lunedì 29 settembre 2025

Vedere il mondo con gli occhi di un alieno

Immaginate di essere un alieno, fatelo per almeno una volta nella vostra Vita, se ne avete voglia. Nei panni di questo alieno siete stati inviati sul pianeta terra per cercare nuove forme di Vita intelligente, per fare un'esplorazione dei posti ed, infine, comunicare al vostro pianeta, quello dal quale provenite, i risultati della vostra missione esplorativa.

Gironzolando per il pianeta terra cominciate a vagare per i boschi, a vedere le prime forme di Vita animale: uccellini sui rami, caprioli, scoiattoli e altri animaletti. Ad un certo punto, uscendo dal bosco, vi avviate verso la costa e là vedete, con vostro stupore, per la prima volta il mare.

(Immagine presa dal web)


A quel punto prendete una barca e vi fate un giretto e scoprite la fauna marina, anche lì stupore e gioia di scoprire la perfezione di quel pianeta, abitato da tanti animali intelligenti, ognuno con uno scopo e che sembrano vivere tutti in armonia. 

Poi, camminando, vi ritrovate in una strada trafficata. A quel punto incontrate il primo essere umano in auto e vi fate dare un passaggio fino alla prima città. Così cominciate ad avere i primi contatti con gli esseri umani e ne rimanete scioccati.

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Da subito cominciate a notare la differenza rispetto agli animaletti incontrati nel vostro cammino nei boschi, e vedete come questi esseri che si fanno chiamare "umani" siano tutti ben vestiti, elegantemente pettinati, pieni di strani profumi e che vanno tutti di fretta. A quel punto cominciate a dubitare di questi umani.

Qualcosa comincia a non quadrare, ciò perché, inevitabilmente, cominciate a fare il confronto con gli animaletti dei boschi o le creature degli abissi marini e notate come, mentre loro vivono in armonia e raramente si uccidono se non per cibarsi i più forti dei più deboli, gli umani uccidono per sport e lo chiamano "caccia" o per brama di potere, in questo caso la chiamano "guerra".

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Ma i paragoni non si fermano qui. Mentre gli animali rispettano il loro habitat, gli umani non rispettano né il loro habitat ma, non contenti, inquinano anche i boschi, i mari e tutto ciò che gli capita a tiro, senza minimamente curarsi dell'estinzione delle specie più a rischio o del fatto che abbattendo gli alberi "sfrattano" le povere creature del bosco.

E voi, che fin dal principio avevate preso nota di tutto nel vostro diario di bordo, cominciate ad osservare come questa specie umana sia fuori luogo e che proprio a causa sua, continuando di questo passo, il pianeta che state visitando potrebbe rimanere, in breve tempo, disabitato.

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Nelle annotazioni non potete fare a meno di evidenziare quanta crudeltà, violenza, mancanza di gratitudine e tendenza alla prevaricazione avete riscontrato in queste sottospecie di scimmie ben vestite che si fanno chiamare "esseri umani". La cosa vi allarma, ma non potete farci assolutamente nulla, anche perché siete solo in missione esplorativa e non potete interagire se non in maniera imparziale con gli abitanti del pianeta terra.

Siete impressionati, vi assale il disagio, cominciate a pensare quanto insensati siano questi umani, quanto poco rispetto abbiano per il pianeta nel quale vivono, poco rispetto verso ogni forma di Vita, risorsa ma, soprattutto, mancanza di rispetto verso se stessi e i propri simili.

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Non potete fare a meno di notare come questi umani, pur possedendo ricchezze naturali, risorse e benessere in generale, siano sempre più infelici, depressi, aggressivi, irrispettosi, cattivi e bramosi di potere e desiderio di sottomettere le popolazioni prendendoli in giro con delle forme repressive di potere che loro amano chiamare "governi".

Dopo tutto quello a cui avete assistito, non potendo più sopportare la visione folle di queste scimmie ammaestrate ed assetate di violenza, potere ed ingrate, risalite sulla vostra navicella e, tornati al vostro pianeta, ripensando alla terra direste ai vostri amici: "ho visitato un pianeta di pazzi"!

Vincenzo Bilotta


lunedì 15 settembre 2025

Meditare sulla morte

La nostra è una società dove l'apparire ha soppiantato, di gran lunga, l'ESSERE. Ogni cosa viene ostentata, nessuno sembra più curarsi dell'essenza di se stesso né delle cose. In pratica si rincorrono beni materiali, titoli accademici, auto e beni di lusso in generale, ma nessuno si ferma mai a riflettere riguardo alla limitatezza della Vita del corpo fisico.

