lunedì 30 giugno 2025

Sei chiamato a realizzare la tua missione

Se sei nato un motivo ci sarà. Non te lo insegneranno a scuola come trovarlo, né a casa, nemmeno i tuoi amici avranno dei suggerimenti da darti in merito, e sai perché? I motivi sono diversi, ma i due, quelli principali, quelli che fanno sì che il mondo viva nell'infelicità, sono perché non lo sanno nemmeno loro come fare, e poi perché molto probabilmente gli interessa di più bere birre al bar e vedere la partita allo stadio.

Ma questa non è esistenza. Tu non sei nato per essere addomesticato a scuola, dove t'insegnano ad obbedire, a leggere la storia dell'umanità edulcorata da chi non vuole che il popolo sappia la verità e, una volta che ti hanno fatto il lavaggio del cervello attraverso tutti gli anni di studio che perdi chiuso in una stanza assieme ai tuoi compagni da ammaestrare, ti ritrovi con un pezzo di carta che ti permette di andare a lavorare (forse, o forse no) per poi consumare tutte le stronzate che ti consigliano di acquistare in tv.

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Quando non gli servirai più, t'insegneranno che esiste la pensione, un po' come la famosa carota legata al bastone, che tu insegui come un asino, fino a raggiungerla per poi essere considerato "obsoleto", un po' come un computer di vecchia generazione, e allora ti convinceranno che i pensionati stanno al bar a bere birre e parlare male del governo, ad effettuare continui controlli medici o a fare da balia ai nipoti, tutto questo fino alla morte.

Ma ti sei mai chiesto se questa è Vita? Se tu hai mai davvero voluto fare il lavoro che hai svolto, se davvero la pensione è una chimera o, al contrario, una trappola mortale creata solo per ricordarti che sei giunto al capolinea della Vita?

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Sì, parlo proprio con te ma, al contempo, parlo anche con me stesso e con tutti coloro i quali hanno voglia di ascoltarmi, di leggermi, di riflettere. Il fatto è che tu non ti sei manco chiesto il motivo per il quale sei venuto al mondo, molto probabilmente perché non te ne è mai fregato nulla, oppure perché forse la consideravi una perdita di tempo.

Ma, credimi, sarebbe stato meglio per te chiederti il perché della tua esistenza su questo pianeta, perché avresti perso tempo, certo ma, molto probabilmente, saresti riuscito a trovare la tua missione di Vita, fino a realizzarla, ma tu hai preferito non perderlo, questo tempo, e non ti sei accorto di aver perso la tua intera Vita! GAME OVER, proprio come accade nei videogame quando perdi, ma qui non ci sono monetine da inserire che possano permetterti di riappropriarti della tua Vita.

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Smettila di perdere tempo, di farti bastare una Vita che ti sta stretta, di fare ciò per cui sei stato programmato, poi esci dal sistema e VIVI. Trova ciò per cui sei portato, fosse anche diventare un missionario, qualsiasi cosa, quello che sognavi di fare da bambino ma che nessuno ti ha incoraggiato a fare perché, parliamoci chiaro, tutti ti vogliono col posto fisso, nessuno ti spronerà a perseguire i tuoi sogni, a trasformarli in realtà, fino a realizzare la tua missione di Vita e, di conseguenza, te stesso.

Per esistere, per emergere dalla massa grigia, informe, chiamata gregge, occorre scoprire i propri talenti, che coincidono con la propria missione di Vita, e poi realizzarli, sfruttandoli al massimo, è per questo che siamo nati, non per imparare le poesie a memoria, per credere alle stronzate scritte sui libri di storia o per ubriacarci per dimenticare una giornata no.

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Noi siamo nati per essere felici, liberi, intuitivi, saggi, per seguire la luce, non i diplomi, la carriera e le notizie di quegli stupidi tg. E' il cuore che ci parla, che c'insegna, che ci guida, ma noi dobbiamo ascoltarlo, fidarci, seguirlo, lui sa dove portarci, conosce il posto dove stiamo bene, perché lui è sempre stato in contatto con la nostra anima e conosce i suoi progetti.

Liberiamoci da ogni dubbio, paura, senso di colpa, usciamo dal programma, siamo ancora in tempo, non prendiamo come scusa il fatto di essere sposati, di non avere tempo, o altre banalità, fermiamoci un attimo, abbassiamo il volume esterno, esso è illusione, alziamo il volume del nostro cuore, esso è il suono della verità, poi lasciamoci guidare verso la luce fino a realizzare noi stessi, affinché un giorno potremo dire di aver vissuto DAVVERO.

Vincenzo Bilotta


martedì 17 giugno 2025

Accomodarsi nel momento

Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è essere QUI, ORA. Del resto, il MOMENTO PRESENTE è l'unica cosa che abbiamo a disposizione, ciò in quanto il passato non esiste più, mentre il futuro è solo ipotesi. Eppure ci sta così scomodo, questo momento, talmente scomodo che lo fuggiamo in tutti i modi possibili ed immaginabili.

In realtà non siamo noi a fuggire il momento, la nostra mente lo fugge, le sta troppo stretto, così essa si diverte ad altalenare in un tempo che esiste grazie alle sue fantasie, è una sua creazione, diversamente, rimanendo presenti, la mente se ne starebbe zitta e buona in un angolo.

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Accomodarsi nel momento è la cosa più semplice ed efficace da fare per tornare ad essere, a sentirsi vivi, pieni di energia, presenti a se stessi, ad ogni singolo gesto compiuto, alla Vita stessa! Eppure, un atto così semplice quale l'accomodarsi nel momento, diventa complicato, quasi impossibile alla maggior parte delle persone, troppo perse nella quotidianità, vittime dei loro automatismi, di "problemi" creati artificialmente ma che in realtà esistono solo nelle loro teste, persone schiave degli smartphone e di stupidi selfie.

Cosa ci vorrebbe per accomodarsi nel momento? Semplicemente fermarsi, scendere da quel treno in corsa che è diventata la mente dell'uomo moderno, uscendo dai suoi automatismi, facendo un respiro profondo, ancora di salvezza nel mare in tempesta dei pensieri compulsivi che, ormai da diverso tempo, sembrano tenere prigionieri quasi tutti gli esseri umani di questo mondo moderno ed ipertecnologico.

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Il momento presente è proprio come un bel divano, come quelli dove ci accomodiamo per guardare la tv, per rilassarci dopo una giornata di lavoro, dove a volta ci facciamo qualche ora di sonno nel pomeriggio prima di andare al lavoro. 

