domenica 29 dicembre 2013

Quale lupo prospera in te?

Narra una leggenda indiana di un giovane pellerossa che stava vivendo un periodo abbastanza travagliato della sua Vita. Ad un certo punto, decide di andare dall'anziano del villaggio allo scopo di esporgli i suoi problemi ed ottenere consigli in proposito. Dopo essere entrato nella sua tenda ed avere cominciato a raccontare dei suoi disagi, vedendo che l'anziano lo fissava in silenzio, egli continua dicendogli: "Ci sono due lupi che lottano dentro di me e io non so e non riesco mai a sapere chi vincerà." Fu a quel punto che l'anziano, volgendo il suo sguardo lontano, rispose: "Vincerà quello a cui darai da mangiare."

Voi quale lupo alimentate? Quello della fiducia in voi stessi o, viceversa, quello del conflitto interiore e dell'illusione di essere distaccati da tutto il resto? Probabilmente non ve lo sarete mai chiesti. Alcuni di voi, magari, seguiranno i propri schemi automatici di comportamento senza nemmeno rendersi minimamente conto di dove stia il problema, dove sorga il conflitto e quali siano i fattori che lo alimentano.
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Ci vuole un lavoro di autosservazione molto profondo per capire quali sono le emozioni che ci hanno dominato e che continuano, tuttora, a dominarci. Bisogna fare un accurato lavoro di selezione dei pensieri, andare in profondità fino ad incontrare le paure più profonde, quelle con le quali non vorremmo mai fare i conti e che cerchiamo in tutti i modi di fuggire, stordendoci, spesso, con delle vie di fuga inutili quanto distruttive come le droghe, l'alcool o, ancora, gli psicofarmaci.

Ricordate però che, se deciderete di fuggire le vostre paure senza riuscire prima ad averle guardate negli occhi, non farete altro che alimentarle ed ingigantirle. Quasi sempre, ciò di cui abbiamo paura è irreale o molto meno minaccioso da come ce lo fa apparire, invece, la nostra mente. In questi casi, infatti, la mente è molto brava a fantasticare su determinati pensieri al solo scopo di angosciarci.

In realtà, però, basterebbe prendere coscienza del pensiero che si sta alimentando per interromperne, proprio in quel momento,  il nutrimento e PROVOCARNE LA FUGA E LA MORTE SIMBOLICA. I pensieri negativi si nutrono della nostra energia. Siamo noi ad alimentarli, continuando a fissare la nostra attenzione su di essi, continuandoli a giudicare e temere.

E' come se avessimo allevato sin da cucciolo un lupo che sin dall'inizio non ci ha mai obbedito. E' ovvio che prima o poi, una volta cresciuto, potrà avventarsi su di noi cercando di ucciderci. In questo caso, chiunque sa che è meglio dar via una bestia simile sempre che si tenga alla propria incolumità. Non per questo, però, si deve rinunciare ad allevarne un altro, di lupo.

I pensieri sono proprio come il lupo. Ma occorre allevare il lupo buono (pensieri buoni), quello che ci è fedele e ci protegge da tutti. Se nutriamo i pensieri buoni, dopo averli riconosciuti mentre si formano e sviluppano nella nostra mente, non possiamo che creare, dentro e intorno a noi, armonia, benessere e prosperità.
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Ma se, viceversa, continuiamo ad alimentare pensieri angoscianti, di giudizio, d'invidia e, in generale, quant'altro serva ad alimentare e mantenere in noi il conflitto sia interno, prima, che esterno, poi, ci costringeremo a vivere l'inferno in terra.

Impariamo ad essere sinceri con noi stessi, a conoscere ciò di cui abbiamo realmente paura, PORTANDOLO ALLA LUCE E SMETTENDO DI TEMERLO. DOPOTUTTO, LA TENEBRA NON HA SPERANZA DI SOPRAVVIVERE ALLA LUCE DELLA CONSAPEVOLEZZA RADIANTE.

NELLA CONSAPEVOLEZZA C'E' DIO. Smettiamo di alimentare il lupo sbagliato, il cibo ci costa energia e, alla lunga, ci fa mancare di progredire e realizzarci. Cacciamolo via, non lasciamo che continui a dettar regole per noi, terrorizzandoci coi suoi soliti, quanto stupidi ed irreali, fantasmi!

Non sentitevi stupidi quando scoprirete di essere stati governati dagli automatismi della mente. Ciò, probabilmente, sarà un processo che dura da quando è iniziato il vostro "addomesticamento" o, se più vi piace, la vostra programmazione. Quando scoprirete di essere stati programmati per vivere come vittime del processo di pensiero inconscio, proprio allora potrà avvenire il risveglio e smetterete di alimentare il lupo che, fino a quel momento, seppur in maniera inconsapevole, avevate ritenuto essere quello giusto per voi.

Vincenzo Bilotta



domenica 22 dicembre 2013

Il dramma interiore

Siete soddisfatti della vostra Vita? Riuscite a sorridere alla vista di un bambino, a sentirvi vivi dentro, a gioire dopo una passeggiata nei boschi o, viceversa, vi sentite prigionieri in un mondo che sembra non appartenervi più? Bene, se avete risposto di sì alla domanda che apre questo mio nuovo articolo, siete fra i pochi che riescono ancora a vivere nel QUI E ORA.

Cosa significa vivere nel QUI E ORA? Significa essere se stessi, essere presenti in ogni cellula del proprio corpo, avere la PERCEZIONE TOTALE E SILENZIOSA DEL PROPRIO SE'. Chi vive nel QUI E ORA, non ascolta più la propria mente e va avanti limitandosi ad OSSERVARE i pensieri senza più crederci o identificarsi con essi in alcun modo. 
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Quando si esce dalla mente e si comincia a capire di aver vissuto un sogno lungo tutta una Vita, si comincia ad essere i padroni del proprio corpo, della propria mente e, di conseguenza, ci si unisce alla propria Anima, ascoltandone i bisogni e i progetti.

Ma perché, nel mondo, le persone sembrano così infelici nonostante i progressi attuati in tutti i campi? Perché nonostante le tecnologie delle quali oggi l'uomo dispone, i traguardi da lui raggiunti e i desideri appagati, molti si sentono vuoti, senza scopo e soli?
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Secondo me, questa sensazione è dovuta al senso di separazione che, sempre più di frequente ormai, le persone vivono. Ciò è causato dallo spostamento dell'attenzione dal QUI E ORA ad un momento passato o futuro e comunque diverso dal PRESENTE. Così nasce il dramma interiore, che ognuno vive a modo suo, in maniera personalizzata ed in base agli schemi mentali appresi.

Gli schemi mentali consistono in comportamenti appresi durante il processo educativo dalle persone a noi più vicine e che hanno come scopo quello di farci avere la meglio su determinate situazioni di Vita quotidiana. Essi entrano in funzione in maniera automatica ogni volta che si ripetono eventi simili a quelli per i quali si è appreso lo schema mentale.
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Lo schema mentale però, lungi dal risolvere un problema, non fa altro che portare una persona a reagire in automatico, proprio come un robot, a quel determinato evento. La reazione ad un evento, non porta mai a buoni risultati in quanto non è mai CONSAPEVOLE ma, al contrario, AUTOMATICA.

In pratica, si vivono gli eventi e si reagisce ad essi secondo uno schema tipo catena di montaggio. Succede un fatto simile a quello che abbiamo vissuto in passato e in base al quale abbiamo creato, il nostro cervello ha creato, tramite la nostra mente, uno schema mentale, ed ecco il ripetersi degli stessi risultati, molto spesso non desiderati.
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E' proprio in questo terreno che nasce e prospera il dramma interiore. Esso si nutre dell'energia prodotta dai nostri schemi reattivi, dai nostri automatismi mentali. Per smettere di vivere ed alimentare questo dramma interiore, occorre USCIRE DAL CIRCOLO VIZIOSO DATO DA SITUAZIONE SIMILE=REAZIONE SIMILE che porta a risultati distruttivi per noi e per chi ci sta attorno.

