martedì 17 ottobre 2023

Essere i protagonisti della propria Vita

Vivere è, per molti, il semplice nascere, andare a scuola, venire ammaestrati per svolgere una mansione, andare in pensione e poi morire. Questa è la concezione di Vita che ha il pensatore medio, membro della grigia massa anonima comunemente chiamata "popolo".

Dopotutto, così fanno tutti, questo è il modo di pensare di chi, ogni tanto, si ricorda di avere un cervello fra un messaggio e l'altro nell'immancabile smartphone sempre tra le mani. Ma questo non è vivere una propria Vita, questo significa vivere una Vita di seconda mano, che altri ci insegnano a vivere, dopo averci ammaestrati, siano essi i nostri stessi genitori e, in generale, familiari, che i nostri insegnanti.

(Immagine presa dal web)


Così, dopo essere stati ammaestrati, ci ritroviamo a svolgere un lavoro che non ci soddisfa, ad avere una famiglia che non volevamo o che avremmo voluto formare in un secondo tempo, magari dopo aver realizzato noi stessi.

Molta gente, troppa gente, fa le cose perché non vuole deludere i propri familiari, per paura di essere giudicato male dalla comunità nella quale vive e, così facendo, non si accorge che sta buttando nella spazzatura la propria Vita, immolandosi come ennesima vittima sacrificale in una società di stereotipi.

(Immagine presa dal web)


Così, seguendo i "consigli" (peraltro non richiesti né, tanto meno, graditi) dei nostri familiari, insegnanti, istruttori, ci ritroviamo a reprimere, fino ad annullarle, le nostre capacità artistiche, creative, la nostra immaginazione. Sì, vi sto dicendo che là fuori ci sono migliaia di potenziali scultori, pittori, scrittori, attori che hanno rinunciato a vivere la Vita secondo la loro natura per far contenti gli altri.

Ma questo non è vivere da protagonisti, chi vive per soddisfare i desideri dei propri genitori, le aspettative dei propri insegnanti e le esigenze dei propri istruttori, vivrà la propria Vita recitando il ruolo di semplice comparsa.

(Immagine presa dal web)


Per vivere da protagonisti occorre smettere di ascoltare i nostri genitori, educatori e chi, in generale, vorrebbe farci diventare qualcosa che non risuona in noi per cominciare, poi, ad ascoltare il ritmo del nostro cuore, che è poi il ritmo della Vita.

Il nostro cuore sa guidarci verso la realizzazione dei nostri progetti. L'ascolto del cuore ci permette di sviluppare il nostro potenziale, dopo aver cominciato a fregarcene di ciò che penseranno gli altri e smettendo, al contempo, di sentirci in colpa se, facendo quello che più ci piace nella nostra Vita, deluderemo le aspettative di un bel po' di persone.

(Immagine presa dal web)


Dopotutto, noi siamo nati per essere felici, non per espiare dei peccati mai commessi o soddisfare le aspettative di familiari, amici, partner o insegnanti! Quello sarebbe martirio, sacrificio umano, non vivere da protagonisti!

Imparare a vivere per se stessi, senza dover più dare conto a nessuno, non significa essere egoisti, significa AMARSI E RISPETTARSI senza, al contempo, permettere più a nessuno e per nessuna ragione, di approfittare di noi e delle nostre risorse in qualsiasi campo.

(Immagine presa dal web)


Noi nasciamo per realizzare noi stessi, per esprimere al meglio le nostre potenzialità, quali che esse siano, fino a diventare i protagonisti della nostra Vita. Se poi, in questo contesto, i nostri progetti coincideranno con quelli che avevano per noi i nostri genitori, tanto di guadagnato, diversamente, dobbiamo ricordare che i primi ad essere felici e realizzati dobbiamo essere noi, non i nostri genitori o insegnanti!

Vincenzo Bilotta