Fra i vampiri energetici più subdoli troviamo, sicuramente, la figura del tragediante. Egli, al pari del lamentoso, riesce spesso a catturare l'attenzione delle persone che incontra e, se queste persone che se lo trovano di fronte non sono abbastanza PRESENTI, rischieranno di venire prosciugate di preziosa energia vitale.
Schermarsi dal tragediante è più difficoltoso rispetto a quando si ha di fronte il lamentoso. Mentre, infatti, il lamentoso si lamenta, il tragediante all'apparenza non si lamenta, la sua arte è ben altra. Il tragediante ha l'abilità di non lamentarsi ma, al contempo, egli possiede la capacità di fare di ogni accadimento della propria Vita, passato, presente o futuro, una tragedia.
Sono quelle persone che non si lamentano mai ma sono arrabbiate dentro, reprimono, le vedi con certe facce da funerale ma, torno a ripeterlo, stanno zitte, dicono che va tutto ok, che non vogliono essere di peso a nessuno e giù così. In realtà, quando parli con loro, ti dicono che sono stanchi della Vita, che sono degli infelici e, nei casi estremi, dicono persino di volerla fare finita. In realtà, quando parlano in questo modo, stanno solo facendo i tragedianti.
Il tragediante è un abilissimo manipolatore mentale, riesce con successo a suscitare la pietà in chi lo ascolta e, se la persona si fa coinvolgere nelle dinamiche di tragedia e piagnisteo, cercherà in ogni modo di dargli una mano, ciò allo scopo di tirarlo fuori da quello che, almeno all'apparenza, sembra un momento dal quale il tragediante, da solo, non riesce proprio ad uscirne fuori, non senza l'aiuto di qualcuno.
La verità, però, è ben altra. Il tragediante, infatti, non appena vorremo dargli una mano, consigliandogli magari di lavorare su di sé per smettere di vivere nel suo mondo di tragedie da vittima per poter cominciare, finalmente, a co-creare in maniera attiva e felice la propria realtà, da una parte prometterà di cambiare, ci darà ragione, dicendoci che, alla fine, è colpa sua se la Vita gli risulta così drammatica ma, a conti fatti, non farà un bel nulla o pochissimo per migliorarsi.
Nel frattempo, in tutto questo clima di tragedie e voglia di farla finita, chi ci rimette è sempre la persona che cercherà di aiutare il tragediante. Le energie che andranno sprecate saranno veramente tante. Il tragediante, infatti, è un vampiro energetico al pari del lamentoso. Il tragediante non va aiutato, ciò perché egli, in realtà, non vuole smettere di far di ogni accadimento nella sua Vita una tragedia.
Ciò accade perché il tragediante si è ormai identificato con questo ruolo, il suo ego ne trae identità e ne è dipendente. Cosa ne sarà di me, pensa l'ego, se la Vita tornerà a sorridermi e io non potrò più fare una tragedia di ogni cosa?
Di ego si parla perché un egoista è il tragediante, al pari del lamentoso, del resto. Sia il tragediante che il lamentoso se ne fregano di ciò che pensano o vogliono gli altri. Diversamente smetterebbero di rompere le palle alle persone e si darebbero una mossa per conto proprio. Ma sarebbe troppo facile così.... E poi le energie a chi le toglierebbero?
Ecco quindi che il circolo vizioso tenderà a ripetersi fintanto che il tragediante, di sua spontanea iniziativa e in qualche raro caso, non deciderà di smetterla di far teatrino coi passanti cominciando a capire che è ora di smetterla di far l'attore recitando, fra l'altro, una parte non sua, per cominciare a vivere, finalmente, la Vita Reale non più da vittima, ma da artista, creatore e signore della propria realtà.
Dopotutto la Vita è magia, bisogna solo imparare ad adoperare la bacchetta magica-volontà per poter esprimere e realizzare i propri sogni e vivere finalmente felici nella creatività, QUI E ORA, dove sennò?
Vincenzo Bilotta