domenica 25 giugno 2017

Un altro giorno in paradiso

L'altro giorno ascoltavo una canzone bellissima, "Another day in paradise" di Phil Collins. Durante il suo ascolto riflettevo su come le religioni, i processi educativo-programmatici e le convinzioni limitanti che ne derivano abbiano distorto e limitato, la visione da parte nostra del mondo COSI' COM'E'.

In particolare, durante il nostro processo di crescita e in particolare quando riceviamo (subiamo) la nostra dose di educazione-programmatica, ci vengono messi dei paraocchi, un pò come i muli. Quando completiamo il nostro processo di adeguamento alle greggi di pensatori mediocri, poco rimarrà della nostra vera natura o, meglio, la nostra Divinità interiore risulterà addormentata, ma MAI persa.
(Immagine presa dal web)

Se ci riflettete, nessuno ci ha mai insegnato a godere del momento. Sì, certo, ci sono i seminari e i corsi di risveglio, la meditazione, i libri e quant'altro si riesce a trovare e che può tornarci utile. Il punto, però, qui è un altro. Siamo noi che cerchiamo qualcosa che va oltre i nostri schemi di pensiero limitati imparati a scuola e in famiglia, nessuno ci viene a cercare dicendoci che è possibile cambiare punto di vista sulla Vita per poterla trasformare ALL'ISTANTE.

Probabilmente poche persone stanno vivendo in realtà delle situazioni realmente dolorose. E' molto più probabile che non abbiano a disposizione, nello stato attuale nel quale versano, i mezzi idonei a superarle con successo per poi trarne insegnamento ai fini evolutivi.
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Ognuno di noi, in realtà, vive nel paradiso terrestre, ciò ogni singolo giorno della sua Vita. Ma, la maggior parte delle persone non se ne accorge perché troppo "impegnata", a far cosa, poi? LE SEGHE MENTALI? AD ALIMENTARE IL PENSIERO DISFUNZIONALE?

La nostra è una società fondata sul consumismo, sul "più si ha, meglio è". In una società del genere, manipolata dai mass media che non fanno altro che alimentare le ansie da prestazione in ogni singolo individuo allo scopo di farlo consumare di più, si capisce bene come non si riesca più a godere delle piccole cose. Eppure sono proprio le piccole cose a fare di questo mondo un paradiso, non l'auto di lusso o l'abito firmato.
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Così, nel continuo rincorrere dei bisogni artificiali, ci si perde il vero paradiso. Un altro giorno in paradiso lo diamo tutti per scontato, nessuno sa o, se sa, sembra averlo dimenticato, che la Vita è QUI E ORA e non domani o quando avrò lo smartphone migliore del mio amico.

Ma cos'è il paradiso? IL PARADISO NON E' QUEL LUOGO DOVE, SECONDO LE RELIGIONI ANDREMO A FINIRE, SEMPRE SE SAREMO BUONI, DOPO LA VITA TERRENA, NO. IL PARADISO E' IL VIVERE NEL PRESENTE IN MANIERA TOTALE, INCONDIZIONATA, SENZA ASPETTATIVE, ACCOGLIENDOLO COME UN DONO PER QUELLO CHE SAPRA' DARCI.
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Quanti sanno ancora apprezzare la bellezza di un tramonto, il sorriso di un bambino, il canto di un uccello, la gioia di prepararsi un caffè in maniera consapevole? Pochi, molto pochi.... Eppure questo è il vero paradiso, lo stato di veglia in cui si gode della totalità, del QUI E ORA. Per vivere in paradiso bisogna, a volte, passare dall'inferno dei pensieri disfunzionali, delle convinzioni limitanti, delle paure le quali pur essendo, spesso, non reali, riescono, nonostante ciò, a condizionarci la Vita.

Impariamo a godere dell'istante, smettiamo di avere aspettative sul domani, sugli amici, sul partner, sul lavoro e su tutto quello che sta, in generale, affossando la massa di pensatori mediocri fino a risucchiarli dentro un vortice senza fine. Andiamo al di là del tempo, dello spazio, della mente, viviamo il lavare i piatti, il volo di una farfalla, le grida gioiose dei bambini che giocano all'aperto, solo così potremo dire di esserci assicurati un altro giorno in paradiso.

Vincenzo Bilotta

domenica 11 giugno 2017

Amore e possesso

Quello dell'Amore è un tema inflazionato. Di Amore si parla nelle canzoni, nei film, sui libri e dovunque ci si giri a guardare, eccolo là, sempre pronto a fare capolino, il tema dell'Amore. Di Amore ho parlato anch'io in diversi miei articoli che potete trovare in questo blog, basta che digitiate la parola Amore sul motore di ricerca perché possiate leggere ciò che ho pubblicato fino ad oggi, oppure potete leggere i miei libri L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA E METAMORFOSI SPIRITUALE, YOUCANPRINT EDIZIONI, dove si parla anche lì di Amore.