Per cambiare i risultati rispetto a situazioni potenzialmente svantaggiose occorre, innanzitutto, un accurato lavoro di autosservazione, volto ad interrompere sul nascere l'automatismo prodotto dallo schema di pensiero specifico. Bisogna svegliarsi e capire LA NOSTRA ASSENZA MENTALE DALLA QUALE DERIVA IL COMPORTAMENTO AUTOMATICO.
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Quando ci osserviamo mentre reagiamo ad una persona o situazione, è lì che usciamo dalla mente e ci svegliamo dal SOGNO AD OCCHI APERTI. Proprio lì finisce il dramma interiore. Quando ci scopriamo a ripetere lo stesso comportamento tenuto 20 anni prima in una situazione simile, solo a quel punto possiamo decidere DI COMINCIARE AD AGIRE, E NON PIU' REAGIRE, PER RAGGIUNGERE I RISULTATI DESIDERATI MA MAI SPERATI FINO A QUEL MOMENTO.

Prima di arrivare a percepire e scovare i propri comportamenti automatici, occorre rilassarsi. Per questo è FONDAMENTALE imparare a respirare. Il respiro ci consente di accedere al QUI E ORA, ci rende presenti a noi stessi. Quando siamo presenti, solo allora potremo prendere una decisione diversa riguardo a situazioni che sembrano ripetersi all'infinito ma che tendono a dare risultati sempre uguali.

Vincenzo Bilotta




domenica 15 dicembre 2013

Malati di passato

Normalmente, il passato dovrebbe costituire quel periodo di tempo precedente il QUI E ORA che abbiamo vissuto e nel quale abbiamo compiuto le nostre interazioni nella maniera più consona a quelle che erano le nostre esigenze di allora. Spesso, però, il nostro passato personale continua a tormentarci con i suoi conflitti irrisolti, le cose non dette, le cose non fatte e i sensi di colpa.

L'umanità, oggi, è malata di una malattia invisibile quanto letale: questa malattia si chiama passato. In realtà, il passato non potrebbe nuocerci in alcun modo SE SOLO RIUSCISSIMO AD ACCETTARLO PER POI LASCIARLO ANDARE. Purtroppo, però, il nostro desiderio di perfezionismo e la durezza eccessiva verso noi stessi, ci portano a vivere dei veri e propri sensi di colpa per come sono andate le cose 1 mese, 1 anno o perfino 20 anni prima!
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La maggior parte delle persone, insomma, è malata di passato. Di per se stesso, il passato è neutro, oggettivo, un pò come il mondo. La differenza la facciamo sempre noi, coi nostri pensieri riguardo ad esso. Il problema è che la maggior parte di noi, quando pensa al passato si sente in colpa per come sono andate le cose. Da ciò nascerà, in un secondo tempo, il conflitto derivante proprio dal senso di colpa che potrà sfociare, se non elaborato correttamente, nel disagio psicofisico vero e proprio.

Come guarire dal passato, impedendogli di continuare a tormentarci fino a farci ammalare? PERDONANDOCI. Il perdono è la cura alla malattia chiamata passato. Da dove cominciare? SEMPRE E SOLO DA NOI. Noi soli, infatti, siamo responsabili degli eventi e persone che, nel corso delle nostre esperienze, ci siamo attirati. Nessun altro ha colpa in merito.
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SMETTIAMO DI CERCARE NEMICI AL DI FUORI DI NOI QUANDO, INVECE, L'UNICO NEMICO DA SCONFIGGERE SIAMO NOI STESSI E, IN PARTICOLARE, IL NOSTRO VECCHIO MODO DI PENSARE E VEDERE RIGUARDO AL PASSATO.

Il passato che ci portiamo ancora dietro è come uno zaino pieno di pietre pesanti, ognuna delle quali porta scritti su di sé i nomi delle persone che, inconsapevolmente, ci hanno arrecato sofferenza o hanno, in qualche modo, deluso le nostre aspettative.
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IL PERDONO CI LIBERA DAL PASSATO TOGLIENDOGLI CARICA. Attraverso il perdono delle persone o degli eventi, rompiamo il cordone ombelicale con essi, smettendo di nutrirci del loro veleno e disintossicandoci da credenze, problematiche ed emozioni che non sono più adeguate al contesto spaziotemporale nel quale viviamo ed interagiamo.

Il perdono è la cura del nostro passato. La Presenza Mentale elimina ogni paura riguardo al nostro futuro. Occorre solo accedere al proprio potere personale. Possiamo farlo SOLAMENTE restando nel QUI E ORA. Cominciate col perdonare gli eventi meno importanti del vostro passato personale fino ad arrivare a perdonare, col tempo, la VOLONTA' E LA PRATICA, anche episodi che non avreste mai pensato di risolvere o superare.
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C'è solo una via d'uscita dal passato, essa è costituita dal perdono. Il perdono del quale parlo io, come altri autori, è UN PERDONO CHE VIENE DAL CUORE, NON DALLA MENTE. Perdonare col cuore significa liberarsi dal legame di dolore che ci tiene uniti all'altro. Lo si può fare senza stringere la mano a nessuno, nel silenzio del proprio respiro. Questo libera dall'ego e da tutto il male che ci siamo autoinflitti.

Anche se l'altra persona probabilmente non saprà mai che l'abbiamo perdonata, non per questo noi saremo meno felici o perderemo l'opportunità di riconciliarci col nostro passato e, di conseguenza, con noi stessi. L'importante è perdonare col cuore e DIMENTICARE. Chi perdona con la testa non dimentica, tende a scendere a compromessi con chi presume gli abbia fatto del male e HA L'ABITUDINE DI RINFACCIARE QUANTO ACCADUTO ANCHE DECENNI PRIMA.
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Quando siete pronti a perdonare col cuore e a dimenticare, fatelo. Diversamente, lavorate prima su di voi allo scopo di evitare di portare a galla inutili conflitti all'apparenza sepolti ma MAI dimenticati. 

Vincenzo Bilotta




domenica 8 dicembre 2013

Conosci te stesso

Oggi voglio parlarvi di un viaggio. Questo viaggio è volto alla scoperta di Sè. Già nell'antichità si hanno notizie della frase che ho voluto utilizzare come titolo per questo mio nuovo articolo: CONOSCI TE STESSO. In particolare l'iscrizione NOSCE TE IPSUM la si ritrova iscritta sul tempio dell'Oracolo di Delfi. 

Se chiediamo a qualcuno se conosce bene se stesso, magari ci risponderà di sì. Quanto di vero ci sarà in quest'affermazione è tutt'altro affare. Nessuno, o pochissimi, conoscono realmente se stessi. Per conoscersi bene, ci si dovrebbe trovare di fronte a determinate situazioni anche potenzialmente rischiose per la propria incolumità psicofisica. E nonostante ciò, si potrebbe conoscere una percentuale più elevata delle proprie potenzialità, mai tutte per intero.

Per conoscere se stessi occorre VIVERSI ED ACCETTARSI SENZA GIUDICARSI. Troppi di noi sono impegnati a dar credito ai giudizi che, pur non essendo stati richiesti da nessuno, ci elargiscono gratuitamente e, spesso, ignorantemente, genitori, insegnanti, preparatori atletici, preti e chi più ne ha, più ne metta.