Però, questo divano, seppur così comodo, nessuno sembra volerlo utilizzare, nessuno sembra nemmeno accorgersi della sua esistenza, tutti sembrano correre all'impazzata, senza uno scopo, senza una meta, senza riposo, come dei pazzi!

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Forse la maggior parte delle persone non ha occhi per VEDERE, ciò in quanto è troppo impegnata a rincorrere le scadenze, i problemi, l'ultimo messaggio istantaneo sullo smartphone, gli impegni e tutte le altre fantasie mentali che essa stessa produce fino a rimanerne intrappolata.

Occorre solo decidere di fermarsi, QUI, ORA, guardandosi intorno, poi scegliere di RIMANERE PRESENTI, smettendo di rincorrere delle illusioni che esistono solo nelle nostre teste ma che, nonostante siano solo fantasie, hanno il potere di farci stare male a livello psicofisico fino a rendere la nostra Vita un vero e proprio inferno.

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Accomodarsi nel momento significa spegnere la mente, restare presenti e partecipi all'interno di qualsiasi gesto, parola, silenzio, è come scendere da un'auto in corsa e continuare a percorrere il cammino a piedi, allora tutto cambia. Ciò che in auto guardavamo di sfuggita a causa dell'alta velocità e del fatto che eravamo troppo impegnati nella guida, proseguendo a piedi possiamo, finalmente, VEDERLO in ogni suo dettaglio, senza fretta, come se spazio e tempo non esistessero più.

Concediamoci, di tanto in tanto, il lusso di accomodarci nel momento, senza guardare il cellulare, senza pensare a ciò che dobbiamo fare, senza crederlo una perdita di tempo perché se è vero che fermarsi e prendersi una pausa dagli impegni è una perdita di tempo nella tabella di marcia giornaliera, è pure vero che il rincorrere i propri pensieri dimenticandosi di sé e non vivendo nel QUI E ORA è una PERDITA DI VITA. 

Vincenzo Bilotta


mercoledì 4 giugno 2025

Avere il coraggio di ruggire in un mondo di pecore

Viviamo in un mondo in cui ci vogliono tutti uguali, non come pensate voi, però, cioè tutti con pari diritti, pari risorse economiche e posizioni sociali elevate, quello potete scordarvelo, a meno che non ce la facciate da soli. 

Già, perché chi ci governa (abusivamente direi) da anni e sceglie (senza che nessuno glielo abbia mai chiesto) per noi ciò che, secondo loro, è "giusto" o "sbagliato" fare, ci vuole tutti uguali come livello intellettivo, educativo e produttivo, in pratica dei mediocri.

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E' attraverso la mediocrità, infatti, che un popolo, a livello mondiale, può essere facilmente governato. Si diffondono le mode dei social, dei selfie, dell'essere vestiti tutti allo stesso modo, dell'ascoltare la stessa inutile quanto vuota musica cantata da altrettanto vuoti artisti, del mangiare gli stessi cibi spazzatura eleggendo il fast food di moda quale luogo di ritrovo allo scopo di condividere ovvietà (e mediocrità).

Chi ci governa vuole una sorta di automi che producano, obbediscano e, quando non servono più vengono accantonati (vedi pensione) per essere sostituiti da altri automi più recenti. Questo è il mondo di oggi, dove le persone hanno relazioni sociali/sentimentali usa e getta, il pensiero è uniforme, nessuno si chiede il perché delle cose e chi è creativo viene additato come "folle".

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Per dirla tutta, in alto, chi dispone del potere in maniera del tutto arbitraria ormai, ci vuole tutti pecore radiocomandate pronte solo ad obbedire ed eseguire gli ordini, in tutto questo lui/loro fanno i pastori e ci guidano (ci provano, almeno) verso... il baratro!

Chi ha personalità, chi si pone delle domande lecite, chi riesce a pensare ancora con la propria testa, chi non è più disposto ad ascoltare le bugie dei mass media, beh, questo tipo di persona diventa davvero scomoda, specie in un mondo di pecore addomesticate, dove il pastore è anche un lupo e, in quanto tale, teme chi può costituire per lui una minaccia in quanto RAGIONA ancora con la propria testa e non è stato possibile plasmarlo, renderlo mediocre, inoffensivo.

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Ci hanno provato, con i vari esperimenti sia sociali che atmosferici ai quali stiamo assistendo negli ultimi anni. Oggi, più che mai, il processo volto al tentativo di creare un'entità globale avente come scopo il controllo totale della popolazione mondiale, sta subendo un'accelerazione incredibile, come se queste entità sataniche avessero fretta di portare a termine il loro progetto.

Ma non tutti sono pecore e qualcuno, per fortuna, ha ancora il coraggio di affermare la propria natura leonina e di RUGGIRE IN UN MONDO DI PECORE! Oggi, più che mai, è necessario diventare individui, ciascuno dotato di un proprio pensiero diverso dal pensiero unico globalista, con delle IDEE PROPRIE ED ORIGINALI da portare avanti, nonostante tutto e tutti.

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Molte pecore sono, in realtà, dei leoni addomesticati (cerca nel blog il mio articolo IL LEONE CHE SI CREDEVA UNA PECORA per maggiori approfondimenti in merito) che non ricordano più le loro origini REGALI, DOMINANTI, DI FORZA ED INDIPENDENZA. Molti, pur sapendo di essere dei leoni hanno, tuttavia, paura di ruggire perché temono di suscitare troppo clamore e venire isolati.

Ma l'isolamento in un mondo di burattini senza personalità, è il male minore. La più grande mortificazione che un essere umano possa subire è legata alla negazione dei propri diritti fondamentali, quali quelli legati alla sicurezza, alla libertà e alla salute, cosa che loro vorrebbero togliere a tutti gli esseri umani, perché cercano di trasformare il mondo in una sorta di laboratorio e gli esseri umani in cavie.

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Chi ruggisce, nonostante il rischio di venire isolato, deriso, perseguitato, è colui il quale non ha mai, e per nessuna ragione, rinnegato la propria origine regale, la propria potenza e supremazia, nemmeno quando lo hanno addomesticato attraverso i "programmi scolastici". Egli, infatti, anche durante il processo di addomesticamento, è stato capace di conservare quella curiosità, quello spirito critico, quella capacità di porre/porsi domande che gli hanno permesso di mantenersi al di sopra della massa, in pratica un ribelle (in senso positivo, ovviamente!).

Noi nasciamo tutti con delle potenzialità e abbiamo il diritto di svilupparle, ognuno in base alle proprie attitudini e NESSUNO, PER NESSUNA RAGIONE, ha alcun diritto a volerci tutti uguali, obbedienti, in pratica lobotomizzati virtualmente.

