chi è creativo viene additato come "folle".

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Per dirla tutta, in alto, chi dispone del potere in maniera del tutto arbitraria ormai, ci vuole tutti pecore radiocomandate pronte solo ad obbedire ed eseguire gli ordini, in tutto questo lui/loro fanno i pastori e ci guidano (ci provano, almeno) verso... il baratro!

Chi ha personalità, chi si pone delle domande lecite, chi riesce a pensare ancora con la propria testa, chi non è più disposto ad ascoltare le bugie dei mass media, beh, questo tipo di persona diventa davvero scomoda, specie in un mondo di pecore addomesticate, dove il pastore è anche un lupo e, in quanto tale, teme chi può costituire per lui una minaccia in quanto RAGIONA ancora con la propria testa e non è stato possibile plasmarlo, renderlo mediocre, inoffensivo.

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Ci hanno provato, con i vari esperimenti sia sociali che atmosferici ai quali stiamo assistendo negli ultimi anni. Oggi, più che mai, il processo volto al tentativo di creare un'entità globale avente come scopo il controllo totale della popolazione mondiale, sta subendo un'accelerazione incredibile, come se queste entità sataniche avessero fretta di portare a termine il loro progetto.

Ma non tutti sono pecore e qualcuno, per fortuna, ha ancora il coraggio di affermare la propria natura leonina e di RUGGIRE IN UN MONDO DI PECORE! Oggi, più che mai, è necessario diventare individui, ciascuno dotato di un proprio pensiero diverso dal pensiero unico globalista, con delle IDEE PROPRIE ED ORIGINALI da portare avanti, nonostante tutto e tutti.

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Molte pecore sono, in realtà, dei leoni addomesticati (cerca nel blog il mio articolo IL LEONE CHE SI CREDEVA UNA PECORA per maggiori approfondimenti in merito) che non ricordano più le loro origini REGALI, DOMINANTI, DI FORZA ED INDIPENDENZA. Molti, pur sapendo di essere dei leoni hanno, tuttavia, paura di ruggire perché temono di suscitare troppo clamore e venire isolati.

Ma l'isolamento in un mondo di burattini senza personalità, è il male minore. La più grande mortificazione che un essere umano possa subire è legata alla negazione dei propri diritti fondamentali, quali quelli legati alla sicurezza, alla libertà e alla salute, cosa che loro vorrebbero togliere a tutti gli esseri umani, perché cercano di trasformare il mondo in una sorta di laboratorio e gli esseri umani in cavie.

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Chi ruggisce, nonostante il rischio di venire isolato, deriso, perseguitato, è colui il quale non ha mai, e per nessuna ragione, rinnegato la propria origine regale, la propria potenza e supremazia, nemmeno quando lo hanno addomesticato attraverso i "programmi scolastici". Egli, infatti, anche durante il processo di addomesticamento, è stato capace di conservare quella curiosità, quello spirito critico, quella capacità di porre/porsi domande che gli hanno permesso di mantenersi al di sopra della massa, in pratica un ribelle (in senso positivo, ovviamente!).

Noi nasciamo tutti con delle potenzialità e abbiamo il diritto di svilupparle, ognuno in base alle proprie attitudini e NESSUNO, PER NESSUNA RAGIONE, ha alcun diritto a volerci tutti uguali, obbedienti, in pratica lobotomizzati virtualmente.

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Ci stanno provando in tutti i modi, tramite emergenze sanitarie, climatiche, cercando, con scuse idiote, di privarci dei nostri diritti fondamentali in nome di un organismo sovrastatale che nessuno di noi ha mai richiesto e le cui ingerenze, tuttavia, sono palesi ed altamente invasive, complice il silenzio assenso dei governi che ad esso hanno aderito.

Ma noi siamo esseri umani, non cavie, schiavi o robot da produzione più simili a bestie da soma che ad uomini, altro che androidi! Prendiamo coscienza della nostra individualità, rimaniamo umani, uniti, svegli, perché ora più che mai, il mondo ha bisogno di leoni che ruggiscano i propri diritti e non di pecore che stiano zitte e subiscano a capo chino belando al comando dei loro stessi pastori-carnefici.

Vincenzo Bilotta

lunedì 19 maggio 2025

Sei responsabile di ciò che dici, non di ciò che gli altri capiscono

Esprimere un proprio pensiero, frutto del lavoro svolto su di sé e, di conseguenza, della propria esperienza personale, è diritto di tutti. Ovviamente, quando si esprime un pensiero, si deve aver cura di parlare in maniera chiara e responsabile, perché si è responsabili di ciò che si dice.

