La mente ha sempre avuto un aspetto duale. In base a ciò, ha operato delle distinzioni fra bene e male, bello e brutto, buono e cattivo, luce e buio. A scuola, per gioco, la maestra invitava uno di noi alla lavagna e, per tenere buona la classe, ci esortava a scrivere sulla lavagna stessa "buoni" e, separato da una linea, "cattivi".
Da qui ad arrivare agli estremismi è un attimo. Nella storia ci sono stati tanti esempi di estremismi che hanno portato a fare una sorta di selezioni fra persone più meritevoli, i cosiddetti "buoni", ed altre, meno meritevoli, i cosiddetti "cattivi" della lavagna sopra citata.
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Fra questi esempi di estremismo, sicuramente uno dei più eclatanti è quello che fu operato in Sudafrica con la cosiddetta apartheid. In base a questa apartheid, venivano operate discriminazioni fra cittadini bianchi e cittadini di colore in un paese, peraltro, a predominanza di colore e conquistato dai bianchi di origine soprattutto olandese perché ricco di miniere d'oro e pietre preziose.
In base all'apartheid vi erano, fra le altre limitazioni per le persone di colore, dei posti riservati sui mezzi di trasporto. Ma perché sto parlando di tutto ciò, vi starete chiedendo? Semplice, per introdurre l'argomento di oggi, avente a tema il clima surreale che, ormai da due anni, tutto il mondo in generale e noi popolo italiano, in particolare, stiamo vivendo.
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Si è partiti dalla segregazione generalizzata, ognuno nella propria casa, con la possibilità di uscire solo per approvvigionarsi dei beni di primaria necessità, passando per il coprifuoco da dittatura militare, per poi finire con il mezzo più abietto e discriminatorio che la mente umana possa aver mai concepito nella storia dei mezzi di controllo delle libertà individuali: un lasciapassare per poter accedere al lavoro, al cinema, nei bar, praticamente quasi in ogni posto, esclusi i supermercati e pochi altri luoghi.
Ma perché si è arrivato a tanto? Molti se lo chiedono e tanti altri si chiedono perché solo da noi e con questo accanimento da regime totalitario. Certo è che qualcuno qui, a giocare al piccolo dittatore, si è lasciato prendere un po' troppo la mano, questo è sicuro. A farne le spese chi è stato? Tutti coloro i quali non hanno ceduto al vile ricatto, quello di svendere il proprio corpo per sottoporsi ad un esperimento genetico degno dei peggiori regimi dell'est europa.
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A queste persone è stato impedito, lo è a tutt'oggi, di poter lavorare, frequentare locali, utilizzare mezzi pubblici, perfino allenarsi in palestra o andare dal barbiere. In pratica, chi non ha ceduto al ricatto facendo, peraltro, valere l'art. 32 della costituzione italiana in base al quale "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge", si è visto proiettato in una sorta di Sudafrica italiano e sta rivivendo le ingiustizie patite dalle persone indigene di colore.
Ma qui, in Italia, si sono spinti anche oltre: mentre in Sudafrica, infatti, le persone discriminate potevano utilizzare i mezzi pubblici sedendo nei posti assegnati, qui da noi i mezzi pubblici, chi non ha ceduto al ricatto, se li sogna, non può, infatti, usufruirne.
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Cosa ci sta insegnando tutto questo? Innanzitutto a fare esperienza delle discriminazioni, perché di questo si tratta, non importa se legate al credo religioso, al colore della pelle o per motivi sanitari, sempre di discriminazioni trattasi.
Ma se vogliamo vedere la cosa dal punto di vista della crescita personale, tutto questo ci sta insegnando, innanzitutto, ad accettare ciò che è. In secondo luogo, quel che occorre fare è prendere coscienza delle proprie emozioni legate, principalmente, alla tristezza per tutto questo accanimento inutile, alla rabbia per via delle ingiustizie che molti cittadini stanno subendo e, non da ultima alla paura del futuro, su cosa accadrà e che direzione prenderanno le cose.
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Impariamo da tutto ciò, non rimaniamo succubi delle condizioni esterne, delle emozioni scaturenti, andiamo oltre, liberiamoci da dentro, centriamoci, poi perdoniamo. Attraverso il perdono, infatti, riusciremo a ripulirci da tutti quei sentimenti negativi che avvelenano la nostra anima e opprimono il nostro cuore. Il perdono ci rende liberi, liberi dalle angherie altrui, liberi dal desiderio di vendetta, liberi da ciò che sta accadendo "là fuori".
Cominciamo ad applicare, da subito, questi principi, trasmutiamo il piombo esterno in oro, diventiamo oro noi stessi, lasciamo perdere ciò che accade fuori, ciò che sfugge al nostro controllo, occupiamoci del lavoro su di noi, della nostra centratura, solo così potrà cambiare anche l'esterno e se non cambierà all'istante, almeno noi saremo in equilibrio e nelle condizioni psicofisiche tali da lasciare fluire senza giudizio ciò che si sta rivelando una delle peggiori dittature di sempre basata sul ricatto e mascherata da democrazia di cartapesta.
Vincenzo Bilotta