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Ci stanno provando in tutti i modi, tramite emergenze sanitarie, climatiche, cercando, con scuse idiote, di privarci dei nostri diritti fondamentali in nome di un organismo sovrastatale che nessuno di noi ha mai richiesto e le cui ingerenze, tuttavia, sono palesi ed altamente invasive, complice il silenzio assenso dei governi che ad esso hanno aderito.

Ma noi siamo esseri umani, non cavie, schiavi o robot da produzione più simili a bestie da soma che ad uomini, altro che androidi! Prendiamo coscienza della nostra individualità, rimaniamo umani, uniti, svegli, perché ora più che mai, il mondo ha bisogno di leoni che ruggiscano i propri diritti e non di pecore che stiano zitte e subiscano a capo chino belando al comando dei loro stessi pastori-carnefici.

Vincenzo Bilotta

lunedì 19 maggio 2025

Sei responsabile di ciò che dici, non di ciò che gli altri capiscono

Esprimere un proprio pensiero, frutto del lavoro svolto su di sé e, di conseguenza, della propria esperienza personale, è diritto di tutti. Ovviamente, quando si esprime un pensiero, si deve aver cura di parlare in maniera chiara e responsabile, perché si è responsabili di ciò che si dice.

Capita molto spesso che le persone diano un'interpretazione personale a ciò che gli altri dicono, specie nell'era social, dove ognuno legge la qualunque e si prende la briga di commentare. Il fatto è che ognuno di noi è libero, come detto sopra, di dire ciò che vuole senza, tuttavia, offendere nessuno né, tanto meno, avere avere la presunzione di possedere la verità assoluta.

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Ma se, nonostante tutte queste precauzioni, il "saggio" di turno, pur non capendoci nulla, esprime un parere che nulla ha a che fare con l'argomento ma è il frutto dei suoi filtri mentali, sviluppati dopo aver vissuto una realtà distorta che lo porta a vedere fuori i demoni che non ha il coraggio/mezzi per affrontare dentro di sé, di certo non è responsabilità nostra, perché ognuno è libero di scambiare un cane per un rinoceronte, sono affari suoi.

Tuttavia, va precisato che, se noi ci sentiamo attaccati da qualcuno che non ha capito un cavolo di ciò che abbiamo scritto e, nonostante ciò, si atteggia a superguru interstellare, allora abbiamo qualcosa in noi che risuona e questa è una sorta di spia, come quella della riserva del carburante sulle automobili, che ci indica dove dobbiamo lavorare ancora per renderci invulnerabili ai giudizi, peraltro ignoranti, dati da persone che non hanno ancora capito nemmeno se sono vive o già morte pur essendo ancora in piedi.

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La verità è che ognuno di noi, nel corso della propria Vita, incontrerà tanti specchi quanti sono necessari alla sua crescita personale. Questi specchi potranno arrivare attraverso le parole lette in un social, in un libro, oppure attraverso il messaggio verbale ascoltato da un relatore ad una conferenza o da una persona qualsiasi incontrata "per caso" in un bar (nulla avviene MAI per caso, l'universo e la Vita la sanno lunga...).

Il fatto è che la gente non riesce a guardarsi allo specchio senza romperlo se vede qualcosa in esso riflessa che non gli va a genio. Questa è ignoranza allo stato puro, tipica di chi non lavora su di sé né, tanto meno, gliene frega un cavolo farlo. A tal proposito io spesso pongo una domanda: "se, guardandoti allo specchio, noti un brufolo sul tuo viso, cosa fai, rompi lo specchio o togli il brufolo dal tuo viso?" e la maggior parte delle persone mi risponde "tolgo il brufolo".

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Diverso è, purtroppo, il caso in cui gli specchi non siano costituiti da lastre di vetro riflettenti la nostra immagine ma vengano sostituiti da persone, parole, eventi che riflettono, invece, la nostra IMMAGINE INTERIORE, allora tutto cambia. In questo caso, infatti, bisogna possedere l'umiltà di capire che noi abbiamo il potere di crescere attraverso ciò che ci accade, oppure di lottarci contro. Nel primo caso diventeremo dei saggi, nel secondo diventeremo degli idioti che lottano contro l'esterno sperando, in questo modo, di poter sconfiggere i demoni che si portano dentro, un lavoro impossibile, dispendioso quanto inutile! 

Impariamo a porci delle domande sul reale significato delle parole che leggiamo in giro per i social, in particolare quando hanno un certo effetto destabilizzante sul nostro sistema psicofisico. In pratica, quando qualcuno ci dice qualcosa che ci fa arrabbiare, chiediamoci quale parte di noi è ancora arrabbiata e vuole essere guardata e guarita?

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In questo modo avanzeremo in maniera più che spedita nel nostro percorso di crescita personale, crescendo in saggezza e smettendo, al contempo, di dare importanza a ciò che non c'interessa quando lo leggiamo, evitando di commentare ciò che prima non capivamo.

La comprensione, infatti, avviene solo se e solo quando riusciremo a ricondurre ad unità i vari frammenti all'interno del nostro sé più profondo. Dal momento in cui riusciremo ad avere la forza e il coraggio di specchiarci nelle situazioni, parole, cose esterne senza sentirci più attaccati, traditi, feriti, arrabbiati o spaventati e smettendo, al contempo, di reagire, allora saremo LIBERI E GUARITI.

Vincenzo Bilotta

lunedì 28 aprile 2025

Permettiti di fiorire

Ogni seme va piantato in un terreno fertile, altrimenti non produrrà nessuna pianta né, tanto meno, potrà mai fiorire. Noi siamo come tanti semi sparsi nel mondo, ognuno ha, in embrione un fiore diverso, così come diverso sarà il suo colore, ciascuno avrà una sua fragranza diversa, a patto che... fiorisca!

Se è vero che siamo tanti semi e che possediamo in embrione un fiore meraviglioso, il nostro talento, è altrettanto vero, tuttavia, che questo fiore solo rare volte potrà vedere la luce del sole e germogliare aprendosi, al contempo, alla Vita.
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Già, perché la maggior parte delle persone rimarrà seme, ossia mera potenzialità, ma raramente riuscirà a fiorire? Perché nessuno, tranne lui stesso, avrà interesse a fiorire e, se non ne prende coscienza, allora rimarrà uno dei tanti semi sparsi nel mondo, destinati a rimanere tali senza avere la possibilità di dischiudersi.

