domenica 30 ottobre 2016

La follia come mezzo di cambiamento

Quante volte avreste voluto cambiare e non ci siete mai riusciti per diverse paure? Paura del giudizio, paura del cambiamento stesso, paura del futuro, di scontentare qualcuno.... Alcune volte vi sarà capitato che, mentre confidavate un vostro progetto futuro ad un conoscente, egli vi abbia preso per folli dicendovi frasi del tipo: "ma chi te lo fa fare?", "sei impazzito?", "cosa penseranno gli altri?", "e se non dovesse riuscire?".

In questi casi, se non eravate pronti, sicuramente sarete tornati sui vostri passi, avrete avuto ancor più paura perché avete sommato alle vostre le altrui paure e, in conclusione, non avete mosso un passo in direzione dei vostri progetti futuri volti alla realizzazione della Vita dei vostri sogni.
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Insomma, spesso si rinuncia a vivere perché si è troppo poco centrati per riuscire in un'impresa senza chiedere consiglio agli altri. Così facendo, però, si vivrà sempre in uno stato di dipendenza dai pareri altrui. Se gli altri saranno d'accordo a maggioranza sulle vostre decisioni, allora sì, sarete sicuri di far bene.... Ma far bene cosa, poi? In questi casi mi sa che più che al bene vostro e alla realizzazione dei vostri sogni tenderete al bene e alla realizzazione dei sogni della maggioranza dell'assemblea giudicante la vostra Vita!

E siccome non dovete approvare un bilancio di una società ma si tratta, invece, di decidere della vostra Vita, allora è meglio che lasciate stare i pareri altrui perché, per quanto razionali possano sembrarvi all'apparenza essi, in realtà, nascondono dietro tutte le paure congelate del soggetto di turno al quale chiederete consiglio in merito ad una scelta che voi dovete fare.
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Pensate sia bello stare sempre in speranza degli altri per prendere delle decisioni che cambieranno la vostra, di Vita? Questa non è sicuramente evoluzione nè crescita sia spirituale che materiale. LA VERA RICCHEZZA CONSISTE NELLO SPERIMENTARE LA VITA ASSUMENDOSENE LA RESPONSABILITA' AL 100%.
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Spesso, quando farete di testa vostra (finalmente!), senza più chiedere consiglio a nessuno, sarete presi per folli, per delle persone che non sanno stare in società (composta in gran parte da pecore alla moda). Se siete disposti ad essere presi per folli avrete da subito diversi vantaggi: per prima cosa prenderete in mano le redini della vostra Vita e ne diventerete, finalmente, padroni assoluti, poi smetterete di farvi influenzare dagli altrui pareri pur continuando ad ascoltarli e tenendoli in considerazione quando validi (non dovete per forza fare il contrario di quanto vi consigliano se ciò va a vostro vantaggio).

Imparate ad assumervi la responsabilità delle vostre scelte, della vostra Vita. Così facendo diventerete padroni del vostro destino senza agire in compartecipazione con nessun altro. Per diventare creatori della propria realtà futura bisogna prima diventare folli, uscire dagli schemi e smettere di credere a quello in cui crede la maggior parte delle persone.
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I risultati standard sono per le persone mediocri che non osano. L'eccellenza in tutti i campi la raggiunge chi ha il coraggio di osare risultando, per ciò stesso, folle, diverso, strano e chi più ne ha, più ne metta! Andate oltre, diventate pazzi, rischiate l'isolamento, il giudizio, ma vivete da persone libere!

Vincenzo Bilotta

domenica 16 ottobre 2016

Decondizionarsi dalle memorie antiche

Accade all'improvviso, quando meno ce l'aspettiamo. Si manifesta sotto forma di tristezza, senso di oppressione, ci si sente confusi, arrabbiati, spesso senza motivo apparente. Quelli descritti sono alcuni dei segni derivanti dal riaffiorare delle memorie antiche. Ci si sente strani e, a meno che non si stia lavorando e vegliando su di sé, non si riesce a capire il perché.

