"Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida. Impossibile non è uguale per tutti. Impossibile non è per sempre." (Muhammad Ali)
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Ripeto, noi impariamo ciò che è possibile realizzare/fare, e ciò che non lo è. In pratica ce lo insegnano e noi ci crediamo. Ma è sempre vero? E' sempre valido per tutti e in qualsiasi contesto? No! Secondo me, impossibile non è valido per tutti e in tutti i contesti, impossibile è un termine ereditato da chi possiede, semplicemente, un sistema di credenze tale da fargli apparire irrealizzabile una determinata impresa, un determinato evento, un sogno tenuto nel cuore (ormai ammuffito, di sicuro!) fin dalla gioventù.
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Di conseguenza, se ci crede che una cosa sia impossibile, probabilmente avremo appreso ciò durante la nostra infanzia da una figura che consideravamo importante e saggia nella nostra Vita: genitori, insegnanti, allenatori, amici più grandi che esercitavano una certa influenza su di noi.
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Ecco come sopravvivono ai veleni di serpenti mortali certi ammaestratori, come guariscono inspiegabilmente i malati terminali, come realizzano imprese fuori dal comune gli esploratori più impavidi. Certo, queste persone sono considerate folli, fuori dal comune, fortunati, a volte le diagnosi vengono considerate errate. Di tutto fa l'umanoide medio, in sostanza, per smontare imprese ritenute, da lui, irrealizzabili.
Quando si realizzano imprese considerate dai più impossibili, ciò è dovuto allo sviluppo di qualità fuori dall'ordinario, prima fra tutte il modo di pensare, controcorrente, rivoluzionario, tipico di chi scopre nuove cure, di chi stabilisce nuovi record e, in generale, di chi smette di credere nei limiti che gli sono stati imposti per cominciare, finalmente, ad esplorare le sue vere risorse, quelle che rimarranno precluse alla maggior parte dei suoi colleghi, al secolo umanoidi medi.
Vincenzo Bilotta