Ma perché molte persone non riescono a trasformare i semi delle proprie potenzialità in fiori della realizzazione di chi realmente sono? Perché molto spesso essi vivono in terreni non fertili, terreni che non permettono loro di trarre il nutrimento necessario a sviluppare la propria vera natura fino a realizzare appieno le proprie potenzialità.
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Quando parlo di terreno non fertile mi riferisco all'ambiente nel quale si vive, alle situazioni che si sperimentano ed, infine, alle persone delle quali ci si circonda le quali, molto spesso, ci tolgono la voglia, la motivazione e la volontà necessarie a realizzare noi stessi, come?

Instillando in noi paure, convinzioni limitanti e, in generale, scaricando su di noi le loro aspettative deluse, mettendoci in guardia sul fatto che, se non seguiremo i loro "consigli", "falliremo". Ma, in realtà, col loro modo di ragionare, di essere e, soprattutto, col loro cattivo esempio, ci stanno togliendo il terreno fertile nel quale avremmo potuto far germogliare il fiore che è già in noi e che necessita di nutrimento, attenzioni e AMORE costanti.
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Non è certamente con la paura che noi possiamo fiorire né, tanto meno, ascoltando gli altri, ciò in quanto ognuno di noi è un fiore diverso da tutti gli altri e, se davvero vuole fiorire, deve essere nutrito con sentimenti quali autostima, amore per se stesso, centratura, presenza mentale e fiducia nella Vita.

Ma se si ascoltano gli altri, ecco che il nostro fiore non nascerà mai, ciò perché esso verrà avvelenato dalle paure, dallo sconforto, dalla mancanza di fede/fiducia in Dio e nella Vita, dalla rabbia, dalla frustrazione con le quali gli altri annaffieranno il nostro seme.
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Ma cosa fare se il terreno, nel quale siamo stati piantati come semi, è arido? Beh, bisogna togliere il seme per poi piantarlo in un terreno fertile, che ci consenta di poter fiorire al massimo delle potenzialità che Dio, tramite la Vita, ci ha donato.

Cosa significa "cambiare terreno"? Può significare tante cose come cambiare lavoro trovandone uno che ci gratifichi, cambiare partner perché quello col quale ci relazioniamo non fa per noi ma, soprattutto, ELIMINARE SISTEMATICAMENTE tutte le persone che tendono a sminuirci, sono invidiose del nostro successo, della nostra voglia di fare/realizzarci, che sono buone solo ad instillarci paure e a giudicarci in maniera negativa.
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Dopo aver ripulito il nostro terreno, dopo aver estirpato le "erbacce", ecco che potremo piantare i nostri semi, coltivarli, concimarli e permettere loro di fiorire, senza forzare, lasciando loro il tempo che necessitano per crescere. 

Permettiamoci di fiorire, ce lo meritiamo; concimiamo i semi dei nostri talenti con amore, fiducia, autostima, gioia di vivere, gratitudine, annaffiamoli con la passione, la volontà e la costanza e lasciamo che il profumo del nostro successo si espanda e riempia le Vite di coloro i quali saranno toccati dal nostro esempio di Vita.

Vincenzo Bilotta

lunedì 7 aprile 2025

Tutto è in prestito

Nasciamo senza portare nulla, moriamo senza portare via nulla. Ed in mezzo litighiamo per possedere qualcosa. (Norandino)

Ci crediamo eterni, che ci sia sempre tempo per perdonare, per mostrare coi fatti il nostro amore alle persone alle quali teniamo, per realizzare i nostri sogni, per VIVERE, ma ci sbagliamo, almeno per quanto riguarda il nostro corpo fisico.

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Se è vero, infatti, che la nostra anima è eterna, il nostro corpo è soggetto alla morte, dopo un periodo più o meno lungo di tempo. Anche le cose che possediamo sono soggette ad usura e distruzione e, cosa principale, non ci appartengono, sono solo prese in prestito.

Non ci credete? Beh, quante persone morte conoscete che hanno portato con se l'auto per fare un giro nell'aldilà? Niente ci appartiene, tutto è in prestito. La verità è questa, noi nasciamo nudi e a mani vuote e così ce ne andremo il giorno della nostra morte, senza se e senza ma. Questo è un dato di fatto, ma potete sempre fare come facevano i faraoni, costruendo una piramide e parcheggiando dentro il vostro SUV di lusso.

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Con questo non vi sto invitando a sedervi in un angolo ad attendere la morte perché ogni cosa che farete o avrete, dovrete lasciarla in questo piano dimensionale, sarebbe da stupidi il solo pensarlo! Abbiamo un corpo ed è nostro dovere mantenerlo al massimo della forma fisica, la nostra mente va gestita in maniera ottimale per evitare che un eccesso di pensieri possa mandare in tilt il nostro sistema psicofisico, così come dobbiamo prenderci cura della nostra casa, della nostra auto, godendoci la Vita e tutto quello che ci offre.

Ma dobbiamo ricordarci che tutto, perfino il nostro corpo fisico, ci è stato concesso da Dio in prestito, dobbiamo custodirlo, sapendo che un giorno dovremo restituirlo. In quest'ottica non dobbiamo pensare in negativo, ma tenere in conto la morte come fine del nostro percorso di Vita, godendoci e VIVENDO AL MASSIMO DELLE NOSTRE POTENZIALITA' CIO' CHE POSSEDIAMO E, IN PRIMO LUOGO, LA VITA.

Tutto è in prestito, godiamocelo; niente è per sempre, impariamo a trovare in ogni istante l'eternità; impariamo ad abbracciare forte le persone che amiamo, prendiamocene cura; VIVIAMO, QUI, ORA, MOMENTO PER MOMENTO, PERCHE' NESSUNO CI HA MAI GARANTITO UN DOMANI. 

Vincenzo Bilotta

lunedì 24 marzo 2025

Il miracolo della presenza mentale

Ogni singolo istante che viviamo è perfetto, così com'è. Se solo avessimo occhi per guardare non troveremmo nessuna imperfezione in nessun accadimento all'interno della nostra Vita. Ma la mente ci mette lo zampino, ed ecco che la nostra Vita, se non prendiamo coscienza del fatto che è la mente a gestirla, diventa un dramma, altro che perfezione...

La mente è sempre pronta a catalogare, a giudicare, ad associare un evento che accade oggi con altri simili avvenuti nel passato. Di conseguenza noi non viviamo ciò che accade, così com'è, piuttosto riviviamo (a volte all'infinito) ciò che è già accaduto e la mente ripesca nell'archivio della memoria. In questo modo noi l'evento lo stiamo giudicando buono o cattivo, ma non lo stiamo VIVENDO in maniera neutra.