Come tutti sappiamo, la nostra mente è paragonabile ad un registratore. Al suo interno, infatti, vengono archiviate tutte le esperienze che vengono vissute dal momento della nascita e per il resto della propria Vita terrena. Tutto ciò che apprendiamo, man mano che lo ripetiamo, entrerà a far parte del nostro modo di pensare e di agire senza che spesso ce ne rendiamo conto.
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Tipico esempio è il guidare l'automobile. Dopo aver imparato le nozioni di base ed aver fatto pratica, verrà quasi automatico guidare l'auto mentre con una mano si mangia un panino o si parla al telefonino. Ciò sarà possibile grazie al fatto che la mente incamera e registra tutto ciò di cui fa esperienza per poi tirarlo fuori al momento opportuno per aiutarci nello svolgimento dei nostri compiti quotidiani.

Ma, c'è un grosso ma.... Così come la mente registra ed archivia eventi utili e felici, essa memorizza e conserva anche eventi meno felici quali lutti, abbandoni, violenze e via dicendo. Anche questi eventi memorizzati dalla mente, che per comodità chiamerò come si usa in psicologia energetica memorie, rimarranno conservati nell'archivio del cervello, al secolo Ippocampo che è la sede della memoria.
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Che differenza c'è fra eventi felici ed eventi traumatici? A parte il loro contenuto in termini di energia ed effetti sulla fisiologia del soggetto che andrà a riviverli, la differenza sostanziale che passa fra loro è che, mentre gli eventi felici vissuti da un soggetto vorranno essere sperimentati svariate volte in quanto fonte di piacere e gratificazione personale, gli eventi meno belli o, addirittura, traumatici, verranno evitati perché portatori di tristezza e dolore.

La mente, però, archivia tutto e, al momento opportuno, tira fuori dalla scatola della memoria proprio l'evento che rispecchia per similitudine una situazione che si starà vivendo nel momento presente. Ovviamente, se stiamo vivendo un periodo di separazione o lutto, la mente tirerà fuori dalla scatola dei ricordi degli eventi simili che si sono vissuti nel passato.
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Dopo aver brevemente spiegato i processi di archiviazione dei ricordi e dei vissuti in generale da parte della mente, voglio adesso parlarvi di come ci si può decondizionare dalle memorie antiche. Le memorie antiche sono legate sia a ricordi felici che a ricordi più o meno traumatici che possono risalire alla nostra infanzia, a pochi anni fa o quando eravamo ancora nel grembo materno.

Nessuno vorrebbe decondizionarsi da quelli che sono i bei ricordi, anzi vorrebbe si ripetessero all'infinito! Diverso è il caso in cui si stia vivendo un periodo di lutto, abbandono, tristezza. In questi casi si vorrebbe fuggire via dal momento per cercare l'ipotetica salvezza nel futuro, salvezza, sia ben chiaro, che con questa fuga non potrà arrivare mai.
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Ma cosa fare in concreto quando vengono richiamate al presente memorie antiche mai risolte e risvegliate da un evento simile a quello archiviato dalla mente in passato? A parte le vie di fuga come le droghe leggere e pesanti, la violenza, il fumo, l'alcool o il sesso, la soluzione si trova nel riuscire a decondizionare la propria mente da questo tipo di memorie che sembrano tornare al solo scopo di tormentarci, ma come?

Innanzitutto, elemento base per cominciare a liberarsi da queste memorie consiste nel prenderne coscienza. Se non si comincia col prendere coscienza del ritorno delle memorie antiche, non si potrà mai sperare di potersene liberare, ciò per il semplice fatto che non se ne sarà al corrente. In questi casi si sarà intrappolati all'interno di un programma ad esecuzione automatica, un po' come accade al protagonista Neo nel film MATRIX.
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Solo dopo aver preso coscienza del ritorno di queste memorie antiche si potrà cominciare ad osservare l'innesco del meccanismo di reazione automatica che tenderà a farci rivivere quelle situazioni di sofferenza che sembravano dimenticate e lontane. Una volta osservato il meccanismo d'innesco che porta alla reazione, per ciò stesso gli si toglierà il potere di tenerci sotto controllo, ciò sia a livello psichico che fisico e, di conseguenza, si potranno evitare stress o malattie.

