lunedì 30 settembre 2024

Impara a "camminare sulle acque"

"Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, nel vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero 'E' un fantasma' e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: 'Coraggio, sono io, non abbiate paura'. Pietro gli disse: 'Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque'. Ed egli disse: 'Vieni!'. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: 'Signore, salvami!'. E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: 'Uomo di poca fede, perché hai dubitato?'. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: 'Tu sei veramente il Figlio di Dio!'. (Mt. 14, 22-33)

Quanti di voi sanno "camminare sulle acque?". No, non parlo di camminare sulle acque nel vero senso della parola, ma nel senso metaforico, un po' come avviene in questo passo del vangelo secondo Matteo. Qui Gesù cammina sulle acque, proprio lui che, provenendo da un piccolo paese nelle montagne, probabilmente non sapeva nemmeno nuotare...

(Immagine presa dal web)


Ma chi rischia di annegare, in questo passo del vangelo è, invece, Pietro, proprio lui che era un pescatore ed esperto del mare... Ma cosa significa tutto questo? La risposta l'abbiamo da parte di Gesù quando stende la mano per aiutarlo, dopo che Pietro implora il suo aiuto. In particolare, Gesù dice a Pietro: 'Uomo di poca fede, perché hai dubitato?'.

All'inizio, infatti, quando Gesù chiama Pietro a sé nel mare in tempesta, questi è in grado di camminare, al pari del Maestro, sulle acque. Ma poi succede qualcosa, in particolare Pietro ha paura di non farcela a causa del vento violento che sferzava le acque, così rischia di annegare, se non fosse stato per l'aiuto di Gesù.

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Ma perché ho voluto richiamare l'attenzione, oggi, su questo passo del vangelo? Cosa c'entra con la crescita personale e il lavoro su di sé? In realtà, posso dirvi che la comprensione di questo solo passo del vangelo, comprensione profonda, non mentale, potrà aprirvi le porte del regno dei cieli... Interiore!

Il fatto è che la gente manca di fede, fede in se stessa, nella propria guida interiore e, non da ultima, fede nella Vita. Così i miracoli non accadono e le potenzialità della nostra mente restano, per il 90% circa, inutilizzate. E noi affidiamo il nostro potere all'esterno, ai medici per avere la salute, al partner per sentirci completi, agli amici per non sentirci soli e al lavoro per realizzarci.

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In pratica noi, a causa della nostra mancanza di fede, dipendiamo, per essere felici, realizzati, in salute, completi, dall'esterno. Una cosa davvero comune in una società come la nostra, fatta di relazioni virtuali, sentimenti inespressi, refrattarietà agli stimoli reali, saturi come siamo a causa delle sovrastimolazioni sensoriali che subiamo dai social e, in generale, dalla realtà virtuale.

Tuttavia ci sono dei momenti in cui, mettendo da parte ogni paura, siamo in grado di "camminare sulle acque". Riuscirci la prima volta non basta, però, occorre farlo ancora, e ancora, e ancora, fino a farla diventare un'abitudine costante, abitudine che è in grado di trasformare la nostra Vita in maniera radicale e, ovviamente, in direzione del miglioramento.

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Impariamo a camminare sulle acque da chi ci è già riuscito e ha consolidato la sua fede, abbandoniamo ogni paura e, in breve, accadranno miracoli nella nostra Vita. Il trucco sta nello smettere di avere paura e, al contempo, lasciarsi andare con FEDE a ciò che si desidera, senza più dubbi, eliminando ogni convinzione limitante.

Noi tutti siamo aquile e, in quanto tali, destinati a volare alto. Ma prima di fare ciò, dobbiamo trovare il coraggio di abbandonare la comunità delle galline non-pensanti della quale credevamo di fare parte. Allora, solo allora, il miracolo avverrà, in ogni settore della nostra Vita.

Vincenzo Bilotta