martedì 19 novembre 2024

Tutto ha uno scopo

Tutto ha uno scopo nella Vita, diversamente non accadrebbe. Se ci ammaliamo, lo scopo della malattia è di farci vedere dove abbiamo sbagliato, dove abbiamo tirato troppo la corda con il nostro corpo, dove abbiamo ecceduto nelle emozioni negative e questa rappresenta una chance che ci da il nostro corpo, perché la malattia non è una nostra nemica, essa è solo un segnale d'invito, un invito volto al cambiamento, del modo di pensare, agire e, in generale, vivere.

Quando si prende coscienza del comportamento autodistruttivo che ha portato nella nostra Vita la malattia, si guarisce interiormente, non più tramite i farmaci, ma attraverso una nuova consapevolezza che ci consentirà di trasformarci interiormente, permettendoci di non ammalarci più in futuro. Infatti, la guarigione DEFINITIVA può avvenire solo attraverso una nuova CONSAPEVOLEZZA che ci consentirà una nuova visione della Vita, i farmaci, diversamente, allevierebbero solo i sintomi.

(Immagine presa dal web)


Quando incontriamo delle persone che si rivelano false, degli amici che ci tradiscono, dei partner che non sono fedeli, invece di piangerci addosso, ripetendoci quanto siamo stati "sfortunati" ad incontrare questo genere di persone chiediamoci, piuttosto, quale ruolo essi abbiano rivestito all'interno della nostra Vita e ben presto scopriremo che essi hanno sempre fatto parte, sin da quando la nostra anima si è incarnata nel nostro corpo, del nostro progetto di Vita.

Questo genere di persone inaffidabili sono, in realtà, dei maestri che incontriamo lungo il nostro cammino nei sentieri della Vita, il cui unico scopo è quello di svegliarci, di farci acquisire coscienza, esperienza del fatto che non dobbiamo nutrire nessuna aspettativa sugli altri esseri umani perché, in quanto umani, possono cambiare idea e deluderci.

(Immagine presa dal web)


Impariamo a non avere aspettative e a non contare su nessuno tranne che su noi stessi e sulla nostra centratura. La perdita di un'azienda, un lavoro che non va come dovrebbe non sono degli eventi negativi.

La gente, di solito, vede in determinati eventi solo il lato negativo e inizia a piangersi addosso, a ripetersi quanto sia stata "sfortunata" nell'intraprendere quella determinata attività e dei relativi soldi che ha perso, rassegnandosi, spesso, all'idea che ormai è troppo tardi per creare una nuova attività ripartendo da zero.

(La copertina del mio libro, raffigurante un uomo che esce dal bozzolo e vede la luce)


Tutto questo è totalmente sbagliato, perché proprio quando un evento negativo accade, esso non costituisce altro se non uno stimolo a farci cambiare lavoro, città nella quale viviamo, a rafforzare la fiducia in noi stessi, a ricominciare da zero con più forza e determinazione.

La verità è, cari lettori, che lo scopo di ogni accadimento è quello di farci diventare delle persone più forti, più sagge e più COSCIENTI. Ovviamente, bisogna essere nel cammino di crescita personale, avere occhi per vedere e orecchie per ascoltare.

(Immagine presa dal web)


Risulta di importanza fondamentale, una volta acquisita una coscienza superiore grazie (e non a causa) a questi accadimenti che ci mettono alla prova, squarciare il velo di Maya (velo dell'illusione, secondo il buddhismo, che non permette di vedere la realtà oltre le apparenze, per maggiori dettagli puoi digitare sul motore di ricerca del mio blog OLTRE IL VELO DI MAYA e leggere il mio articolo completo) e andare oltre le apparenze fino a trasformare la propria Vita.

Quando capiremo che tutto ha uno scopo nella Vita, altrimenti non accadrebbe, in breve, da persone perseguitate dal destino ci accorgeremo ben presto di essere diventati più saggi. A quel punto, la Vita diventerà la nostra Maestra e ogni persona o evento che interagiranno con noi si trasformeranno in un libro dal quale studiare per riscoprire ed approfondire le nostre qualità e non più delle occasioni per sentirsi dei falliti.