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Quello che ci frega è la mente. La mente, infatti, utilizza il tempo, passato e futuro, per sbilanciarci e non ci permette, in questo modo, di vivere l'ISTANTE, perché quando si riesce ad essere presenti, qualsiasi cosa si stia compiendo (radersi, bere una tisana, leggere, lavorare, lavare i piatti, allenarsi, fare l'amore), la mente non serve, è come se la spegnessimo smettendo, in questo modo, di sognare ad occhi aperti.

LA PRESENZA MENTALE CI CONSENTE DI VIVERE L'ADESSO SENZA LASCIARCELO SFUGGIRE. IL PRESENTE E' L'UNICO PUNTO A PARTIRE DAL QUALE E' POSSIBILE GUARIRE DA QUELLA "MALATTIA" CHIAMATA "TEMPO" (PASSATO E FUTURO).

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La mente e, di conseguenza, il tempo, andrebbero utilizzati solo per programmare il futuro in senso lavorativo, per organizzare le prossime vacanze o gli appuntamenti a cena. Il fatto è che, invece, noi utilizziamo la mente anche quando non ci serve, e cioè per rimpiangere i "bei tempi andati", angosciarci per come potrebbe andare il nostro futuro e, così facendo, ci lasciamo sfuggire l'istante presente.

Ma quando non siamo presenti è come se fossimo già morti, ciò perché, viaggiando fra un passato che è ormai cenere e un futuro che è ancora ipotesi, sprechiamo l'istante vivendo l'allucinazione spazio-temporale all'interno della nostra mente, sempre lei, sempre pronta a lavorare in automatico rendendoci, in questa maniera, molto più simili a degli automi che a degli ESSERI UMANI COSCIENTI.

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Va tenuto con che il tempo è solo una convenzione, un modo di ricordare ciò che è accaduto sotto il nome di passato e ciò che dobbiamo programmare domani sotto il nome di futuro. Al di fuori di ciò, oltre le definizioni mentali, esiste solo ADESSO, e sia il "passato" che il "futuro" altro non sono, rispettivamente, se non parti di un ADESSO che è già stato e parti di un ADESSO in divenire.

Ma, oltre a tutto ciò che ho detto finora, come fare ad uscire da questa follia chiamata mente e, di conseguenza, tempo, fino a rimanere il più possibile presenti nel corso della giornata e, in generale, fino a quando siamo vivi su questo pianeta all'interno del nostro corpo fisico?

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Nel mio libro ALCHIMIA DELLA COSCIENZA, YOUCANPRINT EDITORE, parlo di quattro tecniche semplici, quanto efficaci, di ancoraggio alla realtà: il respiro, la camminata, il lavare i piatti e il puntare la sveglia nel telefonino.

Non possiamo respirare in nessun altro momento se non QUI, ORA, non c'è un respiro passato o futuro, è semplicemente impossibile! Lo stesso vale per la camminata e il lavare i piatti: possiamo camminare e lavare i piatti in uno stato di ATTENZIONE TOTALE proprio mentre compiamo questi gesti quotidiani tanto semplici ma che, se fatti con coscienza, possono diventare un portale di accesso all'ADESSO.

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L'ultima tecnica di ancoraggio è costituita dal puntare il telefonino quattro volte al giorno in diversi momenti, presi a caso, nel corso della giornata. Così facendo, quando suonerà la sveglia, potremo accorgerci di ciò che stiamo facendo proprio in quel preciso istante e ricordarci, al contempo, di noi, che esistiamo, che siamo DAVVERO VIVI E PRESENTI, PROPRIO QUI, PROPRIO ORA.

Per ulteriori approfondimenti su queste tecniche semplici quanto efficaci, vi rinvio al mio libro. Questi esercizi vanno praticati QUOTIDIANAMENTE, se si vogliono ottenere dei risultati. E' un po' come allenare i muscoli in palestra, i risultati arrivano SOLO se si è COSTANTI NELLA PRATICA. Buona pratica, QUI E ORA!

Vincenzo Bilotta


lunedì 10 marzo 2025

Nirvana istantaneo

Col termine Nirvana s'intende, nel buddhismo, la liberazione dalla sofferenza derivante dall'attaccamento alle cose del mondo. Ma non tutti possono raggiungerlo, non facilmente, in ogni caso, e non sempre. Ormai, la ricerca del risveglio e, al suo interno, le persone risvegliate, sono diventate una moda, più che una condizione dell'essere, questo è il frutto dell'era dei social, dove molte persone cercano solo di monetizzare e di avere nuovi seguaci.

Ma il risveglio, la presa di coscienza che ci porterà, di conseguenza, a vedere tutto il mondo esterno quale illusione e ci libererà in maniera definitiva dall'attaccamento a cose, persone e situazioni, è qualcosa di molto, molto personale, intangibile, non esprimibile a parole e, men che meno, non ci si può creare un canale a lui dedicato.

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Ma, al di là di queste premesse, oggi voglio parlarvi di Nirvana istantaneo. No, non è una nuova bevanda dissetante in polvere che si prepara in pochi minuti, è ben altro, anzi... non è proprio niente! Eppure molti di noi lo inseguono per una Vita intera, sperando di trovarlo all'interno di libri rari, seguendo guru in India dove vanno in ferie almeno due volte l'anno o, addirittura, trasferendosi in degli ashram appositamente concepiti come una sorta di case vacanze.

Si studiano nuove tecniche, pratiche ascetiche a volte estreme ma, la maggior parte delle volte, lungi dal raggiungere il Nirvana, non si fa altro che complicarsi la Vita, aggiungendo lavoro mentale, fisico e filosofico allo scopo di liberarsi, ma invece ci si ingabbia in congetture, metodi, il tutto condito, molto spesso, da svariati tipi di astinenza, non da ultime quelle da cibo e sesso.

Ma è davvero così dura, difficile, la strada verso sto Nirvana, tanto decantato dai buddhisti, o c'è una soluzione più rapida, una sorta di scorciatoia, chiamiamola così, spirituale, per raggiungerlo? Io credo proprio di sì!

Diciamoci la verità: la maggior parte di noi, per amore di liberarsi dal pensiero compulsivo e dalla mente che molto spesso sembra girare peggio di un frullatore, è disposta a tutto. Quando dico tutto intendo riferirmi al frequentare corsi di yoga, seminari, ritiri, leggere tonnellate di libri, praticare l'astinenza, ritirarsi a Vita in un eremo.

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Ma è proprio necessario tutto ciò? Perché, se ci riflettete bene, ci si complica la Vita praticando diversi metodi, privandosi dei piaceri della Vita e tutto il resto, solo per raggiungere la semplicità, va bene. Ma la domanda che sorge spontanea è: come si può sperare di raggiungere la semplicità, di liberarsi dal mondo con le sue sofferenze e le cose che ci provocano attaccamento, complicandosi la Vita con metodi svariati, guru, seminari, libri? Servono davvero tutte queste cose?

