domenica 26 giugno 2016

Il sano egoismo

Oggi voglio parlarvi di egoismo, quello sano però. La nostra società, basata sulla religione, i sensi di colpa e il peccato, ci ha insegnato che il pensare a se stessi sia direttamente riconducibile ad una forma di egoismo. Di conseguenza, guai a guardarsi allo specchio, subito si sarà accusati di narcisismo. A volersi bene poi.... Molti ti diranno che, magari, non hai altro di meglio da fare.

Del resto, dopo anni di manipolazioni e torture psicofisiche inflitte dai ministri di culto dei differenti credo religiosi, non c'è da meravigliarsi se è venuta fuori un'umanità che ha rinnegato le proprie origini divine per cercare fuori ciò che non potrà mai avere: LA LIBERTA'.
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Fintanto che si tenderà a guardare fuori, a pensare al bene della collettività e mai a se stessi, sarà normale vivere con quel senso di mancanza proprio di chi non si dedica a se stesso prima che agli altri. Con ciò non dico che è sbagliato aiutare gli altri o fare volontariato, non sono contro ciò e me ne guarderei bene!

Vi sto solo invitando a dedicarvi a voi stessi, alla vostra salute, a coltivare i vostri interessi, praticare sport, alimentarvi bene, vivere delle relazioni sociali e sentimentali sane... In una parola, vi sto invitando ad AMARVI. Solo amando se stessi, infatti, si potranno amare tutte le altre creature esistenti, piante, animali e minerali compresi, NON PRIMA.
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Chi ci ha insegnato a non amarci lo ha fatto perchè, a mio avviso, non ha mai imparato ad amare se stesso e, facendo ciò, ha rinunciato a vivere da persona felice e realizzata, condannando a vivere in questo modo tutte le persone che lo hanno seguito. I ministri di culto di diverse religioni effettuano spesso delle castrazioni psichiche, basta vedere le donne costrette, in certi contesti caratterizzati da forme di estremismo religioso, ad indossare il burka.

Certamente Gesù non ci ha insegnato che la Vita è sofferenza o peccato, gli uomini lo hanno fatto! Nessuno ha il diritto di rendere infelice un'altra persona, tuttavia le religioni hanno oppresso e represso per millenni il genere umano, torturando, denigrando, bruciando, umiliando, uccidendo tutti coloro i quali erano contrari a professare una religione piuttosto che un'altra.
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Bisogna praticare un pò di sano egoismo ogni giorno. Esso servirà da esempio per chi ci sta intorno perchè non mancherà di notare il nostro aspetto rilassato e ben curato, il nostro modo di essere, muoverci e vestire, in una parola, vedrà dei cambiamenti in noi e ne rimarrà colpito positivamente. Solo se ci si ama SINCERAMENTE si potrà, in un secondo tempo, MAI prima, amare gli altri, estendendo questo amore prima verso i propri familiari e poi verso il creato intero.

Non sentitevi in colpa se dedicate 3 o più giorni la settimana all'attività fisica, se vi alimentate in maniera naturale e avete ridotto il consumo di alimenti di origine animale e prodotti conservati. Piuttosto siate fieri di voi stessi, dite a tutti quando andate alla SPA per rilassarvi, insegnate agli altri come fare ad amare se stessi, queste cose il prete non ve le dirà e forse nemmeno i vostri familiari, in quanto nessuno le ha insegnate loro.
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Superate i vostri limiti e convinzioni, imparate a guardarvi allo specchio ed essere felici di ciò che rifletterà, AMATEVI INCONDIZIONATAMENTE fregandovene, al contempo, di quello che gli altri potranno pensare di voi. Dopotutto LA VITA E' VOSTRA, NON DEGLI ALTRI, IL CORPO E' VOSTRO, NON DEI VOSTRI EDUCATORI, PRETI, GENITORI, AMICI, quindi custoditelo ed amatelo se fino ad oggi non lo avete fatto, nessun altro, del resto, può farlo per voi.

Da oggi, quindi, smettete di sentirvi in colpa solo perchè vi amate. Insegnate agli altri l'amore per se stessi. Questa è, a mio avviso, la forma più grande di amore verso il prossimo che si possa trasmettere dopo il dare amore: INSEGNARE AGLI ALTRI AD AMARE SE STESSI. 