Ma occorre fare una distinzione sostanziale fra l'Amore vero e il possesso, in quanto il primo permette la costruzione e il mantenimento di un rapporto stabile e duraturo mentre il secondo, invece, riesce a creare solo rapporti disfunzionali e conflitti interni.
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Premesso che una storia d'Amore che nasca e sia basata sulla paura di rimanere soli è, per ciò stesso, destinata a creare problemi durante il suo svolgersi ed evolvere. Niente può nascere e durare se è fondato sulla paura. Chi ha paura di rimanere solo, infatti, dovrebbe prima risolvere il proprio conflitto con se stesso, auto-osservandosi allo scopo di capire che, in realtà, ciò di cui ha paura non è la solitudine ma il dover affrontare i propri demoni interiori.

Solo dopo aver affrontato e sconfitto i propri demoni interiori, ecco che si farà pace con se stessi, si comincerà a stare bene anche da soli, non si avrà più timore del silenzio in quanto lo stato di quiete interiore raggiunto non verrà più riempito dai rumori e dalle voci provenienti dalla mente. Il lavoro su di sé serve proprio a fare pulizia interiore, ad affrontare le proprie paure discendendo fino agli inferi, se necessario, ciò allo scopo di purificare la propria coscienza col fuoco della consapevolezza risvegliata.
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Diversamente, se non si avrà voglia di lavorare su di sé e si continuerà a re-agire per paura di rimanere soli con se stessi, il risultato saranno la maggior parte dei rapporti di coppia che la gente vive oggi, caratterizzati da liti continue, infedeltà, separazioni più o meno violente e senso del possesso nei confronti del partner.

Il possesso è un diretto derivato dalla paura di rimanere soli. In questo contesto si sta con l'altro/a credendo sia una specie di animale da compagnia acquistato in un negozio e, per ciò stesso, dal quale non ci si separerà più. Ecco nascere da ciò un sentimento di possesso che porta a considerare il partner come una sorta di "proprietà privata".
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Se si osservano le coppie per strada lo si può notare. Spesso si vede lui che abbraccia lei ma questo gesto è legato molte volte ad un senso di appartenenza, come se la persona che abbraccia il partner volesse dire agli altri eventuali interessati "ormai è mio/a, mettiti il cuore in pace!". 

Da questo contesto non potrà che nascere un rapporto di coppia di tipo conflittuale, basato su continue gelosie, litigi e tradimenti. Alla base di tutto ciò starà sempre l'insicurezza di uno o di entrambi i partner. Se, infatti, nessuno dei due partner che s'incontrano e decidono di stare assieme ha fatto prima un lavoro su di sé, sarà inevitabile che, ognuno per conto suo, porti i propri conflitti all'interno del rapporto di coppia.
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Da qui si può comprendere bene quanto sia importante effettuare un profondo ed onesto lavoro su di sé allo scopo di portare alla luce ed eliminare tutti quei conflitti che potrebbero risultare problematici all'interno di una relazione.

SOLO CHI E' IN AMORE CON SE STESSO E SA STARE DA SOLO POTRA' AMARE E CONDIVIDERE LA SUA GIOIA INTERIORE CON L'ALTRO. CHI, VICEVERSA, NON SI AMA ED ACCETTA IN TUTTE LE SUE PARTI, NON SOLO NON RIUSCIRA' A DIVENTARE UNA PERSONA INTEGRA ED EVOLUTA MA PORTERA' I SUOI CONFLITTI ALL'INTERNO DEL RAPPORTO DI COPPIA E, INVECE DI CONDIVIDERE LA SUA GIOIA, DIVENTERA' UN MENDICANTE D'AMORE.
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Bisogna imparare a stare con l'altra persona, amandola ed accettandola così com'è, condividendo i momenti passati assieme in maniera consapevole e cercando di specchiarsi sempre nell'altro allo scopo di evolvere e consolidare il rapporto affettivo. Per far ciò, occorrerà lasciare l'altro/a libero/a di essere se stesso/a, senza mai esprimere giudizi o cercare di cambiarlo/a in nessun modo.

In questo modo nessuna gelosia avrà più ragione di esistere, nessun tradimento sarà mai attuato in quanto, in un contesto di evoluzione ed accettazione reciproca, l'altro/a sarà parte integrante di noi e non più una proprietà della quale essere gelosi o disfarsene quando si è stufi.

Vincenzo Bilotta