Questo decondizionamento dalle memorie antiche ha grandi poteri curativi, e porta alla liberazione dall'influenza dei ricordi negativi e condizionanti legati al passato. Fondamentale è la presenza mentale: senza di essa, infatti, non si potrà mai riuscire a togliere la carica energetica a queste memorie. Quando ci sentiamo squilibrati, confusi, tristi, ciò a seguito di eventi dei quali siamo più o meno coscienti, possiamo chiederci se, per caso, non stia tornando a galla qualche memoria legata al nostro passato esperienziale.
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Effettuando un lavoro costante su di noi e continuando, al contempo, ad osservarci e ad esercitare la presenza mentale costante nella nostra Vita, potremo finalmente liberarci dai conflitti irrisolti legati al passato. Bisogna solo capire che le memorie antiche, quando riemergono, sono pronte ad essere liberate dalla loro carica energetica e guarite.

Se, il giorno in cui abbiamo vissuto un evento drammatico non eravamo ancora pronti ad affrontarlo ed elaborarlo nella maniera dovuta, la mente, per evitarci la follia o la morte, lo archivia o, meglio, lo congela. Ciò allo scopo di farci sopravvivere, di lasciarci prendere l'energia, l'esperienza e la consapevolezza necessarie per farcelo superare quando si ripresenterà nell'orizzonte della nostra memoria.
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Magari quando l'evento è accaduto abbiamo già sofferto abbastanza, ci siamo impegnati a dimenticare, creandoci delle dipendenze allo scopo di liberarci dal dolore e dalla paura. Probabilmente ciò ha funzionato per un determinato periodo di tempo anche se, nel frattempo, ci sono stati dei disturbi legati proprio allo stress derivante dal riattivarsi continuo del ricordo dell'evento.

Ma, prima o poi, SE DAVVERO SI VUOLE GUARIRE E VIVERE LIBERI occorrerà LAVORARE SU DI SE' E VEGLIARE, aspettando e vedendo cosa succede. Solo una persona che lavora su di sé è pronta ad accogliere nelle dovute maniere il ripresentarsi di una memoria antica per poi lasciarla andare per sempre, dandole un significato positivo che le permetterà di guarire ed evolvere verso i cieli più alti della consapevolezza.
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Quando vivete determinati ricordi a seguito del ripetersi di esperienze che li risvegliano, smettete di fuggirli e cominciate ad osservarli senza, tuttavia, applicare alcun giudizio come, invece, avreste fatto in passato. Ricordate sempre che, ogniqualvolta la mente ripesca determinati ricordi paurosi dal passato vi da un'opportunità per risolverli, decondizionarvi e vivere finalmente liberi e felici, QUI E ORA!

Vincenzo Bilotta

domenica 2 ottobre 2016

Sesso e tabù

Quando si parla di sesso ci si riferisce, in genere, non solo alle caratteristiche che differenziano, a livello anatomico, l'uomo dalla donna. Si parla di sesso, spesso e volentieri, riferendosi all'atto sessuale vero e proprio inteso sia a livello creativo che a scopo esperienziale-evolutivo fine a se stesso.

Il mondo di oggi sarà pure tecnologico, evoluto e via dicendo ma quando si parla di sesso, ancora oggi, tanti sono gli strascichi che la maggior parte dell'umanità si porta ancora dietro. Come ho già avuto modo di accennare nel mio libro (L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA, YOUCANPRINT EDIZIONI), si parla del sesso attraverso eufemismi o doppi sensi. In realtà si scherza per non farne un dramma, visti i complessi religioso-culturali che sottostanno dietro una semplice funzione naturale.
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Fare sesso è bello, non solo perché avviene uno scambio di esperienze ed energie con l'altra persona ma, anche e soprattutto, perché l'atto sessuale in sé, se fatto con totale presenza mentale, permette di accedere al QUI E ORA attraverso la percezione del proprio corpo così come del corpo del partner partecipante all'atto. Purtroppo, però, il sesso è stato da sempre visto sotto gli occhi indagatori ed inquisitori della religione e, di conseguenza, della morale.

