Il cammino di crescita personale è un cammino fatto, molto spesso, di tentativi. Non è che cominci il cammino e t'illumini, a volte ci si può pure perdere, altre volte si può scegliere di fermarsi o tornare sui propri passi, ciò se non si possiede la disciplina necessaria per andare oltre gli eventuali ostacoli che potrebbero presentarsi lungo il percorso.
Quando si vuole raggiungere un certo grado di evoluzione spirituale, se si vuole davvero salire e scegliere di abbracciare una Vita ascetica o, comunque, meno mondana rispetto alla gente comune tutta aperitivi e glamour, sarebbe bene, prima, sperimentare la materialità, quella che più ci aggrada.
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Non vi sto invitando a drogarvi, a partecipare a delle orge o a compiere rapine, no, non avrebbe senso. Vi sto invitando a sperimentare gli opposti di quello che volete raggiungere. Se volete imparare a stare bene da soli, dovrete prima frequentare persone, locali, stare in mezzo alla gente per capire se questo vi serva davvero o se, invece, potete tranquillamente fare a meno, lo stesso dicasi per la Vita mondana o il possedere beni di lusso.
Se prima non faccio sesso non saprò che cosa vuol dire astinenza, se non sto in mezzo alla folla non potrò mai imparare a stare in silenzio, e gli esempi potrebbero continuare all'infinito. E quando riusciremo a stare bene in silenzio, da soli, una volta raggiunta la centratura, non dovremmo cominciare a giudicare chi ama la compagnia o teme il silenzio, perché ognuno di noi possiede un po' di ciò che critica negli altri e, molto probabilmente, durante e, soprattutto, prima dell'inizio del cammino, eravamo come o forse peggio di chi tenderemo a criticare una volta usciti dalla meccanicità.
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Ma il criticare denota un attaccamento al mondo esterno e, lungi dall'essere un segno di crescita, fa intuire, piuttosto, una forma di giudizio nei confronti degli altri, delle loro scelte, delle loro Vite. Ognuno è libero di farne ciò che vuole, della sua Vita, e nessuno deve permettersi di criticarlo. Ovviamente, questo non è un invito a delinquere in generale, lo scrivo per chiarirmi con chi non riuscisse a comprendere il mio messaggio.
In ognuno di noi vive sia l'asceta che il peccatore, e il punto di equilibrio sta nel mezzo. Ovviamente, se per natura si tende a vivere in mezzo alla folla, si ama il sesso e tutto ciò che ci fa immergere nella materia purché non si arrechi danno a nessuno, anche questa è una delle possibili vie, nessuno vieta di percorrerla, ogni anima sceglie a modo proprio cosa sperimentare su questo piano dimensionale una volta scesa quaggiù.
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Se, viceversa, si propende verso l'ascesi, la lontananza dal frastuono quotidiano, prediligendo la natura, il silenzio, la meditazione, anche questa è una via. Ci sono, poi, com'è naturale, le vie di mezzo, in cui si decide di essere sia asceti che peccatori: in questo caso si praticano meditazione, yoga ed esercizi di presenza mentale senza rinunciare ad un aperitivo con gli amici, anche questa è una via, molto utilizzata da coloro i quali vivono in città e decidono di non rinunciare del tutto alle attrazioni della Vita mondana, dopotutto seguire un cammino di crescita personale non implica necessariamente l'isolamento monastico, quella è una questione di scelte personali.
Non vantatevi se riuscite ad isolarvi e meditare, ad apprezzare la natura, rinunciate alla voglia di giudicare negativamente chi non lavora su di sé. Viceversa, se rinunciate al percorso di ascesi per abbracciare la Vita mondana, evitate di giudicare come "strani" colori i quali, invece, hanno deciso di intraprendere un cammino di crescita interiore, perché, dopotutto, in ognuno di noi vivono sia l'asceta che il peccatore e non vanno mai rinnegati in quanto fanno parte della nostra natura.
Vincenzo Bilotta