La risposta è sì, almeno per me è così, e vi spiego pure il perché. Molto spesso le cose semplici le abbiamo davanti ai nostri occhi, ma non le vediamo, perché siamo troppo impegnati a cercarle in pratiche "di liberazione" dalla Vita e da tutti i suoi affanni che sono molto lontane da noi e che per raggiungerle non basta, a volte, nemmeno una Vita intera.

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Così andiamo nell'ashram a praticare yoga e meditazione, seguiamo un guru, ci asteniamo dai piaceri della Vita, leggiamo testi spirituali, il tutto per liberarci... da cosa? In questo modo non facciamo altro che aggiungere e sperimentare altri tipi di attaccamento, ossia attaccamento al guru, dipendenza dall'ashram o dal libro "rivelatore" i quali, tuttavia, la maggior parte delle volte non ci arriveranno mai per liberarci, ma per rinchiuderci in un'altra, ben più raffinata gabbia, che possiamo tranquillamente chiamare "gabbia della conoscenza".

Ma, come sapete bene per esperienza, la conoscenza concettuale non porta da nessuna parte e, molto spesso, complica le cose invece di semplificarle. Ciò perché, udite udite, il Nirvana lo abbiamo avuto da sempre davanti i nostri occhi, a portata di mano e, se non riusciamo a raggiungerlo, è perché pensiamo da adulti, e cioè con una mentalità che tende a complicare le cose e a vedere la Vita come un problema, non come un gioco quale essa, in realtà, è.

Noi siamo Nirvana e, se capiamo questo, ci liberiamo istantaneamente. Dobbiamo solo tornare puri, come quando eravamo bambini non ancora addomesticati da questa società globalizzante e conformista fino a fare schifo. 

Il bambino è sempre libero, esso riesce a vedere la Vita come un gioco. I bambini vedono tutto con gli occhi dell'avventura, della creatività, hanno i loro amici immaginari e sognano, ad ogni istante, la realtà che più gli fa comodo, il tutto senza utilizzo di alcuna sostanza psichedelica.



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La verità sta nella semplicità. Paradossalmente, i bambini vengono al mondo per farci smettere di essere adulti e farci tornare a giocare con loro, con quelli che consideriamo i "nostri problemi", con la Vita. Se riusciamo ad uscire dalle nostre corazze, ecco, il Nirvana torna a manifestarsi.

Sì, avete capito bene, il Nirvana torna a manifestarsi, emerge quale nostra natura buddhica, ciò perché ognuno di noi, sotto sotto, è Nirvana, è libero, deve solo uscire dal programma, questa è l'essenza della pratica. Se non si comprende bene questo concetto, si potrà pure meditare per 6 ore al giorno, auto fustigarsi nella pubblica piazza o astenersi dal cibo per 40 giorni, ma a nulla varrà se non a sviluppare un ulteriore ego, quello spirituale.

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Raggiungere il Nirvana non è un traguardo, non è e basta. La pratica è bella, la disciplina pure, ci vogliono delle regole da seguire, ciò serve a dare una direzione differente rispetto a quella assunta dalla mente nella Vita di tutti i giorni. Praticare il guru, l'ashram, leggere i libri e partecipare ai seminari a volte è essenziale, purché tutto questo lavoro faccia ritornare al punto di partenza.

Lo so, sembra paradossale, ma tutto il lavoro volto al raggiungimento del Nirvana, altro non è se non un lavoro di destrutturazione di quella che è l'idea che abbiamo di noi e, in generale, della Vita, idea che non è nostra, ma che ci hanno insegnato attraverso il processo di addomesticamento.

Noi siamo e basta. La Vita è gioco, i problemi sono creazioni mentali. La verità è una e cioè che, qualsiasi cosa noi pensiamo della Vita, quella sarà la nostra realtà che andremo a vivere. Siccome tutti dobbiamo morire, perché non VIVERE prima del fatidico giorno e goderci ogni singolo istante partecipando ad ogni nostra azione con un atteggiamento ludico invece di fare un dramma di ciò che, in fin dei conti, è solo mera illusione?

Lasciamo i "problemi" alle persone serie, noi siamo bambini che vogliono giocare con la Vita in attesa che tutto finisca, facendoci trovare, quel fatidico giorno, col sorriso sulle labbra. Realizzato questo, ecco, il Nirvana istantaneo riemerge dalla nostra natura, che è sempre stata quella del Buddha, ma che era solo sommersa da strati di congetture accumulate durante il processo di addomesticamento.

Vincenzo Bilotta


lunedì 17 febbraio 2025

Siate come i girasoli

Porta il tuo viso verso il sole e le ombre cadranno dietro di te. (Proverbio maori)

Viviamo in un mondo di pessimisti. Per dirla con la metafora del bicchiere, pare proprio che tutti, o quasi, vedano il bicchiere mezzo vuoto, concentrandosi sempre e solo sulla mancanza, sul senso di incompletezza, sui problemi. Queste persone non sanno, tuttavia, che la mancanza, il senso di incompletezza e i problemi esistono perché loro si concentrano SOLO ED ESCLUSIVAMENTE su questi aspetti delle loro Vite.

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Consentitemi adesso di fare un altro esempio per entrare nel vivo di questo articolo di oggi. Immaginate di essere dei fiori, ma non dei fiori qualsiasi, vi chiedo di immaginare di essere, sia pure per un solo attimo, dei girasoli.

Come ben sapete, il girasole è così chiamato per la sua caratteristica tendenza a girarsi verso il sole, in direzione dei suoi raggi. Ora, immaginate per un attimo di essere voi stessi dei girasoli. Ma perché proprio dei girasoli? Perché il girasole, proprio per il fatto di girarsi solo verso il sole, ha la capacità di LASCIARSI ALLE SPALLE LE TENEBRE, ciò in quanto si concentra solo ed esclusivamente in direzione dei raggi solari.

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Noi possiamo essere proprio come i girasoli. Se ci fate caso, nel descriverli avrete notato come facessi riferimento al fatto che i girasoli volgono il loro sguardo SOLO verso la luce. Di conseguenza possiamo dire che essi focalizzano la loro attenzione solo su ciò che è bene per loro. Il sole, infatti, è quanto di più positivo possa esistere agli occhi di un fiore.

Per il girasole, quindi, non esiste nient'altro se non il sole. Il girasole non presta attenzione all'ombra, a ciò che lo circonda, esso dirige il suo sguardo SEMPRE E SOLO VERSO LA LUCE DEL SOLE e questo gli è più che sufficiente per vivere e crescere forte fino a portare i semi, quelli che molti di noi mangiano di tanto in tanto.

