Molti cercano la quiete, pochi la trovano, perché? Perché la maggior parte della gente crede ancora che sia il mondo esterno a comandare ciò che succede al nostro interno, ad influenzare la nostra interiorità, ma così non è. E' l'interno che comanda, proietta, il mondo là fuori, non viceversa.
Chi crede che le cose cambieranno nel futuro, soprattutto chi si aspetta un cambiamento esterno, autonomo rispetto al proprio sentire, rispetto alla propria interiorità, beh, avrà da aspettare un bel po' di reincarnazioni affinché qualcosa possa cambiare, forse, o forse no!
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Parliamoci chiaro: è più comodo aspettare qualcuno che venga a salvarci da qualsiasi situazione scomoda stiamo vivendo, proprio in questo preciso istante, rispetto al prendersi la responsabilità di cambiare il nostro modo di agire nei confronti del mondo esterno.
La nostra è una società dove tutti vogliono dei risultati istantanei, dove si vive di apparenze, cercando di dimostrare quanto si vale agli altri, in pratica nella nostra società la gente ha fretta di raggiungere degli obiettivi del tutto inutili per dimostrare di essere qualcuno ed averla vinta, almeno all'apparenza.
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Ma chi vive in funzione del mondo esterno, in funzione del giudizio degli altri, nella speranza che qualcosa prima o poi cambi, quella persona (sono la maggior parte degli esseri umani) è destinata a dipendere da ciò che, in realtà, non potrà mai controllare e, di conseguenza, a soffrire.
Molti aspettano che la tempesta passi, che tutto possa raggiungere un punto di quiete, un punto dove potranno, finalmente, godere di un certo stato di equilibrio mentale. Ma si illudono, perché sono essi stessi a proiettare la tempesta, e fuori è solo l'effetto di ciò che hanno prima pensato e ripensato, molto spesso per migliaia di volte.
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Il fuori è neutro, non c'è tempesta che possa scalfirci, se noi arriviamo a comprendere di essere la causa, attraverso i nostri pensieri incontrollati, della tempesta stessa. Il fatto è che la maggior parte di noi è inconsapevole, vive in uno stato di automatismo all'interno del quale è portata a credere che le cose accadano casualmente e, di conseguenza, nessuno può controllarle, solo viverle quando si verificano, ma è lontano anni luce dalla verità.
La verità è una sola, e cioè che la quiete la si deve trovare all'interno della tempesta, perché il nostro obiettivo non è quello di aspettare che la pioggia passi per non bagnarci, niente di tutto ciò. Il nostro obiettivo è imparare a danzare sotto la pioggia, divertirci sotto i fulmini, i tuoni e i lampi, tornare ad essere UNO COL TUTTO, senza più remare contro gli eventi, senza pretendere di fuggire in Tibet perché qui è troppo "difficile" vivere.
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"Facile" e "difficile" sono solo degli stati mentali. Siamo noi a scegliere quale stato mentale vivere, se danzare nell'occhio del ciclone o se, invece, come fanno la maggior parte degli esseri non-pensanti zombie, lamentarci del sole che splende perché è troppo forte e la sua luce potrebbe rischiarare le tenebre del nostro inferno personale che abbiamo deciso di vivere nonostante tutto.
Bisogna essere quiete nella tempesta, per riuscire a vivere appieno la Vita. Non occorre aspettare che arrivino le condizioni giuste per poter vivere ed esprimere il nostro massimo potenziale. Semmai, occorre crearle le condizioni giuste, partendo dal giusto stato mentale, perché solo così potremo proiettarle all'esterno per poi viverle ed avere successo in tutti i campi, siano essi lavorativo, sentimentale, relazionale e, soprattutto, creativo-evolutivo.
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IL MONDO SIAMO NOI. NOI SIAMO I PROIETTORI DELLA REALTA' ESTERNA E NON VICEVERSA. SE VOGLIAMO VIVERE UNA NUOVA REALTA' NON DOBBIAMO ASPETTARE CHE CAMBI IL MONDO, DOBBIAMO ESSERE NOI A CAMBIARE IL MODO IN CUI PENSIAMO, PERCEPIAMO E, DI CONSEGUENZA, VIVIAMO IL MONDO. ALLORA TUTTO SI TRASFORMA.
Vincenzo Bilotta