Vincenzo Bilotta

domenica 12 giugno 2016

Dalla malattia alla benattia

La maggior parte della gente vive nell'inconsapevolezza, nell'automatismo e negli schemi mentali. Le persone tendono a re-agire in base a schemi comportamentali acquisiti tramite l'educazione-programmatica e ripetuti nel tempo all'infinito.

Succede però che, quando non si è coscienti dei propri comportamenti re-attivi, si tenderà a vivere da automi all'interno di un circolo vizioso che causerà parecchio stress all'interno della mente, prima e, di conseguenza, sulla fisiologia dell'organismo in un secondo tempo. Questo schema di pensiero stressante potrà portare, se tenuto negli anni, ad uno squilibrio energetico, comunemente definito "malattia" dalla medicina allopatica.
(La copertina del mio libro)

In quest'ottica cosciente, si capisce bene come la malattia non è un evento voluto da un'entità superiore allo scopo di punire un determinato individuo per i suoi peccati. Semmai, la malattia rappresenta l'ultimo tentativo, da parte del nostro organismo, di farci aprire gli occhi sulle cose che non vanno nella nostra situazione di Vita, ciò prima che possa essere troppo tardi.

Nel mio libro L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA, YOUCANPRINT EDIZIONI, paragono la nostra Vita ad un'automobile, la malattia al guard rail e la morte al precipizio che sta oltre il guard rail. Può capitare che, mentre si guida l'automobile, si possa sbandare, ciò a causa di una distrazione o di un colpo di sonno. In quel caso il guard rail impedirà all'automobile di cadere nel precipizio. 
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Proprio come il guard rail impedisce o, perlomeno, limita i danni alla nostra autovettura, anche la malattia arriva per comunicarci qualcosa che non va. In quest'ottica, la malattia va vista come l'ultimo tentativo da parte del nostro sistema psicofisico di salvarci dalla morte fisica. Ma molti non comprendono il significato simbolico racchiuso nella malattia e, lungi dall'ascoltare il suo messaggio, tenderanno a combatterla.

Combattere la malattia senza, per ciò stesso, comprenderne il significato è come uccidere una persona che viene a portarci un messaggio prima ancora di averlo ascoltato. Ciò, del resto, è quello che fa la medicina allopatica quando tenta in tutti i modi di reprimere i sintomi di tutte le malattie imbottendo di farmaci chimici il paziente-macchina facendo perdere a quest'ultimo la possibilità di lavorare su di Sé fino a cambiare Vita.
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Si capisce bene come, in questo contesto, assuma una rilevanza fondamentale la figura del terapeuta, sia esso il medico di base o lo sciamano di turno. Compito del terapeuta dovrà essere quello di guidare il proprio paziente in un viaggio all'interno del proprio corpo, stabilendo con esso un rapporto comunicativo che gli consenta di esprimere le ragioni del disagio fisico e lo portino, attraverso la comprensione dei conflitti che hanno determinato la malattia, alla loro risoluzione e alla guarigione spontanea.

Quando una persona si affida ad un terapeuta, quest'ultimo si assume il ruolo di guida ed alchimista all'interno della Vita del proprio paziente-assistito. In questo contesto hanno rilevanza le parole e il loro corretto utilizzo. Il terapeuta deve aiutare il proprio paziente a capire che, al di là dell'importanza dello squilibrio energetico, egli può guarire se avrà il coraggio e la capacità di osservare il proprio mondo interiore e capire ciò che non va per poterlo poi trasformare alchemicamente dal piombo/malattia in oro/guarigione-comprensione di Sé.
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Insomma, il paziente deve diventare l'alchimista della propria salute, trasformando la propria malattia in, utilizzando il neologismo del Dott. Francesco Oliviero, "Benattia". Il passaggio dal termine malattia a quello di benattia ha un significato esoterico-alchemico-magico. Chi, infatti, riesce a non avere più paura del proprio disagio psicofisico e lo utilizza, anzi, a proprio vantaggio decidendo, ad esempio, di cominciare un serio lavoro su di Sé, diventa Mago e Padrone della propria realtà.

