domenica 26 maggio 2019

Chi si contenta è morto

"Non si può trovare passione nel modo di vivere mediocre. Non accontentatevi di una Vita che è meno di quella che siete capaci di vivere". (Nelson Mandela)

"Chi si contenta gode", recita un detto antico quanto questo pianeta. Ce lo sentiamo ripetere fin da bambini a casa, in chiesa, a scuola, dagli amici e conoscenti. La frase che condanna l'umanità a vivere nella mediocrità, a raccattare le briciole lasciate da chi proprio non si contenta mai... E gode senza fine!

(Immagine presa dal web)
Alcune frasi sono state coniate da persone che, per paura o indolenza, non hanno mai OSATO andare oltre le proprie paure cominciando a vivere nell'amore per poter, poi, realizzare i progetti della propria anima. Queste frasi non solo andrebbero eliminate dal proprio vocabolario nell'utilizzo quotidiano ma, anche e soprattutto, dal proprio vocabolario emozionale. Come tutti sappiamo, la PAROLA E' MAGIA E CREA QUELLO CHE RAPPRESENTA QUANDO VIENE PRONUNCIATA.

Di conseguenza, chi crede ai detti e proverbi che sembrano calzare a pennello per i falliti, gli sconfitti e gli "sfortunati", cosa realizzerà nella Vita? Un tubo! Le frasi contenute in questi detti antichi, poco saggi e autosabotanti per chi li pronuncia, sono degli incantesimi che funzionano contro chi li pronuncia, in pratica magia nera che si rivolta contro lo stesso mago che la pratica... La maggior parte delle persone lo fa, in maniera meccanica, lo spero per loro, molti in maniera volontaria, specie i lamentosi.
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Venendo al titolo dell'articolo di oggi, ho voluto intitolarlo apposta "Chi si contenta è morto" perché è la verità. Con ciò non voglio dire che sia sbagliato RINGRAZIARE PER CIO' CHE SI POSSIEDE GIA'. Possiamo, anzi, dobbiamo ringraziare, giorno per giorno, attimo dopo attimo, il buon Dio per i talenti che ci ha donato, per la casa che possediamo, per il nostro stato di salute, ma questo è un altro discorso che esula dall'argomento di oggi e cioè il contentarsi.

Quando si ottengono dei risultati in qualsiasi campo, sia esso sentimentale, lavorativo, sportivo o economico, bisogna, sì, ringraziare, ma non contentarsi. Se ci si contenta si è morti. Si muore in quello stato perché contentandosi ci si adatta al modo di ragionare dell'umanoide medio tutto casa e lavoro, quello che, come si dice dalle mie parti "il poco gli basta e il troppo gli è superfluo".
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Quando ci si contenta è come se si dicesse all'universo: "Ok, ne ho abbastanza, fermati!". Vi sembra sensato? A me sa tanto di autosabotaggio... Perché contentarsi quando le risorse a nostra disposizione sono potenzialmente infinite? Perché, invece, non proviamo a RINGRAZIARE, ACCETTARE E RIMANERE APERTI AL MEGLIO, ALL'ULTERIORE ABBONDANZA CHE, SICURAMENTE, NON MANCHERA' DI VENIRCI INCONTRO SE RIUSCIAMO A RIMANERE IN UNO STATO DI APERTURA ED ACCETTAZIONE?

Non smettiamo mai di continuare a migliorarci, di ambire al meglio, di volere il massimo pur vivendo in maniera umile, non egoica, in uno stato non-competitivo col mondo esterno e, di conseguenza, coi nostri simili. Passiamo, invece, ad uno stato collaborativo, dove l'altro, l'esterno, non vengono visti più come antagonisti ma, semmai, come parametri di riferimento da imitare o superare nell'opera d'arte che sarà la nostra Vita se evitiamo di arenarci, di contentarci, di morire ancor prima di nascere e vedere la luce come persone nuove, risvegliate e pronte a VIVERE.
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Evitiamo la lamentela, smettiamo di contentarci, sforziamoci di migliorare, passo dopo passo, giorno dopo giorno, poniamoci al servizio degli altri in base alle nostre competenze, ai nostri talenti, il resto verrà da sè, perché ce lo meritiamo, alla fine è per questo che siamo nati, per realizzare la missione della nostra anima e splendere come tante stelle nel firmamento della Vita.

Vincenzo Bilotta

domenica 12 maggio 2019

Cerchi di controllare la tua Vita?

La Vita è un continuo accadere di eventi, è un fatto che nessuno può negare. Del resto le nostre anime lo sapevano quando si sono incarnate... Molti di noi, però, hanno dimenticato di avere un'anima e di essere qui per provare le esperienze terrene, ciò perché si sono identificati totalmente con il proprio sistema psicofisico e hanno preso troppo sul serio la Vita!