Certo, mentre leggete mi ribatterete che la nostra anima è immortale, che siamo infiniti, che non abbiamo principio di nascita né finiremo, un giorno, con la morte, ma al di là di tutte queste affermazioni metafisiche una cosa è certa ed inevitabile: la morte fisica.
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Che vi piaccia o no, dal momento in cui si nasce, una cosa sola è certa: la morte. Tuttavia nessuno sembra curarsene, molti sprecano le loro Vite senza riuscire a dar loro un senso, senza riuscire a capire l'opportunità che si stanno lasciando sfuggire perdendo il loro tempo attaccandosi alle cose materiali, a sentimenti come odio o desiderio di vendetta, e intanto la Vita va oltre, per i cazzi suoi, niente sconti, per nessuno!

Si pensa troppo alla Vita sociale, ad avere, avere, avere, ad apparire, apparire, apparire... Nessuno pensa allo spirito, a ciò che sarà dopo, nessuno si prepara alla morte fisica. Sì, il mio articolo di oggi pone l'accento sulla morte, quella fisica, perché l'anima, quella no, non muore mai, è qui, tiene in piedi questo corpo fisico per fargli fare esperienze materiali per altri non si sa quanti anni, poi si cade a terra come dei palloncini quando si sgonfiano, e la festa è finita.
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Il fatto è che in occidente non c'è la cultura della morte, nessuno ci prepara alla morte, si evita il discorso in maniera scaramantica, quasi a volerla evitare, come se non parlandone si diventasse immortali. Ma così non è, poi capita che muoia una persona cara e si rimane stupiti, terrorizzati, addolorati, quasi non ci si ricordasse della transitorietà di tutte le cose, dal fiore di campo, passando per gli animali, fino ad arrivare a noi, esseri umani.

L'idea della morte la vogliamo tenere lontana, al contrario di quanto avviene in oriente. In oriente molti monaci buddhisti meditano nei cimiteri, vicino agli ossari. Direte voi, saranno mica necrofili? No, per nulla. I monaci meditano sulla morte e, per enfatizzare la cosa, lo fanno all'interno dei cimiteri, ma perché?
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No, non sono pazzi né necrofili e hanno anche loro da fare tutto il giorno. Tuttavia, ogni giorno, dedicano un pensiero alla morte e nei weekend, invece di andarsi a stordire di vodka in qualche pub a bordo di un SUV, vanno a meditare nei cimiteri, per ricordarsi quanto la Vita sia preziosa e il privilegio del quale stanno godendo proprio in questo ISTANTE di ogni respiro, di ogni raggio di sole, della Vita in se stessa.

Vi siete mai accorti di quanto poco pensiate al fatto di essere vivi, in salute, in un paese non in guerra? Secondo me, pochissimi lo hanno fatto, forse nemmeno lo hanno mai pensato. La Vita è un privilegio, ogni anno che passa invece di lamentarvi del fatto che state invecchiando, pensate piuttosto a godervi ogni singolo istante, smettete di disprezzare la Vita.
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Viviamo in delle autentiche necropoli, forse perché la gente nemmeno si accorge di essere VIVA e non pensa mai alla morte. La Vita scorre davanti ai loro occhi mentre sono impegnati a sprecare il loro tempo controllando i nuovi messaggi sugli smartphone, magari svolgendo dei lavori che odiano o praticando lo shopping compulsivo per compensare il senso di vuoto costante che provano.

Forse pensando un po' di più alla morte si apprezzerebbe il tempo che si ha a disposizione dal momento in cui si nasce fino al giorno, non si sa come e quando, avverrà il salto dimensionale, l'abbandono del corpo fisico.
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Impariamo a meditare sulla transitorietà dei nostri corpi, delle nostre Vite terrene, ma utilizziamo tutto ciò per realizzare ciò che, fino a questo momento, non abbiamo avuto mai il coraggio di fare ed abbiamo sempre rinviato con delle stupide scuse.

Non ci è dato sapere il giorno della nostra morte, il che è un gran vantaggio e, al contempo, uno stimolo a fare, a realizzare i propri sogni, a smettere di odiare, di attaccarsi alle cose materiali, di sentirsi inadeguati, in una parola: PRENDETE L'IDEA DELLA MORTE, MEDITATE SU DI ESSA COME STIMOLO PER VIVERE E CAVALCARE LE ONDE DELLA VITA, INVECE DI LASCIARVI TRASCINARE PASSIVAMENTE DALLA ROUTINE COME, INVECE, FA LA MAGGIOR PARTE DEGLI ZOMBIE MODERNI.

Vincenzo Bilotta

lunedì 1 settembre 2025

La Vita è flusso

Immaginate un fiume, il suo costante scorrere, a tratti più impetuoso, a tratti più rallentato perché c'è meno acqua, ma che va sempre e comunque avanti, fino a ricongiungersi con il mare. Nel suo andare verso il mare, il fiume è inarrestabile, deciso, pieno di energia.

