Viviamo in una società di persone lamentose, inquadrate, che vanno sempre di fretta, vivono di convenzioni e muoiono senza ricordarsi se, prima del fatidico giorno, abbiano mai vissuto. In una società così strutturata, pochissime persone hanno voglia, tempo e capacità di vedere il bello.
A parte il fatto che, prima di poter vedere il bello, bisognerebbe educarsi a vederlo. Ma prima di poter vedere il bello fuori, occorrerà imparare a vedere il bello dentro di noi (se vuoi approfondire l'argomento cerca nel motore di ricerca del mio blog il mio articolo intitolato CREA IL BELLO DENTRO).
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Sì, in pratica vi sto dicendo che abbiamo dei filtri emozionali-esperienziali che edulcorano, per così dire, la realtà, personalizzandola a seconda dell'osservatore. Qualsiasi persona è in grado di percepire un bellissimo paesaggio al tramonto o, ancora, un bel panorama marino o forestale, ma questo può avvenire solo se quella persona ha una determinata predisposizione d'animo tale da consentirgli di percepire, vedere il bello.
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Ma in realtà la maggior parte delle persone il bello non lo vede, perché porta con sé ancora dei lutti non del tutto elaborati, odio nei confronti di se stesso o di altri, invidia, rabbia e potremmo continuare l'elenco fino a scrivere un altro articolo solo con la lista e non basterebbe nemmeno.
Ma cosa ci serve per educarci al bello, per imparare a vederlo? GLI OCCHI DI UN BAMBINO. Questa è la risposta. Lasciamo che i bambini c'insegnino cosa significhi lo stupore di fronte ad un animale appena nato, ad un ruscello, o quando giocano in riva al mare, nell'età che va dai 3 ai 5 anni, quando la mente è ancora libera, senza filtri, quando ancora il processo di addomesticamento non è cominciato e sono in grado di provare meraviglia di fronte a ciò che gli si presenta davanti.
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Il trucco per educarsi al bello è mantenere la mente di un bambino e cioè SEMPLICE, ELASTICA, COSTANTEMENTE CONNESSA COL FLUSSO DELLA VITA E, SOPRATTUTTO, CENTRATA NEL QUI E ORA. Per i bambini non esiste il tempo, così quando guardano un fiore non cercano di ricordarne il nome o dove lo hanno visto prima ma, lungi da tutto ciò, provano STUPORE e lo ammirano.
Educarsi al bello significa risolvere i conflitti interiori, liberarsi dalla rabbia, perdonare prima se stessi e poi gli altri, trasformando la paura in amore. In pratica, educarsi al bello, a vedere il bello fuori, significa LIBERARSI dalle catene che ci tengono imprigionati dentro una stanza mentale piena di nozionismi, sentimenti di negatività, lamentela e stress.
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Impariamo a vedere il bello fuori, cominciamo a lasciarci il passato alle spalle, smettiamo di stare in ansia per ciò che potrebbe accaderci fra un istante. In quel momento, quando saremo totali in ciò che stiamo facendo, quando il tempo e, di conseguenza, la mente, saranno annullati, allora e solo allora, saremo finalmente educati a vedere il bello fuori.
Vincenzo Bilotta