La benattia, quindi, diventa la più grande maestra di Vita che ogni essere umano possa mai avere la fortuna d'incontrare lungo il suo cammino. Quando si smette di aver paura e si traducono i messaggi del proprio corpo cambiando, contemporaneamente, ciò che non va nei propri comportamenti, nelle relazioni e, in generale, nel proprio approccio alla Vita, ecco che il miracolo si realizza e la benattia non ha più ragione di esistere avendo trasmesso il suo messaggio ad una persona in grado d'interpretarlo e di trasformarlo in insegnamento evolutivo anziché in morte e dolore.

Vincenzo Bilotta






domenica 29 maggio 2016

DNA alchemico

Questa sera ho il piacere e l'onore di condividere con voi un altro capitolo del mio ultimo libro METAMORFOSI SPIRITUALE, YOUCANPRINT EDIZIONI.  Vi ricordo che è già disponibile, così come L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA, YOUCANPRINT EDIZIONI, (mio primo libro), presso le vostre librerie di fiducia oppure online, fra gli altri canali, su: YOUCANPRINT, MACROLIBRARSI, IL GIARDINO DEI LIBRI, FELTRINELLI, MONDADORI, HOEPLI, AMAZON, IBS. Buona lettura e grazie!

Con il termine alchimia si fa riferimento all’insieme dei sistemi esoterici volti all’evoluzione dell’uomo attraverso una conoscenza superiore tramandata segretamente ai soli iniziati. Esso riguarda sia gli esperimenti di laboratorio propriamente detti, volti a ricavare oro dai metalli vili quali il piombo, sia l’insieme degli studi fatti dall’iniziato su di sé e volti alla propria evoluzione attraverso una conoscenza superiore tramandata.
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Poiché l’alchimia ha origini molto antiche si evince come l’uomo, sia nei tempi antichi che nell’era moderna, abbia da sempre cercato gli strumenti per evolvere sia sul piano fisico che su quello spirituale. L’alchimia è nata molto prima della chimica ed ha avuto come oggetto lo studio sia degli elementi chimici presenti in natura che quello dei metalli.

In realtà non è stato mai scoperto dall’alchimia, come dalla scienza, alcun elisir di lunga Vita né, tantomeno, alcuna pietra filosofale. Ciò che, in ogni caso, gli alchimisti hanno avuto il merito di scoprire è sicuramente legato all’evoluzione umana. In alchimia, infatti, sono presenti diversi significati analogici che si possono applicare direttamente all’uomo per la sua evoluzione.
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Quando l’alchimista parla della trasmutazione del piombo, o altro metallo vile, in oro, esso fa riferimento, oltre al significato propriamente detto, anche alla trasmutazione della consapevolezza umana in senso evolutivo superiore. Se prendiamo in considerazione il clima d’inconsapevolezza diffusa che si osserva in giro, si può capire come questo stato di coscienza di livello inferiore possa essere analogicamente paragonato al piombo.

Quando, invece, un soggetto decide di seguire un percorso evolutivo, volto alla conoscenza di sé e delle leggi che governano l’universo, ecco che, in tal caso, una volta raggiunta la consapevolezza che lo libera dall’ego disfunzionale, questo nuovo stato dell’essere da lui raggiunto potrà essere paragonato analogicamente all’oro.
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Ma le analogie, secondo me, non finiscono qui. Essendo l’uomo formato da elementi chimici, come si può evincere da qualsiasi testo di fisiologia, ecco che l’opera di trasformazione potrà e dovrà avvenire anche a livello fisiologico. Ciò come diretta conseguenza del processo che porterà al raggiungimento di un grado di consapevolezza superiore.

Qui, cari amici, entra in gioco il nostro DNA, non potrebbe essere altrimenti! Ma vediamo come. Secondo la nuova branca della biologia che va sotto il nome di epigenetica, il nostro DNA non muta perché, un bel giorno, le nostre cellule decidono casualmente di mutare l’ordine naturale esistente al nostro interno.
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Se avviene una mutazione di carattere genetico, ciò è dovuto al fatto che il nostro cervello, durante una delle nostre interazioni con il mondo esterno, ha interpretato in maniera errata un qualsivoglia stimolo proveniente dall’ambiente, percependolo, in ragione di ciò, come minaccioso per la nostra incolumità.