La nostra è una società basata sul giudizio. Da ciò nasce come conseguenza naturale il conoscersi tramite l'altrui parere o giudizio che dir si voglia. Chiediamo consigli per come ci sta un abito, per la palestra che vogliamo frequentare, per sapere che tipo è il ragazzo/a che vorremmo conoscere e praticare etc. Non sappiamo che, così facendo, deleghiamo agli altri il potere su di noi e, al contempo, ci perdiamo l'opportunità di decidere da noi e, attraverso l'esperienza che ne conseguirebbe, di conoscerci COSI' COME SIAMO.

Il processo di autoconoscenza è, sicuramente, un processo lungo che richiede un attento lavoro su di Sè. Altra fase che porterà alla migliore conoscenza di Sè è costituita dall'ELIMINAZIONE DEL GIUDIZIO VERSO SE STESSI COSI' COME VERSO GLI ALTRI.
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Per conoscerci, insomma, dobbiamo eliminare tutti i filtri derivanti dai giudizi ricevuti nel corso della nostra crescita dalle persone che, paradossalmente, avrebbero dovuto aiutarci, attraverso il processo educativo, a sviluppare appieno le nostre potenzialità.

Nonostante il processo educativo, o di addomesticamento come dice Don Miguel Ruiz, siamo liberi di cambiare. Il problema è ricordarsi di essere nati liberi. Noi siamo come i canarini cresciuti in cattività, ci adattiamo ad una situazione di prigionia senza mai pensare di liberarci. Non sappiamo cosa sia la libertà perchè nessuno ce lo ha mai insegnato.

Siamo cresciuti inquadrati nella massa, privati delle nostre aspirazioni, uniformati al branco di pecore servili ed automatizzate al solo scopo di accrescere il potere di pochi individui in grado di sfruttare le nostre capacità a loro esclusivo vantaggio.

Chi ci ha educato, ci ha trasmesso le sue conoscenze senza curarsi di aiutarci a sviluppare le nostre capacità di autoconoscenza. In pratica, non ci hanno insegnato la via per conoscere noi stessi. Ovviamente, spesso nemmeno chi ci ha educato sapeva dell'esistenza delle potenzialità nascoste in ogni essere umano. Nemmeno i cosiddetti "maestri" conoscono realmente Sè stessi.

Siamo come animali rinchiusi in una gabbia senza sbarre. Conosciamo solo questa realtà, l'abbiamo appresa attraverso il processo educativo e la maggior parte di noi se la farà bastare per il resto della sua vita, rimanendo in questa prigione virtuale.

Per uscire dai limiti imposti occorre accorgersene, autosservandosi. Bisogna capire di essere ingabbiati in un programma, proprio come nel film MATRIX. Quando si scopre di essere prigionieri di un programma, occorre la VOLONTA' di uscirne allo scopo di liberarsi da questa gabbia invisibile.

Conoscere se stessi significa andare oltre le apparenze, entrando nel regno buio dell'inesplorato. Questo è l'Inferno descritto in maniera allegorica da Dante Alighieri ne La Divina Commedia. Molti si fermeranno non appena la luce calerà e cominceranno a sentire le prime voci della notte. Solo chi avrà la VOLONTA' di proseguire oltre le illusioni scoprirà finalmente chi si celava dietro un'educazione ed una serie di giudizi raccolti nel corso della sua Vita.

Vincenzo Bilotta


domenica 1 dicembre 2013

Pensieri che inquinano

Il nostro bel mondo, oggi, conosce diversi tipi d'inquinamento. Si può spaziare dall'inquinamento acustico a quello elettromagnetico, passando per quello dei mari, dei cieli e via dicendo. Pochi, però, parlano di una delle forme più diffuse e sottili d'inquinamento: L'INQUINAMENTO MENTALE DA PENSIERI.

Esso è la forma più pericolosa e contagiosa d'inquinamento. E' facile farsi contagiare da pensieri di stress, rabbia, fretta, paura e chi più ne ha, più ne metta. Ovviamente, si è più predisposti ad essere contagiati e ad inquinare, a nostra volta, l'ambiente circostante, persone comprese, solo se non si è fatto un corretto lavoro su di sé allo scopo di ottenere una centratura.
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Vi starete chiedendo come possono dei pensieri inquinare il nostro bel mondo, visto e considerato che, in fin dei conti, sono inconsistenti e non contengono ottani né mercurio? Vi risponderò dicendovi che i pensieri negativi, sono la forma più pericolosa d'inquinamento esistente! Per fortuna, al giorno d'oggi, ci sono anche tante persone bilanciate che lavorano su di sé e aiutano gli altri ad evolvere. Ciò, sicuramente, aiuta a minimizzare i danni e a migliorare la qualità della Vita in generale.

Ma cosa fare quando s'incontra una persona negativa? In fondo, non è nemmeno consapevole del danno che arreca, a chi interagirà con lei, col suo comportamento. Occorre NON DARLE LA NOSTRA ATTENZIONE, ALTRIMENTI CEDEREMO ANCHE LA NOSTRA ENERGIA. Quando incontriamo persone lamentose, non cerchiamo di consolarle. Sì, vi sto dicendo di andar via e in fretta!
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Il lamentoso vuole solo la nostra energia, non il nostro compatimento. Se possiamo, diamo dei consigli ma ciò SOLO SE SIAMO ABBASTANZA FORTI DA NON LASCIARCI TRASCINARE DENTRO LE SUE DINAMICHE. Altrimenti rischiamo di venire "inquinati" dalle sue energie negative.

Poniamo il caso in cui s'incontrino due persone con energie diverse. Una possiede uno stato di equilibrio tale da renderla gioiosa e positiva mentre l'altra è triste e lamentosa perché "le cose non vanno come vorrebbe". In tal caso, la persona in equilibrio può anche fermarsi a parlare con chi, invece, in equilibrio proprio non è. Occorre, però, che stia attenta a non entrare nelle dinamiche negative-distruttive del lamentoso, altrimenti rischierà di colare a picco con lui, nonostante lo stato di equilibrio.
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Insomma, se abbiamo tanta energia per noi, sprechiamola solo se veramente riteniamo di poter aiutare l'altra persona sacrificando SOLO LA PARTE DI ENERGIA CHE, ANCHE SE USATA, NON ARRECA DANNI AL NOSTRO SISTEMA ENERGETICO. DIVERSAMENTE, CAMBIAMO STRADA O EVITIAMO DI INTRATTENERCI A LUNGO CON QUESTA PERSONA.

Come ripulire il mondo dall'inquinamento da pensieri? Dedicandoci a ripulire, ognuno per conto suo e col suo piccolo seppur importante contributo, la nostra mente dai pensieri negativi, stressanti o ossessivi. Si potrà scegliere di meditare, praticare tai-chi, ballare e, in generale, praticare quelle attività che ci fanno stare bene e ci possono far tornare nel QUI E ORA.

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Facciamo sì che queste attività possano entrare a far parte del nostro modo di vivere per completare al meglio la nostra giornata. Ricordate: IL CONTRIBUTO DEL SINGOLO, VOLTO A RIPULIRE IL MONDO DALL'INQUINAMENTO DA PENSIERI, PUR COSTITUENDO UNA GOCCIA NELL'OCEANO, TUTTAVIA POTRA' SERVIRE DA ESEMPIO PER CHI E' GIA' PRONTO A CAMBIARE MA HA ANCORA BISOGNO DI UNA SPINTA. Buon lavoro e.... buona pulizia!

Vincenzo Bilotta


domenica 24 novembre 2013

Frammenti di realtà

La realtà che percepiamo ogni giorno è quella che afferriamo coi nostri cinque organi di senso: vista, udito, gusto, olfatto e tatto. D'altronde si è visto come i mistici, fin dall'antichità, abbiano affiancato a questi cinque sensi un SESTO SENSO. Questo ci permetterebbe di cogliere la VERA realtà che si cela al di là delle apparenze. 