L'argomento sesso in sé non è tabù né peccato. La religione però, attraverso secoli di brainwashing (lavaggio del cervello), lo ha trasformato in blasfemia e trampolino di lancio per l'inferno, biglietto di sola andata. Se il sesso fosse davvero peccato, come mai Dio ci ha dotati tutti indistintamente (preti e suore comprese), di organi genitali? Domanda banale ma determinante per scoprire come, in realtà, il sesso visto come peccato sia UNA PURA INVENZIONE DELL'UOMO ALLO SCOPO DI CONTROLLARE, ATTRAVERSO LA MANIPOLAZIONE E LA PAURA DI PECCARE, LE PERSONE.
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Il sesso fatto con amore, con il senso di mistero che lo ammanta, col desiderio di riscoprire l'altro allo scopo di donargli piacere e per scambiare energie ad altissimo livello evolutivo, è sicuramente non solo bello ma DIVINO. Ovviamente la repressione e il senso del peccato hanno portato a forme deviate di sessualità che degenerano nella pornografia e tutte le sue derivazioni.

Del resto, non bisogna dimenticare come il senso del peccato, inculcato nelle persone attraverso la religione, abbia portato ai cosiddetti blocchi sessuali quali impotenza e frigidità, derivanti da un blocco a livello mentale legato al senso di "disobbedienza" vissuto durante il compimento dell'atto sessuale stesso. Chi ci può liberare dal senso di colpa legato al compimento dell'atto sessuale? Nessuno, tranne noi stessi attraverso l'adozione di un nuovo modo di pensare riguardo al sesso.
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Bisogna vivere il sesso come libero godimento delle proprie naturali funzioni biologiche e fisiologiche togliendogli, al contempo, quegli attributi che lo descrivono come sporco o peccaminoso. In quest'ottica, il sesso andrà visto come modo di scambiare le energie con il partner per evolvere e liberare il proprio potenziale attraverso la libera espressione della propria sessualità. 
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Non bisogna cambiare il modo di fare sesso, semmai bisogna cambiare il modo di pensare riguardo ad esso. Non occorre nessun libro sul sesso, sul Kamasutra o quant'altro. Basta solo fare sesso con la mente sgombra da pregiudizi e tabù per poter dare una nuova qualità all'atto sessuale, trasformandolo da atto bestiale a celebrazione del Divino scambio di energie presenti in ognuno di noi.

Vincenzo Bilotta 

domenica 18 settembre 2016

Parole per liberare l'anima

       "In principio era il verbo, e il verbo era presso Dio e il verbo era Dio". (Gv., 1-1)

Ogni giorno, non appena usciamo di casa, cominciano le nostre interazioni col mondo esterno e i nostri simili. Il mezzo di comunicazione più efficace a nostra disposizione sono stati, da sempre, i gesti. In un secondo tempo furono create le parole per inserirle nel contesto di un discorso e per poter dare una denominazione ad eventi, cose e persone.

Dal giorno in cui la parola fu creata sorsero i diversi tipi di linguaggio che si diffusero nelle diverse parti del mondo. Dal momento stesso in cui nacque e si diffuse il linguaggio, le persone cominciarono ad usarlo e a capirsi meglio ma, anche, crearono determinate parole al solo scopo di fare del male agli altri o, in generale, per offenderli.
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La parola ha un potere magico ed ipnotico. Ogni parola racchiude al suo interno una potente energia. Bisognerebbe fare attenzione al corretto utilizzo delle parole nella Vita di tutti i giorni. Dire qualcosa di buono o cattivo ad una persona è come piantare un seme che, prima o poi, darà il suo albero coi frutti.

