lunedì 13 ottobre 2025

Da zavorra a palloncino

Nasciamo liberi e leggeri, da bambini riusciamo a volare alto, coi nostri sogni, la nostra fantasia, la creatività che mettiamo in ogni cosa, principalmente nel gioco e, più in generale, nella Vita. Se dovessimo paragonarci, quanto a leggerezza, a qualcosa, potremmo somigliare a tanti palloncini colorati che, spensierati, volano liberamente nel cielo.

Gli adulti, invece, somigliano a tante zavorre, di quelle che si usano per tenere ancorati alla terraferma i palloni aerostatici. Essi non solo non volano, come faceva la maggior parte di loro da bambini (alcuni bambini sono già in parte, solo in parte però, zavorrati da alcune paure che hanno assorbito nel grembo materno), ma non riescono a muoversi neppure con eleganza.

(Immagine presa dal web)


L'adulto, in genere, non scivola sulla Vita con leggerezza, a volte nemmeno ci cammina, sul percorso che la Vita gli pone dinanzi, niente di tutto ciò. Egli, quando non è molto appesantito, si trascina ma, molto spesso, striscia per terra con fatica e senza alcuno scopo.

Chi aveva lo scopo e volava alto era il bambino, quando ancora usava le ali senza che nessuno gli avesse insegnato come fare. Sì, perché i bambini volano d'istinto, si lasciano guidare dal cuore e dalla Vita senza porsi tante domande, senza nutrire alcun dubbio, riducendo le paure ad uno scherzo del quale si può, certamente, fare a meno.

(Immagine presa dal web)


Così il bambino vola, proprio come un palloncino, sui sentieri tracciati dalla Vita, a volte ne crea di nuovi, sentieri, che percorrerà, lui per primo, facendo da esploratore e apripista a tutti coloro i quali vorranno, in seguito, sperimentare lo stesso percorso, passando per gli stessi bivi ed ammirando, di conseguenza, gli stessi paesaggi.

Ma poi il bambino viene messo al guinzaglio, gli viene raccomandato di non usare le ali, di smettere di sognare, di diventare una persona concreta. Glielo ripetono le persone nelle quali egli ripone la massima stima, la massima fiducia e allora, quasi sempre, ci crede, gli da ascolto senza porsi tante domande, e smette di sognare, e smette di volare.

(Immagine presa dal web)


In questo modo, pian piano e col passare del tempo, comincia il processo di trasformazione che lo porterà ad essere adulto e, di conseguenza, da palloncino, libero di volare alto nei cieli dell'immaginazione creativa, diventerà zavorra, una zavorra gravata da pesi così grandi da essere, molte volte, costretta a sprofondare negli abissi della più profonda disperazione.

Basta guardare fuori, in giro per le strade, per capire di cosa sto parlando, di zombie robotizzati che vivono senza saperlo in attesa della grazia della morte per liberarsi da un'esistenza che, essa stessa, sembra averli maledetti a tal punto da volerli destinare ad un inferno già qui, sulla terra, mentre sono ancora "vivi" (sarebbe più corretto dire morti viventi!).

(Immagine presa dal web)


Ma c'è una speranza anche per chi è diventato zavorra, una possibilità di invertire il processo, liberandosi dai pesi di una Vita manipolata dalle strutture scolastiche, da un sistema che vuole tutti uguali, schiavi dei mascalzoni che stanno al potere senza essere stati votati e privati non solo di ogni dignità ma, anche e soprattutto, del diritto di sognare, che dovrebbe essere garantito ad ogni uomo, perché l'uomo che smette di sognare, è già un uomo morto.

Uscire dalla globalizzazione, dalle ideologie inculcate fin dall'infanzia allo scopo di creare un mondo di robot telepilotati dall'alto, non è un'utopia ma, al contrario, è qualcosa di realizzabile, anche se per far ciò occorrerà un processo di destrutturazione, in pratica occorrerà USCIRE DA MATRIX, da tutto quello che ci hanno insegnato sotto ipnosi per farci smettere di ragionare ed per farci eseguire ordini al comando.

(Immagine presa dal web)


Le zavorre vanno eliminate pian piano, giorno per giorno, il processo di liberazione potrebbe richiedere tanto tempo quanto ne è occorso per il lavaggio del cervello al quale ci sottopongono a scuola, in chiesa, ovunque.

Ma per fortuna niente è perduto, e il fatto stesso di cominciare permetterà, ben presto, di smettere di strisciare per terra come vermi al servizio di chi sta al potere, e facendo intravedere la possibilità di trascinarsi, che è già meglio di procedere strisciando.

(Immagine presa dal web)


Poi, col tempo, con l'aumento della consapevolezza, alcuni potrebbero liberarsi improvvisamente e definitivamente da tutte le zavorre e sentirsi così leggeri da poter tornare a volare, proprio come quando erano liberi, indomiti e felici, in una parola: BAMBINI.

Cominciamo col prendere coscienza dei pesi che ci portiamo addosso senza un motivo ben preciso, poi chiediamoci a cosa serve aggiungere peso alle nostre Vite e se è ancora il caso di continuare a farci carico di zavorre che ci rallentano nel nostro processo di crescita, allontanandoci dai nostri sogni fino a spegnerci come individui.

(Immagine presa dal web)


Il passo finale sarà quello di smettere di sentirsi in colpa se si decide di abbandonare un percorso che altri, magari i genitori o insegnanti ai quali siamo particolarmente affezionati, hanno tracciato per noi e cominciare ad esplorare nuove strade. 

Qualora non ci fosse una strada in grado di portarci dove vorrebbe il nostro cuore, sarò nostro compito crearne una, tutta nostra, passo dopo passo, fino ad abbandonare anch'essa e volare alto fino al nostro traguardo, quello che sognavamo di raggiungere quando eravamo dei bambini-palloncini e credevamo ancora nella magia.

Vincenzo Bilotta