Il nostro corpo umano, come ormai tutti sanno, è formato in gran parte da acqua. Possiamo dire che l'acqua, e la conseguente idratazione del nostro corpo, sono fondamentali per la nostra esistenza. Chi ha letto il libro IL TUO CORPO IMPLORA ACQUA, DI FEREYDOON BATMANGHELIDJ, MACRO EDIZIONI, sa quanto sia enfatizzata l'idratazione in questo meraviglioso libro che andrebbe inserito quale materia di studio in tutte le scuole pubbliche, ciò allo scopo di educare le future generazioni al corretto utilizzo dell'acqua limitando, al contempo, l'assunzione di bevande frizzanti e piene di zuccheri, coloranti e conservanti.

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Nel nostro corpo tutte le funzioni sono rese possibili, come ho già accennato sopra, grazie ad una corretta idratazione. Poiché noi siamo fatti di energia, il nostro cuore batte grazie ad impulsi elettrici, i nostri muscoli si contraggono grazie all'energia che scorre nel nostro corpo e ci consente, fra le altre funzioni, di camminare, pensare, mangiare, allenarci, produrre sperma, rigenerare le cellule e, di conseguenza, tutti gli organi in soli tre mesi.

Questa energia in medicina tradizionale cinese viene definita QI (si pronuncia "ci"), e il suo corretto fluire lungo i meridiani di agopuntura determina il perfetto funzionamento del nostro sistema psicofisico mentre, viceversa, se qualche meridiano blocca questo fluire, ecco che nasce il disturbo che va corretto attraverso i diversi rimedi dei quali si avvale la medicina tradizionale cinese, due fra tanti: l'agopuntura e la riflessologia plantare.

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Possiamo paragonare il QI all'acqua, essa scorre allo stesso modo, e i meridiani energetici ai vari canali dove il fiume transita fino a giungere a destinazione. Un ristagno del QI può essere paragonato ad un canale fluviale intasato, se non lo si sblocca rapidamente, provocherà un'esondazione.

Lo stesso vale per il QI, occorre mantenere il suo flusso costante, lasciare che scorra liberamente, apportando nutrimento, trasformazione e salute a livello cellulare e, di conseguenza a livello psicofisico nella persona che mantiene il proprio corpo e la propria mente in sintonia con la propria anima.

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Fatta questa premessa, andremo ad analizzare quali sono le cause di arresto del QI in un determinato organo. Poiché la Vita è flusso, il cercare di arrestare o modificare il suo avanzare, rischia di travolgerci e trascinarci via con forza, questo con o senza il nostro consenso.

Le scelte sono due: ACCETTARE la Vita, così com'è, fluendo assieme ad essa senza sforzo, oppure non accettarla, opponendo resistenza al suo continuo, impetuoso, fluire. Se la Vita è flusso, ciò significa che essa è come un fiume e, di conseguenza, uguale al QI che scorre costantemente e finché siamo vivi, nel nostro corpo attraverso i meridiani energetici.

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Quali sono le conseguenze di quanto detto finora? Se noi decideremo di fluire con la Vita, imparando ad ACCETTARLA con tutto quello che ci offrirà e non opponendo la minima resistenza ma, lungi da tutto ciò, ci lasceremo condurre dalla sua corrente sfruttandone la potenza immane, ecco che ci manterremo in salute, utilizzando il QI a vantaggio del nostro benessere psicofisico ed impedendogli, col nostro atteggiamento positivo nei confronti degli accadimenti, di arrestarsi e far danni nel nostro corpo.

Ma se, come molti fanno, decideremo di resistere alla Vita, ecco che rischieremo di venirne travolti e trascinati via senza controllo. La non accettazione della Vita con le sue dinamiche, inoltre, comporterà una certa resistenza da parte nostra, con conseguente spreco di energia, perché remeremo contro la corrente della Vita rischiando di ammalarci a causa del blocco del QI in qualche meridiano dove tenderemo ad avere, proprio in quel momento uno squilibrio energetico.

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Alla luce di quanto detto sorge una domanda spontanea: perché resistere alla Vita? Se il fiume della Vita è in costante movimento, ci conviene, se vogliamo mantenerci in salute, non ostacolarlo andando, piuttosto, in direzione del suo naturale fluire, senza sforzo, né spreco di energie, così anche il nostro QI non incontrerà resistenza, perché noi non somatizzeremo gli eventi bloccando, in conseguenza di ciò, i canali energetici.

Impariamo a fluire, lasciamoci trasportare dalla Vita, lasciamo che il nostro cuore ci parli, rimaniamo in ascolto, perché il nostro cuore e la Vita sanno già ciò di cui abbiamo bisogno per crescere, evolvere fino a realizzare i nostri progetti. Smettiamo di resistere, perché così facendo perdiamo tempo, energie, salute e a volte rischiamo di morire quando il QI è bloccato.

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Rimaniamo allievi della Vita, prendiamo ogni cosa come un suo insegnamento, smettiamo di resistere, continuiamo a rimanere in una dimensione ludica, proprio come quando giocavamo con essa da bambini, mettiamo da parte ogni paura e lasciamoci condurre per mano verso la realizzazione dei nostri sogni e, alla fine del percorso, alla FONTE dalla quale tutti noi proveniamo.

Vincenzo Bilotta