Noi siamo schiavi senza catene. La nostra epoca sembrerebbe essere caratterizzata da un clima di ampia libertà concessa alle masse, da democrazie stabili e dalla possibilità di libera espressione delle proprie opinioni. Almeno all'apparenza, nessuno porta delle catene ai piedi e la schiavitù sembrerebbe essere stata abolita.
In realtà ci vogliono far credere liberi, ma liberi non siamo. Siamo schiavi senza catene, una forma molto più subdola rispetto alle forme di schiavitù alle quali erano sottoposti i popoli di origine africana quando venivano venduti ai ricchi proprietari terrieri come lavoratori nelle piantagioni.
In realtà ci vogliono far credere liberi, ma liberi non siamo. Siamo schiavi senza catene, una forma molto più subdola rispetto alle forme di schiavitù alle quali erano sottoposti i popoli di origine africana quando venivano venduti ai ricchi proprietari terrieri come lavoratori nelle piantagioni.
Almeno quella forma di schiavitù era palese, si viveva da schiavi, dopo essere stati venduti al proprietario di turno, per poi morire da schiavi. Oggi, invece, vi sono forme più subdole di schiavitù, oltre che di dittatura. Anche per quanto riguarda le forme dittatoriali presenti, del resto, anche oggi, in diversi stati, le popolazioni devono sottostare ad un regime di restrizione delle libertà personali di pensiero, di movimento e di espressione.
Oggi, almeno dove esistono le democrazie, sembrerebbe regnare un clima di libertà sia di espressione che di azione da parte del singolo cittadino, questo, del resto, una democrazia che si rispetti dovrebbe garantire. Insomma, sembrerebbe regnare un clima di libertà sia da coercizioni fisiche quali le diverse forme di schiavitù che, seppur presenti ancora oggi in alcuni paesi del terzo mondo, sembrerebbero del tutto scomparse, almeno nei paesi civilizzati, che da divieti di libera espressione di pensiero e di parola, tipico delle dittature.
Ma la schiavitù esiste ancora oggi, specie nelle democrazie, proprio laddove anche ogni forma di restrizione della libertà psicofisica sembrerebbe essere stata abolita e dimenticata. Ma attenzione, non si tratta di schiavitù palese, non andate a cercare catene ai piedi o polizia segreta per limitare la libertà di opinione.
Oggi si è diventati schiavi di se stessi. Questa schiavitù è favorita da un sistema educativo che tende a programmare tutte le persone allo stesso modo, uniformandone il modo di pensare allo scopo di evitare ribellioni, sia pure meramente intellettuali. Si vive in un mondo in cui c'è libertà di opinione, si può scrivere ciò che si vuole, ma state certi che chi esce fuori dalle righe viene censurato, alla faccia della democrazia e della libertà di pensiero.
In realtà ciò avviene raramente in quanto, di solito, essendo tutti educati e programmati a vivere e pensare in maniera uniforme, non ci si aspetta che qualcuno esca dal gregge per ruggire invece di belare, come di consueto. Ecco cosa s'intende per libertà oggi: fa quello che ti pare purché lo fai come gli altri componenti del gregge.
Ecco quanto siamo liberi! A questo si aggiungano altre forme di schiavitù, non da ultima quella che ci rende totalmente asserviti alla tecnologia, partendo dai social per finire ai programmi tv, passando attraverso le ore buttate al vento a guardare l'ennesimo messaggio che puntualmente arriverà sui nostri smartphone...
L'idea di essere schiavi senza catene piace a chi odia uscire dal gregge, a chi fa comodo essere "come gli altri", a chi "non vuole fare discussioni inutili". Dopotutto è un vantaggio essere anonimi, si è inattaccabili, si conduce un'esistenza anonima in una qualsiasi parte del mondo, senza lasciare traccia, così come ci vorrebbero dall'alto: dei mansueti consumatori, delle pecorelle da condurre ai pascoli del consumismo indotto tramite gli strumenti mediatici e delle mode decise da chi, spesso, di moda non ne capisce proprio nulla e ha avuto solo la fortuna di diventare stilista.
Noi possiamo pensare, dire e fare ciò che vogliamo finché lo facciamo nel modo in cui siamo stati programmati nelle aule scolastiche, a casa, nelle palestre o nelle chiese, ma guai ad uscire fuori dal gregge, a cantare fuori dal coro con un tono di voce più alto...
In questo caso non ci sarà una punizione dall'alto, nessuna censura da parte di nessun dittatore o frustata da parte dello schiavista di turno... Niente di tutto ciò, tranquilli. La risposta al vostro comportamento ribelle vi verrà data direttamente dal vostro ex compagno di banco o dal vostro collega di lavoro, che non mancheranno di additarvi come visionari, ribelli o, in alcuni casi, come dei folli.
Sì, perché tutto il sistema è stato progettato in maniera tale per cui, quando qualcuno esce fuori dalle righe viene stroncato sul nascere dalla mediocrità del vicino il quale, un pò per vigliaccheria, un pò per limitatezza di vedute, non mancherà di criticare, giudicare, inveire contro un comportamento che si prospetta, fin dall'inizio, non conforme alle regole e, quindi, ribelle.
La libertà, al pari della schiavitù, al giorno d'oggi, è qualcosa che non ha una fisicità, essa risiede in un modo di pensare, in un ideale, in qualcosa che rende la persona nella quale alberga libera o schiava. Dopotutto, non esiste un mondo là fuori se non quale chiara proiezione di ciò che ciascuno di noi, col suo modo di pensare, di esprimersi e, di conseguenza, di fare crea a partire dalla propria interiorità per poi materializzarlo all'esterno.
Vincenzo Bilotta