Anche la fisica quantistica, a partire dall'inizio del ventesimo secolo, ha cominciato ad intuire che il mondo che ci circonda assieme agli oggetti di comune utilizzo, altro non sono, in realtà, se non illusioni. Certo, le cose possiamo toccarle, utilizzarle, ma, secondo la fisica dei quanti, esse non sarebbero poi così materiali come sembrerebbero all'apparenza.
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In poche parole, tutti gli oggetti, altro non sarebbero se non energia condensata, formata da particelle oscillanti ad altissima velocità. Sarebbe proprio questa velocità elevata a conferire loro un aspetto solido. Del resto, diversi studi in neuroscienze hanno dimostrato come noi percepiamo i colori e le forme in base ad un sistema di codificazione che passa attraverso il "vaglio" da parte del cervello.

In pratica, secondo le ricerche effettuate in neuroscienze, il nostro cervello si comporterebbe proprio come un lettore di codici a barre. Attraverso il cervello, poi, noi siamo in grado di percepire colori, suoni, forme, sensazioni visive e tattili. Ciò significa che la nostra percezione della realtà è limitata a ciò che il cervello comunica attraverso i neurotrasmettitori.

La conseguenza di ciò è fin troppo ovvia. Noi siamo in grado di percepire dei frammenti di realtà. A questi frammenti di realtà si può avere accesso solo attraverso l'intuizione, la meditazione e, in generale, tutto ciò che ci porta a sperimentare una sorta di stato alterato di coscienza che ci rende permette di vedere le cose COSI' COME NON SONO.

Del resto, i buddisti affermano da secoli che siamo immersi in MAYA, termine che sta ad indicare l'illusione. Per riscoprire ciò, in un secolo come il nostro, dominato da supertecnologie e realtà virtuali, ci volevano la fisica quantistica e le neuroscienze. Forse ciò per avvalorare e rivestire di credibilità quella che (il buddismo) è vista solo come una religione dai più.
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Fatto sta che, oggi come 5000 anni fa, si è riscoperta l'illusorietà, la fallacia dei nostri cinque sensi. Cos'è vero allora? Sicuramente, ciò in cui crediamo, quello che percepiamo quando il nostro dialogo interiore cessa e i nostri condizionamenti psicofisici vanno in vacanza, almeno per un pò, a volte, ci si augurerebbe, per sempre.

Un giorno potremmo scoprire che le esperienze che viviamo, il cibo che mangiamo e, perchè no, la casa in cui viviamo, altro non sono se non proiezioni del nostro subconscio elaborate dal nostro cervello per dar loro una forma reale. Fino ad allora, dovremo accontentarci dei frammenti di realtà che riusciamo a sperimentare quando, aperta la gabbia delle nostre illusioni, ci abbandoniamo alla nostra percezione creativa volando fianco a fianco con Dio.

Vincenzo Bilotta

domenica 17 novembre 2013

Questione di attitudine

Vi siete mai chiesti che differenza passa fra chi riesce ad avere successo nello sport, nel lavoro e, in generale, nella Vita di tutti i giorni e chi, invece, sembra non centrare nemmeno un obiettivo? La risposta è racchiusa in un'unica parola: ATTITUDINE.

Nella Vita, tutto è questione di attitudine mentale. Occorre dirigere le proprie energie in maniera tale da poter realizzare gli obiettivi desiderati senza sforzo eccessivo e, per far ciò, bisogna avere l'attitudine giusta. Come fare la differenza? Non sempre è semplice, complici le strutture mentali che sembrano governare il nostro modo di pensare ed agire. Bisogna procedere un passo per volta ed avere volontà, costanza e tanta capacità di autosservazione.
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Ma analizziamo il significato della parola ATTITUDINE. Il suo significato letterale fa riferimento ad INCLINAZIONE, PREDISPOSIZIONE D'ANIMO. Qual'è la vostra predisposizione d'animo in questo preciso istante? Seguite la giusta Via o siete forse vittime delle convinzioni limitanti attraverso le quali siete stati programmati?

Sapete che differenza passa fra una persona di successo ed una persona "non destinata" ad averne? Il tipo di programmazione e la conseguente attitudine derivante dal programma registrato nel suo cervello. Non si diventa campioni nello sport o grandi investitori in borsa "per puro caso". IL CASO NON ESISTE.
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Se credete ancora al caso e pensate di essere vittime di un "destino crudele" invece che di programmi autosabotanti ricevuti attraverso l'educazione, siete liberi di smettere la lettura del seguente articolo: esso, infatti, è riservato SOLO A CHI E' REALMENTE PRONTO PER CAMBIARE, SMETTENDO DI CREDERE NEL CASO E NEL DESTINO.

Quando comincerete il vostro lavoro per cambiare programma mentale, capirete quali sono state le direttive che vi hanno impartito da bambini e che vi portate ancora dietro. Osservatevi nel quotidiano, nelle relazioni sentimentali, lavorative, sociali. Ciò servirà a farvi scoprire qual'è la vostra attitudine e se è idonea a farvi realizzare i vostri progetti.
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Se vi accorgete che va tutto come avete sempre desiderato, in questo caso potete continuare per la vostra strada. Diversamente, se percepite qualcosa che ostacola il vostro successo in uno o più campi della vostra Vita, E' TEMPO DI RIPROGRAMMARVI IN MODO DA POTER RAGGIUNGERLO.

Spesso, per conoscere quale sia la giusta attitudine per noi, basta sperimentare degli approcci diversi nelle attività in cui, fino a quel dato momento, non abbiamo ottenuto i risultati sperati. A volte basterà cambiare una sola parola nel nostro vocabolario quotidiano per poter ottenere subito i risultati desiderati. Prima di far ciò, occorrerà individuare le convinzioni limitanti che, fino a quel momento, hanno sabotato la nostra capacità di riuscita.
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Se, ad es., vogliamo vincere una gara sportiva ma temiamo gli avversari, facendo ciò ci autosaboteremo, togliendoci energie e perdendo in partenza. Piuttosto che partire con questo stato d'animo, cambiamo attitudine smettendo di sprecare energie nel timore degli avversari, utilizzandole, invece, per migliorare le nostre prestazioni sportive.

Invece di dire: ci sono persone più forti di me che sono dei campioni, possiamo dire: SIAMO TUTTI SULLO STESSO PIANO E ANCHE I CAMPIONI, PRIMA O POI, VENGONO BATTUTI. Evitando di etichettare in maniera negativa le situazioni smetteremo di sprecare energie e miglioreremo, al contempo, le nostre prestazioni globali, ciò in qualsiasi campo, nessuno escluso.

Vincenzo Bilotta


domenica 10 novembre 2013

Cambia canale

Immaginate la vostra mente come se fosse un televisore. Dopo aver fatto questo, immaginate i pensieri come se fossero dei programmi trasmessi su un determinato canale. Ogni canale trasmette il proprio programma ad orari prestabiliti. Cosa facciamo quando un programma non ci piace? Cambiamo canale!

Così, visto che ho paragonato la mente ad un televisore e ho chiamato l'articolo "Cambia canale", oggi voglio parlarvi del modo in cui potete "sintonizzarvi" sui pensieri che vi fanno stare più bene, tralasciando quelli che vi fanno sprecare energie.
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Tutto è questione di FOCALIZZARE L'ATTENZIONE SUL PENSIERO CHE CI FA STARE BENE. Il focalizzare l'attenzione su di un pensiero positivo, è come il sintonizzarsi su di un canale tv che trasmette il nostro programma preferito. Così come utilizziamo il telecomando per accedere al nostro canale preferito, allo stesso modo possiamo concentrare la nostra attenzione sul pensiero che più ci piace, per far sì che finisca col far parte dei nostri pensieri principali, sostituendo IN MANIERA DEFINITIVA tutti gli altri pensieri inutili.