La gente che non ama la propria Vita è, senza dubbio, in una condizione di resistenza, cerca in tutti i modi di evitare il male per poter perseguire, vivere e sperimentare il bene. Perché ciò accade? Per la naturale tendenza, che un pò tutti noi abbiamo, a giudicare le nostre Vite e, di conseguenza, gli accadimenti con i quali interagiamo ogni giorno.
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Quando si giudica un evento come buono/cattivo, bello/brutto, inevitabilmente si tenderà a temere, com'è ovvio, il cattivo e il brutto cercando, viceversa, di ottenere/perseguire il buono e il bello. Ciò a causa del giudizio perché, in realtà, tutto accade lo stesso, non abbiamo nessun controllo sul continuo, naturale, fluire della Vita con le sue dinamiche. Il partner se ne va lo stesso, il nostro animale domestico muore, il datore di lavoro ci licenzia, la borsa crolla...

Cosa fare allora? Come porre fine alla sofferenza che sembra affliggere molte persone, facendole vivere in costante tensione? Il lavoro di osservazione, in questo come altri contesti, è essenziale per capire cosa non va nella nostra Vita, cosa andrebbe cambiato, eliminato o, semplicemente, accettato. Si, perché il più delle volte di mancata accettazione si tratta.
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La mancata accettazione, a sua volta, deriva da un giudizio emesso da chi non avrebbe voluto vivere la situazione che la Vita gli ha, invece, posto davanti... Non avrebbe voluto vivere il lutto, l'abbandono, il licenziamento, la malattia, il tradimento da parte dell'amico più fidato. In altre parole, chi non accetta, oltre a resistere alla Vita, a CIO' CHE E', vive nella sofferenza perché avrebbe voluto che le cose fossero andate diversamente, per come aveva, magari, programmato...

Ma di programmi, con la Vita, non se ne possono fare. Si può, certo, programmare la propria attività lavorativa, se avere bambini, un futuro trasferimento in un'altra città, un viaggio intorno al mondo ma poi si dovrà sempre tenere conto di ciò che la Vita avrà in serbo per noi. E la Vita, per inteso, non la si può controllare, la si può soltanto VIVERE FLUENDO CON ESSA SENZA OPPORRE ALCUNA RESISTENZA.
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Smettiamola di controllare le nostre Vite... Se piove è la natura che lo vuole, se muore qualcuno è la sua anima che lo decide, se un amico ci tradisce occorre prenderne atto e farne esperienza... Nessuno può avere certezza su nulla, solo la morte è certa! Per quanto riguarda tutto il resto bisognerebbe porsi, nei confronti della Vita con le sue dinamiche, in un atteggiamento di abbandono. Quando parlo di abbandono non mi riferisco alla supina rassegnazione ma, semmai, al lasciarsi andare come quando si nuota al mare smettendola di opporre resistenza, di essere rigidi, altrimenti si rischia di affondare...

Lasciamoci guidare dalla Vita, proviamo ad essere più intuitivi, ad aprire i nostri cuori e ad affidarci ad essa con fede e lasciamoci trasportare verso nuove spiagge, accettiamo nuove esperienze, apriamoci allo sconosciuto, diventiamo navigatori nel mare dell'ignoto prendendo tutto ciò con spirito d'avventura e non, come fanno molti, con ansia e paura.
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LA VITA E', NON GIUDICHIAMOLA; LA VITA SA, DIVENTIAMO SUOI ALLIEVI; LA VITA SCORRE, LASCIAMOCI ABBRACCIARE E TRASPORTARE DALLE SUE TIEPIDE ACQUE; LA VITA CI TOGLIE CIO' DI CUI NON ABBIAMO PIU' BISOGNO PERCHE', POSSIBILMENTE, I TEMPI SONO MATURI PER INTRAPRENDERE NUOVI PERCORSI E FARE ALTRE SCELTE, ACCETTIAMOLA E RINGRAZIAMO L'UNIVERSO PER QUESTO.

Provate a vivere senza voler controllare. Smettete di desiderare il bel tempo e cominciate a ballare sotto la pioggia; smettete di essere tristi perché il partner se ne è andato e godetevi un attimo di pausa per dedicarvi a voi stessi; smettete di essere arrabbiati se al lavoro vi hanno licenziati per riduzione del personale e inventatevi un nuovo lavoro; lasciate essere, smettete di voler controllare, di resistere alla Vita e al suo naturale divenire...
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Non siate mai nostalgici, non vivete nel rimorso, altrimenti probabilmente siete proiettati nel passato; non vivete nell'ansia di ciò che potrebbe accadere perché, scusate la franchezza, quel dopo potrebbe non arrivare mai... Tornate QUI, ORA, SMETTETE DI VOLER CONTROLLARE TUTTO E TUTTI E COMINCIATE A VIVERE, VE LO MERITATE!

Vincenzo Bilotta