Possiamo dire, quindi, che l’epigenetica si basa su concetti simili a quelli dell’alchimia, ma si sviluppa attraverso conoscenze ricavate dallo studio diretto della biologia e non mediante studi di tipo esoterico, come invece fa l’alchimia. Va ricordato che l’epigenetica ha scoperto il legame intercorrente tra le alterazioni del DNA e l’ambiente. Il nostro cervello, infatti, è la centralina che smista poi le informazioni tramite il sistema nervoso, che funge da messaggero, alle cellule del nostro corpo.
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Di conseguenza, se il nostro livello di consapevolezza sarà basso, avremo molte più possibilità di codificare in maniera errata gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno che porteranno, come conseguenza diretta, ad un cattivo funzionamento della nostra fisiologia e ad un potenziale danneggiamento strutturale a carico del nostro DNA. In questa prima ipotesi, alchemicamente parlando, il DNA sarà trasformato da noi in piombo.

Qualora, invece, a seguito di un cammino evolutivo, avremo conseguito un grado di consapevolezza superiore che ci consenta di interpretare correttamente gli accadimenti del mondo esterno, in questo caso il nostro cervello trasmetterà, attraverso gli impulsi nervosi, buone notizie alle nostre cellule. In questa seconda ipotesi, sempre alchemicamente parlando, il nostro DNA sarà trasformato da noi in oro.
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Ecco che l’epigenetica, secondo me, può essere paragonata all’alchimia in quanto, al pari di essa, va alla ricerca di quell’elisir di lunga Vita, del quale fino ad oggi non si è mai scoperto nulla, forse perché ci si è troppo spesso concentrati nel ricercarlo attraverso le nuove formule chimiche che consentono di scoprire   farmaci sempre più elaborati ma che accorciano la Vita invece di donare l’immortalità, una caratteristica tipica della medicina convenzionale.

Come insegna l’epigenetica ormai da diverso tempo, se vogliamo davvero migliorare la nostra Vita e diventare padroni del nostro destino, dobbiamo solo cambiare il nostro sistema di credenze eliminando, al contempo, le convinzioni limitanti. Una volta cambiato il nostro modo di pensare potremo finalmente cambiare il nostro corpo e le nostre cellule attraverso le corrette informazioni derivanti dall’interscambio cervello-ambiente.
(La copertina del mio libro)

Da quel momento in poi, quando avremo il pieno controllo su noi stessi attraverso la conoscenza superiore, potremo trovare finalmente l’immortalità al nostro interno: essa risiede, infatti, nell’anima.

Vincenzo Bilotta

domenica 22 maggio 2016

Non è mai troppo tardi

Quante cose ci piacerebbe fare, dire, sperimentare, ma le rinviamo puntualmente ad un tempo da stabilire in un futuro prossimo? Si è sempre impegnati a far altro quando si tratta di soddisfare i bisogni dell'anima. "Prima il dovere, poi il piacere", così recita un detto popolare. Il dovere è considerato una priorità, il piacere si può trarre solo se resta del tempo, ma sempre e solo dopo il dovere.

Così succede che le proprie passioni vengano anteposte ad un lavoro che si odia e si esegue non solo in maniera meccanica e senza nessun interesse ma, anche e soprattutto, come bestie da soma, ci si sforza, a volte ci si ammala e se ne muore, altro che pensione.....
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Il problema è che nella nostra società, dominata dall'avere, dal tempo e dal fare, si dà la priorità a ciò che si ritiene "necessario" per il bene della collettività arrivando, per questo, a sacrificare e soffocare quelle che sono le passioni e la creatività del singolo.
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Ma, rifacendomi al titolo di questo articolo di oggi, non è mai troppo tardi per: cambiare Vita, troncare una relazione morta da anni, smettere di credere a ciò che ci raccontano i mass media, sviluppare la propria creatività e il proprio spirito critico, inventarsi un lavoro che possa gratificare, dire ad una persona TI AMO, dire a se stessi TI AMO, mandare al diavolo chi abbiamo sopportato per "educazione" fino ad oggi, rompere i ponti col sistema e crearsi una via alternativa per il raggiungimento del proprio equilibrio psicofisico.
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Quante cose avete deciso di fare da diverso tempo ed avete rinviato fino ad oggi? Cosa aspettate a metterle in atto? La morte vostra o di un vostro caro? "Chi ha tempo non aspetti tempo", recita un altro adagio! Certo, probabilmente per realizzare ciò che avete rinviato fino ad oggi dovete prima risolvere determinati conflitti o superare alcune paure più o meno grandi ma ciò, credetemi, ne varrà la pena.