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Noi dovremmo prendere esempio dai fiori di girasole, all'interno delle nostre Vite, focalizzandoci solo sugli aspetti positivi ed evitando di ingigantire quelli negativi. Sì, lo so, questo compito risulta molto difficile, specie se teniamo in considerazione il fatto che viviamo in una società di pessimisti, dove il pessimismo ci viene insegnato (manco se fosse un'alta iniziazione esoterica) dovunque ci troviamo: a casa, a scuola, in mezzo agli amici, in giro per le strade.

La gente, quando non ci trasmette negatività attraverso la parola, lamentandosi, ce la può trasmettere con le espressioni da zombie che assume a partire dal momento in cui esce di casa per andare in giro per i fatti suoi. In un modo o nell'altro, chi ha la negatività dentro tenderà ad esprimerla fuori, sia a parole, che attraverso, come ho già detto, le espressioni del viso decisamente da morto, ma non finisce qui.

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Sì, perché molte persone sono negative non appena ti ci avvicini, anche se non ti parlano, anche se il viso non è particolarmente cadaverico, semplicemente emanano ciò che sono. Qui parlo di campi energetici negativi del diametro di uno o diversi metri di circonferenza, e quando noi ci troviamo all'interno di questi campi, anche se possediamo dei livelli energetici elevati, non possiamo fare a meno di assorbire parte della loro negatività.

Riveste importanza fondamentale imparare a focalizzarsi sul sole presente nella nostra Vita, non sulle zone in ombra. Impariamo a volgere lo sguardo in direzione della luce. Tradotto in pratica, smettiamo di preoccuparci sempre e comunque riguardo al futuro, a ciò che succederà domani, se potremo andare in vacanza, se le tasse aumenteranno o se moriremo, andiamo oltre.

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Per andare oltre intendo andare oltre le tenebre, volgendo il proprio FOCUS in direzione della luce e cioè sul fatto che siamo VIVI, che abbiamo un tetto sotto il quale dormire, che non siamo in un paese in guerra, qualsiasi cosa, purché sia positiva.

Ciò deve costituire un allenamento quotidiano che ci porterà, pian piano, a cambiare modo di pensare, di vedere, e di vivere la Vita, in particolare potremo cambiare polarità, passando dal polo negativo (visione pessimista, caratterizzata dal concentrarsi sui problemi creati da noi stessi, dalla nostra mente), al polo positivo (visione ottimista, caratterizzata dal ringraziare DIO per ciò che ci ha concesso di avere, di vivere, di diventare GRAZIE al semplice fatto di essere vivi e poter fare esperienza su questo pianeta chiamato terra).

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Da oggi, quindi, non limitatevi a mangiare solo i semi di girasole, diventate ALLIEVI del girasole stesso, lasciando che v'insegni a guardare verso la luce, lasciandovi alle spalle, una volta per tutte, le tenebre costituite dalle vostre seghe mentali. Buona pratica!

Vincenzo Bilotta

lunedì 3 febbraio 2025

Chi sei veramente?

Ti sei mai chiesto chi sei veramente? No, non sto parlando del tuo nome, della tua famiglia, di ciò che hai imparato a scuola né, tanto meno, della tua posizione economica o del tuo titolo accademico, niente di tutto ciò.

Ti sto chiedendo se hai mai provato ad esplorare la tua vera natura, a riscoprire la tua vera identità, quella che non hai mai ricercato, oltre ciò che ti hanno fatto credere di essere, oltre alla famiglia, al gruppo sociale al quale appartieni.

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Probabilmente pensi di essere ciò che ti hanno insegnato, ciò perché questa è diventata la tua identità. Ma tu potresti trarre la tua identità anche da quello che hai vissuto, subito, come quando, ad esempio, ti bullizzavano a scuola, e in questo caso ti allontaneresti, e non di poco, dalla tua vera natura, da chi sei veramente.

Sì, perché le esperienze dolorose vissute durante la fase di crescita creano in te un guscio, una prigione, fatta di dolore, di convinzioni limitanti rispetto a quello che sei veramente. Di conseguenza, crescendo e una volta inserito nel contesto sociale e lavorativo, tu non sarai te stesso, ma rappresenterai un insieme di emozioni che hanno creato una versione distorta di ciò che in realtà sei.

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Ebbene sì, il passato può diventare una prigione per chi non riesce a svegliarsi in tempo e capire che è solo un ricordo, un ricordo che, tuttavia, può imprimersi tanto in una persona fino a non permetterle di essere se stessa, di esprimere la sua vera natura, la sua creatività impedendole, in questo modo, di mettere a disposizione i propri talenti e le proprie capacità artistiche, ciò in quanto vengono represse.

Non è di certo facile esprimere la propria vera natura senza aver prima smesso di continuare a trarre la propria identità dal passato, specie se questo è stato traumatico. Per uscire fuori dal guscio delle convinzioni limitanti, dalla falsa identità e, in generale, da tutto ciò che c'impedisce di esprimere la nostra vera natura, bisognerà, prima, prendere coscienza del fatto che noi non siamo il nostro passato, un passato dal quale, fino ad oggi, abbiamo tuttavia continuato a trarre la nostra identità.

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Continuare a vivere traendo la propria identità da bambini bullizzati o da buoni a nulla non è, di certo, il massimo se vogliamo esprimere il meglio di noi stessi, ciò in quanto questi traumi non osservati e sanati costituiscono un grosso limite all'espressione dei nostri talenti naturali e sabotano, di conseguenza, il raggiungimento del nostro successo.

Quando abbiamo paura di qualcosa, del successo, di cominciare un'attività in proprio, chiediamoci chi ha, in realtà, paura. Potremmo scoprire che non siamo noi ad avere paura, ma il bambino bullizzato dai compagni di classe o, in generale, giudicato poco intelligente dagli insegnanti che ci portiamo ancora dietro e che guida, a distanza a volte di molti anni, la nostra Vita.

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In questo modo, però, non si va da nessuna parte! Bisogna sanare il bambino che è in noi, smettendo, al contempo di sentirci inadeguati, insicuri, spaventati dalla Vita, perché ciò che ci hanno detto erano solo delle frasi pronunciate da persone che avevano un livello di coscienza molto basso e, in quanto tali, incapaci di capire il danno che avrebbero arrecato, pronunciando determinate parole, in un bambino particolarmente sensibile.