Ma molti non fanno caso a ciò che dicono, ciò sia a causa della profonda inconsapevolezza in cui versa gran parte del genere umano, sia pure perché molte persone utilizzano le parole che hanno dentro e che, spesso, risultano essere offensive in quanto sfogo sugli altri delle frustrazioni che tengono dentro i loro pensieri ossessivi.
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Detto in altre parole molte persone, invece di lavorare su di sè per smaltire la "spazzatura emotivo-conflittuale" che alberga al loro interno, preferiscono la via più facile, quanto inutile, che prevede la ricerca e il linciaggio del colpevole delle loro frustrazioni al loro esterno. Questo modo di utilizzare le parole da adito a continui litigi in uffici, palestre e, in generale, in tutti i luoghi in cui questi cadaveri inconsapevoli posano piede e cominciano ad usare le parole come armi da difesa/offesa.

Ho incontrato spesso persone del genere. Non sai mai quando e se ciò avverrà. Quando capita d'incontrare persone del genere si hanno due possibilità: o dar loro potere e lasciarsi ferire dalle parole velenose che pronunciano, oppure porsi in uno stato di ascolto interiore e di non-reazione.
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Nel primo caso, ovviamente, si scenderà al livello vibratorio di questi zombie emozionali e si farà il loro gioco fatto di azione-reazione TOTALMENTE AUTOMATICO e senza possibilità di scelta se non quella di litigare in un botta e risposta che durerà finché l'ego non sarà stufo.

Nel secondo caso, invece, le cose si metteranno in un modo molto, molto diverso. Partendo dal fatto che la persona di fronte a noi, che ci sta coprendo d'insulti più o meno pesanti, CE LA SIAMO ATTIRATA NOI PER GUARIRE UN NOSTRO CONFLITTO/PROBLEMA E LIBERARE FINALMENTE LA NOSTRA ANIMA DALL'INFLUENZA NEGATIVA E SABOTANTE DELLA MENTE, l'incontro con questi zombie inconsapevoli, può costituire uno spunto per guarire ciò che loro rispecchiano di noi.
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Ovviamente bisogna essere TOTALMENTE PRESENTI e, al contempo, non dare potere alle parole che l'altro ci lancerà contro, ciò a prescindere dalla pesantezza degli insulti. Attraverso la PRESENZA TOTALE si potrà osservare l'affiorare dell'emozione reattiva in noi mentre l'altro continua a sproloquiare al nostro indirizzo, senza peraltro reagire. Premetto che questo è un compito difficile, bisogna possedere un certo equilibrio ed avere effettuato un eccellente lavoro di auto-conoscenza ed auto-ascolto prima di poter raggiungere questo stato di non-reazione.

I vantaggi saranno molti. Primo fra tutti non si litigherà con nessuno, utilizzando il linguaggio come forma di comprensione e di guarigione invece di credere di avere una pistola in mano. Ricordiamo sempre che SIAMO NOI A DARE POTERE ALLE PAROLE DEGLI ALTRI. Si da il potere alle parole degli altri quando si crede a ciò che dicono e non si cerca di riflettere se noi siamo, in realtà, come ci descrive attraverso quegli epiteti poco affettuosi, chi ci sta ricoprendo d'insulti.
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Se si riesce ad essere abbastanza presenti da poter capire che le parole a noi rivolte, in realtà, non sono arrivate per caso e servono solo a liberare la nostra anima dalle interferenze mentali allo scopo di acquisire una visione più nitida della Vita, proprio in quel momento potrà avvenire la guarigione dal sogno di materia e il ricongiungimento col Divino che è sempre stato in noi seppur dormiente in chi  (la maggior parte degli esseri umani) è quasi o del tutto inconsapevole di sè.

Da oggi, impariamo a non dare peso a ciò che gli altri dicono di noi. Spesso ciò è solo una forma di giudizio e il giudizio, come sappiamo, deriva da una forma di esternazione da sè. Questa forma di esternazione da sè porta a credere alle persone che la colpa è sempre e solo degli altri e li porta, per ciò stesso, ad inveire, criticare, giudicare e screditare tutto e tutti. E' normale prendersela con il mondo quando non si ha la consapevolezza (coraggio) di dover lavorare su di sè.
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Prendersela col mondo ed inveendo contro di esso, non farà altro che aumentare le energie negative, il malcontento e la rabbia. Il risultato? Nulla! La soluzione a tutti i problemi esterni si trova e parte SEMPRE E SOLO dal nostro interno, dall'assumersi il 100% della responsabilità per gli accadimenti esterni a noi come risultato delle nostre proiezioni interne delle quali siamo ancora inconsapevoli. Solo osservando ciò che abbiamo al nostro interno potremo, finalmente, modificare in meglio il mondo che ci circonda e le relazioni con i nostri simili.