Perchè non provarci, allora? Perchè non aprire le ali per spiccare il volo liberi? Liberi dalle convenzioni, dall'educazione programmatica e condizionante subita, liberi dalla routine noiosa, soffocante e, a volte, mortale. Non è mai troppo tardi per cambiare Vita, quindi? Che aspettate? La morte?

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Lasciate che quando essa arriverà possa trovarvi col sorriso sulle labbra perché avete realizzato, finalmente, il connubio fra la mente e l'anima che vi ha consentito di poter toccare il cielo con un dito e poter affermare con gioia di aver giocato da titolari quella partita chiamata VITA e non, come fa la maggior parte delle persone-zombie, in panchina da semplici osservatori passivi.

Vincenzo Bilotta

domenica 8 maggio 2016

Basta poco

Viviamo in una società dove più si ha meglio è, almeno così sembra, all'apparenza. Allora tutti giù a capofitto nei centri commerciali per acquistare l'ultimo smartphone, l'abito più alla moda e, in generale, tutto ciò si pensa possa donare la felicità. Fatto sta che, dopo aver dato sfogo all'euforia da shopping, torna tutto come prima, forse anche peggio.

Sì, perchè, nella maggior parte dei casi non basta acquistare un paio di scarpe nuove per essere felici nel lungo periodo, questo è solo oppio per la mente. La mente tace quei pochi minuti o ore durante i quali ci si getta a capofitto a fare le spese pazze, dopo torna tutto come prima o, a volte, anche peggio.
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La delusione maggiore è riservata a coloro i quali aprono gli occhi e hanno un barlume di VITA REALE dietro le azioni da robot da essi compiuti quotidianamente in totale assenza di coscienza. Le persone che cominciano a capire che la felicità non risiede nelle cose esteriori, infatti, vivono una condizione di disagio psicofisico maggiore rispetto a coloro i quali, invece, sono talmente abbrutiti dai loro stessi automatismi e stanno talmente dentro MATRIX da non percepire nemmeno l'esistenza di un'eventuale REALTA' che esula dal mero centro commerciale o dallo smartphone di turno.

In realtà basterebbe davvero poco per potersi accorgere di essere veramente in possesso di tutto ciò che ci serve per vivere felici e pienamente realizzati. Purtroppo la società nella quale viviamo tende, invece, a creare in noi dei bisogni diversamente inesistenti facendoci sentire, per ciò stesso, inadeguati rispetto agli altri se non cominciamo da subito ad inseguire queste inutili chimere.
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Basta poco per accorgersi di essere vivi. Basta svegliarsi presto al mattino per vedere sorgere il sole. Basterebbe ringraziare Dio per il solo fatto di averci messo al mondo in un paese non in guerra e privo di epidemie e povertà. Ma forse la maggior parte di noi è troppo inquadrata nel sistema per poter percepire solo lontanamente quali potrebbero essere le cose che davvero ci renderebbero felici se solo ci accorgessimo della loro esistenza.
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Molti aspettano l'evento catastrofico o luttuoso per aprire gli occhi. Altri ancora, nonostante la sperimentazione di determinate esperienze drammatiche all'interno delle loro Vite continueranno, ciononostante a perseverare nel loro stato di zombie asserviti al sistema. Alcuni di loro potranno addirittura diventare più cinici e indifferenti ai propri come agli altrui disagi.

Tutto questo è voluto, progettato e realizzato dal sistema stesso formato da chi, dall'alto della sua mancanza di coscienza, dirige ed educa un'umanità che non sembra più possedere nè un'anima propria nè lo spirito critico necessario ad affrancarsi da un sistema fatto apposta per creare dei lobotomizzati tecnologici schiavi e non più padroni di quelli che avrebbero dovuto essere i mezzi per migliorare loro la Vita e che sono stati, invece, trasformati da loro in divinità sull'altare delle quali sacrificare la propria consapevolezza e la propria autonoma volontà.
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Per tornare in contatto con la nostra VERA ESSENZA, basterebbe mettersi in contatto con la propria interiorità, lasciando perdere l'esteriorità, abbracciando, per ciò stesso, L'ESSENZA al posto di continuare a rivestirsi di UN'APPARENZA vuota quanto superflua.