Ecco dei suggerimenti per realizzare ciò. Premesso che è solo questione di esercitazione, v'incoraggio a  perseverare perchè, all'inizio, la vostra mente continuerà ad imporvi il suo gioco. Tuttavia, se continuerete ad esercitarvi, anche se non raggiungerete il controllo completo sui pensieri, potrete creare il giusto compromesso per vivere felici e creativi.

Per cominciare, vi suggerisco di osservare i vostri pensieri. Guardateli quando nascono, si sviluppano e permangono nella vostra mente per un periodo di tempo che varia a seconda della potenza quanto dell'attenzione che dedicheremo ad essi. Dopo averli osservati, ASTENETEVI DAL GIUDICARLI, SEMPLICEMENTE LASCIATELI ESSERE.

Dopo questa prima fase comincerete a vedere i primi risultati. I pensieri, infatti, pur continuando ad esistere nella vostra mente, tuttavia non vi daranno fastidio come prima. Ciò grazie al fatto che, con il non giudizio, avete smesso di regalare loro energia della quale nutrirsi. I pensieri, infatti, si nutrono della nostra energia. Dopotutto, L'ENERGIA VA DOVE DIRIGIAMO LA NOSTRA ATTENZIONE.
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Dopo esservi esercitati nell'osservazione senza giudizio potete passare alla focalizzazione. La focalizzazione consiste nel concentrarsi, fra i vari pensieri che gironzolano nella nostra mente, su quello che ci piace di più, che ci fa stare più bene. Ovviamente, quando impareremo a concentrarci sui pensieri positivi ed energizzanti, andra da sè che tutti gli altri pensieri sbilancianti e negativi cesseranno di avere potere sulla nostra Vita, in quanto avremo smesso di nutrirli.

Dopo questi esercizi, col tempo e la PRATICA COSTANTE, potremo creare il nostro TELECOMANDO MENTALE col quale finalmente potremo veder trasmettere i programmi (pensieri) che ci consentiranno di vivere da persone sveglie e vedere finalmente realizzati i sogni della nostra Vita.

Vincenzo Bilotta

domenica 3 novembre 2013

La mente mente

                           "La mente mente. Il cuore sente." (Vincenzo Bilotta)

Cos'è la mente? Nulla di materiale. Possiamo considerare la mente come il gestore del cervello. Essa si occupa, in particolare, della gestione del processo di pensiero. Il problema è che non sempre i pensieri elaborati dalla mente sono reali e, se non si è fatto un adeguato lavoro personale, si rischia di credervi e finire col sottostare ad essi.

Poichè il processo di pensiero è automatico, gran parte delle persone tendono a delegare alla mente tutti i propri pensieri senza "censurarli". La conseguenza di ciò è il mondo nel quale viviamo, fatto di gesti inconsulti, mancanza d'Amore, guerre ideologiche, inquinamento globale, etc.
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La mente MENTE affermava Osho. Il cuore sente, così completo la frase io (Vincenzo Bilotta). In questo periodo storico, possiamo dire che qualcosa sta cominciando a cambiare a livello di consapevolezza planetaria. Certo, gli sforzi da fare sono ancora tanti, ma, come si dice: CHI BEN COMINCIA E' A META' DELL'OPERA.

Come ho accennato poc'anzi, occorre una selezione dei pensieri, un filtro derivante dall'OSSERVAZIONE CONSAPEVOLE di essi. Bisogna cominciare a scartare in maniera cosciente tutti quei pensieri che ci turbano, non ci servono e che finiscono, se ripetuti nel tempo, col crearci disturbi a livello psicofisico anche importanti.
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Impariamo ad ascoltare le sensazioni che ci trasmette il nostro cuore, senza più soffocarle coi pensieri di testa. Viviamo di sensazioni e non di automatismi. Cominciamo col discernere il REALE DALL'IMMAGINARIO. Selezioniamo i nostri stati d'animo, facendo si che avvenga uno sviluppo in maniera armoniosa della nostra percezione creativa degli eventi. Viviamo la poesia dell'esistenza, non più il dramma della sopravvivenza.

Decondizioniamoci dai processi di pensiero. Dopotutto, come sappiamo già, il cervello non discerne fra un evento realmente accaduto ed uno da noi solamente immaginato. Solo il cuore può farlo. Solo il sentire legato al cuore può liberarci dalla prigione emozionale, facendoci conoscere a fondo la nostra VERA NATURA. La mente ci racconta solo e sempre eventi dei quali abbiamo già fatto esperienza. Essa si basa su di un servomeccanismo volto a salvarci da presunti pericoli.
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Diversamente funziona il cuore. Esso c'insegna a sentire, a chiudere col passato, a perdonare noi stessi e gli altri per il male fatto e ricevuto. Solo chi sente col cuore può finalmente voltare pagina e cominciare a vivere. Solo usando il cuore possiamo conoscere la VERITA'. La mente non ha nessuna verità per noi. Essa si limita a registrare eventi passati per poi paragonarli quando se ne ripeteranno in futuro di simili. Insomma, nulla di nuovo all'orizzonte.

Possiamo dire che la mente è come un calcolatore, ci permette di decidere, scegliere, paragonare, immaginare. Anche la mente ci serve. Ma, essa da sola non basta. Bisogna integrare il pensiero di testa con quello di cuore. L'uomo completo è colui il quale pensa con la propria testa e poi sente col proprio cuore. Impariamo a sentire col cuore cosa ci trasmettono i pensieri.
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Facciamo sì che si stabilisca una sorta di canale di comunicazione fra la mente e il cuore. Facciamo in modo che regni l'UNITA' dentro di noi. Dopotutto, come ha affermato Gregg Braden, il chakra del cuore è quello che collega i primi tre chakra (legati al radicamento con la Madre Terra e agli istinti primordiali), con gli ultimi tre (legati alla comunicazione, fino ad arrivare alla percezione extrasensoriale e all'illuminazione).

Vincenzo Bilotta

domenica 27 ottobre 2013

Il vocabolario emozionale

Il linguaggio è, sicuramente, uno dei mezzi più importanti per la comunicazione interpersonale. Ogni lingua possiede i suoi vocaboli specifici ma, in pratica, si è visto come molti di essa vengano utilizzati raramente. Ciò anche per esigenze di utilizzo di un linguaggio comune che riesca ad essere scorrevole e comprensibile all'interno di un discorso.

Spesso, però, le parole, lungi dall'aiutarci a vivere al massimo delle nostre potenzialità, finiscono per sabotare e ostacolare la nostra vita, rendendoci tutto più complicato. La parola è MAGIA. Usare le parole giuste è importante sia per se stessi che nei rapporti con gli altri. Se ad es. vi alzate al mattino a corto di energie, è inutile quanto controproducente dichiarare di sentirvi "una merda schiacciata". Quest'affermazione, lungi dall'aiutarvi ad uscire da quello stato transitorio, non farà altro che portarvi il morale sotto i tacchi.
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Nei giorni in cui vi sentite scarichi, provate invece a descrivervi come "momentaneamente annoiati" oppure come "un pò fiacchi". Vedrete che, così facendo, darete un altro comando al vostro cervello, permettendogli di aiutarvi nel migliore dei modi a farvi uscire da quello stato al più presto.