Il cambiamento parte dal singolo. Quando ci vedono cambiati le persone che ci conoscono, pur non chiedendo nulla, saranno portate a cambiare esse stesse di conseguenza, ciò specie se risulterà essere evidente dai lineamenti rilassati del nostro viso, dalla nostra calma equilibrata, dalla nostra voce pacata e, soprattutto, dalle parole di pace e amore che riusciremo ad inserire nei diversi contesti di dialogo che andremo ad intrattenere nei diversi momenti della giornata.

Vincenzo Bilotta




domenica 4 settembre 2016

A volte accade

Nella routine quotidiana si è sempre impegnati in qualcosa di più o meno importante. In queste occasioni, non rare, si perde di vista la propria essenza, ci si scorda perfino di esistere. Esiste solo la commissione da sbrigare e l'impegno successivo, poi l'altro e l'altro ancora......

Se qualcuno potesse avere inserito un microfono nella testa, si potrebbero ascoltare mille voci, mille musiche, mille giudizi, milioni di conflitti, indecisioni, rabbia contro se stessi o gli altri, tutto questo e anche di più. Tutto, tranne i rumori esterni. Sì, perché quando si pensa in maniera eccessiva, gran parte dell'umanità ha l'abitudine di farlo seppur in maniera inconsapevole, non si ascolta più nulla che non siano le proprie voci, musiche, conflitti, emozioni interiori.
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A volte accade però. A volte potrà accadere che ci si sorprenda a camminare, si riscopra il proprio peso distribuito per ciascun lato del corpo mentre si cammina, ascoltando il rumore dei propri passi. Capita, a volte, che si ascolti il rumore della pioggia che scende sulla terra bagnata, sull'asfalto, sulle nostre menti offuscate e faccia chiarezza, risvegli la CONSAPEVOLEZZA, faccia ritornare alla VERA VITA.

La normalità non consente a molte persone di poter percepire se stessi e il resto del mondo. La normalità consente solo d'inseguire le proprie chimere, di dare retta alle seghe mentali incombenti su di noi come una spada di Damocle, di essere inseguiti dal tempo fuggendo l'unico porto franco, il QUI E ORA.
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A volte, però, accade che si viva il momento, andando, per ciò stesso, oltre il conosciuto e rassicurante ronzio mentale destinato, così sembra, ad accompagnarci dalla nascita fino alla morte. A meno che.... A meno che non ci si ACCORGA DI ESSERE VIVI E DI RESPIRARE. Vivere il QUI E ORA non è un lusso, non è un patrimonio nelle mani di pochi eletti. Vivere nel QUI E ORA è una NECESSITA' DI VITA, un rinascere all'interno del proprio guscio mentale fino a romperlo e tornare a VEDERE LA LUCE, A RESPIRARE E SENTIRSI VIVI.

Bisogna mettersi in gioco sapendo che l'avversario da sfidare è un duro, forte e ci conosce per bene. Ci siamo cresciuti con lui, condividendo tutto. Tuttavia, arriva un momento in cui è necessario separarsi da ciò che non è più necessario alla nostra evoluzione, ciò anche se sembra ingiusto, sbagliato, anche se ci eravamo talmente abituati alla sofferenza interiore da averne fatta una routine immancabile, quasi un evento da non perdere, spettacolo per pochi "eletti".
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Sicuramente vi starete chiedendo: DA DOVE COMINCIO? Vi rispondo subito: COMINCIATE CON LO STARE IN ASCOLTO DEI SUONI ESTERNI, siano essi auto di passaggio, persone che dialogano, uccellini che cantano, tuoni che rombano preannunciando un temporale. L'ascolto esterno può permettervi di distrarvi dal suono martellante ed ossessivo della mente coi suoi pensieri compulsivi sparati a raffica senza alcuna sequenza logica.