Bisogna capire che NOI SIAMO GIA' ciò che cerchiamo senza mai trovare all'esterno, NOI ABBIAMO GIA' la completezza dentro di noi. Basta poco, basta smettere di guardare fuori, di seguire le mode, di sentirsi inadeguati tornando, al contempo, a sentire quel sussurro che ogni giorno, a causa del chiasso mentale, non riusciamo più a percepire perchè le nostre orecchie non sono più abituate: esso è il sussurro dell'anima, il solo che, se ascoltato, ci condurrà nelle braccia di Dio.

Vincenzo Bilotta


domenica 24 aprile 2016

Tu sei unico ed irripetibile!

Ognuno di noi ha dei talenti naturali, delle predisposizioni che gli consentiranno, se riconosciute e coltivate, di realizzare sé stesso e fare della propria Vita un'opera d'arte. Il fatto è che la società in generale e il sistema, in particolare, non hanno alcun interesse allo sviluppo delle reali potenzialità del singolo componente. Il nostro sistema, infatti, è basato su di un'educazione-programmatica, volta a creare dei pensatori mediocri da inquadrare nella massa di pecore.

Creando e formando dei pensatori mediocri, gente che va con le mode dei pecoroni, il sistema vedrà lontana la minaccia di essere sovvertito ed annientato assicurandosi, al contempo, il nutrimento necessario per andare avanti e far prosperare i parassiti che si nascondono dietro questo nome, sappiamo bene chi sia questa gente ma c'è sempre tempo per porre fine alla loro supremazia, dopotutto prima c'è la partita di calcio, rispondere al messaggio sul social network o vedere il reality show di turno.
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Alla luce di tutto ciò, risulta ben chiaro quanto sia importante imparare a riconoscere ed apprezzare la nostra unicità per uscire, in questo modo, dalla massa di pecore belanti (diventando individui pensanti) per potersi finalmente realizzare al massimo delle proprie potenzialità ed aspirazioni.

Per poter riconoscere la propria unicità ed irripetibilità occorrerà, però, smetterla di credere a ciò che la società, i genitori, gli educatori, gli amici, i preti, gli allenatori, ci hanno fatto credere di essere inquadrandoci, per ciò stesso, in una categoria che, in realtà, non ci appartiene.
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Bisogna possedere uno spirito ribelle per poter andare controcorrente, AMARSI INCONDIZIONATAMENTE, solo noi possiamo farlo in quanto gli altri ci ameranno "a condizione che" faremo ciò che essi pretendono da noi per essere felici. All'inizio ci vorrà forza di volontà per poter nuotare controcorrente, per cominciare a dire di NO a ciò che non ci piace fare per gli altri e che fino a quel momento avevamo magari fatto per paura del rifiuto.

Per essere se stessi bisogna prima smettere di essere quello in cui ci hanno trasformato attraverso il processo educativo. Per far ciò dovremo smantellare l'intera struttura educativo-programmatica che ci ha tenuti fino ad oggi prigionieri delle altrui aspirazioni e ci ha dato delle convinzioni limitanti che, pur non essendo nostre, ci hanno tuttavia condizionato la Vita in modo decisivo e limitante.
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Quando riusciamo ad incidere le maglie del sistema riuscendo, per ciò stesso, a vedere ciò che si cela oltre il velo di MATRIX, eccoci fuori dal sistema. Il passo successivo sarà quello che ci porterà a guardarci dentro, a far luce sulla nostra interiorità allo scopo di ritrovare i tesori che vi si celano. 

Dopo averli trovati occorrerà rispolverarli, farli propri e cominciare a muoversi nella direzione del loro sviluppo all'esterno di noi fino a materializzarli nella realtà circostante trasformando, per ciò stesso e in maniera RADICALE E DEFINITIVA, la nostra Vita e arricchendo inevitabilmente, anche le Vite di chi avrà la fortuna di interagire con noi.
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Potrà accadere che sentiremo di dover lasciare il posto fisso per diventare calzolai o, ancora, potremo decidere di diventare barman in un'isola sperduta dei Caraibi. Certo, prima di realizzare questo tipo di aspirazioni, si dovranno fare i conti con le convinzioni limitanti che, se non superate, ci faranno avere paura del cambiamento e, per ciò stesso, ci costringeranno a rimanere nella nostra zona di comfort.