Quando la vostra vita risulta noiosa, provate ad esaminare le parole che ripetete costantemente ed abitualmente. Presto, se farete attenzione, vi accorgerete come tendete ad usare le stesse frasi contenenti le stesse parole aventi un significato che vi porta ad annoiarvi o a lamentarvi ancor di più.
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Veniamo ora al titolo del mio articolo, che costituisce poi il succo del discorso. Cosa significa vocabolario emozionale? Per spiegarvelo, occorre accennare al fatto che ogni parola racchiude in se un significato simbolico in grado di migliorare o peggiorare l'umore sia della persona che la pronuncia sia di quella alla quale, in una conversazione, essa è rivolta.

Proprio per questo, gente come Anthony Robbins parla di vocabolario emozionale. Per farvi un esempio pratico di come esso funzioni, v'invito a pensare solo per un attimo a come vi sentireste se qualcuno v'insultasse, dicendovi che non valete nulla. Non bene, nemmeno adesso che, pur non essendo oggettivamente accaduto, tuttavia lo state immaginando.

Viceversa, v'invito adesso a pensare a come potreste sentirvi dopo aver ricevuto dei complimenti da un amico/a, conoscente o da un semplice passante. La storia cambia, non è vero? Ecco perché occorre cancellare dal vostro vocabolario personale tutte le parole in grado di rovinare la giornata sia a voi che a chi con voi si relazionerà.

Una domanda sorgerà certamente spontanea: come fare a capire se si usano le parole giuste al momento giusto? Innanzitutto bisogna sapersi osservare, occorre sentire come si sta nel corso della giornata, se si è carichi di energie, aperti al mondo o se, invece, si è arrabbiati, tristi, ansiosi, etc. Nel caso in cui ci si senta centrati e pieni di motivazione nel fare, sicuramente si saranno utilizzati i vocaboli giusti al momento giusto.
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Nel secondo caso, quando le cose sembrano non andare per il verso giusto o si sono, addirittura, perse le speranze, provate a cambiare il vostro vocabolario emozionale. Cominciate, come già detto prima, con l'auto-osservazione. Attraverso essa, potrete identificare le parole che utilizzate maggiormente e che producono in voi risultati non voluti.

Dopo aver identificato i vocaboli da voi più comunemente utilizzati e che vi creano una vita diversa da quella che avete sempre desiderato, cominciate con l'eliminarli. Fate una lista scritta delle parole che vi fanno sentire più a disagio, osservatevi quando siete giù per capire quale parola vi state ripetendo in quel contesto. Dopo aver eliminato le parole che utilizzate di più e che non vi permettono di vivere al massimo delle vostre potenzialità, cominciate a sostituirle con delle nuove MOTIVANTI.

A poco a poco, create un nuovo vocabolario emozionale che vi consenta di utilizzare IL POTERE CREATIVO DELLA PAROLA per arrivare laddove non avevate mai osato prima. Col tempo, e con la pratica, avrete la possibilità di trasformare la vostra vita, il vostro lavoro e le vostre relazioni al meglio. Tutto grazie alla parola giusta detta al momento giusto.
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La parola contiene in se uno spirito, ha una propria energia. Lasciamoci trasformare da essa, permettendole di entrare a far parte della nostra vita. Notate quanto è piacevole stare in compagnia di gente allegra, che racconta barzellette ed è SEMPRE OTTIMISTA? Fate caso, invece, quanto sia stancante, e demotivante, stare in compagnia di persone che non sanno far altro che lagnarsi, piagnucolare ed essere tristi?

La prossima volta che siete in compagnia di una persona (amico/a, conoscente, passante), cominciate ad osservare le parole da lui utilizzate e l'effetto che hanno sulla sua salute, sul suo umore, sulle sue relazioni sociali, lavorative ed amorose. Vi accorgerete quanto è importante avere un vocabolario emozionale ricco di parole positive e motivanti.

Una parola può cambiare la vita. Un vocabolario emozionale ricco di parole positive può cambiare completamente la vostra esistenza, permettendovi di riscrivere il vostro destino.

Vincenzo Bilotta




domenica 20 ottobre 2013

Il tempo verticale

Il tempo è nato con l'uomo. Prima dell'uomo, tutto era ETERNO PRESENTE. Poi, per esigenze legate al corretto e proficuo utilizzo del giorno, nacque e fu perfezionato il tempo. Il tempo del quale parlo è quello inteso nel senso più comune del termine.

Esso comprende tre parti apparentemente distinte e separate ma, in realtà, facenti capo ad un unico ed eterno momento: il QUI E ORA. Come dicevo prima, questa suddivisione avvenne allo scopo di gestire i rapporti fra gli umani, così come il linguaggio si è sviluppato in seno alle diverse culture e popoli allo scopo di unire società lontane fra loro anche migliaia di chilometri.

Il tempo, nel senso più comune del termine, come viene inteso da tutti, si può suddividere in tre parti: passato, presente e futuro. Col nome di passato si indica, in genere, il periodo di tempo antecedente il presente. Esso è ricco di tutte le esperienze che ogni persona ha avuto la possibilità di vivere e sperimentare. Col nome di presente, invece, si indica il tempo in cui si vive e lavora, praticamente il QUI E ORA. Infine, abbiamo il futuro. Col termine futuro, si suole indicare un tempo che deve ancora venire. Esso contiene, in embrione, infinite possibilità ed eventi più o meno favorevoli per ciascun essere umano di questo pianeta.

Quello del quale ho fino ad ora parlato, è il TEMPO ORIZZONTALE. Infatti, esso è costituito da una linea retta che parte dal passato e va verso il futuro attraversando il presente. Questo è il tempo così come è inteso dalla mente. Ogni persona, per la maggior parte della giornata, gioca una sorta di partita a ping-pong fra passato, presente e futuro.
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Come una pallina da ping-pong, infatti, i pensieri della gente oscillano lungo la linea orizzontale del tempo facendo la spola fra passato (conflitti irrisolti, traumi mai superati, sensi di colpa per il non detto e il non fatto), presente (solo presenza fisica, essendo la mente scissa spazio-temporalmente in un altro momento che non è quasi mai l'ADESSO) e futuro (ansie, aspettative, speranze, incertezze).

La cosa strana è che quasi tutti passano il resto della loro Vita ad oscillare lungo questa linea temporale, quasi avessero una macchina del tempo, senza mai vivere realmente la Vita, solo sprecando energie, muovendosi come automi, essendo la mente impegnata in elucubrazioni legate ad eventi accaduti anche decenni prima o che potrebbero accadere in un futuro non bene identificato.

Dietro a questo scenario apocalittico descritto, dominato dal tiranno chiamato TEMPO ORIZZONTALE, si nasconde una possibile salvezza, un mezzo per smettere di giocare a ping-pong e cominciare a vivere, finalmente aggiungerei, LA VITA REALE. Questa salvezza si chiama TEMPO VERTICALE.

Caratteristica del TEMPO VERTICALE è sempre una linea che però, a differenza del TEMPO ORIZZONTALE, va dall'alto verso il basso e si ferma PROPRIO QUI, PROPRIO ORA. Ci sono delle grandi differenze fra TEMPO ORIZZONTALE E TEMPO VERTICALE, differenze che li rendono profondamente diversi, antitetici.
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Il TEMPO ORIZZONTALE è figlio della mente con le sue fantasie e invenzioni. Esso si nutre di passato e di futuro, MAI DI PRESENTE. IL TEMPO ORIZZONTALE TEME IL PRESENTE. Vivendo nel QUI E ORA, infatti, se ne annullerebbero i suoi effetti deleteri.

