Ognuno di noi dovrebbe avere una chiara visione della Vita, una visione che gli consenta di poter vedere le cose così come sono, senza aggiunta di schemi mentali o fantasiose costruzioni. In realtà, nessuno "vede" in maniera nitida ciò che gli si para di fronte, questo a causa dei filtri mentali che gli permettono di vedere solo in base alle proprie esperienze passate, attraverso le quali si è fatta un'idea personale su quella che è, secondo lui, la realtà.
Tutto questo determina, com'è ovvio, una visione soggettiva quanto parziale dei fenomeni esterni e, spesso, molto limitata. Di conseguenza, una visione limitata dai filtri esperienziali ci darà una esperienza parziale della realtà, non una chiara visione delle cose, che non sono mai come le vediamo, esse sono così come sono, oggettive, impersonali e, soprattutto, neutre.
(Immagine presa dal web) |
Siamo noi a "colorare" gli eventi in base ai filtri che ci siamo posti davanti agli occhi dopo aver vissuto determinati tipi di esperienze. In conseguenza di questi filtri, noi potremo vedere ciò che i nostri vissuti, il processo di addomesticamento e gli educatori in generale, ci hanno "insegnato" a vedere.
Così la visione sarà sempre e solo soggettiva e su base emozionale-esperienziale. In conseguenza di quanto detto fino ad ora, lo stesso evento, oggetto, una canzone ascoltata da due diverse persone susciterà in loro ricordi, sensazioni, emozioni anche opposte, e questo dipenderà dai loro filtri esperienziali che daranno loro una visione personale, opaca e mai chiara ed oggettiva, della realtà.
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Per avere una chiara visione delle cose, occorre divenire consapevoli degli schemi-filtri mentali che ci condizionano ed impediscono di VEDERE le cose così come sono senza più applicare un giudizio che ci impedisca, offuscandola, una chiara visione.
La meditazione, così come i diversi esercizi di presenza mentale, possono essere un valido aiuto per farci prendere coscienza dei filtri educativo-esperienziali che ci danno una visione opaca, non chiara, della realtà.
Il resto del lavoro, una volta che avremo preso coscienza dei servomeccanismi che ci governano, consisterà nel sanare i conflitti irrisolti e congelati, che ci tengono ancora legati al passato, per poi toglierci i filtri ed avere, finalmente, una chiara visione del mondo esterno, senza più giudicarlo, senza più opporvi resistenza, semplicemente OSSERVANDOLO da spettatori, come chiunque dovrebbe fare di fronte a quello spettacolo chiamato "Vita".
Vincenzo Bilotta