Dopotutto, la mente è nata per pensare. Ciò non è sbagliato, basta non identificarsi coi suoi pensieri. Lasciatela lavorare, è per questo che esiste! Tuttavia, ricordate sempre di farla lavorare per voi, mantenetevi capi della mente, osservatori muti, senza MAI sottomettervi al suo flusso incessante di pensiero. Quando dovete prendere delle decisioni, programmare il lavoro, le ferie, fare conti, allora attingete al suo infinito potenziale. 
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Quando non vi serve la mente, USCITENE FUORI E TORNATE A VIVERE, ascoltate i suoni esterni, meditate se necessario, camminate se vi fa star bene, fate l'amore ma distraete la vostra attenzione dai pensieri superflui perché, sopra ogni cosa, esistete voi, QUI E ORA, come creature Divine ed Immortali.

Vincenzo Bilotta

domenica 21 agosto 2016

Avere nuove idee

"Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento". (Proverbio cinese)

Vi è mai capitato d'incontrare delle persone che difficilmente cambiano idea? Sto parlando di quelle persone "tutte d'un pezzo" che fanno delle loro idee ammuffite il loro cavallo di battaglia oltre che uno dei pregi che contraddistinguono (secondo loro) il loro carattere. Questo tipo di persone è destinato ad arroccarsi ed essiccarsi nella spiaggia chiamata ricordi distorti e lì morire.

Ciò che caratterizza la Vita è la DINAMICITA', il suo continuo fluire ed evolvere. Spesso succede che un'idea, che fino a poco tempo prima era valida ed efficace, risulta presto essere non solo inefficace ma, anche, superata rispetto all'evolvere dei tempi/situazioni.
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Occorre possedere una certa flessibilità, un pò come quella che caratterizza i giunchi, per riuscire ad essere sempre al passo coi tempi e le situazioni che spesso si creano nelle nostre Vite. Per riuscire a vivere al meglio, però, occorre avere nuove idee da adattare alle svariate situazioni di Vita reale che si andranno vivendo.
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Essere flessibili significa non venerare un'idea fissa ma, al contrario, utilizzarla a proprio vantaggio fino a quando ci potrà tornare utile alla situazione che stiamo vivendo e cambiarla, invece, quando la sua utilità sarà cessata. Quando accadono dei cambiamenti nelle Vite di alcune persone, quelle che riescono ad utilizzare questi cambiamenti a proprio vantaggio sono sempre coloro i quali possiedono caratteristiche di flessibilità, apertura mentale e disponibilità a lasciare andare.

CHI NON FLUISCE CON LA VITA VIENE INEVITABILMENTE SPAZZATO VIA. Alla luce di quanto detto, quindi, risulta fondamentale non avere una sola idea ma tante idee quante sono le situazioni che si presentano nel corso della nostra Vita. CHI E' TROPPO AFFEZIONATO AD UNA PROPRIA IDEA E POCO DISPOSTO A CAMBIARLA NONOSTANTE LA SITUAZIONE LO RICHIEDA PER IL SUO BENE OLTRE CHE PER LA SUA EVOLUZIONE, NON E' UNA PERSONA COERENTE, E' UNA PERSONA GIA' MORTA.
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Chi non è flessibile non è destinato ad evolvere ma a stagnare ed ammuffire. La persona rigida e chiusa nei suoi schemi mentali è come un somaro abituato a vedere la strada attraverso i paraocchi. Percorrendola ogni giorno la conosce a memoria, ciò nonostante avrà una visuale limitata proprio dalla presenza dei paraocchi sul suo viso. Di conseguenza, se nel frattempo la strada sarà franata ai margini o, ad esempio, in un punto precluso al suo campo visivo limitato, il somaro la percorrerà ugualmente cadendovi dentro.