Prendiamo per mano il bambino spaventato che è in noi, guidiamolo dal buio di un passato costellato da esperienze negative alla luce di una nuova Vita, quella di adulto capace di perdonare chi non ha creduto in lui o che attraverso ripetuti scherzi ha urtato la sua sensibilità.

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Integrare il nostro lato bambino nella nostra personalità adulta dopo averlo sanato è fondamentale per la nostra crescita emotiva, in primo luogo e, in generale, in tutti i campi, siano essi sentimentale, lavorativo o sociale in generale.

Solo dopo aver sanato il nostro passato potremo voltare pagina e cominciare a credere in noi stessi, a coltivare i nostri talenti fino ad ora mai esplorati a causa delle nostre insicurezze per poter esprimere, infine, la persona di successo sepolta in noi sotto strati e strati di convinzioni limitanti, paure immotivate e un'identità che no, non avevamo di certo scelto noi, ma ce l'avevano attribuita in maniera arbitraria altri.

Vincenzo Bilotta 

lunedì 13 gennaio 2025

Vinci dentro per avere successo fuori

Come ho già avuto modo di spiegare in altri miei articoli, fuori non esiste. Fuori è una proiezione di ciò che pensiamo, viviamo, percepiamo, riusciamo ad immaginare dentro, non viceversa. Fuori è come una pasta da modellare, un po' come la creta che si usa a scuola per creare pupazzetti o case, né più, né meno.

Cosa significa questo? Significa che il mondo è direttamente influenzato dal nostro modo di pensare, non dal modo di agire, che è solo una conseguenza di ciò che abbiamo, prima, pensato. Il mondo sta là, aspettando ogni nostro nuovo pensiero per adattarsi e creare la nostra realtà personale, che nessuno, oltre a noi andrà a vivere, percepire e con la quale interagirà.

Possiamo affermare tranquillamente che ognuno di noi vive il suo mondo, un mondo che avrà prima immaginato, creato e vissuto dentro di sé. Fuori è solo una proiezione, l'ho già ribadito diverse volte. Che poi ci crediate o no è affar vostro ma ciò non toglie che anche questo non crederci creerà un mondo basato su questo modo di pensare.

Dopo aver fatto questa premessa, oggi voglio parlarvi della via per raggiungere il successo sicuro. In realtà, questa via non è, come già magari immaginavate, fuori ma è dentro. Ogni strada verso il successo, così come verso l'insuccesso, parte da dentro per poi manifestarsi fuori, e non viceversa.

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Possiamo essere vittime o padroni di un pensiero e, di conseguenza, saremo vittime o padroni delle circostanze a noi esterne, quello che succede "là fuori" per intenderci. In ogni ambito della nostra Vita, tutto quello in cui riusciamo o non riusciamo, è stato prima da noi pensato e vissuto coi possibili finali dentro la nostra testa, il luogo dove tutto nasce, il nostro proiettore della realtà esterna.

Fuori è solo una conseguenza, dentro è la causa, MAI viceversa, sarebbe da idioti crederlo. Dentro di noi c'è un universo, e noi siamo il DIO di questo universo, in grado di fare sia il buono che il cattivo tempo ma (indovinate un po'?) la maggior parte di noi non ne è per nulla, o solo in parte, cosciente, così la realtà viene creata a casaccio, senza un ordine o, comunque, come vorremmo in maniera conscia.

Ma, come sapete benissimo, non è la nostra parte cosciente a comandare, bensì il nostro subconscio, e se non cambiamo quello, nulla cambierà. Il solo pensare in positivo e sorridere di continuo aspettando che il bello accada in maniera autonoma "là fuori", scordatevelo!

Per poter ottenere il successo in ogni campo della vostra Vita, dovete prima viverlo nella vostra interiorità. Bisogna concentrarsi sulla vittoria se si tratta di una competizione, sul nuovo partner dei nostri sogni se si tratta di una nuova relazione, sul lavoro dei nostri sogni se desideriamo realizzarci in campo professionale.

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Quello di cui parlo si chiama visualizzazione e consiste nel concentrare la propria attenzione sul risultato che si vuole ottenere, distogliendo la propria energia dai pensieri di fallimento, ansia, tensione e, in generale, tutto ciò che potrebbe bloccarci dal compiere quell'azione esterna, che è spontanea in noi, tendente verso il successo.

Se, ad esempio, dobbiamo sostenere un esame universitario, dobbiamo concentrarci sul voto che vogliamo ottenere, predisponendo lo stato d'animo gioioso che si prova normalmente dopo aver sostenuto con successo la prova, sia essa scritta, orale o pratica.

Atleti di punta, quelli che sono destinati ad entrare nella leggenda, utilizzano la tecnica della visualizzazione proiettandosi mentalmente l'immagine del giorno della competizione più e più volte nel corso della giornata, vincendo nella mente diversi mesi prima della competizione vera e propria.

Il successo in qualsiasi campo della nostra Vita è questione di attitudine mentale. Ovviamente la preparazione, sia essa fisica che mentale, richiesta per la prova ci vuole. Non sto dicendo che immaginiamo di vincere un concorso senza studiare, chi lo crede è uno sciocco.

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Sto parlando di preparazione atletica, di studio, di formazione professionale idonee a sostenere un determinato tipo di prova affiancate alla visualizzazione, che sarà, tuttavia, di FONDAMENTALE importanza per la riuscita di qualsiasi tipo d'impresa. Si vince prima nella testa e poi nella Vita, nel mondo, che è una nostra proiezione.

Dobbiamo crearci un'immagine mentale del successo, continuare a darle energia fino a sentire dentro di noi la nostra fisiologia mutare nella direzione della produzione delle endorfine. Sì, vi sto dicendo di sentirvi come se fosse già accaduto, di vivere quello stato psicofisico tipico di chi ha superato una prova importante ed è felice di ciò!

Questa tecnica funziona sempre e se non funziona bisogna che vi esercitiate, perché vorrà dire che non l'avete ancora praticata abbastanza. Imparate a sentire dentro, a provare a livello di cuore, il bello, la gioia, il successo, l'amore, la passione, la creatività, continuate a sentirli, a visualizzarli, giorno per giorno, diventate maestri nella visualizzazione di eventi positivi concentrandovi su ciò che volete ottenere in qualsiasi campo della vostra Vita.

Dopo aver raggiunto lo stato d'animo vincente, quello che possiede ogni campione e, in generale, ogni persona di successo, AGITE nel mondo esterno fino a vivere il completamento del vostro successo e a consolidarlo dopo averlo creato, visualizzato e vissuto nella vostra mente. COME DENTRO COSI' FUORI, MAI VICEVERSA. Buona pratica!

Vincenzo Bilotta