Le emozioni ci governano, ci fanno compagnia, se così si può dire, nella nostra quotidianità. Spesso si provano emozioni di paura, rabbia, tristezza, raramente di gioia. Dico raramente perché, per come è impostato il mondo occidentale e, in particolare, il modo di pensare occidentale, la gioia è veramente un'emozione rara, legata al possesso più che all'essere al di là di ciò che si ha.
Come ho detto prima, le emozioni ci governano, ma ciò non è normale, dovrebbe essere, semmai, il contrario. Dovremmo essere noi a governare le emozioni, anche se nessuno ce lo ha insegnato, anche se a casa non abbiamo avuto, sicuramente, un buon esempio di gestione delle emozioni. Magari abbiamo appreso la paura dai genitori, o la rabbia, o la tristezza, a volte la gioia legata quasi sempre a motivi esterni, ma, sicuramente, nessuno ci ha mai insegnato a gestirle.
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E' più facile che ci abbiano insegnato a contrastarle, le emozioni, a lottarci contro, a cercare di controllarle, ma, così facendo, ne siamo usciti svuotati, stanchi, sconfitti. Ciò perché le emozioni non si combattono, semmai si accettano, si accolgono e si stabilisce un dialogo costruttivo con esse. Altro errore è quello di fuggire le emozioni.
L'emozione fa parte di noi, seppur per un breve periodo di tempo. Ma, spesso, noi che facciamo? Le amplifichiamo e lasciamo che invadano la nostra Vita per un periodo di tempo illimitato... Le emozioni sono solo frutto delle nostre proiezioni mentali, del nostro modo di vedere la realtà e, di conseguenza, la Vita quotidiana. Sicuramente c'entra il giudizio.
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Quando, infatti, tendiamo a giudicare cose, persone o eventi, sicuramente proviamo, in quel momento, delle emozioni, siano esse legate a rabbia, paura, poco importa, ma lasceremo che sorgano in noi e, se non saremo abbastanza consapevoli da accorgerci della loro presenza, esse ci governeranno, prendendo il comando delle nostre Vite.
Ma noi non siamo le nostre emozioni. Noi, in realtà, siamo neutri. Siamo come dei fogli bianchi, e le emozioni, se glielo permettiamo, sporcano questi fogli con frasi sconnesse, scarabocchi e disegni che non hanno un senso. Cosa fare allora? Come gestire queste emozioni quando sorgono?
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Sicuramente praticando la presenza mentale nel quotidiano. Ciò significa OSSERVARSI mentre si compiono lavori, ci si allena o ci si rilassa, cominciando a prendere coscienza di ciò che si fa, delle sensazioni che si provano.
Quando emergono delle emozioni, non bisogna fuggirle, ma occorre starci dentro, ascoltare ciò che hanno da trasmetterci. Si potrà ascoltare il respiro e come cambia mentre si prova ad es. rabbia, la sensazione di calore che sale alla testa, la voglia di aggredire. In tutto questo ci si dovrà astenere dal giudicare ciò che si prova. Rimanere in ascolto, stando sull'emozione che nasce in noi, ci permetterà sia di stabilire una comunicazione con essa che di lasciarla scorrere senza permetterle di governarci.
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Impariamo ad amare ciò che sorge in noi, smettiamo di lottarci contro, lasciamo essere, accogliamo, ascoltiamo, OSSERVIAMO, poi, quando siamo pronti, lasciamo andare e liberiamoci senza permettere alle emozioni di occupare abusivamente il nostro sacro spazio interiore. Buona pratica!
Vincenzo Bilotta