IL TEMPO VERTICALE E' FIGLIO DELL'ETERNITA', DELLA VERITA' E DELL'AMORE. ESSO VIENE VISSUTO SOLO QUI, SOLO ORA E RENDE LIBERI DALLE ILLUSIONI DI DIVISIONE, DIPENDENZA, PAURA E ASPETTATIVA. Il TEMPO VERTICALE NON CONOSCE ALTRO TEMPO SE NON IL PRESENTE E LO VIVE SECONDO PER SECONDO, RINNOVANDO IN ESSO LE NOSTRE ORIGINI DIVINE E FACENDOCI AVVICINARE SEMPRE PIU' A DIO.

Ricordate che noi siamo esseri immortali, FIGLI DELL'ETERNO PRESENTE. Nessun tempo esiste oltre all'Adesso, nessun sentimento oltre all'Amore. Utilizziamo il TEMPO ORIZZONTALE per relazionarci con gli altri e per gli appuntamenti di lavoro. Lasciamo il TEMPO VERTICALE, invece,  per relazionarci con Dio e l'eternità.

Vincenzo Bilotta




domenica 13 ottobre 2013

La Vita è magia

Il pensiero è magia. La Vita è magia. Noi possiamo diventare maghi attraverso il corretto utilizzo, la corretta gestione del nostro pensiero. Cambiare pensiero può trasformare la nostra Vita all'istante! Ma non basta voler cambiare pensiero per trasformare la propria Vita e poter diventare dei maghi. Occorre la volontà, lo spirito di sacrificio, il lavoro sui propri processi mentali.

Molte persone non si accorgono (come potrebbero se non sono sveglie?) di creare sempre la stessa realtà, giorno per giorno, proprio perchè PENSANO SEMPRE LA STESSA COSA ALLO STESSO MODO. E pensare che basterebbe cambiare prospettiva, modo di pensare, per poter vedere accadere miracoli nella propria Vita!

A volte, ciò che non ci permette di cambiare pensiero riguardo la nostra Vita, è la PAURA DELL'IGNOTO. Si ha, infatti, paura che possa accaderci qualcosa di brutto qualora decidessimo di cambiare pensiero riguardo ad una determinata situazione della nostra Vita. Solo riuscendo a superare la paura del cambiamento potremo operare la magia nella nostra Vita.

Cambiare un pensiero necessita un atto di volontà da parte del soggetto che decide di voler trasformare la propria Vita. Senza la volontà non può esservi trasformazione. La volontà, assieme all'esercizio, costituiscono le basi per poter operare il processo di trasformazione che porterà al cambiamento radicale nelle nostre Vite.
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Operare la magia all'interno della propria Vita, quindi, significa trasformare la propria mente da strumento di tortura a bacchetta magica con la quale fare apparire le cose che più ci piacciono e servircene a nostro piacimento senza alcun limite. La Vita è magia, la Vita è cambiamento, il cambiamento dista solo un pensiero.

Ecco quanta differenza può fare un pensiero, talmente tanta da divenire un atto magico in grado di spezzare l'incantesimo che ci tiene prigionieri di un sogno che non ci appartiene e ci fa pure soffrire. Chi diventa in grado di trasformare i pensieri a proprio vantaggio, sarà automaticamente in grado di poter ottenere ciò che vuole dalla propria Vita, come dagli altri, in maniera quasi istantanea.

La trasformazione dei nostri pensieri comporterà, di conseguenza, la trasformazione della realtà che ci circonda e delle persone con le quali interagiamo. Diventeremo in grado di modificare non solo i nostri pensieri ma anche eventi e persone, ottenendo sempre quello che più desideriamo. Ciò sarà reso possibile, oltre che dalla potenza del pensiero creatore, anche dalla Legge dell'Attrazione.

Attraverso questa fantastica legge potremo ottenere ciò a cui avremo pensato di più. Quindi.... attenti a ciò che pensiamo perchè, prima o poi, entrerà a far parte della nostra Vita! Iniziamo, quindi, da subito, ad esercitarci nel trasformare a nostro vantaggio i nostri pensieri ed aspettiamoci che la magia entri finalmente a far parte della nostra Vita trasformandoci da vittime a creatori di una nuova realtà.
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Smettiamo di sognare di cambiare la nostra Vita, cominciamo a cambiarla in maniera concreta. Focalizziamo la nostra attenazione cui pensieri che ci fanno stare bene, rimaniamo sintonizzati su quelle frequenze e vedremo come, giorno dopo giorno, la nostra Vita verrà letteralmente trasformata a nostro vantaggio.

Fidiamoci del potere creativo del pensiero, smettiamola di pensare come la gente comune, come le pecore, inquadrati dall'alto per essere meglio gestiti, condannati fin dalla nascita (attraverso il processo educativo) al "mattatoio emozionale". Cominciamo a credere possibili cose che fino a poco tempo fa credevamo inverosimili.

LA REALTA' E' COSTITUITA DA CIO' CHE PENSIAMO DI ESSA. OGNI EVENTO SI VERIFICA IN BASE ALLE NOSTRE ASPETTATIVE, NE' PIU', NE' MENO. Secondo la fisica quantistica, ogni fenomeno viene modificato dall'osservatore. Si è visto, inoltre, come lo stesso fenomeno, se ripetuto nel tempo, può produrre risultati diversi se l'osservatore che vi ha partecipato in precedenza ha modificato il proprio modo di pensare riguardo ai possibili risultati che potrà dare il fenomeno stesso.

Tutto ciò dimostra che L'OSSERVATORE E' SEMPRE IN GRADO DI MODIFICARE LA REALTA' DI UN FENOMENO. CIO' SARA' POSSIBILE, E SI VERIFICHERA' CERTAMENTE, A PRESCINDERE DALLA CONSAPEVOLEZZA DI POTER MODIFICARE IL FENOMENO STESSO DA PARTE DEL SOGGETTO.

Se questa non è magia.... Impariamo a cambiare i nostri pensieri e trasformeremo la nostra Vita. Impariamo a trasformare la nostra Vita e influenzeremo le persone che ci circondano. Tutto ciò potrà avvenire non appena decideremo, di nostra spontanea volontà, di voler cambiare un nostro pensiero a nostro vantaggio. Ecco quanto siamo potenti!

Vincenzo Bilotta

mercoledì 9 ottobre 2013

Il centro di potere

Noi nasciamo potenti, anzi, onnipotenti ma, strada facendo, lo dimentichiamo. Non può avvenire diversamente. La cultura ce lo impone, l'"educazione" ci vieta di fare diversamente. Guai se non fosse così. Il risultato? Sempre più persone che si sentono depresse, sole, abbandonate, che non sanno ciò che realmente vogliono dalla Vita. In una parola: sempre più persone disconnesse.

Ma disconnesse da cosa, poi? Da se stesse, dal proprio centro di potere, dalla propria grandezza, ecco da cosa! Sì, perchè ognuno di noi possiede, dentro di sè, un centro di potere. Ciò dalla nascita e, prima ancora, per chi crede nella reincarnazione, da altre Vite. Questo centro di potere è TUTTO QUELLO DI CUI ABBIAMO BISOGNO PER VIVERE FELICI IN ETERNO. 
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Ciò significa andare oltre il corpo e la mente, oltre la Vita stessa e nelle dimensioni che andremo ad abitare dopo le diverse esperienze terrene. Ma questo centro di potere ci viene precluso attraverso il processo "educativo". Attraverso l'educazione (manipolazione), infatti, tutti quanti impariamo a far dipendere il nostro completamento da elementi (cose, persone, libri, corsi, seminari) esterni, MAI interni a noi.

Il problema è che NESSUNO, DICO NESSUNO, potrà mai darci quello che cerchiamo. Al limite potrà, attraverso il suo aiuto esterno (libri, parole, corsi), aiutarci a "ricordare di noi" e del progetto della nostra Anima. La nostra Anima, infatti, sa già qual'è lo scopo per il quale si è incarnata assumendo le nostre spoglie mortali.