Capita molto spesso che le persone diano un'interpretazione personale a ciò che gli altri dicono, specie nell'era social, dove ognuno legge la qualunque e si prende la briga di commentare. Il fatto è che ognuno di noi è libero, come detto sopra, di dire ciò che vuole senza, tuttavia, offendere nessuno né, tanto meno, avere avere la presunzione di possedere la verità assoluta.

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Ma se, nonostante tutte queste precauzioni, il "saggio" di turno, pur non capendoci nulla, esprime un parere che nulla ha a che fare con l'argomento ma è il frutto dei suoi filtri mentali, sviluppati dopo aver vissuto una realtà distorta che lo porta a vedere fuori i demoni che non ha il coraggio/mezzi per affrontare dentro di sé, di certo non è responsabilità nostra, perché ognuno è libero di scambiare un cane per un rinoceronte, sono affari suoi.

Tuttavia, va precisato che, se noi ci sentiamo attaccati da qualcuno che non ha capito un cavolo di ciò che abbiamo scritto e, nonostante ciò, si atteggia a superguru interstellare, allora abbiamo qualcosa in noi che risuona e questa è una sorta di spia, come quella della riserva del carburante sulle automobili, che ci indica dove dobbiamo lavorare ancora per renderci invulnerabili ai giudizi, peraltro ignoranti, dati da persone che non hanno ancora capito nemmeno se sono vive o già morte pur essendo ancora in piedi.

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La verità è che ognuno di noi, nel corso della propria Vita, incontrerà tanti specchi quanti sono necessari alla sua crescita personale. Questi specchi potranno arrivare attraverso le parole lette in un social, in un libro, oppure attraverso il messaggio verbale ascoltato da un relatore ad una conferenza o da una persona qualsiasi incontrata "per caso" in un bar (nulla avviene MAI per caso, l'universo e la Vita la sanno lunga...).

Il fatto è che la gente non riesce a guardarsi allo specchio senza romperlo se vede qualcosa in esso riflessa che non gli va a genio. Questa è ignoranza allo stato puro, tipica di chi non lavora su di sé né, tanto meno, gliene frega un cavolo farlo. A tal proposito io spesso pongo una domanda: "se, guardandoti allo specchio, noti un brufolo sul tuo viso, cosa fai, rompi lo specchio o togli il brufolo dal tuo viso?" e la maggior parte delle persone mi risponde "tolgo il brufolo".

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Diverso è, purtroppo, il caso in cui gli specchi non siano costituiti da lastre di vetro riflettenti la nostra immagine ma vengano sostituiti da persone, parole, eventi che riflettono, invece, la nostra IMMAGINE INTERIORE, allora tutto cambia. In questo caso, infatti, bisogna possedere l'umiltà di capire che noi abbiamo il potere di crescere attraverso ciò che ci accade, oppure di lottarci contro. Nel primo caso diventeremo dei saggi, nel secondo diventeremo degli idioti che lottano contro l'esterno sperando, in questo modo, di poter sconfiggere i demoni che si portano dentro, un lavoro impossibile, dispendioso quanto inutile! 

Impariamo a porci delle domande sul reale significato delle parole che leggiamo in giro per i social, in particolare quando hanno un certo effetto destabilizzante sul nostro sistema psicofisico. In pratica, quando qualcuno ci dice qualcosa che ci fa arrabbiare, chiediamoci quale parte di noi è ancora arrabbiata e vuole essere guardata e guarita?

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In questo modo avanzeremo in maniera più che spedita nel nostro percorso di crescita personale, crescendo in saggezza e smettendo, al contempo, di dare importanza a ciò che non c'interessa quando lo leggiamo, evitando di commentare ciò che prima non capivamo.

La comprensione, infatti, avviene solo se e solo quando riusciremo a ricondurre ad unità i vari frammenti all'interno del nostro sé più profondo. Dal momento in cui riusciremo ad avere la forza e il coraggio di specchiarci nelle situazioni, parole, cose esterne senza sentirci più attaccati, traditi, feriti, arrabbiati o spaventati e smettendo, al contempo, di reagire, allora saremo LIBERI E GUARITI.

Vincenzo Bilotta