Dovremo fare i conti anche coi nostri genitori, parenti, amici, datori di lavoro che ci prenderanno per matti, capendo che anche loro, magari, avranno avuto le loro aspirazioni ma le paure hanno avuto la meglio rispetto alla realizzazione delle loro aspirazioni artistiche e creative.
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Cominciamo da oggi ad avere coraggio, ad AMARCI ED ACCETTARCI per quello che siamo: un'opera d'arte UNICA ED IRRIPETIBILE. Diventiamo refrattari alle altrui paure che si manifesteranno sotto forma di critiche, giudizi o potranno sfociare in litigi veri e propri. Poniamoci un solo ed unico obiettivo: RICONOSCERCI COME DELLE OPERE D'ARTE UNICHE ED IRRIPETIBILI, QUI E ORA PERCHE' GIA' FRA UN MINUTO POTREBBE ESSERE TROPPO TARDI. 

(Vincenzo Bilotta)

domenica 10 aprile 2016

Da schiavo degli altri a padrone di te stesso

Viviamo in un'epoca in cui conta di più l'apparire rispetto all'essere. E' facile, di conseguenza, assistere ad una perdita di personalità da parte degli individui. Difficilmente, infatti, si può riuscire ad essere se stessi in un mondo dominato dalle mode che tende, proprio in conseguenza di ciò, a giudicare tutto ciò che risulta essere diverso dagli "standard qualitativi".

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La maggior parte dei ragazzi tende ad uniformarsi alle mode del momento a costo di perdere, cosa che succede di fatto, la propria personalità e, di conseguenza, originalità. Ognuno di noi, infatti, ha un proprio talento, un dono che porta con sé dalla nascita. Questo talento, però, per essere espresso andrebbe ESERCITATO E SVILUPPATO, altrimenti rischia di rimanere al rango di mera potenzialità.

Sicuramente, per esercitare i propri talenti spesso occorrerà parecchio coraggio, ciò specie se si possiedono delle doti che vanno contro le "mode" e le altrui opinioni. Detto in altre parole, per prendere in mano le redini della propria Vita occorre prima smettere di essere schiavi dei giudizi altrui e delle "mode" correnti, altrimenti ci si arenerà senza possibilità di scampo.
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Come molti ben sanno, i talenti possono essere più facilmente sviluppati quando si è ragazzi per poterli esprimere da subito. Purtroppo ciò non sempre risulta di facile attuazione in quanto ci saranno elementi di contrasto quali: famiglia, amici, educatori vari. Essi tenderanno a renderci schiavi dei loro giudizi facendoci sentire, al contempo, in colpa se non faremo ciò che loro ritengono sia "giusto" per noi.
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Solo l'adolescente ribelle ha spesso la possibilità di poter esprimere il proprio talento. In questi casi ciò accade in quanto il ragazzo avrà abbastanza coraggio da uscire fuori dalle "mode" e dagli altrui giudizi, primo fra tutti quello dei propri familiari, smettendo, per ciò stesso, di essere schiavo degli altri diventando, di conseguenza, padrone di se stesso e della propria Vita.

Dal momento in cui si riescono a spezzare le sbarre della prigione di MATRIX, solo allora ci si potrà dedicare appieno allo sviluppo del proprio potenziale evolutivo. A volte occorrerà rinnegare tutto, o quasi, quello che si è appreso durante la fase educativa-programmatica. Insomma, occorre smettere di essere dei robottini perfetti e mandare in corto circuito il cervello razionale-analitico a favore di quello creativo-analogico.
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Solo colui il quale riuscirà ad avere il coraggio di mettere in discussione le "mode", i luoghi comuni e i modi di pensare schematici tipici di MATRIX, riuscirà ad essere libero e potente. Una volta che si sarà liberato dalla schiavitù delle apparenze e dall'altrui giudizio, solo in quel momento potrà definirsi realmente libero di proseguire per la sua VERA STRADA, la sola in grado di condurlo alla sua VERA META.

Vincenzo Bilotta