martedì 26 giugno 2012

La malattia come fonte di guadagno

Oggi voglio parlarvi della malattia, e di come le case farmaceutiche sono riuscite a fare dello stato di disagio dell'individuo una forma di business altamente produttiva. Al di là del fatto che la malattia non è un fenomeno a sé stante ma soltanto un effetto noto di una causa, apparentemente, ignota, più che di malattia, io amo parlare, come già anticipato dal Dott. Oliviero nel suo omonimo libro, di BENATTIA.

Francamente, dopo anni di lavori e di studi sulla persona (su di Me in primo luogo ma, anche, sugli altri), ho avuto modo di scoprire come la gente sia brava ad ammalarsi e a morire invece di godere della Vita e di ciò che essa può offrire ad ogni individuo. Si dice che l'essere umano sfrutti solo il 5-10% circa delle reali potenzialità del cervello. Il restante 90-95% sembra resti inutilizzato e allo stato potenziale.
(Immagine presa dal web)

Molte persone ancora credono nella favola della genetica, troppe muoiono ancora per essere fedeli a ciò che disse un semplice naturalista corrispondente al nome di Charles Darwin. Da allora, gente come Bruce Lipton, autore del meraviglioso libro LA BIOLOGIA DELLE CREDENZE, ha avuto modo di confutare e dimostrare la falsità, su basi scientifiche, di queste affermazioni. Se quanto scoperto da Darwin andava bene nel 1800, oggi la realtà è diversa.

La gente cerca la verità al di là delle teorie. Come dire? Certezze al posto di belle parole (non sempre belle, a volte sono pure complicate e distruttive, specie se escono dalla bocca di certi medici privi di sensibilità!). Dando per scontato il fatto che l'alterazione a livello genetico avviene a seguito di un'errata codificazione, da parte del cervello, degli stimoli ambientali, da ciò si evince come sia facile prevenire la malattia attraverso un approccio diverso, e meno stressante, alla Vita quotidiana da parte del soggetto che interagisce con l'ambiente che lo circonda.
(Immagine presa dal web)

Poiché non voglio parlare in questa sede di epigenetica, fatta questa premessa voglio, invece, parlarvi della malattia come fonte di guadagno da parte delle case farmaceutiche. Oggi, come ieri del resto, si assiste ad un aumento delle patologie. Accanto a quelle esistenti, infatti, ne vengono sempre scoperte delle nuove sulle quali poi i ricercatori delle case farmaceutiche studieranno nuovi farmaci spesso poco efficaci ma che, in ogni caso, faranno arricchire le multinazionali alle spalle dei (presunti) malati.

Oltre alle patologie comuni quali colesterolo, ne sono state create altre e sempre di nuove ce ne saranno. Ciò grazie a degli accordi nascosti presi tra le case farmaceutiche, gli organi che detengono il potere d'immissione nel commercio degli stessi farmaci nelle varie nazioni e, non da ultimi, i medici. In base a questi accordi, la case farmaceutiche, il cui scopo, di sicuro, non è quello di  curare il paziente ma, semmai, di mantenerlo malato per potersi poi arricchire alle sue spalle, creano nuovi farmaci, all'apparenza più efficaci ma che, in realtà, agiscono solo sui sintomi e, quasi mai, sulle vere cause delle patologie.
(Immagine presa dal web)

Al di là del fatto che la medicina ufficiale è anni luce indietro rispetto a quelle che sono le vere cause della malattia, essa non ha, a prescindere dalla sua ignoranza, alcun interesse a curare nessuno. Esistono in commercio farmaci molto costosi che vanno assunti per lunghi periodi. Questi farmaci hanno, spesso (l'80% delle volte) effetti collaterali nei confronti dei pazienti che li assumono.

Le case farmaceutiche, di contro, avendo interesse a guadagnarci, minimizzano sui possibili danni, limitandosi a scrivere libri di avvertenze sugli effetti collaterali pur continuando a produrli e a mantenerli in commercio. La gente, per fortuna, si va svegliando. Molti ricorrono alla medicina alternativa abbandonando, al contempo, quella allopatica. L'omeopatia, ormai, ha preso piede; ciò grazie alla sua efficacia e ai ridotti effetti collaterali (sempre e comunque transitori).
(Immagine presa dal web)
Ovviamente, la medicina di base, accusando il colpo, fa di tutto per screditare le terapie non convenzionali, allo scopo di difendere i suoi metodi di cura non sempre efficaci, invasivi e, a volte, mortali. Quanta gente è già morta a causa delle terapie iatrogene? Quanta ne dovrà morire ancora prima che qualcosa cambi? Se vogliamo che cambi davvero qualcosa, iniziamo a cambiare noi.

Non diamo nulla per scontato, specie in ambito medico. Fermiamo l'espandersi delle multinazionali del farmaco attraverso la presa di coscienza dei reali interessi che si nascondono dietro queste persone senza scrupoli. Informiamoci, cerchiamo di capire al di là delle parole dette dai medici.

Essi, non tutti per fortuna, sono solo dei burattini che stanno alla base di una piramide con al vertice persone che altro interesse non hanno se non quello di arricchirsi alle spalle delle masse inconsapevoli. Apriamo gli occhi. Cambiamo visione della Vita e dei fenomeni ad essa inerenti. Solo così la realtà potrà cambiare.

Vincenzo Bilotta