Viviamo in un mondo che va sempre più di corsa, un mondo che antepone gli oggetti, le cose, l'apparire, alle persone. L'essere umano è diventato una sorta di robot, programmato per eseguire delle routine giornaliere ed arrivare a fine giornata senza ricordarsi, molto spesso, di ciò che ha fatto durante il giorno.
Questo mondo è proprio come una giostra: gira, gira, gira sempre più veloce fino a fare perdere, a tutti quelli che ci stanno girando sopra, l'orientamento, la centratura, il significato essenziale della Vita. S'inseguono sempre dei risultati, siano esse promozioni sul lavoro, un nuovo partner, una nuova auto, una casa più grande, ma poche volte ci si ferma per VIVERE.
(Immagine presa dal web) |
Siamo sempre inseguiti da mille problemi creati dalle nostre menti iperattive ed ipertrofiche, le quali continuano a pompare pensieri su pensieri senza mai accennare a smettere. Così finiamo sommersi dalla routine, continuiamo a correre, correre, correre, in direzione di obiettivi sempre più ambiziosi o, semplicemente, fuggiamo da noi stessi per non sentire cosa grida la nostra anima.
Quasi nessuno si ferma mai, sia pure per respirare, per rilassarsi, per darsi un attimo di tregua dalle routine meccaniche, che ci rendono molto simili ad automi e sembrano, invece, averci fatto perdere l'appartenenza al genere umano... Ci si costruiscono isole felici, ci si rifugia nell'alcool, nello shopping compulsivo, si cambiano più partner dei calzini, si ricorre alle droghe, agli sport estremi, ma nessuno, o quasi, pensa a fermarsi, a centrarsi, a VIVERE.
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Perché la Vita, cari amici, non consiste nella routine lavorativa, nell'avere una casa più grande, uno stipendio più alto o una macchina più veloce, niente di tutto ciò. Questa è apparenza, la Vita è ben altro. VIVERE significa cominciare a prendere coscienza del fatto che si è diventati simili a dei robot, a degli zombie; VIVERE significa capire che bisogna fermarsi, nel corso della giornata, per tornare ad essere coscienti di sé, della propria esistenza; VIVERE significa guidare la propria Vita, non più esserne trascinati, arrivando dove si vuole, diventando artefici, non più vittime, del proprio destino.
Nel corso della giornata imparate a prendervi delle pause, fermatevi un attimo, osservate ciò che state facendo sia esso lavoro, palestra, passeggiata, non importa, ciò che importa è prenderne coscienza, respirarci dentro, fare ciò che si fa sapendo di farlo. Così si passerà dallo stato di automatismo a quello di centratura ed ogni cosa diventerà un atto sacro, una nuova scoperta e non più una routine scontata da eseguire in fretta e in maniera automatica.
Vincenzo Bilotta