Solo noi abbiamo dimenticato il nostro scopo o, meglio, così è piaciuto avvenisse. Dopotutto ci hanno "educati" apposta! Così, una volta educati, perdiamo di vista noi stessi con la nostra interiorità spirituale e andiamo alla ricerca disperata di elementi esterni allo scopo (illusorio) di sentirci completi.

Comune è il detto "non si finisce mai d'imparare". Io lo sostituirei con il detto "non è mai troppo tardi per ricordare e riconnettersi col proprio centro di potere". Occorre solo modificare la visione, smettendo di guardare lontano e cominciando a guardare dentro, a ricordare chi siamo veramente.

Quando ricorderemo chi siamo, cominceremo a dare uno scopo alla nostra Vita. Solo centrandosi su di Sè è possibile uscire dal circolo vizioso dei pensieri per cominciare finalmente a vivere appieno la Vita nel QUI E ORA senza far più dipendere la propria gioia dall'apprendimento di nuovi concetti scritti in dei libri o ascoltati nei seminari.
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Questo articolo non è un invito a non frequentare più nessun seminario o a non comprare più libri. Esso vuole solo invitare voi, cari lettori, a riflettere sul fatto che le tecniche e le informazioni in generale apprese dall'esterno, non costituiscono nulla di nuovo agli occhi della nostra Anima. Semmai, tutto quello che si apprende dall'esterno, altro non è che un mezzo per aiutarci a ricordare quanto potenti noi siamo non appena smettiamo di essere "educati" e ci riconnettiamo col nostro centro di potere, con le nostre origini primitive, selvagge, indomite.

Il centro di potere altro non è che il deposito di tutte le informazioni apprese dalla nostra Anima attraverso le sue esperienze vissute prima della sua discesa nel corpo attuale e attraverso le quali abbiamo la possibilità di tornare di nuovo potenti ed eterni. La riconnessione con la nostra parte interiore più profonda ci permette di riconoscere ed accettare il Divino che è in noi facendoci, al contempo, uscire dall'illusione di sofferenza e separazione creata dalla nostra stessa mente attraverso il processo di pensiero.

Vincenzo Bilotta


domenica 29 settembre 2013

Gli opposti

Ogni cosa ha il suo opposto. Il bene ha come opposto il male, la gioia la tristezza, la paura l'Amore, la Vita la morte, l'amico il nemico, l'odio il perdono e così via. Gli opposti nascono dalla naturale tendenza da parte dell'uomo a classificare, distinguere, giudicare, selezionare. Sono frutto, insomma di attività dell'intelletto, della mente.

Come si sa, la mente vuole conoscere tutto, classificarlo, dargli un nome. Da ciò nasce la dualità che fa allontanare gli esseri umani dal VERO e, quindi, per ciò stesso, da DIO. Poichè della dualità ho già parlato in un articolo precedente, oggi voglio guidarvi alla scoperta dell'utilizzo vantaggioso degli opposti nella propria Vita, mostrandovi come essi possano esservi d'aiuto nel quotidiano.
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Se ci riflettiamo bene, gli opposti servono in molti casi a farci capire il valore delle cose, delle esperienze e, non da ultimo, di noi stessi. Ad esempio, solo sperimentando la guerra (anche e soprattutto quella interiore) si può capire quanto sia importante la pace, solo vivendo nella tristezza si può conoscere la gioia, solo relazionandosi con gli altri si può capire il proprio valore.

E' attraverso gli opposti che, spesso, riceviamo gli insegnamenti che la MAESTRA VITA ci trasmette allo scopo di evolvere e vivere sempre più felici. Ovviamente, come accade spesso, il valore di un'esperienza spiacevole potrà essere compreso solo dopo averla vissuta e superata con successo, non prima. Quando ad es. si vive un lutto, raramente si potrà capire il significato della Vita se non si sarà prima superata la perdita della persona cara.
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In questo contesto va inserito il principio del LIBERO ARBITRIO. Ognuno di noi, infatti, potrà fare di ciascuna esperienza quello che riterrà più utile per la propria evoluzione. Potrà ritenersi vittima del destino come diventare una persona migliore, cadere in depressione come imparare a gioire delle piccole cose, ringraziando Dio per ogni giorno in più ricevuto in dono.

Nessuno potrà stabilire a priori se e quando ogni persona riuscirà a capire il valore degli opposti. Forse mai. Forse non gli servirà capirli. Forse alcuni hanno bisogno di più tempo, più anni, più Vite. Forse potrà non bastare l'eternità. Nessuno sa cosa la propria Anima desideri fintanto che non sperimenterà determinate esperienze nella propria Vita. Solo quando si vivranno determinati accadimenti, si potrà capire il proprio valore in rapporto ad essi e agli opposti.
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Se vediamo soffrire una persona a noi cara senza poter fare nient'altro che starle vicino e donarle Amore e, nonostante tutto, questa persona muore, questa esperienza potrà darci un insegnamento illuminante e cambiare radicalmente la nostra Vita oppure potrà distruggerci. Dipende da noi, nessuno lo sa, nessuno può sperimentarne gli effetti, solo noi possiamo. Solo noi possiamo decidere quello che è più giusto per noi, nessun altro.

Chi ha vissuto situazioni in cui ha sperimentato la sofferenza propria e/o dei propri cari sa a cosa mi riferisco. Chi ha vissuto la guerra può uscirne traumatizzato a vita o diventare un volontario e aiutare altre vittime come lui. Chi è stato accanto ad un malato terminale può capire il valore della Vita, di un raggio di sole, di un respiro in più. Oppure no.
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Infatti, può accadere che una persona, una volta sperimentata una determinata situazione spiacevole decida, sempre per il libero arbitrio del quale siamo tutti noi dotati, di rendersi vittima, di piangersi addosso, di rattristare tutti quelli che le stanno intorno, di sprofondare lentamente ma inesorabilmente negli inferi della più oscura inconsapevolezza.

Oppure, una volta vissuta un'esperienza estrema, si potrà applicare l'opposto allo scopo di trasformare la propria come le altrui Vite. Quando si assiste alla morte di una persona, si può capire il significato della Vita trasmettendolo agli altri. Chi riesce ad evolvere, ad andare oltre la matrix, oltre il sogno planetario, può decidere di trasmettere agli altri la propria visione senza pretendere di cambiare nessuno, solo seminando e lasciando che CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE, INTENDA.
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Vi invito, da oggi, a non fermarvi alle apparenze degli accadimenti nella vostra Vita. Le cose accadono sia perchè noi le abbiamo pensate e, quindi, attirate nella nostra Vita in quanto IL PENSIERO CREA, sia per INSEGNARCI A VIVERE E A CAMBIARE APPROCCIO ALLA NOSTRA' REALTA' QUOTIDIANA.

Quando sperimentate un lutto, dopo averlo elaborato ed avere OSSERVATO IL VOSTRO DOLORE, cambiate approccio nei confronti della Vita, imparate ad apprezzarla. Vi garantisco che i vostri cari defunti avrebbero voluto così, non che gli moriste dietro! Se state sperimantando la paura, forse è venuto il momento per voi di vivere il suo opposto cominciando a vivere nell'Amore.

Fate tesoro delle vostre esperienze, trasmutate alchemicamente il piombo (eventi all'apparenza devastanti) in ORO (insegnamenti per evolvere su questo piano d'esistenza). Vivete liberi, potete farlo, PROPRIO QUI, PROPRIO ORA, MA SOLO SE VERAMENTE LO VOLETE. ALLORA CAPIRETE CHE NIENTE E' STATO MAI IMPOSSIBILE PER VOI., SOLAMENTE NON AVEVATE OSATO. Buona Vita!

Vincenzo Bilotta