"Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati". (Mt. 7, 1-2)
Fin da piccoli, coloro i quali sono preposti alla nostra educazione-programmatica, c'insegnano a comportarci, a fare e ad essere in una determinata maniera. Per farci obbedire ai loro insegnamenti, veniamo sottoposti, spesso, al giudizio, ciò qualora non ci atteniamo alle regole da loro impartiteci. In questo modo impariamo, entriamo, nel giudizio.
Ci viene insegnata una perfezione irraggiungibile e, proprio per ciò, passeremo il resto della nostra Vita a temere il giudizio altrui, in generale, e quello delle persone di fronte alle quali teniamo a fare una "bella figura", in particolare.
Va detto che il giudizio, oltre a temerlo lo apprendiamo divenendo, per ciò stesso, anche noi dei giudici nei confronti sia degli altri che, soprattutto, di noi stessi. In un mondo materialista come quello occidentale è facile essere giudicati e sentirsi inadeguati rispetto all'ambiente nel quale si vive ogni giorno. Le mode cambiano in fretta e, con esse, anche i gusti delle persone sono come delle bandierine la cui direzione dello sventolare cambia a seconda di dove soffia il vento.
Noi temiamo il giudizio degli altri perché noi per primi siamo giudici imparziali di noi stessi e, in un secondo tempo, siamo portati a giudicare gli altri e, contemporaneamente, a temere l'altrui giudizio. Col giudicare gli altri non facciamo altro che criticare nel nostro prossimo le cose che, in realtà, dovremmo migliorare in noi.
Con la paura del giudizio creiamo, inoltre, un'energia ostile che attirerà a noi i giudizi delle persone, ciò a causa della legge dell'attrazione, in base alla quale i nostri pensieri, se ripetuti nel tempo, ne attireranno altri simili per energia e contenuto (se vuoi saperne di più sulla legge dell'attrazione, puoi leggere il mio libro L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA, YOUCANPRINT EDIZIONI, oppure puoi cercare l'apposito capitolo in omaggio fra i titoli presenti in questo blog digitando: LA LEGGE DELL'ATTRAZIONE sul motore di ricerca).
Un mondo come il nostro, basato sul giudizio, è un mondo duale in cui si tende a giudicare tutto grazie alla mente diabolica (da diaballon, colui che divide) la quale deve per forza giudicare tutto in: buono/cattivo, bello/brutto, capace/incapace, alto/basso e chi più ne ha, più ne metta.
Per la mente è essenziale catalogare, dividere e giudicare in quanto essa trae l'energia necessaria alla sua sopravvivenza attraverso la creazione e il mantenimento in Vita del mondo duale. Se, però, la mente attraverso il giudizio si assicura la sopravvivenza, noi ne facciamo le spese, vivendo il nostro inferno personale, costituito da paure, rabbia, senso di inadeguatezza, tutti prodotti dal giudizio emesso da noi stessi nei nostri confronti o che gli altri rivolgono a noi.
La soluzione c'è e consiste nell'uscire dal giudizio, sia quello emesso nei nostri confronti che quello espresso, invece, nei confronti degli altri. Quando si smette di giudicare, si smette, automaticamente, di alimentare il dualismo della mente che tutto vuole dividere attraverso il suo continuo confrontare/giudicare.
Quando smettiamo di giudicare, finiremo, a nostra volta, di essere giudicati, è uno specchio, non si scappa. Uscendo dal giudizio si può finalmente e contemporaneamente, uscire dal mondo della dualità per poter raggiungere l'UNO.
Nell'UNO tutto è così come E', si ritorna alle origini dell'uomo, al tempo in cui era cosciente di sé e non necessitava della conoscenza che gli avrebbe regalato esperienza sì, ma lo avrebbe anche separato dal Divino, almeno temporaneamente, facendogli dimenticare chi in realtà lui fosse.
Vincenzo Bilotta