Ciò capita a chi è duro nelle proprie abitudini, a chi dice sempre che vuole cambiare in un giorno che, però, non è mai (guarda caso) oggi ma sempre domani, domani, domani. Un domani che non verrà mai! La flessibilità mentale, la disponibilità a far proprie nuove idee, sono dei requisiti che hanno fatto propri le persone di successo.
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Quando parlo di persone di successo non mi riferisco solamente ai manager o a chi è riuscito ad arricchirsi attraverso l'utilizzo di nuove idee ma, anche e semplicemente, a persone comuni che sono riuscite a ribaltare a proprio vantaggio situazioni che si sono presentate all'interno delle loro Vite in tutta la loro drammaticità e che hanno avuto la forza di trasformarle fino a farne un'opera d'arte.

Da oggi in poi quindi, se volete realmente cambiare per vedere trasformata la vostra Vita da routine a pura magia, imparate a sviluppare la flessibilità necessaria che possa consentirvi di avere nuove idee da utilizzare a vostro vantaggio per avere successo, sempre!

Vincenzo Bilotta

domenica 7 agosto 2016

Dalla coscienza alla conoscenza

Si narra nella bibbia che, quando Dio creò l'uomo e la donna, essi non provavano vergogna. In origine, infatti, essi non si coprivano ma erano nudi. In poche parole, l'uomo era in uno stato che, secondo le religioni orientali, poteva essere definito di COSCIENZA SUPERIORE. In termini esoterici esso viveva al di sopra del mondo polare, quello formato dalla dualità bene/male, onesto/disonesto, amico/nemico e così via.

Questo stato di coscienza superiore, però, non durò a lungo. Ad accorciarne la durata, intervenne il serpente tentatore, quello che propose ad Adamo ed Eva di mangiare la mela dell'albero della conoscenza. Tutti conosciamo come andò a finire: il serpente offrì loro la mela ed essi, dopo un seppur minimo attimo di titubanza, ne mangiarono acquisendo così la conoscenza del bene e del male.
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Questo atto del mangiare la mela, da parte di Adamo ed Eva, segna per loro (come per tutto il genere umano) il passaggio dallo stato di coscienza superiore alla semplice conoscenza delle cose del mondo. Ma lo stato di coscienza era quello che consentiva ad Adamo ed Eva di andare in giro nudi senza vergogna. Ciò era possibile in quanto essi non conoscevano il peccato ed erano, inoltre, in uno stato di unità col TUTTO e, quindi, con Dio.
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Dal momento in cui decidono di mangiare la mela, ecco che per loro si aprono le porte del mondo e della conoscenza. E' proprio questo il peccato originale, l'aver conosciuto il mondo della dualità attraverso l'ingresso in esso tramite il serpente tentatore. Il peccato originale consiste proprio nella separazione dal tutto e, di conseguenza, nell'allontanamento volontario dalla Luce di Dio e dalla sua grazia.
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Ma forse ciò non è dovuto al caso o, come si usa dire, al serpente tentatore. Secondo me, se ciò si è verificato, se l'uomo ha deciso di scendere dallo stato di coscienza alla mera conoscenza, questo è dovuto al fatto che egli aveva esigenza di sperimentare il mondo materiale attraverso la sua incarnazione in un corpo fisico, diversamente non avrebbe avuto ragione di fare esperienze terrene ma, al contrario, sarebbe potuto restare tranquillamente un'entità spirituale in eterna unità con Dio.
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E' forse proprio grazie al peccato originale che l'uomo si è spinto verso la ricerca della "redenzione" attraverso un lavoro su di Sé volto all'autoscoperta e all'autosuperamento della sua condizione umana attraverso l'accettazione della stessa. Ecco che, quindi, se per un verso si è discesi dall'UNO per sperimentare la separazione, tuttavia si è fatto ciò al solo scopo di conoscere le cose terrene in quanto creazione di Dio, sperimentarle allo scopo di evolvere attraverso la materia per poter ritornare poi, una volta realizzata l'illusorietà sia della materia che della separazione, nella GRAZIA DI DIO.

Vincenzo Bilotta