Vincenzo Bilotta 

martedì 5 novembre 2024

L'asceta e il peccatore

Il cammino di crescita personale è un cammino fatto, molto spesso, di tentativi. Non è che cominci il cammino e t'illumini, a volte ci si può pure perdere, altre volte si può scegliere di fermarsi o tornare sui propri passi, ciò se non si possiede la disciplina necessaria per andare oltre gli eventuali ostacoli che potrebbero presentarsi lungo il percorso.

Quando si vuole raggiungere un certo grado di evoluzione spirituale, se si vuole davvero salire e scegliere di abbracciare una Vita ascetica o, comunque, meno mondana rispetto alla gente comune tutta aperitivi e glamour, sarebbe bene, prima, sperimentare la materialità, quella che più ci aggrada.

(Immagine presa dal web)


Non vi sto invitando a drogarvi, a partecipare a delle orge o a compiere rapine, no, non avrebbe senso. Vi sto invitando a sperimentare gli opposti di quello che volete raggiungere. Se volete imparare a stare bene da soli, dovrete prima frequentare persone, locali, stare in mezzo alla gente per capire se questo vi serva davvero o se, invece, potete tranquillamente fare a meno, lo stesso dicasi per la Vita mondana o il possedere beni di lusso.

Se prima non faccio sesso non saprò che cosa vuol dire astinenza, se non sto in mezzo alla folla non potrò mai imparare a stare in silenzio, e gli esempi potrebbero continuare all'infinito. E quando riusciremo a stare bene in silenzio, da soli, una volta raggiunta la centratura, non dovremmo cominciare a giudicare chi ama la compagnia o teme il silenzio, perché ognuno di noi possiede un po' di ciò che critica negli altri e, molto probabilmente, durante e, soprattutto, prima dell'inizio del cammino, eravamo come o forse peggio di chi tenderemo a criticare una volta usciti dalla meccanicità.

(Immagine presa dal web)


Ma il criticare denota un attaccamento al mondo esterno e, lungi dall'essere un segno di crescita, fa intuire, piuttosto, una forma di giudizio nei confronti degli altri, delle loro scelte, delle loro Vite. Ognuno è libero di farne ciò che vuole, della sua Vita, e nessuno deve permettersi di criticarlo. Ovviamente, questo non è un invito a delinquere in generale, lo scrivo per chiarirmi con chi non riuscisse a comprendere il mio messaggio.

In ognuno di noi vive sia l'asceta che il peccatore, e il punto di equilibrio sta nel mezzo. Ovviamente, se per natura si tende a vivere in mezzo alla folla, si ama il sesso e tutto ciò che ci fa immergere nella materia purché non si arrechi danno a nessuno, anche questa è una delle possibili vie, nessuno vieta di percorrerla, ogni anima sceglie a modo proprio cosa sperimentare su questo piano dimensionale una volta scesa quaggiù. 

(Immagine presa dal web)


Se, viceversa, si propende verso l'ascesi, la lontananza dal frastuono quotidiano, prediligendo la natura, il silenzio, la meditazione, anche questa è una via. Ci sono, poi, com'è naturale, le vie di mezzo, in cui si decide di essere sia asceti che peccatori: in questo caso si praticano meditazione, yoga ed esercizi di presenza mentale senza rinunciare ad un aperitivo con gli amici, anche questa è una via, molto utilizzata da coloro i quali vivono in città e decidono di non rinunciare del tutto alle attrazioni della Vita mondana, dopotutto seguire un cammino di crescita personale non implica necessariamente l'isolamento monastico, quella è una questione di scelte personali.

Non vantatevi se riuscite ad isolarvi e meditare, ad apprezzare la natura, rinunciate alla voglia di giudicare negativamente chi non lavora su di sé. Viceversa, se rinunciate al percorso di ascesi per abbracciare la Vita mondana, evitate di giudicare come "strani" colori i quali, invece, hanno deciso di intraprendere un cammino di crescita interiore, perché, dopotutto, in ognuno di noi vivono sia l'asceta che il peccatore e non vanno mai rinnegati in quanto fanno parte della nostra natura.

Vincenzo Bilotta